Due sorelle: Nuda mi radono la figa
Mia sorella mi rade la figa
La mattina mi svegliai e feci fatica ad aprire gli occhi, sentivo ogni muscolo del mio corpo indolenzito come se avessi corso tutta la notte.
Mi voltai e vidi Matteo e Silvì distesi nel mio letto.
.
Non so cosa mi prese mi alzai e raccolsi a caso quello che trovai lo strinsi a me e uscii dalla stanza.
Dalle finestre della camera da pranzo entrava la poca luce del primo sole del mattino, buttai sul tavolo i vestiti che avevo preso e iniziai a metterli.
Avevo recuperato solo una gonnellina di quelle che si avvolgono in vita e si legano con il laccetto che avevo messo un paio di sere prima e un top a fascia.
Nella sala da pranzo trovai delle infradito le misi e nonostante nulla di quello che avevo messo ci azzeccava con l’altro e che nella mia fuga non avevo trovato neanche uno slip uscii di casa.
Uscii come per scappare, ma in realtà volevo stare sola per capire cosa mi stava succedendo.
Iniziai a scendere la scalinata che portano alla spiaggia, bastarono pochi metri per capire che faceva freddino e che ero mezza nuda, ma non volevo tornare a casa in quel momento la temperatura era l’ultima cosa che mi affollava la mente.
Arrivai in spiaggia in pochi minuti quasi corsi per le scale, le stradine erano deserte i raggi cosi bassi creavano dei giochi di luce unici.
Arrivata mi sedetti appoggiando la schiena ad un pattino e rimasi cosi a pensare mentre il sole finiva di sorgere.
In quei momenti la mia mente era cosi piena di domande che non sapevo a cosa pensare prima.
Mi levai le infradito e immersi i piedi nella sabbia i raggi del sole ancora non l’avevano riscaldata, e quella sensazione di freddo mi ridesto dai miei pensieri giusto in tempo per ammirare il sole che finiva di sorgere, i raggi ancora bassi del sole allungavano le ombre sulla spiaggia e girandomi in torno sembrava irreale non vedere nessuno, tutto era immerso in un silenzio ed in una calma irreale.
Il mare era di un blu intenso, il ritmo delle onde mi tranquillizzava, quasi mi estraniavano dal mondo e dai miei pensieri.
Mi sentivo calma e i miei pensieri mi apparivano sotto una nuova luce come se i raggi del sole avesse rischiarato la mia mente.
Non volendo avevo risolto tutti i nodi che avevo in testa.
Mia sorella mi aveva trasportata in un mondo nuovo fatto di amore di passione di piacere, ma non sentivo il me di essere stata tirata ma attratta dalla sua forza, calamitata dal suo essere.
Mi sentivo nelle sue mani come una bimba che si stringe alla propria mamma per sentirsi sicura.
Sicura ed eccitata ecco come mi sentivo nonostante ero stata attratta in un mondo non mio con lei mi sentivo sicura anche di affrontare situazioni che avevo forse immaginato nelle mie più segrete fantasie solitarie.
Quella sensazione mi fece sorridere.. ero in suo potere e mi piaceva…. Anzi per dire meglio mi piaceva e mi eccitava…. Mi eccitava tantissimo.
Mi alzai ripulii la sabbia dai piedi e mi diressi verso casa.
Mi fermai in un bar dove il barista ed il cameriere mi elargivano grandi sorrisi anche se in quel momento non ci feci molto caso.
Presi un caffè per me e fui cosi magnanima da prendere il caffè per Silvì e Matteo ed anche dei cornetti.
Iniziai a salire le scalette, per le strade si iniziava ad incrociare qualcuno e notavo che tutti mi guardavano e sorridevano, all’inizio credevo che fosse per il mio abbigliamento o perché era insolito incontrare una persona cosi vestita cosi presto la mattina.
Poco lontano da casa incrociai un ragazzino che scendeva le scali di corsa, forse avrà avuto quattordici anni, appena mi vide iniziò a scendere lentamente oltre a sorridere iniziò a fissarmi insistentemente tanto da mettermi a disagio.
Studiai il suo sguardo e vidi che si divideva tra il mio decolté e la parte bassa, mi passo vicino e sentii poi che si fermò.
Passai le dita sul mio decolté, ero ruvida, con le unghie staccai questa cosa che avevo addosso non capendo cosa fosse poi un flash…. Il succo di Matteo che Silvì mi aveva spalmato aveva creato delle chiazze biancastre, Sorrisi pensando a cosa avevano potuto pensare le persone che avevo incrociato.
Continuai a camminare e sentii il classico rumore delle macchinette fotografiche e dei passi veloci che si allontanavano, mi voltai di scatto e avvertii un leggero freddo sulle gambe misi una mano sul sedere e capii il perché di tanti sguardi, mettendomi la gonna di fretta il lembo di dietro si era impigliato nel laccetto lasciando scoperto il sedere.
Che vergogna non avevo neanche gli slip.
Avevo mostrato a tutti il mio sedere e il ragazzino stando più in giù aveva potuto ammirare l’intero spettacolo.
Mi sistemai e velocemente raggiunsi casa.
Ero imbarazzata ed estremamente eccitata.
Rientrai in casa, nell’entrata trovai le prime valige pronte, mi ero cosi immersa in quella vacanza che mi ero quasi dimenticata che nel pomeriggio saremmo dovuti partire.
Posai i caffè e i cornetti sul tavolo, andai in camera di Matteo e Silvì che stavano preparando le ultime cose
Io:” buon giorno”
S:” ma dove sei stata ci hai fatto preoccupare!”
Io:” vi ho portato la colazione”
S:” potevi avvertirci”
Io:” stavate dormendo non volevo svegliarvi”
S:”devi ancora mettere tutta la roba in valigia, mi ha chiamato papà viene a prenderci presto”
Io:” uffa”
Andai in camera presi la valigia e iniziai a buttarci tutto, in pochi minuti la mia stanza era vuota, anche se la valigia dava l’impressione che sarebbe potuta esplodere in qualsiasi momento.
Mentre cercavo di chiudere disperatamente la lampo della valigia entrò mia sorella con un cornetto in mano per chiedermi se avevo finito cosi da andare in spiaggia.
Io:” Cavolo ho messo i costumi nella valigia!”
Silvi si mise a ridere poi guardando la valigia disse:” attenta ad aprirla che potrebbe esplodere”.
Riaprii la valigia e scavando trovai un costume che non avevo mai messo perche era eccessivamente piccolo, non avevo voglia di cercarne un altro lo presi, fortunatamente il telo e le infradito stavano ancora fuori.
Mi spogliai di corsa e misi il costume, cavolo il triangolino di sotto era troppo piccolo, e si vedevano i peli, non avevo alcuna voglia di riaprire la valigia cosi mi levai il costume e nuda mi diressi al bagno, ormai non mi vergognavo più di essere vista nuda.
Andai in bagno, presi il rasoio e la crema mi sedetti sul piano di marmo del lavandino ed iniziai ad insaponarmi.
Mentre mi insaponavo la fica con la mano piena di crema, seduta sul lavandino completamente nuda a gambe aperte mi fermai di colpo a riflettere, che stavo facendo?
Ero uscita da camera mia nuda, ero entrata nel bagno senza neanche chiudere la porta e stavo rasando il mio pube con la massima naturalezza e spontaneità, io che prima di quella vacanza non mi ero mai fatta vedere nuda neanche da mia madre.
Non provavo vergogna di quello che avevo fatto anzi mi sembrava normale, cosa era cambiato in me?
Mentre riflettevo vidi Matteo entrare, si girò verso di me, mi guardò e disse
M:” Scusa non sapevo ci stessi tu”
Io:” non ti preoccupare”
M:” volevo farmi una doccia, ma prendo il beauty case ed esco subito”
Io:” tranquillo tanto non è la prima volta che mi vedi nuda”
Ma che stavo dicendo, invitavo il ragazzo di mia sorella a fare con comodo mentre io ero nuda con le coscia aperte?
M:” allora se non ti da fastidio posso farmi una doccia?”
Io:” fai pure”
Matteo uscì dalla stanza, io rimasi ferma in quella posizione con un piede appoggiato sul marmo e l’altro penzoloni con la mano destra piena di crema e un rasoio in mano.
Matteo rientrò in bagno dopo pochi secondi con il telo sulla spalla ed un paio di boxer, lo guardai per un paio di secondi, poi distolsi lo sguardo e continuai ad insaponarmi bagnando di tanto in tanto la mano.
Non mi ero mai rasata, solitamente andavo dall’estetista a farmi il “taglio bikini”, mentre Matteo con molta naturalezza si levò i boxer ed entrò nella doccia.
Mi stavo insaponando già da dieci minuti buoni, quando entrò mia sorella
S:” hai finito di insaponarti o speri che cadano da soli?”
Io:” scema è che non l’ho mai fatto!”
S:” vero la mamma è fissata per l’estetista, non hai il coraggio?”
Io:” ci sto facendo l’idea”
S:” ti aiuto io”
Io:” grazie”
Mi strappò di mano il rasoio poi prese dell’acqua e la buttò sopra, forse avevo ecceduto con la crema.
S:” è semplice basta essere delicati!”
Io:” vedi solo di stare attenta”
La lama scorreva lentamente sul mio pube Silvì era china tra le mie gambe attenta a non tralasciare nulla, con una mano teneva ben saldo il rasoio e con l’altra tendeva la mia pelle per far scorrere meglio il rasoio.
S:” come la tagliamo?”
Io:” non so! Volevo solo pulire i bordi per il costume!”
S:” ma dai.. solo?”
Io:” perché? Sto male?”
S:” io fossi in te leverei tutto”
Io:” non so mi sentirei nuda”
S:” Matteo secondo te?”
Si spostò lasciando alla vista di Matteo le mie gambe aperte ed il mio fiore insaponato.
M:” secondo me staresti meglio senza nulla!”
S:” poi tu sei piccolina senza nulla fa più bimba!”
Io:” Scemaaa!
S:” che faccio?”
Io:” taglia tutto.”
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