Alice tra i cazzi delle meraviglie

Alice, annoiata in un pomeriggio di sole, vede un coniglio bianco, vestito con un panciotto ma col cazzo e le palline di fuori, che guarda un orologio. Incuriosita, lo segue e cade in una tana profonda, ritrovandosi in un mondo fantastico. In questo mondo, Alice incontra una varietà di personaggi, per lo più superdotati o lesbiche, e partecipa ad eventi bizzarri, orge e gang bang:
Si ritrova in una stanza con molte porte, alcune troppo grandi, altre troppo piccole per lei, ma tutte con un buco da cui sbucano cazzi di varie misure, sia di uomini di colore che bianchi, in alcuni casi anche di cani pronti a sborrare, Alice curiosa ne sega qualcuno e fa un pompino a qualche altro, ricevendo molte sborrate, sia sul vestitino che in faccia.
Incontra poi un Cappellaio Matto, una Lepre Marzolina e un Ghiro che partecipano a un tè senza fine, con discorsi senza senso. Però il Cappellaio, un anziano che porta il cappello anche sul vecchio cazzo, prega Alice se può leccarglielo un pochino, la fanciulla si abbassa per non scontentare il Cappellaio, ma appena si si mette a 90 gradi la lepre le si stende sotto e, scostate le mutandine di pizzo, si profonde in intense leccate, sia della fighetta vergine che del buchetto del culo… questo, così umettato attrae il ghiro che si sveglia dal torpore e la incula con un cazzetto non troppo grande, che le procura solo piacere senza dolore.
Lasciati i tre porcelli, si inoltra nel bosco e incontra uno Stregatto fatato, che scompare e riappare a suo piacimento, lasciando in vista solo il suo enorme cazzo completo di palle, Alice allora, ancora arrapata dall’averlo preso nel culo, approfittando di una di queste trasformazioni, prende la nerchia a volo e la adopera come un dildo, rompendosi la figa perché non riusciva più a resistere. Tanto è il piacere, dopo la paura dello sverginamento, che la fanciulla squirta e spruzza dalla fessolina… quando lo Stregatto riappare per intero, Alice, ormai appagata, si sgancia il pene e si allontana per il sentiero, mentre la bestia la manda affanculo, gridandole dietro:
- Torna qui, puttanella, che fai? Fammi almeno un bocchino… e che cazzo!
Verrà poi invitata a giocare a croquet con la Regina di Cazzi, un gioco caotico e imprevedibile, dove i giocatori sono animali e gli strumenti sono altrettanto insoliti, dei lunghi cazzi di gomma a doppia capocchia, che le bestie sporcaccione ficcano le nella povera Alice, ormai rotta in culo e figa, e pure alla Regina, una milf che siede sul trono con le cosce aperte, senza mutande e con la figa pelosa.
Alice viene chiamata a testimoniare in un processo, dove la Regina di Cuori vuole condannare tutti per averla inculata in varie occasioni e senza permesso, approfittando del fatto che lei era senza mutande, ma il processo si rivela una farsa, in realtà la regina con la scusa di trovare i colpevoli della sodomia tra le sue guardie, non fa che dare inizio a una gang bang che dura una notte intera, anche Alice e invitata a prendere quanti più cazzi e possibile e, poiché alla regina fa schifo la sborra in bocca, deve finire lei una 30ina di bocchini con altrettante bevute di sperma militare.
Alla fine, Alice si ribella alla tirannia della Regina e si risveglia, rendendosi conto che tutto era stato solo un sogno, e che la Regina assomigliava anche troppo alla sua mamma.
E’ notte fonda, si alza per andare a fare pipì ma sente dei rumori strani dalla stanza dei genitori, si avvicina alla porta socchiusa e vede sua madre, con la testa reclinata sulla sponda del lettone. Suo padre sta appena terminando di chiavarla in bocca e, senza uscire, le assesta una considerevole sburrata in gola, che mammina accoglie e ingoia con profondo godimento, mentre viene a sua volta facendosi un ditalino.
- E si, e stato solo un sogno… infatti vedo che a mia mamma piace molto fare i bucchini con l’ingoio!
In quel momento il papà accende la luce e i genitori vedono Alice, con un sorriso la mamma le dice che ormai era grandicella e, se voleva, la prossima volta invece di restare solo a guardare poteva anche fare sesso con loro.
E vissero tutti chiavando e inculando.
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