Mi sono "fidanzata" col bull di mia moglie

Giovanna Esse
9 hours ago
Mi sono "fidanzata" col bull di mia moglie

Ciao Giovanna, occasionalmente mi piace leggere i racconti erotici ma il particolare devo ammettere di essere un cultore dei tuoi. Le tue descrizioni “di certi” momenti sono sempre portate fino al momento giusto e talmente intime e realistiche da convincere che si tratta di episodi reali.

Una confessione sorprendente

Cara amica, sono uno dei tanti mariti che, bene o male che sia, dopo qualche anno di matrimonio hanno iniziato ad accarezzare qualche sogno estremo e/o peccaminoso da portare pian piano fino alle estreme conseguenze con la propria donna: farla scopare da un altro e, magari, partecipare alla copula come gioco erotico estremo.

Ritengo inutile raccontarti i soliti particolari… come e quando abbiamo iniziato a parlarne, quanto ci ho messo per accettare di volerlo davvero e quanto poi ci è voluto per convincere lei. Più o meno, una storia come tante la nostra, al primo incontro eravamo oltre la quarantina, poi, in 5 anni, abbiamo incontrato 3 “ragazzi” (insomma uomini più giovani di me e ovviamente ben dotati). Alla fine i rapporti in sé sono stati non più di una decina, in tutto.

Poi sono cambiate alcune cose: la prima è che il terzo amico, incontrato 3 volte, era veramente un bel tipo, snello, alto, giovane e dotato di un cazzo perfetto, dritto e grosso come un salame, gonfio… insomma, senza essere costui né un bull, né un assatanato (anzi è un tipo dolce e a modo) quando toglie le mutande presenta un “obelisco” grosso e paffuto che sembra dire: succhiami, succhiamo, prendimi in bocca! Altra cosa, ma questa molto amara, con mia moglie le cose non vanno più bene, è nervosa, irritabile e sta attraversando un lungo periodo in cui non vuole saperne di fare sesso, si è chiusa in sé e, onestamente, in questo stato non mi eccita nemmeno… visto che di sexy non ha più niente, nemmeno gli slip.

E adesso l’ultimo problema, e questo pare riguardi principalmente me.

Il nostro amichetto, arrapato ma anche abbastanza ingenuo, visto che non veniva più contattato ha iniziato a messaggiare, prima con lei che non gli risponde e poi me, pregandomi di incontrarci anche solo per un caffe o per stare un po’ in compagnia. Non passava mese che non ricevessi, un suo saluto o un suo messaggio…
Ora, Giovanna, è arrivato il momento in cui devo confessarmi fino in fondo: pian piano, vivendo questi rapporti promiscui mi sono dovuto arrendere alla realtà: sono bisex! Nemmeno lo sapevo, giuro, a parte qualche classico petting con l’amichetto di turno nell’infanzia, non ho mai dato importanza al cazzo maschile, anche in quanto le belle donne non mi sono mai mancate.

Poi da adulto, giocando a 3 con mia moglie ho iniziato a lasciarmi un po’ andare approfittando del turgido cazzo dei nostri partner occasionali, prima seghe, poi assaggi del membro fino al primo bocchino e, infine con uno di loro, mi incontrai da solo un paio di volte e venni meravigliosamente sodomizzato.

Adesso… la situazione è questa, diciamo l’ultima inattesa evoluzione del tutto.
Come dicevo l’ultimo bull chiamava e mi tampinava sempre più desideroso di scopare ancora con lei, devo aggiungere che, anche a lui lo avevo preso in mano e anche in bocca, anche per lo sperma quando cacciava il cazzo dalla fica di mia moglie.

Cara Giovanna, certo lo sai bene, il vizietto, una volta che lo hai preso è difficle trattenersi… così, quando il ragazzo chiamava cercavo di fare 2 + 2, ed ero io a fargli, a volte anche languidamente, delle proposte. Lui però si mostrava del tutto etero e affermava che sì, forse non gli dispiaceva che gli succhiassi il pene, ma tutto era sempre subordinato dalla presenza di “lei”. Poi gli parlai della mia disponibilità a farmelo mettere nel culo, e lui seppur titubante lo accettava ma sempre se mia moglie avesse almeno presenziato all’incontro.

E io sempre più disponibile, sempre più pronto a fargli proposte oscene: gli dicevo che la sua virilità non sarebbe mai stata intaccata in quanto ero io il suo “fodero”, anzi, forse neanche lo immaginava ma un vero maschio trionfa ancora di più sfondando il culo di un altro uomo. MI proponevo come servo… schiavo sottomesso al suo bastone; gli dicevo che le donne possono fare mille storie prima di darla, con me non correva rischi, nessuna perdita di tempo. Quando arrapava e gli serviva uno sborratoio, avrebbe trovato il mio buco già aperto e pulito. La sua sperma non sarebbe mai andata perduta, potevo berla o leccarla come gli piaceva… potevo spompinarlo dovunque: in auto, nei cessi, in un boschetto. Insomma sarei potuto essere il suo dolce buco per sfogare… e se aveva voglia di farlo con violenza e dolore sarei stato felice di dargli tutto; arrivai ad offrirgli persino dei soldi, così lui sarebbe stato un maschione ben pagato e io la “troietta” che aveva bisogno di lui.

E così arriviamo al maggio scorso…
Un venerdì il ragazzo, forse arrabbiato, forse arrapato, accetta di incontrarmi la domenica, in mattinata. Ovviamente solo per un aperitivo e magari per parlare da vicino.
Ci vedemmo presso un grosso centro commerciale e prendemmo il caffè, poi con la sua macchina ci spostammo nell’enorme parcheggio coperto, che si riempie solo la sera. Da quel momento in poi è diventato molto rude nei miei confronti:

- Ok, fammi un bocchino che da giorni non sburro…- lo dice e si abbassa i pantaloncini, cacciando il cazzo già mezzo duro ed evidentemente poco pulito.

Non osai contraddirlo, nonostante fossi ancora molto “freddo”, non ero preparato al “tutto e subito”, però pensai anche che era un anno che aspettavo quel cazzo stupendo, non mi sarei mai tirato indietro. Magari quella era l’unica occasione per succhiare un cazzone e bere la sperma…
Mi avvicinai abbassandomi sul pesce del mio amico.

- Leccalo bene prima, come faceva tua moglie, pulisci perché ho pisciato da poco.
Insomma il bravo ragazzo si stava trasformando in un vero toro da monta… la cosa non mi dispiaceva e lo feci felice, nonostante eiaculò in nemmeno 3 minuti.
Non sapevo come gli piaceva fare. Inghiottii tutta e restai immobile per un po’, poi inizia a succhiare per pulire la capocchia. Pian piano ridivenne il bravo ragazzo di sempre però, comunque mi cacciò dalla macchina. Mi diede dei fazzoletti e mi disse di andarmene via perché adesso non desiderava più nulla.

Feci un tratto a piedi sotto il sole. Ero completamente sconvolto, ero stato trattato come l’ultimo dei froci assetato di cazzo. Sborrato e scaricato in mezzo alla via. Purtroppo questo status mi arrapava da matti invece di offendermi; mi sentivo troia per camionisti… infatti, una volta in macchina, per non perdere il gusto e l’odore di cazzo che mi era rimasto sul viso mi masturbai e poi mi passai tutto lo sperma in faccia, per sentirmi “sporca e puttana”.

Non lo richiamai presto, pensavo che forse non voleva più incontrarmi oppure che era meglio aspettare che gli aumentasse “la fregola” di fottere, invece la settimana dopo mi chiamò lui.

- Dove possiamo vederci, non in macchina stavolta? Voglio che vieni vestito con tutto l’intimo di tua moglie.
Mi aveva preso alla sprovvista, quasi non capii cosa intendesse.

- Metti un pantalone e una camicia ma sotto devi essere vestito con la roba di tua moglie, anzi meglio la stessa dell’ultima volta. Calze e reggicalze neri, mutandine di pizzo, anche quella canotta trasparente, sempre nera. Ah, voglio che metti anche le scarpe col tacco, hai capito!

Mentre mi parlava sembrava anche più aggressivo e deciso, non osai contrastarlo.

Come al solito la mia personalità femminile, da sempre nascosta e segreta perfino per me, ci metteva un po’ di tempo a prendere possesso della mia mente e dei miei sensi… voglio dire che, se fossi stato quello stesso maschio che ero stato per tutta la vita, avrei dovuto offendermi o addirittura disgustarmi. Vedi, amica mia, la mia occasionale bisessualità era stata talmente repressa, negli anni, dal mio quotidiano che all’epoca ero convinto di essere semplicemente uno, forse come tanti, che poteva superare i tabù classici della nostra società. Insomma… non avevo niente a che vedere con quel mondo di froci, trans, maschi sbagliati che fanno “le femminelle”; ne ho visti video porno: nonostante le scene fossero eccitanti e mi piaceva vedere le immagini dei loro cazzi, un po’ barzotti, mentre ondeggiavano sotto gli attacchi dell’altro maschio, che li fotteva in culo senza trattenersi. Di me pensavo che ero emancipato e capace di godere del piacere in ogni forma, ammettendo anche che avevo trovato eccitante tenere il cazzo in mano ad un altro, sentirlo caldo e pulsante, portarlo alla bocca, eccetera, ma come fatto fisico in sé… non avevo capito che, in quei momenti, io potevo pensare e trasformarmi intimamente in una vera, vogliosa, sottomessa, femmina!

Ci incontrammo il sabato pomeriggio nel mio ufficio che non avrebbe riaperto che il lunedì. Sedette sul divano e mi disse di togliere gli abiti maschili restando abbigliato come una trans, con tanto di tacchi a spillo che non sapevo indossare. MI fece girare, chinare, volle che gli facessi vedere il culetto, poi anche il buco spostando lo slip.
Il calore intenso che provai era passato attraverso la vergogna, ma poi un sentimento nuovo intervenne in me… come era possibile? Eppure iniziai a provare piacere ed eccitazione nel mostrami in quello stato. Persi il senso di ridicolo che mi attanagliava e desiderai con “tutta me stessa” di essere gradevole, di piacere al mio maschio e di eccitarlo.

Mi volle vicino, sempre in piedi, e con gli occhi socchiusi mi iniziò a carezzare, le cosce, i glutei, i fianchi.

- Da oggi in poi non ti permettere mai più di presentarti a me se non completamente depilata, capito?

Una irrazionale vampata di calore e umiliazione mi pervase all’istante; come avevo potuto presentarmi a un uomo in quello stato, quello si era ridicolo, grottesco. Lo capivo adesso soltanto perché soltanto adesso ero completamente femmina e a disposizione del mio “amante”. Non sono affatto peloso ma per sempre un maschio, all’anagrafe.

Gli chiesi scusa onestamente, mi doveva perdonare… non ero abituato a fare la donna ma non sarebbe successo mai più.

- Come si chiama veramente tua moglie? – continuò mentre continuava a carezzarmi il culo, scendendo poi verso le calze, perfettamente trattenute.

Non ebbi la forza di mentire e dissi il suo vero nome.

- Ok, allora da oggi tu con me diventi Maria. Che ti piaccia o non ti piaccia verrai trattata, usata, chiavata e sottomessa ai miei desideri come una vera mante, come una puttana, più vecchia di me, che mi deve anche pagare per ottenere il mio cazzo in corpo. Questo è il patto: questo patto può essere rotto solo a una condizione… che la tua Maria prenda il tuo posto.
Non avevo capito tutto e bene, anche confuso da quelle carezze che mi mandavano in paradiso.

- E’ tutto molto semplice, troietta: io volevo tua moglie, perché mi è piaciuta e me l’hai fatta chiavare, ok. Ora lei, o voi due, avete cambiato idea, ok! Tutto poteva terminare in quel momento e stop. Poi tu hai voluto prendere il posto dell’altra puttana e ho deciso che mi sta bene ma alle mie condizioni: tu diventi per me Maria e asseconderai tutte le mie richieste, puoi liberarti da questa situazione, certamente, ma solo in un modo, la vera Maria prende il tuo posto, in effetti di donna vera, e diventerà la mia amante. Ma questo nessuno ve lo chiede: per me adesso Maria sei tu e voglio sfogare su di te il mio sesso.

- Siedi sul divano, - ordinò, poi fu lui a mettersi in piedi – caccialo dallo slip e baciami il cazzo!

Ero turbato mi sembrava tutto poco chiaro, se era un gioco erotico era purtroppo eccitante; mi faceva sentire femmina e indifesa, sottomessa ed eccitata, senza volontà se non quella di dare piacere fisico estremo a quel ragazzo. Baciai il suo cazzo duro e dritto come un bastone e iniziai a fargli un pompino, con la ferma convinzione di dargli il meglio don la mia bocca, esperta per lui.

Dopo pochi istanti mi bloccò, mi fece stendere sul divano, con la testa penzolante da un bracciolo. Lui girò intorno e capii cosa voleva: la mia bocca e la mia gola erano a favore di una penetrazione completa e profonda… la mia bocca diventava una fessa e lui l’avrebbe chiavata… fu una cosa che mi fece sballare, ancor di più il senso di impotenza quando il mio uomo lo ficcava tutto e poi si bloccava in me. Non potevo respirare in alcun modo, la lunghezza e la grossezza del suo pene bloccavano persino l’aria che entrava dal naso. Non avevo mai provato niente di così travolgente e umiliante, lui aveva potere di vita o di morte sul mio essere. Ero immobile e indifeso in balia del cazzo.

- Allora, bocchinara, che decidi? Lo hai capito che adesso sei mia? Solo convincendo la tua mogliettina a prendere il tuo posto potrai sfuggire al mio dominio totale… da oggi tu sei Maria, la mia femmina disposta a tutto… cosa decidi?
Possiamo finirla qui e non vederci mai più oppure… continuare se tu accetti il ruolo di farmi da donna. Attenta, non sto scherzando, se accetti non potrei mai ribellarti, sarai la mia schiava e se disobbedisci verrai anche punita, hai capito Maria?
E per rincarar la dose si abbassò e me lo rimise tutto in bocca.

Per lui ora sono "Maria"
Ero sua completamente, non ero in grado di ragionare, ero pazza di quel cazzo, dei suoi ordini perentori, della sua determinazione a sottomettermi come femmina vera e così, sicuramente troppo superficialmente, accettai.

Lui, quasi ispirato e gioioso per quella vittoria, mi chiavo realmente con cura e mi sborrò totalmente in gola, come fosse dentro a una vera vagina. Ero annullato come persona, solo un buco ben lubrificato atto a ricevere il liquido seminale di quel grosso pescione.

Ci calmammo, ci rilassammo un po’ sul divano, avrei voluto chiedere, discutere forse quanto appena concordato ma non me la sentivo. L’uso troppo estremo delle mie cavità mi aveva mortificato e la sensazione di fastidio, quasi di dolore che provavo tra le tonsille era nuova, orribile, ma mi mandava in visibilio era la testimonianza che avevo fatto il pompino, mi era piaciuto e persino le amare conseguenze erano fonte di piacere irresistibile.
Il mio ragazzo si alzò e bloccò il suo cellulare all’asta di una lampada che poi accese, inoltre fece entrare altra luce da un finestra. Quella forte illuminazione rappresentò un po’ una doccia fredda per me, d’un tratto tutta la mia novella femminilità, il mio abbigliamento osceno da donna “in tiro”, sembravano definitivamente a nudo, e poi realizzai che lui si apprestava a prendere delle immagini di me, ormai del tutto troia e vestito da femminella.

Ero impreparato al vicolo cieco e pericoloso in cui mi stavo cacciando. Non avevo mai ragionato così riguardo alla mia bisessualità, e il giochetto del trasformarmi in una signora in lingerie non credevo mi potesse mai coinvolgere. Quando avevo indossato calze di seta e intimo di pizzo mi ero sentito un po’ “ubriaco” tra il gioco e il ridicolo… non pensavo certo che vestirmi da femmina, una volta davanti al maschio, che ormai era diventato il “dominante” per me potesse deformare addirittura il mio modo di pensare e di “sentire”, facendomi godere profondamente di essere una checca senza speranza… una che godeva allo stesso modo sia ad essere inculata o schiaffeggiata o semplicemente esibita come zoccola.

Tutta femmina per lui
E così, amica mia, lasciai che tutto accadesse, incapace di qualsiasi ribellione: ero sua, gli appartenevo e ne ero felicissima!

Lui mi fotografo in varie pose, io obbedivo senza volontà ai suoi comandi, finché poi iniziò a registrare un video nel quale, in bella mostra e senza mascherine, io lo prendevo in bocca sul divano; poco dopo iniziò a incularmi senza troppi convenevoli, usando solo lo sputo per inumidire il buco. Me lo mise dietro tutto, in varie posizioni, tutte però nelle quali io, il novello “recchione”, ero perfettamente riconoscibile e deflorato.

Come in tutte le scopate che si rispettino, al momento dell’acme me lo tolse dal culo e mi venne addosso, sburrandomi sul petto, sul viso e tra i capelli, me lo ficcò in bocca affinché succhiando lo detergessi completamente… poi fece il porco fino in fondo…

- Scendi dal divano, inginocchiati! –ordinò.

Lo feci senza chiedermi cosa volesse farmi. E fu allora che lui me lo piazzò davanti alla bocca semiaperta e mi pisciò, in faccia, sulle labbra e anche in gola. Fui io stesso, benché avvilito da quella pratica mai osata, mi preoccupavo dell’orina che finiva a terra e schizzava sul divano, così. come fossi il suo cesso umano, bevvi il piscio caldo del mio amante.

Come al solito perse ogni interesse per me, si vestì e se ne andò, lasciandomi costernato e pentito di ogni maledetta azione. Ma la femminilità in me era esplosa troppo velocemente, pensare a tutto quanto era successo mi eccitava. Mi stesi sul pavimento sporco di lui e mi feci una sega, tra la goduria e la melanconia, sburrai nelle mutandine di mia moglie provando emozioni mai conosciute.

Divento la puttana del bull
Ecco tutto, amica mia, ci sono stati altri tre incontri da allora, ed io in quei giorni mi trasformo in trans a tutti gli effetti. Mi sto abituando al nuovo ruolo e credo che comunque da un po’ qualcosa di strano traspare, perché mia moglie a volte mi osserva più attentamente del solito, sembra intuire le ombre che circondano le mie avventure con il suo ex amante.
Lui non mi sembra il tipo da ricatti o cattive azioni, per il momento si accontenta di trovarmi, per poi trattarmi, come la sua amante completamente femmina, mi parla al femminile, mi dice già prima come mi devo abbigliare esternando delle fantasie che nemmeno potevo immaginare di rivestire… insomma: gioca con me e credo che ormai ci abbia preso gusto. Ho la convinzione che, all’instaurarsi così strano e particolare, un maschio con tendenze come le mie non aspetti altro che farsi sottomettere, schiavizzare, dal suo uomo. Quando sono con lui mi sento estremamente femmina, non dico di esserne innamorata… ma adoro farlo felice e assecondare il suo piacere e, in qualche caso le sue perversioni nascoste.
Giochiamo pure con dildo e vibratori, che io acquisto su suo ordine e che poi vengono adoperati prettamente su di me.
Abbiamo anche sperimentato un po’ di sadismo perché lui voleva provare cosa si sente a frustare, pungere e scottare la propria “partner”, non mi è dispiaciuto anche se, dai nostri incontri, esco sempre dolorante, malconcia e con la pancia in subbuglio: sia per lo sperma e il piscio ingurgitato che per le sburrate prese nel culo.

- Maria, sai a che gioco voglio giocare le prossime volte, - mi ha detto al nostro ultimo incontro – vogli che compri l’attrezzatura per il clistere, voglio vedere cosa si prova. Poi, un’altra volta, voglio che usciamo insieme, mentre tu tini nel culo un vibratore che io comando col telefonino.

Tra i sogni che ha accarezzato, spero solo a parole, c’è anche quello di farmi prostituire come trans e di farmi pagare per le mie prestazioni, tipo puttana di strada. Ecco, Giovanna: ho creato un “mostro”? Credo proprio di sì ma ormai è troppo tardi, sono completamente alla sua mercé e poi… ci sono le foto e i video: una volta pubblicati o inviati a mia moglie oe a qualcuno che mi conosce rappresenterebbero la mia rovina sociale!

Dimenticavo, l’ho anche pagato, a volte, mi ha chiesto 100 euro a “botta”, per non parlare di qualche regalo e del rimborso continuo di ogni spesa da lui sostenuta per tenermi come sua troia puttana.

Ciao… per ora. “Maria”