La ginecologa dominante - 5

Giovanna Esse
2 days ago

Passo la notte in bianco, il mattino dopo non parlo con mio marito.

Ricevo un messaggio dal mio padrone, che dice che vuole vedermi l’indomani.

Io rispondo che ho dei problemi con mio marito, ci separeremo e in questo periodo è meglio che stia buona.

Lui mi scrive che mio marito ha già visto come sono, quindi potrei andare da lui.

Io gli scrivo che temo di peggiorare la mia posizione e che potrebbe usare un investigatore privato per acquisire prove sul mio comportamento sessuale.

Lui mi dice che sono solo una paurosa e che se non ubbidirò, lui mi abbandonerà e troverà un’altra sub.

Io non gli rispondo per il momento perché debbo riflettere sulla situazione che è complessa.

Da un lato c’è la separazione con mio marito, dall’altro il mio padrone.

Ho paura che se continuo ad andare col padrone e a fare tutte le porcate che facciamo, mio marito con le prove portate da un investigatore privato riuscirà a far sì che io abbia l’addebito della separazione e non vedrei il becco di un quattrino e magari mi butterebbe fuori di casa.

Non ho un reddito, come farei?

Scrivo al padrone che a malincuore deve cercarsi un’altra sub, io debbo fare la brava donna debole per vedere se con la separazione riuscirò ad avere il mantenimento.

Lui mi risponde che dovrei trovarmi un lavoro.

Io gli scrivo di farsi gli affari propri.

Lui mi digita che sono una debole che non vuole abbandonare le comodità.

Io gli rispondo che ha perfettamente ragione.

Lui mi scrive che dovrei avere il coraggio di cambiare la mia vita.

Io gli scrivo che è molto difficile alla mia età e poi ho sempre ostacolato il cambiamento, non facendo nulla nella mia vita a parte gli studi.

Lui mi scrive che non sono una stupida, anzi sono una donna molto intelligente e che mi farebbe bene un lavoro, non solo per la retribuzione, ma per essere finalmente indipendente e poter recidere il cordone ombelicale che mi legherebbe al marito per sempre, se accettassi il suo mantenimento.

Io gli rispondo che ha perfettamente ragione.

A questo punto, il padrone si arrabbia e scrive: “La devi smettere di darmi ragione, devi agire, non per me, ma per te stessa, sei ancora in tempo a vivere finalmente e non a vegetare.”

Io gli rispondo, che mi iscriverò on line alle agenzie interinali dei dintorni per vedere se riesco a trovare un lavoro che so sarà a tempo determinato.

Lui mi scrive: “Brava, è un primo passo molto importante. Poi, tu dovresti prendere la patente.”

Io gli scrivo: “Come faccio? Mica la patente, me la può pagare mio marito.”

Lui mi risponde: “Gli dovresti parlare e dire che la patente ti serve non per andare in giro, ma per lavorare poiché senza auto normalmente non assumono.”

Io: “Ci proverò, non sarà per nulla facile.”

Lui mi scrive: “Lo so, che non sarà facile, ma ne va della tua vita.”

Io; “Gli parlerò al più presto.”

Lui: “Lo devi fare subito, questa sera.”

Passo la giornata a pensare a quello che mi ha detto il padrone. So che ha ragione.

Come posso affrontare di punto in bianco il discorso della patente con mio marito? So che obietterà, che non abbiamo i soldi e poi se ci separeremo, ci dovrei pensare da sola.

Il padrone, la fa facile, ma ci debbo riuscire, è vero ne va della mia vita.

Trascorro la giornata a pensare come parlare a mio marito.

La sera arriva, io tento di parlargli, ma lui mi stoppa, dice non ha voglia, ma io replico che è molto importante.

Lui mi dice che ci sono stati problemi al lavoro e che parleremo il mattino dopo.

Mangiamo in fretta, in silenzio, guardiamo la tv.

Io trascorro la notte in bianco, scrivendo sui fogli diversi discorsi per mio marito, senza riuscire a trovare quello giusto.

Vorrà dire che farò un discorso a braccio, con alla base tutte le idee che mi sono venute stanotte.

Lui si sveglia, gli lascio fare colazione, poi affronto il discorso, dicendo che ho riflettuto molto e che non ho mai veramente voluto un lavoro, non mi sono data veramente da fare, anche perché non ho la patente e l’auto.

Lui mi ribatte che non posso pretendere che li paghi lui.

Io rispondo che mi potrebbe fare un prestito che ripagherò molto lentamente non appena avrò un lavoro.

Lui ci pensa e mi dice che forse ho ragione, che forse con un lavoro, potrei chiedere meno di mantenimento.

Gli dico che mi informerò dei costi per la patente e che lui mi potrebbe mettere una buona parola presso una scuola guida di cui conosce il titolare.

Mi dice che ci andrà subito anche perché dice, parole testuali: “Non vedo l’ora che ti levi dai coglioni, brutta puttana.”

Io gli rispondo: “Ma tu avevi accettato di essere cuckold!”

Lui: “Ci ho ripensato. E’ più forte di me, non mi va di essere comandato dal bull e di vedere te tra le sue braccia.”

Io: “Era meglio che non me lo proponevi, allora, se avevi dei dubbi.”

Lui: “Ero confuso, non volevo perderti. Ma ti ho perso lo stesso.”

Io: “Sì, mi hai perso, ma probabilmente mi avevi perso già da prima.”

Lui: “Eri già andata con qualcuno?”

Io: “Con una donna, con la ginecologa.”Lui: “Quello non conta. Io intendo un uomo.”

Io: “Guarda che invece conta eccome. Ho goduto da matti con lei, come non mi è successo con te, se devo essere sincera.”

Lui: “Basta non ne voglio più sapere nulla. Sei una porca, una puttana.”

Io: “La dovresti smettere di offendere. Io ho una sensualità spiccata, l’ho scoperto tardi, che ci posso fare?”

Lui: “Era meglio che non lo scoprivi.”

Io: “Basta, adesso lo dico io. Tanto non capisci. Allora ricordati di parlare con il tuo amico dell’autoscuola.”

Scrivo al padrone che ho parlato con mio marito e che tutto è andato per il meglio, non scrivendogli delle offese di mio marito.

Lui insiste per vedermi. Io cedo.

Ci vediamo a casa sua, io ho molto voglia, sarà la rabbia in corpo che mi ha messo mio marito.

Il padrone è contento e dice: “Ti vedo molto eccitata, sub.”

Io: “Sì padrone, è così.”

Lui: “Troia, mettiti a pecorina. Ti voglio sfondare il culo.”

Lui si spoglia, io ho già intuito dal rigonfio dei pantaloni, che è molto eccitato.

Io: “Almeno metti l’unguento.”

Lui: “No, ti voglio fare del male, te lo meriti, troia.”

Io: “Per favore padrone, almeno l’unguento. Non ti ho fatto nulla per farti innervosire.”

Lui: “Invece sì troia mi hai fatto innervosire e molto. Ti ho dovuta convincere a venire. Tu devi venire dal tuo padrone, appena schiocco le dita.”

Io: “Si hai ragione padrone, però te l’ho detto c’è la situazione con mio marito.”

Lui: “Non mi interessa nulla di tuo marito!”

Io: “Non ti è piaciuto comandarlo?”

Lui: “Sì, ma è solo un pavido senza palle. Te l’ho detto non mi interessa tuo marito Ti voglio fottere, ne hai bisogno.”

Io: “Sì padrone, ne ho tanta voglia.”

Lui; “Non ho detto che ne hai voglia, ho detto che ne hai bisogno per via degli arretrati che hai.”

Io: “Non vedo la differenza.”

Lui: “Basta, voglio fotterti! Mettiti in posizione, troia.”

Io mi rimetto in posizione, lui mi mette l’unguento all’ano e poi in un solo colpo mi incula, io grido dal dolore, lui mi mette la mano alla bocca e dice: “Troia, stai zitta!”

Io: “Scusami, padrone.”

Lui: “Va bene, sub.”

Lui mi scopa il culo alla grande, con foga, come se non scopasse da molti giorni finché mi sborra il liquido caldo dentro e dice: “Peccato, non ci sia tuo marito per leccartelo.”

Io: “No preferisco essere sola con te, padrone.”

Lui: “Ci vorrebbe qualcuno, uomo o donna. Chi vorresti sub?”

Io: “Una donna. Potremmo richiamare la mia ginecologa.”

Lui: “No assolutamente, abbiamo litigato. E poi due padroni, sono troppi per una sola sub. Debbo trovare un’altra sub, che vada d’accordo con te. Prima ne avevo una che penso ti piacerebbe perché ha dei grandi seni.”

Io: “Mi fai vedere una foto?”

Lui: “Ho solo un video, lo vuoi vedere?”

Io: “Sì padrone.”

Mi fa vedere un video in cui si vede una rossa con seni notevoli e una fica con peluria rossa, che sta succhiando con foga il cazzo del padrone, poi il padrone si stanca e a pecorina le scopa la fica, con lei che gode come non mai.

Lui: “Ti piace?”

Io: “Sì molto padrone.”

Lui: “E’ una grande porca e ama moltissimo fare sesso con le donne.”

Io: “Non vedo l’ora di incontrarla.”

Lui: “Speriamo che non abbia un altro padrone. Le telefonerò questa sera, per sentire come è messa.”

Io: “Spero sia libera.”

Lui: “Succhiamelo con la stessa foga di lei.”

Io: “Sì padrone”.

Mi metto a succhiarlo con foga, con così tanta foga che poi gli mordicchio troppo le palle, tanto che a lui, scappa un grido di dolore e mi rimprovera con asprezza.

Io: “Scusa padrone.”

Lui: “Devi fare più attenzione all’attrezzo che ti procura piacere.”

Io: “Padrone, ti ho già chiesto scusa.”

Lui: “Va bene. Finiamola qua.”

Io mi rimetto a succhiare facendo attenzione a non fargli male, tanto che lui mi dice che così non sente nulla e vuole un po’ più di brio da parte mia.

Io gli rispondo: “Sì padrone.”

Lui: “Sub, non ne hai voglia?”

Io: “Sì padrone, mi dispiace, ma proprio mi è passata la voglia, ho troppi pensieri per la testa.

Lui si arrabbia come non mai e dice: “Sub, o ti decidi a succhiare per bene o non mi vedrai più.”

Io: “Padrone, ma capiscimi.”

Lui: “No, non ti capisco. Tu devi ubbidire ai miei ordini. O debbo pensare che al cazzo ormai preferisci la fica?”

Io sto zitta per un po’, poi replico: “Lo sai che mi piacciono tutti e due.”

Lui: “Speravo che ti piacesse di più il mio cazzo. Me ne vado e non tornerò mai più, a meno che tu non striscerai letteralmente ai miei piedi.”

Io gli dico: “Ripeto padrone, potresti capirmi, ma se non lo fai, sono costretta sia pure a malincuore a lasciarti andare.”

Lui: “Sub, non ti importa nulla del tuo padrone?”

Io: “Mi sembra di essere un disco rotto. Ho già detto quello che dovevo dire e ora vattene.”

Lui si va a vestire e se ne va sbattendo la porta.


Al padrone, non potevo far vedere le mie lacrime che sono copiose.

In quel momento squilla il cellulare, è molto insistente, per cui alla fine debbo rispondere.

La persona dall’altra parte, prima non risponde, poi mi dice: “Scusami, ho telefonato in un brutto momento.”

Io chiedo: “Chi è? Scusi non so chi sia. “

Lei: ”Sono Veronica, scusa ho dovuto cambiare il numero del telefono.”

Io: Che vuoi? Scusa, non sono in vena di parlare.”

Lei: “Che è successo?”

Io: “Il padrone mi ha abbandonato. Ora non ho voglia di spiegarti.”

Lei: “Ne sono contenta, ti trattava male, ti chiamava sempre troia.”

Io: “Sì, lo so. Ma a me eccita sentirmi chiamare troia.”

Lei: “Io reputo che non sia una bella parola.”

Io: “Lo so, ma se mi eccita che debbo farci?”

Lei: “Ti ho chiamato perché ti vorrei rivedere. Mi manchi.”

Io: “Come ti manco? Non hai abbastanza persone con cui fare sesso?”

Lei: “Con te è diverso e lo dovresti sapere.”

Io: “Come faccio a crederti? Ti sei fatta tutto l’ospedale.”

Lei: “Però ti sono piaciute non è vero le mie amiche?”

Io: “Sì.”

Lei: “E allora non vorresti ricominciare?”

Io: “Ho problemi con mio marito, anzi ci stiamo separando. Se mi scopre a fare le porcate con te e le tue amiche, non vedrò il becco di un quattrino.”

Lei: “Ti aiuterò a trovare un lavoro come segretaria in uno studio medico privato, non ti preoccupare.”

Io: “Ma non l’ho mai fatto.”

Lei: “Questo lo so. Lavoreresti per me.”

Io: “Ma ci vuole un’infermiera per certe cose.”

Lei: “Tu sarai la segretaria per gli appuntamenti e le riscossioni dalle pazienti. Per le visite, avrò al mio fianco un’infermiera.”

Io: “Ma si lavorerà davvero? O si scoperà tutto il tempo?”

Lei: “Lavorerai non ti preoccupare, sono molto richiesta come ginecologa. Sono molto brava e molto porca, ma questo lo dovresti sapere.”

Io: “Va bene, grazie. Ma mi preoccupa che dovrai mandare via, quella che c’è ora.”

Lei: “Quella va in pensione e ne sono contenta, è una vecchia bacchettona.”

Io: “Va bene, sei molto gentile a fidarti di me.”

Lei: “Certo che mi fido, sarai affiancata una settimana dalla vecchia che è molto brava come segretaria e anche come insegnante.”

Io: “Ti ringrazio ancora.”

Lei: “Ci vediamo allora?”

Io: “Ma mio marito, se mi fa seguire da un investigatore privato? Non vorrei che certe foto e video andassero a finire nel tribunale.”

Lei: “E anche se ci vanno a finire, vedrai che si rizzerà a tutti e le donne si bagneranno.”

Io: “Non prendi mai le cose sul serio, accidenti. Il mondo non pensa solo a trombare, Veronica.”

Lei: “Io penso che se la gente trombasse di più, sarebbe più rilassata e tutto andrebbe per il meglio.”

Io: “Sì forse hai ragione. Anche io, da quando faccio sesso, sto tranquilla e senza pensieri per la testa.”

Lei: “Allora ci vediamo, saremo solo noi due, come la prima volta.”

Io: “A che ora?”

Lei: “Stasera alle venti.”

Io: “Non posso perché debbo cenare con mio marito.”

Lei: “Anche ora che vi state separando?”

Io: “Sì perché non sa farsi mangiare.”Lei: “Sei proprio una stupida. Va bene, ci possiamo vedere oggi alle due prima che inizi le visite.”

Io: “Va bene, non vedo l’ora di vederti.”Lei. “Anche io.”

Ho davanti una mattina di faccende, poi al solito mio marito tornerà per mangiare e poi se ne andrà.

Avviene così e io non vedo l’ora di vedere Veronica che già un quarto alle due sono davanti allo studio.

Lei, per fortuna, viene di lì a poco.

Non le do il tempo di parlare che la bacio, le palpo il seno e mi sento bagnare.

Lei non parla e ci spogliamo in fretta.

Andiamo nel lettino dove si mettono le pazienti, io mi siedo a fica spalancata e lei si mette a leccarla con foga, mentre io ansimo fino a raggiungere un orgasmo pazzesco che mi scuote tutta.

Le dico: “Sei una brava leccatrice, mi è mancata tanto la tua lingua.”

Lei: ”Non ne avevo alcun dubbio. Sono una maestra nel cunniculung.”

Io: “E’ vero. Ora lo faccio io a te.”

Lei: “Preferirei essere scopata con lo strap-on.”

Me lo dà, lo indosso, lei si mette a gambe larghe sul lettino, io la penetro e lei mi dice: “Più a fondo, più forte.”

Io non rispondo, ma obbedisco a quanto mi chiede.

Lei gode come non mai e io sono contenta di vederla così.

Siamo lì a godere, che non ci accorgiamo che è entrato un dottorino giovane, che evidentemente doveva chiedere qualcosa a Veronica, ma che poi è rimasto a guardarci e non solo, visto che ad un certo punto sento dei mugolii.

E’ lui che sta venendo e ci chiede: “La volete, un po’ di sborra?”

Veronica: “Sì alla mia amica piace moltissimo. Sborrale sul seno, Davide.”

Lui esegue e Veronica si alza per leccare il mio seno mentre Davide ci guarda con gli occhi di fuori.

Lei: “Non hai mai visto due donne che fanno sesso, Davide?”

Lui: “No, anche se sapevo dalle voci di corridoio che lei lo fa anche con le donne.”

Lei: “Ti piace quello che vedi?”

Lui: “Moltissimo, altrimenti non avrei sborrato.”

Lei: “TI piace la mia amica?”

Lui: “Sì certo, ma è una sua amica. E’ off-limits, credo.”

Lei: “Azzurra, sei off-limits per Davide?”

Io: “No, non lo sono Davide, avvicinati mostrami quel bel cazzo che ho visto mentre sborravi.”

Lui: “Mi vergogno.”

Io: “Non mi sembra che ti sia vergognato a sborrarmi addosso. Qual’ è il problema?”

Lui: “ Io non l’ho mai fatto con due donne.”

Io: “Ora fai con me, poi non so se dopo ne avrà voglia Veronica.”

Lei: “Davide è così, non so se dopo avrò voglia del tuo cazzo e nel caso te lo potrei succhiare? Non ti piace che ti succhino il cazzo?”

Lui: “Sì certo dottoressa Veronica.”

Lei: “Qui dentro sono solo Veronica e lei è Azzurra.”

Lui si avvicina timidamente a me, io allontano Veronica, lui si mette in ginocchio per leccarmela e devo dire che è bravo quasi quanto Veronica, tant’è che mi scappano molti gemiti e vengo molte volte.

Lui mi chiede: “Ti è piaciuto?”

Io: “Si, non l’hai capito che sono venuta diverse volte?”

Lui: “Non l’ho capito. Gli orgasmi erano quei versi strani?”

Io: “Sì.”

Io: “Vedo che hai il cazzo un po’ in erezione.”

Mi inginocchio sul pavimento per succhiarglielo.

Vedo Veronica con la coda dell’occhio che si sta masturbando con un dildo gigante.

Io continuo a succhiarglielo ben bene finché è in erezione e gli dico: “Chi vuoi trombare?”

Lui: “Te, Azzurra.”

Io: ”Grazie, ci speravo.”

Sto per sdraiarmi sul lettino quando lui mi dice che vuol prendermi alla pecorina, quindi mi metto in piedi, piegata col busto sul lettino e lui lo sento dietro che mi accarezza la fica bagnatissima finchè mi entra dentro.

Il suo cazzo è della misura giusta per la mia fica e poi anche se è timido, è bravo a scopare e io ingorda di godere nel mentre mi scopa mi masturbo con le dita sul clitoride.

Lui mi chiede: “Che stai facendo?”

Io: “Mi masturbo per godere di più.”

Lui; “Ma io ti trombo. Non dovresti già godere così?”

Io: “Mi sa che ti dovrò insegnare molte cose sulle donne. Non hai mai visto una donna masturbarsi?”

Lui: “Sì, ma si infilava il dito dentro, non faceva come te.”

Io: “Ognuna è fatta in maniera differente. Anche voi avete i cazzi differenti. Non li hai mai guardati quando facevi la doccia, dopo aver fatto sport?”

Lui dice sì, arrossendo.

Io: “Hai avuto esperienze omosessuali e ti sono piaciute?”

Lui: “Sì, ma mi piacciono anche le donne.”

Continua a stantuffare finché mi viene copioso dentro e Veronica senza dire nulla mi viene a leccare quel nettare, mentre Davide da dietro tocca le tette di Veronica dicendo: “Come sono morbide, allora sono vere, non finte come si vocifera qui in ospedale.”

Lei: “Si sono vere e non so chi abbia messo in giro, questa maledetta voce.”

Lui: “Non lo so, saranno le donne che non sono mai state con te.”

Lei: “Ce ne sono pochissime, come sai, mi sono fatta tutto l’ospedale.”

Lui: “Sì lo so.”

Veronica mi lecca finché ingoia tutta la sborra mentre Davide continua a toccarle le tette.

Poi, la fa girare e si mette a succhiargliele, mentre lei con la mano si mette a segargli il cazzo finché lui le dice che è pronto per un’altra sborrata.

Veronica: “Mi vuoi scopare, ce la fai dopo Azzurra?”

Lui: “Sì, certo.”

Lei: “Allora datti da fare, vuoi che mi metto alla pecorina.”

Lui: “No, mettiti a fica spalancata in fondo al lettino così ti posso trombare in piedi.”

Lei: “Ok.”

I due trombano alla grande, forse Davide è più eccitato da Veronica che da me.

Io mi scosto, non ho voglia del dildo, mi limito a guardare finché Veronica mi chiama: “Azzurra vieni a baciarmi.”

Io: “Ma non ti basta lui?”

Lei: “No, voglio anche te.”

Così vado a baciarla, ed è un po’ difficile perché gode alla grande, così le tocco anche i seni, finché esplode in un orgasmo che la scuote tutta mentre Davide le viene dentro e io vado a leccare la sborra.

Davide non mi tocca, ci lascia in pace.

Veronica gli dice: “Allora, soddisfatto di aver scopato con la famosa dottoressa Veronica?”

Lui: “Sì certo e spero di diventare uno dei tuoi frequentatori abituali.”

Lei: “Vedremo. Ora lasciaci sole, per favore.”

Lei a me: “Azzurra, allora ti è piaciuto Davide?”

Io: “Sì.”

Lei: “Lo dici poco convinta.”

Io: “Sì mi è piaciuto, ma con te mi piace di più. Va bene, come risposta?”

Lei: “Certo.”

Mi bacia e mi dice: “Ora mi devo preparare per la visita e da domani verrai per imparare a fare la segretaria.”

Io: “Grazie di tutto.”

Lei: “Lo sai, che farei di tutto per te.”


Torno a casa che è quasi ora di cena e dico a mio marito del lavoro e lui mi dice: “Magari così, non ti dovrò passare il mantenimento.”

Io: “Lo spero anch’io. Sono dipesa troppo da te.”

Lui: “Che vorresti dire?”

Io: “Non ti accorgi di essere maschilista.”

Lui: “E allora?”

Io: “Va bene, finiamola qui, sono stanca.”

Lui: “Ok mangiamo. Ho fame.”

Mangiamo in silenzio. Io non vedo l’ora che lui se ne vada o il contrario, dipende da cosa deciderà il giudice per la separazione.

Io mi addormento sul divano, come sempre.

La mattina successiva, sono pimpante, non vedo l’ora di essere allo studio di Veronica per imparare.

Mi vesto con un completo quasi maschile, giacca e pantaloni. Un gessato bellissimo con sotto una camicetta azzurra.

Arrivo allo studio, la segretaria che si chiama Michela: “Ah, eccoti arrivata. Lo so, che avrai questo posto perché sei raccomandata per altre qualità. Comunque, ti voglio dire che la dottoressa Veronica è precisa e puntuale e lo stesso lo vuole per la sua segretaria. Peccato, che sia una grande porca, ma questo tu lo sai già.”

Io avvampo e le dico: “Devo vedere come lavora. Il resto, lo sappiamo entrambe, ma a lei non deve interessare.”

Lei: “Va bene, forse ho parlato troppo. E’ l’ora di aprire lo studio per le pazienti.”

Io: “Vado io.”

Lei: “Va bene.”

Io apro e mi ritrovo davanti tre donne, di cui una in gravidanza che si presenta come Mirka, mi fa l’occhiolino e mi chiede se può passare per prima.

Io mi rivolgo a Michela che dice: “Signora, deve aspettare il suo turno. Vedo qui, che lei è seconda.”

Mirka: “Ma le altre volte, la dottoressa mi faceva passare per prima.”

Michela: “Senta, ne deve parlare con la dottoressa e le signore qui presenti.”

La prima che si chiama Carmela dice che deve tornare rapidamente al lavoro e che non può farla passare per prima.

Succede una cosa imprevista ossia Mirka dà un bacio in bocca a Carmela.

Questa le dà un sonoro schiaffo, poi risponde appassionatamente al bacio.

Michela: “Se dovete fare le porcherie, almeno andate nello studio.”

Loro vanno lì e io le seguo, non so neanche perché. In verità, sono curiosa di vedere una donna incinta bellissima come Mirka all’opera.

Mirka si sdraia sul lettino, si leva le mutande, si tira su il vestito e Carmela si mette a leccargliela, mentre a Mirka scappano gemiti finché ha il primo orgasmo.

Poi le dice: “Carmela è la prima volta?”

Carmela: “Sì, non so davvero cosa mi sia preso.”

Mirka: “Ti è preso, che hai voglia di una passera, ecco cosa.”

Carmela: “Ma io credevo di essere totalmente etero. Non ho mai guardato le donne per farci sesso.”

Mirka: “Anche io, ho fatto sesso per la prima volta con una donna, solo qualche mese fa.”

Carmela: “Ma eri già incinta?”

Mirka: ”Sì. La mia amica del cuore ha detto che non ha saputo resistere alle mie curve.”

Carmela: “Sei veramente bellissima. Voglio vedere le tue tette, le voglio mangiare.”

Nel frattempo, io mi sono messa su una sedia e mi sto masturbando mezza svestita e gemo molto forte, non vergognandomi delle due donne che non conosco.

Le due mi guardano e Mirka mi dice: “Sei una porca senza vergogna. Vuoi leccare la mia passera mentre Carmela ciuccia le mie tette?”

Io: “Certo, vengo subito.”

Mirka si spoglia completamente, Carmela si mette a leccarle le tette e io la passera. Mi piace moltissimo la sua passera, ha un clitoride pronunciato ed è pelosa e mi piace anche quello.

Io chiedo a Mirka se suo marito sappia dei suoi rapporti con le donne.

Lei mi risponde che qualche volte, l’hanno fatto in trio, ma che le piace di più o solo con suo marito, o solo con la sua amica.

Una volta mi dice, suo marito si è limitato a osservare loro e le è piaciuto anche così.

Io ho voglia di essere masturbata, scopata e dico a alle due donne: “Ho tanta voglia, qui nello studio ci sono dei dildo, una delle due mi vuole scopare con quello?”

Carmela mi chiede: “Cosa è un dildo?”

Io: “Un cazzo finto.”

Lei: “Ma fa male?”

Io: “Assolutamente no.”

Lei: “Ma è meglio un cazzo vero.”

Io: “Dipende dalla lunghezza e dal diametro. Io godo di più con quello che con il cazzo di mio marito.”

Lei: “Tuo marito che ne dice?”

Io: “Ci separiamo. Abbiamo avuto un bull, ma a lui non sta più bene e quindi ognuno andrà per la sua strada.”Lei: “Cos’è un bull?”

Io: “E’ un altro uomo che ti scopa con il consenso anzi con il piacere di tuo marito che prende il nome di cuckold.”

Lei: “Mi sento ignorante in questa materia.”

Io: “Anche io lo ero e non credevo che avrei mai fatto certe cose. Ma ora basta parlare, voglio godere.”

Vado a prendere il dildo nel cassetto della scrivania, dove lo tiene Veronica.

Carmela guarda il dildo e dice: “Mi sembra un po’ grosso, temo di farti male.”

Io: “Non ti preoccupare, se me lo farai, te lo dico.”

Lei: “Va bene.”

Lei me lo infila maldestramente, poi invece prende un buon ritmo e io gemo come maiala.

Mirka che ci guarda, masturbandosi anzi sgrillettandosi come una dannata dice: “Sei una porca. Ma sei sempre stata così? Hai un aspetto così perbene.”

Io: “No, sono diventata così intorno ai cinquant’anni.”

Lei: “Ahhhh e come ti chiami, non ci siamo presentate.”

Io: “Azzurra.”

Lei: “Ci vorrebbe un letto, qui siamo scomode. Vi vorrei invitare a casa mia, se siete d’accordo. Ho una camera fantastica, con lo specchio sopra il soffitto, così ci possiamo guardare mentre lo facciamo.”

Io e Carmela all’unisono: “Non vediamo l’ora.”

La porta si apre, è Veronica e rimane un attimo interdetta, poi va da Mirka le dice: “Buongiorno Mirka, sì anche io avrei voglia, però devo visitare sennò accumulerei troppi ritardi e perderei le pazienti.”

Mirka: “Scusi dottoressa, ci siamo lasciate prendere dall’eccitazione.”

Veronica: “Lo so, anche io so cosa significa, ma ora la debbo visitare.”

Veronica a noi due: “Su, rivestitevi in fretta.”

A me: “Tu sei venuta perché devi sostituire la mia segretaria, quindi vai di là, per favore.”

Io: “Scusami davvero.”

Mi vesto e vado di là, con Michela che mi lancia uno sguardo feroce e mi dice: “Sei una porca, ecco perché piaci alla dottoressa.”

Io: “Michela, lo so, anche da sola e non c’è bisogno che tu lo dica a voce alta.”

Lei: “Su al lavoro, che stamattina, c’è il pieno di pazienti.”

Nello studio ci sono ben cinque donne che mi guardano con scherno.

Io arrossisco, vorrei sprofondare.

Michela mi fa all’orecchio: “Le pazienti sanno cosa succede nello studio della dottoressa, ma vengono lo stesso per la sua competenza.”

Io: “Lo so, bene.”

Mirka esce e mi dà un bigliettino con il suo numero di telefono e mi dice: “Spero di vederti presto.”

Io: “Anche io.”

Dopo circa dieci minuti esce Carmela, anche lei mi dà il suo numero di telefono: “Voglio vederti da sola senza Mirka.”

Io: “Vedremo.”

Veronica mi chiama con l’interfono, io vado nello studio e lei: “Il primo giorno, già hai fatto conquiste, brava. Io ci avevo provato con Carmela, ma lei non si è mai lasciata andare con me.”

Io: “Veramente, è stata Mirka ad iniziare.”

Lei: “Lo so, me l’ha detto.”

Io: “Ma non ti dispiace, se le vedo?”

Lei: “Un po’, ma anche io come sai vedo altre persone. Ora torna di là e per oggi fai la seria.”

Io: “Ok.”

La giornata trascorre frenetica, Michela con pazienza mi insegna ad usare il programma per le prenotazioni e i pagamenti.

Io imparo in fretta, non è difficile, per fortuna.

Arriva la sera, torno a casa e mio marito mi fa: “Hai lavorato o hai fatto altro?”

Io: “Ho fatto tutti e due.”

Lui: “Con la dottoressa?”

Io: “No, con due pazienti.”

Lui: “Che maiala.”

Io: “Sì è vero, ma tu non sei in grado di soddisfarmi.”

Lui mi dà un sonoro schiaffo e io mi metto a urlare dicendo: “VOGLIO CHE TU VADA DA TUA MADRE. NON CE LA FACCIO PIU’!”

Lui: “Devi avere pazienza.”

Io: “Lo so, purtroppo.”

Gli dico di andare in camera, lui lo fa, io mi metto sul divano e ascolto su spotify dei podcast e musica, tutto per non pensare a quello che è successo.

Mi addormento in fretta.


Il mattino dopo, mi sveglio e anche se è presto mio marito non è in casa e io ne sono molto contenta, sono più che felice.

Decido che oggi telefonerò a Mirka, la voglio incontrare è troppo bella e poi non l’ho mai fatto con una donna incinta.

Vado a fare la passeggiata, poi colazione, doccia e mi vesto con un sobrio tailleur-pantalone per andare al lavoro.

Oggi decido di fare la seria, non voglio fare figuracce come il giorno precedente.

Michela apprezza e mi dice che per fortuna oltre a essere porca, sono intelligente e ci so fare con le pazienti.

Io le dico: “Grazie, ce la metto tutto perché voglio essere indipendente così non dovrò accettare il mantenimento da mio marito, quando ci separeremo.”

Le dico, inoltre: “Scusa debbo fare una telefonata, ci metto un attimo, torno subito.”

Lei conciliante, mi risponde: “Va bene, ti puoi anche prendere un caffè, come vedi, stamattina, è una mattinata di tutta calma, la prima paziente arriverà tra un’ora.”

Io vado e telefono a Mirka che mi risponde un po’ impaurita, dicendo: “Chi è? Come ha avuto questo numero?”

Io le dico: “Sono Azzurra, non ti ricordi? Mi hai dato tu, il tuo numero. Se ci hai ripensato, scusami.”

Lei: “Scusami, è solo che non avendo il tuo numero, non lo conoscevo.”

Io: “Ho chiamato per quello che mi hai detto ieri. Quando sei libera?”

Lei: “Oggi dopo il lavoro puoi venire? Sono sola, mio marito è fuori per lavoro.”

Io: “Sì ci vedremo verso le 18 e 30. Ah scusa il tuo indirizzo?”

Lei me lo dà e io chiudo la chiamata, soddisfatta.

Michela quando torno, si accorge della mia contentezza e mi dice: “Allora porca, a chi hai telefonato a Mirka o a Carmela?”

Io: “Non sono affari tuoi. Non hai una vita? Pensa agli affari tuoi.”

Michela: “Scusa, hai ragione, pensiamo a lavorare. Ti debbo ancora insegnare come usare Excel, visto che mi hai detto non lo sai usare, ed è invece molto importante.”

Lei si mette a parlarmi di Excel, io la seguo, prendo appunti, visto che poi sarò da sola a dover usare il programma.

Arriva la prima paziente che è molto sulle sue e io mi dimostro seria come Michela.

Anche le altre pazienti oggi sono serie, non succede nulla di eccitante, ma d’altronde, io per oggi, ho il mio incontro con Mirka, a cui pensare.

Finalmente arrivano le 18, è l’ora di uscire, ma arriva una paziente preoccupata, senza appuntamento.

Michela mi fa cenno che ci penserà lei e che io posso andarmene.

Arrivo in venti minuti all’indirizzo di Mirka, lei mi apre, è in camicia da notte quasi trasparente che evidenzia tutta la sensualità delle sue curve.

Lei non mi dà modo di dirle una parola, mi fa entrare dentro, mi bacia con trasporto e mi porta verso la sua camera da letto.

Vedo subito il grande specchio sul soffitto sopra il letto, ma anche l’armadio è tutto specchiato, così ci potremmo vedere quando faremo le nostre porcherie.

Lei mi chiede: “Ti piaccio?”

Io: “Moltissimo, sei una bomba sexy.”

Lei: “Su spogliati, voglio vederti completamente nuda.”

Io mi spoglio, dicendo: “Comunque, tu sei molto più bella di me.”

Lei: “Io ti trovo molto attraente, ricordatelo.”

Io mi spoglio, lei anche, io le dico: “Voglio la tua lingua nella mia passera.”

Lei mi dice: “Userò il dildo, perché sennò sto troppo scomoda.”

Io: “Si certo scusami, per via della pancia-”

Lei prende un dildo e me lo infila, quando sentiamo un rumore.

Si sente un uomo che dice: “Amore, sei in casa?”

Lei, tranquilla: “Sono in camera da letto con una nuova amica, la vuoi vedere?”

Lui: “Prima domanda a lei, se si vuole far vedere da me.”

Lei a me: “Allora, ti vuoi far vedere da mio marito?”

Io: “No scusami, ma prima vorrei prendere confidenza con te.”

Lei a a lui: “La mia amica oggi non si vuole far vedere.”

Lui: “Vado al piano di sopra, vi lascio in pace, amore.”

Io: “Scusami, ma mi avevi detto che eri sola. “

Lei: “Non ti ho detto una bugia, è lui che è tornato prima.”Io: “Ho voglia, scopami col dildo.”

Lei: “Subito.”

Lei mi scopa, io gemo dal piacere, acuito dal fatto di vedere quello che succede sullo specchio del soffitto.

Mirka: “Sei proprio una grande porca, sei bagnatissima, ma ora voglio essere scopata io.”

Io: “Subito, prima però vado a sciacquare il dildo in bagno.”

Poi torno, le infilo il dildo, ho paura di farle male, non ha la fica larga come la mia, ma lei gradisce molto, da come geme.

Siamo impegnate e non ci accorgiamo di essere guardate da un uomo alto, molto attraente, che è seduto nella poltrona e si mena il cazzo.

Lei: “Allora, non hai saputo resistere.”

Lui: “Vi si sentiva dal piano di sopra, come facevo?”

Lei: “Azzurra, questo è Aldo, mio marito.”

Io: “Piacere, mi sento un po’ in imbarazzo.”

Lui: “Non devi, a me piace guardare mia moglie che si diverte con le sue amiche.”

Io: “Sì, me l’ha detto.”

Lui: “Mirka perché non le lecchi il buchino? Ha proprio un bellissimo culo la tua amica.”

Lei: “Sì, è vero, hai ragione.”

Io mi metto a pecora e Mirka dietro a leccarmi il buchino, poi la sento smettere e gemere di brutto, guardo indietro, il marito la sta inculando e io a questo punto, mi sento di troppo, non doveva andare così il nostro incontro.

Lei: “Azzurra non andartene, per favore. Aldo poi si occuperà anche di te, è un amante eccezionale, molto resistente.”

Io non dico nulla, mi metto in poltrona a guardare e a masturbarmi, anche se non riesco a gemere, sono un po’ arrabbiata, perché in verità, io volevo restare sola con Mirka.

Mirka sembra leggermi nella mente e mi dice: “Lo so, volevi stare sola con me, ma con Aldo, ci divertiremo, te l’assicuro. Le mie amiche sono rimaste sempre molto soddisfatte.”

Io: “Hai avuto tante amiche?”

Lei: “No, te l’ho detto, ho iniziato da quando sono incinta con la mia amica del cuore.”

Io: “La vedi spesso?”

Lei: “No, perché abita lontano.”

Lei: “Su Azzurra, voglio godere e anche tu ne hai bisogno, da quanto so.”

Io: “Sì, hai ragione.”

Guardo suo marito, il suo cazzo e non vedo l’ora che si occupi di me.

Aldo è un toro, sembra instancabile, ma Mirka gli dice: “Occupati di Azzurra, io sono stanca, mi pesa il pancione.”

Lui viene da me, non mi fa alzare dalla poltrona, ma si mette a leccarmi la passera e dice beato: “Finalmente, una donna col pelo, di questi tempi, è una rarità.”

Io: “Sono contenta che ti piaccia.”

Lui: “Si, mi piace moltissimo e mi piace sentirti gemere, come una porca.”

Io non dico nulla, sono troppo occupata a gemere, gemere, gemere finché esplodo in un orgasmo che mi fa tremare tutta.

Lui mi porta nel letto per farmi riposare un po’, proprio accanto a Mirka e le dice: “Tesoro, vuoi che andiamo nell’altra camera, per lasciarti in pace?”

Lei: “No, voglio guardarvi, sennò che senso ha che Azzurra sia venuta qui.”

Suo marito mi prende tra le braccia, mi bacia in bocca con passione, io rispondo, non pensando a Mirka, lui mi dice che vuole trombarmi, si fa strada verso la mia passera, si mette le mie gambe sulle sue spalle e inizia a penetrarmi da subito, con molto foga.

Io non sono abituata a questi assalti, ma gradisco, come testimoniano i miei acuti gemiti.

Lui mi chiede: “Ti piace essere chiamata troia?”

Io: “Sì, mi eccita moltissimo.”

Lui: “Troia, hai una passera pazzesca, ti voglio sfondare.”

Io: Sì, sfondami tutta.”

Lui: “Troia, certo che lo farò.”

Io gemo e lui: “Troia, gemi più forte, fammi sentire i tuoi gemiti da vera porca che adora il mio cazzo.”

Io: “Certo, adoro il tuo cazzo.”

Lui: “Mettiti a pecora, voglio sfondarti il culo che mi piace tanto.”

Io: “Subito.”

Mi metto quasi in posizione e sento già la punta del suo cazzo e poi senza indugio mi incula ed io lancio un grido acutissimo.

Lui: “Troia, devi gridare solo dal piacere.”

Io: “Mi hai fatto male, non ti sei infilato lentamente.”

Lui: “Scusa, troia. Da ora in poi, giuro che godrai.”

Io non rispondo, sento male, finché inizio a gemere dal piacere.

Lui: “Brava, troia.”

Io: “Grazie. Come ti debbo chiamare?”

Lui: “Porco.”

Io: “Grazie, porco.”

Mirka ad Aldo: “Con me, non usi certe parole perché?”

Lui: “Ne parliamo dopo, scusa amore.”

Io: “Porco, sfondami il culo.”

Lui: “Troia, non ti pare che lo stia già facendo?”

Io: “Sì porco.”

Lui:”Troia, fammi sentire ancora i tuoi gemiti.”

Io: “Sì.”

Io gemo finché non sento il cazzo di Aldo sfilarsi dal mio culo.

Lui va in bagno, mi giro verso Mirka che mi guarda male.

Io le dico: “Che hai Mirka?”

Lei: “Ti sei lasciata andare troppo con mio marito.”

Io: “Scusami, ma che dovevo fare, secondo te?”

Lei: “Dovevi godere meno.”

Io: “Io godo così, senti non è colpa mia. Dovevamo essere solo noi due, non anche tuo marito, ora me ne vado, vedo che hai voglia di litigare.”

Lei: “Si ho voglia di litigare perché sei una grandissima troia e io non ti dovevo far scopare con mio marito.”

Io: “Senti me ne vado, non ci vedremo mai più, ho sbagliato a venire da te e quando vieni dalla dottoressa fai finta di non conoscermi.”

Lei: “Che bastarda che sei, vattene.”

Mi vesto rapidamente e scappo da quella casa.


Torno a casa, arrabbiata, forse Mirka ha ragione, ma allora non mi doveva far andare a letto con suo marito.

Probabilmente, pensava che fossi un tipo freddino.

Viene l’ora di cena, mio marito torna, non parliamo, se non del fatto che ha preso un avvocato, come ho fatto anche io.

Io, al solito, mi addormento sul divano.

La mattina dopo, è pura routine fino a quando arrivo allo studio e Veronica mi dice che Mirka l’ha chiamata dicendole che cambierà ginecologa perché non vuole vedermi più.

Lei mi dice: “Che cosa hai fatto?”

Io: “Ho scopato con suo marito, davanti a lei e lei mi ha detto che ho goduto troppo, come una troia.”

Lei: “Ti potevi moderare.”

Io: “Come facevo? Aldo ha un bel cazzo e scopa da Dio. Era meglio che si andava nell’altra camera, così Mirka non ci avrebbe visto. Ormai è andata così. Comunque, non è giusto che tutte le colpe me di quanto successo me le debba prendere io.”

Lei: “Adesso hai imparato la lezione. Mai scopare con un marito davanti alla moglie, anche se lei te lo offre.”

Io: “Va bene. Sennò, mi darò da fare solo con lesbiche dichiarate.”

Lei: “Bando alle ciance, vai alla tua postazione con Michela. Tra poco arriva la prima paziente.”

Io: “Va bene.”

Lei va nell’ambulatorio, si mette il camice e io vado da Michela che ormai mi saluta amichevolmente e probabilmente mi mancherà, quando resterò come unica segretaria.

Arriva la paziente con suo marito che è uno splendido pezzo d’uomo di due metri.

Io non lo guardo, ma sento che il suo sguardo indugia su di me.

Michela se ne accorge e mi fa: “Non ricambiare il suo sguardo. Sua moglie è molto gelosa e lui è un farfallone.”

Io: “Non ci penso neanche, dopo ieri.”

Lei: “E’ andata male con Mirka?”

Io: “E’ lunga da spiegare. Ora pensiamo a lavorare. Ah mi devi insegnare come usare il programma di home-banking e tutti i programmi che in genere usi, anche se a te, sembrano facili da usare.”

Lei: “Sì è vero, grazie di avermelo ricordato.”

Allora prima l’home banking e si mette li a spiegare e io cerco di stare attenta, ma sento lo sguardo di fuoco del marito della paziente su di me, ma non lo guardo.

Michela passa ad altri programmi come quelli per prenotare esami diagnostici per le pazienti o anche semplici esami del sangue.

La paziente esce, il marito si alza per pagare, così lo debbo per forza guardare in faccia.

E’ bellissimo.

Io rimango impietrita, poi mi riprendo, procedo con il pagamento e la coppia esce.

Michela mi fa: “Perché l’hai guardato?”

Io: “Che lo facevo pagare senza guardare?”

Lei: “Hai ragione. E’ bellissimo vero? Sua moglie, invece è un ranocchietto, ma è ricchissima.”

Io: “Ah, non ne avevo idea.”

Lei: “Sì, so parecchie cose delle pazienti, forse te le dovrei dire.”

Io: “Sono importanti?”

Lei: “Può darsi.”

Lei si mette a parlarmi delle pazienti, anche di quelle che non ho ancora visto, ma mi chiedo, se mi ricorderò tutto ciò che mi sta dicendo.

Arriva la seconda paziente, per fortuna da sola.

La mattina procede con calma, arriva l’ora di pranzo e Michela, per la prima volta, mi invita ad andare con lei.

Andiamo in una tavola calda lì vicino. Debbo ammettere che conoscendo Michela, è meglio di quanto non appaia a prima vista.

Questo non significa, che andrei a letto con lei, questo proprio no.

La tavola calda è affollata, così ci dobbiamo sedere ad un tavolo con due uomini che Michela conosce e mi presenta.

I due lavorano in un ufficio li vicino e capisco che hanno molta confidenza con Michela, forse anche troppa, a mio parere.

Il pranzo si svolge velocemente con battute a volte un po’ imbarazzanti.

Uno dei due, che si chiama Claudio mi chiede: “Anche tu, ci farai la speciale “compagnia” che ci fa Michela?”

Io non capisco cosa voglia dire, non so che dire e rispondo: “Che tipo di “compagnia?”

Claudio: “Michela non ti ha parlato di noi, prima di oggi?”

Io: “No, ma è la prima volta che vengo qui.”

Claudio: “Non è un argomento che si possa affrontare qui, fatti spiegare da Michela.”

Io: “Lo farò, mi hai messa molta curiosità addosso.”

Il pranzo si conclude e io sono immersa nei miei pensieri, su cosa abbia voluto dire Claudio.

Mentre torniamo chiedo a Michela: “Di che parlavo Claudio?”

Lei: “A volta ho fatto una sveltina con loro, nel bagno della tavola calda o nel loro ufficio che nell’ora di pranzo è vuoto.”

Io: “Davvero? Tu hai fatto queste cose? Addirittura con due uomini?”

Lei: “Sì. E loro mi tampinano, lo vorrebbero fare più spesso. Gli sono piaciuta molto, mi chiamano vecchia porca insoddisfatta.”

Io: “Credevo che tu non avessi voglie sessuali e non facessi sesso.”

Lei: “E’ vero sembro così, ma in verità ho molte voglie da soddisfare e i due sono due porci con dei gran bei cazzi. Sono un po’ gelosa per quello che ti ha detto Claudio. Forse era meglio che non ti portavo con me, visto che tu sei più bella e porca di me.”

Io: “Non sapevo nulla e non ho incoraggiato Claudio. Basterà che non mi faccia più vedere alla tavola calda.”

Lei: “Conosco Claudio e so che non mi darà tregua finché non potrà fare sesso con te. A te piace Claudio o Lorenzo?”

Io: “Lorenzo anche se non ha parlato.”

Lei: “E’ il più porco dei due, anche se dall’aspetto non si direbbe.”

Io: “Mi chiami porca e poi si viene a scoprire che lo sei anche tu. Sono esterrefatta.”

Lei: “Per favore non dire nulla alla dottoressa Veronica.”

Io: “Sarò muta come un pesce.”

Siamo arrivati allo studio, dove ci è già ad aspettare una donna in evidente stato interessante. Si presenta, si chiama Concetta ed è il primo appuntamento del pomeriggio.

La dottoressa arriva, la visita, esce per pagare.

Tutto troppo serio, così stuzzico Michela, sono curiosa di sapere che cosa abbia fatto con Claudio e Lorenzo.

Lei mi risponde: “Ne parliamo dopo il lavoro. Vuoi venire con me a prendere un aperitivo?”

Io: “Debbo telefonare a mio marito per dirgli che si deve arrangiare per la cena.”

Lei: “Potresti anche non dirgli nulla, siete vicini alla separazione.”

Io: “Preferisco dirglielo.”

Il pomeriggio trascorre velocemente, alle 18 usciamo e Michela mi porta in un grande bar, dove ci mettiamo in un angolo deserto per poter chiacchierare in santa pace.

Lei mi dice: “Io ho fatto cose normali che fino alla mia età non avevo fatto come: pompino, anale, a pecora ecc. Mi è piaciuto fare l’anale con Lorenzo e nel mentre lo succhiavo a Claudio.”

Io: “Insomma, ci hai dato di brutto, ci credo che i due vogliono rivederti.”

Lei: “Mi sono un po’ pentita perchè mi sembra quasi di essere un’altra persona, quando faccio certe cose.”

Io: “Con una donna hai mai provato? Ti piacerebbe?”

Lei: “Non l’ho mai fatto, ma ci ho pensato da quando ho a che fare con te.”

Io: “Sono lusingata di essere la protagonista delle tue fantasie. Che ne dici se le realizziamo?”

Lei: “Così senza preparazione? “

Io: “Perchè eri preparata per farlo con loro due? Vorrei sapere come è andata?”

Lei: “Sono andata nel loro ufficio ed è successo ed ho goduto come una pazza.”

Io:“Anche io ti farò godere. Non hai voglia? Io sinceramente ne ho un po’.”

Lei: “Sì ho voglia, sennò non ti avrei invitata per l’aperitivo. Ora pago e andiamo a casa mia che è qui vicino.”

Io: “Non vedo l’ora.”

Andiamo a casa di Michela e iniziamo a stuzzicarci e a baciarci nell’ascensore.

Michela bacia bene e adesso che la posso toccare, tocco un bel seno che tiene nascosto sotto i suoi vestiti anonimi.

Arriviamo a casa sua, un po’ scarmigliate e in quel momento si apre la porta del vicino che domanda a Michela: “Tutto bene?”

Lei: “Sì certo Roberto, scusami ho invitato un’amica a casa.”

Lui rientra in casa e dice: “Ci vediamo presto Michela.”

Noi entriamo in casa e chiedo a Michela: “L’hai fatto anche con Roberto?”

Lei: “Sì, ma ero un po’ brilla e ora non mi dà tregua, si fa vedere tutte le volte che rientro in casa.”

Io: “E’ un bell’uomo perché non gli dai una possibilità?

Lei: “E’ sposato. Ecco perché. Accidenti a quella volta, che devo dire, mi è piaciuta moltissimo.”

Io: “Potresti fare l’amante.”

Lei: “Sua moglie è la mia migliore amica.”

Io: “Ah. Ma adesso pensiamo a noi, guidami verso la camera.”

Andiamo, ci spogliamo e debbo ammettere che Michela è meglio nuda che vestita.

Ha un gran bel seno e anche una fica pelosa come la mia. La spingo sul letto, le faccio allargare le gambe.

Lei sembra un po’ imbarazzata, ma io le dico che le piacerà molto che sono un’esperta linguista.

Lei non capisce e io le dico: “Sono brava a leccare le fiche.”

Io lecco, lei dapprima ha dei sospiri ogni tanto, è come se non volesse godere, poi finalmente inizia a gemere, mi mette la mano sulla testa, mi fa mangiare la sua fica, fino a che viene con un grido selvaggio e squirta.

Lei si impaurisce, non capisce ciò che è successo e io le dico: “Hai squirtato, vuol dire che sei venuta di brutto.”

Lei: “Non mi è mai successo prima.”

Io: “Sono contenta che sia successo con me. Non credevo che riuscissi a lasciarti andare così tanto.”

Io: “Hai per caso un dildo?”

Lei: “No, però ho delle zucchine che a volte uso per penetrarmi quando ho troppa voglia di cazzo.”

Io: “Ah, molto interessante però devi comprare un dildo altrimenti te lo posso comprare io.”

Lei: “Compralo te, lo vorrei nero per favore.”

Io: “Sei veramente una scoperta Michela. Ora vorrei che mi leccassi te. Ho troppa voglia.”

Lei: “Non so come si fa, mi devi insegnare.”

Io: “Non è difficile e nel caso ti guido la testa con la mano.”

Lei si mette a leccarmela timidamente e io le dico che non sento nulla, che deve leccare di brutto, che deve succhiarmi il clitoride, che deve amare la mia fica.

Lei mi dice: “Ma io amo anche il cazzo. Non è una contraddizione farlo con una donna?”

Io: “No, non lo è, si può fare sia con gli uomini che con le donne.”

Lei lecca io le pongo la testa sempre più appiccicata alla mia fica finchè lei mi dice: “Non mi piace, preferirei succhiarti i seni, hai dei capezzoli fantastici e poi posso penetrarti con la zucchina.”

Io: “Va bene, anche se ci sono rimasta male che non mi hai fatto godere con la lingua.”

Lei: “Scusa, ma è la prima volta, per me è strano farlo con una donna anche se mi piaci moltissimo.”

Io: “Va bene, succhia i capezzoli.”

Lei li succhia con maestria strappandomi gemiti fino a che ho l’agognato orgasmo.

Poi, Michela va in cucina per la zucchina su cui mette l’olio, viene in camera e mi infilza.

La zucchina è grossa di diametro, ma nella mia fica entra senza difficoltà.

Gemo e Michela: “Gemi come una porca, su vieni porca, vieni.”

Io: “Mi piace di più essere chiamata troia. Mi eccita da morire.”

Lei: “Troia godi, godi.”

Io: “Sìììììì, mmmmmmm che goduria questa zucchina mmmmmm.”

Esplodo in un orgasmo che mi sconquassa tutta, poi bacio Michela in bocca mentre nel frattempo le strizzo le tette.

Lei mi guida la mano verso la sua fica, è bagnatissima, ha goduto facendomi godere e inizio a masturbarla mentre lei gode finché anche lei ha un orgasmo spettacolare.

La ribacio in bocca, poi la giro e mi metto a leccarle il buchino.

Lei mi chiede: “Ma che fai?”

Io: “Ti faccio godere ancora, vedrai.”

Lei non dice nulla sento i primi sospiri, vedo che il buchino è largo data l’attività con Lorenzo e Claudio.

Ci infilo un dito e lei mi chiede: “Ci metti la zucchina?”

La infilo, lei geme, geme, poi mi dice di toglierla e geme ancora di più e mi dice: “La vuoi anche tu nel culo?”

Io: “Sì, mi hai fatto venire una gran voglia, che troia che sei, chi l’avrebbe mai detto?”

Lei: “Sì e mi piace fare la troia con te, non mi vergogno per nulla.”

Io: “Non ti devi vergognare, hai delle voglie e le devi soddisfare, altrimenti esplodi.”

Lei mi infila la zucchina tutta di un botto, mi ha fatto un po’ male, poi inizia a muoverla lentamente e gemo ancora più da troia rispetto a Michela, finché me la leva, procurandomi un orgasmo lunghissimo.

Michela viene davanti, mi bacia in bocca, mi succhia ancora i capezzoli e io nel frattempo mi masturbo.

Siamo due troie che soddisfano le loro voglie più segrete, poi mi riviene voglia della zucchina in fica e chiedo a Michela se va a prenderne un’altra.

Lei va e me la infila e mi dice: “Non ti basta mai il cazzo, il dildo, la zucchina o qualunque altra cosa.”

Io: “No, ma sono così da poco, prima non avevo desideri. Ora mi sento viva, anche se per la gente cosi sei una puttana.”

Lei: “Sì lo so, è per questo che non voglio far sapere nulla alla dottoressa.”

Io: “Fare sesso con Veronica, è fantastico, dovresti provare.”

Lei: “No, non lo farò, lei è la mia datrice di lavoro.”

Io: “Non sai cosa ti perdi.”

Lei: “Ho te con cui farlo, sempre che tu voglia rifarlo.”

Io: “Sì certo, ma voglio essere libera di poter andare anche con altri uomini o donne.”

Lei: “Sei una troia, ma mi piaci per questo.”

Nel frattempo, lei ha giocato con la zucchina e la mia fica finché ho un orgasmo e le dico che mi sento stanca e che debbo andare a casa.

Lei: “Che ci vai a fare?”

Io: “Non vorrei che mio marito mi accusasse di abbandono del tetto coniugale.”

Lei: “Non ci avevo pensato.”

Mi vesto rapidamente, bacio ancora Michela e le dico che ci vedremo l’indomani al lavoro.


Azzurra dopo l’intermezzo con Michela aveva tanta voglia di cazzo, di un uomo dotato e che lo sapesse usare bene.

Le venne in mente Carlo, di cui finora non abbiamo detto nulla, ma è il primo ex marito di Azzurra che lei ha lasciato, in quanto farfallone, vale a dire, non se ne lasciava scappare una.

L’unica cosa che rimpiange è il sesso con lui, in quanto, i due a letto facevano faville.

Nel corso degli anni si erano rivisti ed erano riandati a letto con molta soddisfazione da parte di entrambi.

Azzurra decide di telefonargli: “Ciao, sono Azzurra come va?”

Carlo: “Scusa, ma non è il momento, ti richiamo in mattinata.”

Azzurra: “Sì, va bene.”

Azzurra si prepara e va al lavoro, Michela è molto affettuosa, ma Azzurra le dice chiaramente: “Sì, possiamo riandare a letto insieme, ma io non voglio una storia esclusiva con te, spero di non essere stata troppo brusca.”

Michela, ci rimane male: “Scusami, era meglio che non ti svelavo i miei segreti, ieri.”

Azzurra: “Scusami tu, è solo che stamattina mi è venuto in mente Carlo, gli ho telefonato e non mi ha ancora richiamata.”

Michela: “Chi è Carlo, non l’ha mai nominato.”

Azzurra: “E’ il mio primo ex marito, l’ho lasciato tanti anni fa, ma talvolta ci rivediamo per fare sesso, in quello è proprio imbattibile.”

Michela: “Ah, non ne sapevo nulla.”

Azzurra: “Non lo vado a sbandierare in giro.”

Michela: “Su, mettiamoci a lavorare, ecco che arriva la prima paziente.”

La mattinata trascorre, viene il momento della pausa pranzo, ma Azzurra, si è portata dietro un’insalata, vuole restare in ufficio, sperando che Carlo le telefoni.

Carlo la chiama: “Scusa, ma ho avuto da fare. Sono sempre contento di sentirti. Come stai?”

Lei: “Relativamente bene, visto che ho lasciato anche questo marito, ma perché a differenza tua, non è abbastanza porco.”

Lui: “Ma come tu all’epoca mi accusavi proprio di quello.”

Lei: “Si vede che ho cambiato idea. Diciamo che ultimamente ho avuto molte esperienze.”

Lui: “Davvero? Non ci credo.”

Lei: “E’ tutto vero! Anche con donne, devo dire grazie alla mia datrice di lavoro.”

Lui: “Ah lavori? Che fai?”

Lei: “Faccio la segreteria in un ambulatorio medico per una ginecologa.”

Lui: “Peccato che non si tratti di un’androloga, così avresti visto molti cazzi.”

Lei: “Li ho visti e anche fiche per prima quella della ginecologa quando mi sono fatta visitare.”

Lui: “Perchè? Spero si trattasse solo di una visita di controllo.”

Lei: “Sì era una visita di controllo che poi è degenerata nel sesso, ho goduto come una porca. Veronica è una donna molto sensuale, molto libera, anche se sposata, va a letto sia con uomini che donne. Sono andata a letto anche con lei e suo marito.”

Lui: “Finalmente hai aperto i tuoi orizzonti. Perché hai chiamato?”

Lei: “Mi sei venuto in mente. Volevo sapere come stavi e se potevamo vederci.”

Lui: “Sì, sarei contento anche io di vederti, soprattutto alla luce di quanto mi hai detto. Possiamo fare stasera alle otto, va bene?”

Lei: “Sì, va bene, così ho tempo di fare una doccia e di cambiarmi.”

Lui: “A stasera non vedo l’ora.”

Azzurra era molto contenta, se ne accorse anche Michela quando tornò dal pranzo, che infatti le chiese: “Cosa è successo, sei di buon umore, rispetto a prima.”

Azzurra: “Mi ha richiamato Carlo, ci vediamo stasera e gli ho anche detto cosa ho fatto nel frattempo con Veronica ecc.”

Michela: “Hai intenzione di andarci a letto, non è vero?”

Azzurra: “Sì, non vedo l’ora, è da stamattina che penso al suo cazzo e a quello che possiamo fare insieme. Ai tempi non ero adeguata a lui, ero timida e col sesso non ci sapevo fare.”

Michela: “Pensiamo a lavorare. Tra poco, arriva un’altra paziente.”

Per fortuna di Azzurra, quel pomeriggio c’erano meno pazienti del solito, così prima delle sette, era già a casa per farsi bella per Carlo.

Carlo, la venne a prendere a casa e si complimentò per la sua mise, che era composta da un vestito accollato, ma con un generoso spacco davanti, tacchi alti, capelli tirati su.

Carlo non aveva mai visto Azzurra così e andò a finire che non andarono al ristorante, ma direttamente a casa di lui.

Quando arrivarono, dopo che chiusero la porta, la prese tra le braccia, la baciò appassionatamente e le disse: “Perchè non eri così ai tempi?”

Lei: “Si vede che ho dei tempi di maturazione lunghi.”

Lui: “Basta parlare. Ti voglio fare di tutto. Voglio farti godere e godere tanto. Ho una voglia pazzesca da quando mi hai chiamato.”

Lei: “Anche io, sennò non ti avrei telefonato.”

Lui: “Spogliati.”

Lei lo fece rimase in perizoma, ma lui le disse di levarsi anche quello.

Lei spogliò lui e andarono in camera dove c’era un armadio con specchio, così avrebbero potuto rimirarsi mentre lo facevano.

Lui non parlò quasi, la prese selvaggiamente a pecorina, con lei che non faceva altro che godere con orgasmi forti.

Lui le disse: “Perché ai tempi, non eri così disinibita.”

Lei: “Non lo so, l’importante è che lo sia adesso.”

Carlo le disse: “Come trovi il mio cazzo?”

Lei: “Stupendo, grosso, rosso e mi fa godere un sacco. E’ sempre stato così, peccato però che non ti bastassi.”

Lui: “Non voglio rivangare il passato. Pensiamo a ora.”

Lei gli disse: “Voglio prenderlo in bocca.” Lo fece, lui si era messo di profilo, così mentre lo faceva, lei poteva vedersi con la coda dell’occhio allo specchio e godere due volte.

Lui: “Ai tempi ti vergognavi, adesso sei senza inibizioni. Devo ringraziare questa Veronica. Me la fai conoscere?”

Lei si irrigidì e smise di succhiarglielo: “Perché? Non ti bastano tutte le donne che hai?”

Lui: “Magari possiamo fare una cosa a tre. Non le ho mai fatte con te e mi piacerebbe vederti con una donna, con cui hai confidenza.”

Lei: “Ne debbo parlare con Veronica. Diciamo che ha l’agenda molto piena.”

Lui: “Su, succhia, ma lo sai che sei diventata davvero brava. Sei una troia. Ai tempi ti offendevi se ti chiamavo così, adesso invece?”

Lei: “Mi piace molto essere chiamata troia, mi eccita, mi fa bagnare.”

Lui: “Troia succhia, ingoia tutto il mio cazzo.”

Lei lo fece e lui: “Oddio, che grande troia sei diventata. Adesso ho voglia di incularti.”

Lei: “Sì fallo, inculami senza pietà.”

Lui non le diede il tempo di prepararsi e lei urlò per il dolore, poi per il piacere che provava e per il godimento del vedersi allo specchio.

Lei: “Hai una fissa?”

Lui: “Sì, una di venticinque anni.”

Lei: “Tu invecchi e le scegli sempre più giovani.”

Lui: “Che ci posso fare, se mi piacciono così?”

Lei: “E allora perché vieni a letto con me, che ho il doppio della sua età?”

Lui: “Perchè con te, resta un legame e poi ero incuriosito da quanto mi hai detto sulle tue ultime esperienze.”

Lei: “Ti interessa che sia troia.”

Lui: “Direi di sì. Sei diventata una troia all’ennesima potenza. Ci credo che hai lasciato il marito, che non è come me.”

Lei: “Non voglio parlare di lui, voglio godere. Ho tanta voglia che me la lecchi.”

Lui: “Aspetta, ti voglio venire dentro, non l’ho mai fatto con te.”

Si sente un grugnito di lui e finalmente la sborra calda entrò nel buchino di lei, che grida eccitata di piacere.

Poi, Azzurra va in bagno a pulirsi, si mette sdraiata a gambe larghe con Carlo che si tuffa nella sua fica, dicendo: “Mmmmmm, che bella calda che è e tu non smetti di godere. Sembri una sex-machine. Diventare vecchia, ti ha fatto bene.”

Lei: “Non mi sembra un complimento, ma non mi interessa, lecca, lecca. Non ricordavo che fossi così bravo a farlo.”

Lui: “Ai tempi ti vergognavi e l’abbiamo fatto poche volte.”

Lei: “Mi sono persa tante cose e adesso voglio recuperare. Non voglio perdere tempo, non sono giovane e poi ad un certo punto non troverò più partner sessuali.”

Lui: “Con la voglia che hai, troveresti anche dei giovani. Il loro sogno segreto è farlo con una vecchia porca. E scusa per la parola vecchia, ma non so, come altro dirlo.”

Lei: “Scuse accettate e leccami ancora. Mmmm, vorrei chiamarti schiavo, ti va?”

Lui: “No, non mi và, io voglio un rapporto alla pari.”

Lei: “Va bene, lecca Carlo.”

Lui: “Sì, troia. Mi dà un’intima soddisfazione chiamarti così, mi eccita così come a te. Vorrei trombarti, il cazzo si sta risvegliando.”

Lei: “Sì, come vuoi che mi metta?”

Lui: “In fondo al letto a gambe larghe e io che ti pompo alla grande.”

Lei: “Non vedo l’ora.”

Così fu, mentre lui la chiamava troia in ogni occasione e lei non smetteva di godere, fino a che ebbe un orgasmo talmente forte, che si mise a tremare tutta.

Lui: “Troia, hai visto come ti ho fatto godere? Non avevi mai goduto così ai tempi. E’ una grande soddisfazione trombarti. Con la voglia che hai perché non facciamo un gioco a tre presto o con Veronica o con il mio amico Damiano, te lo ricordi?”

Lei: “Sì lo ricordo, anche se lo conosco poco, preferirei Giacomo perché ci ho più confidenza.”

Lui: “Giacomo non è porco a differenza di Damiano. Magari ci puoi uscire una volta, ci fai sesso e poi lo faremo a tre, in un’altra occasione.”

Lei: “Sei convinto che a me Damiano piaccia e che ci vada a letto subito?”

Lui: “Mi hai detto che ultimamente hai fatto molto sesso, con tante persone diverse. Cosa c’è che non và nel mio amico?”

Lei: “Nulla, solo che così, mi sento una puttana.”

Lui: “Ma ti piace essere chiamata troia. Poi Damiano ha un bel fisico, un bel cazzo e ci sa fare a letto.”

Lei: “Va bene, poi gli dai il mio numero di telefono e mi fai chiamare. Hai già fatto dei giochi a tre con lui e con altre donne?”

Lui: “Sì e sono rimaste tutte molto soddisfatte. Ci hanno definito gli instancabili.”

Lei: “Una domanda indiscreta. Ma tra di voi, avete mai fatto sesso?”

Lui: “No perché siamo entrambi maschi alfa etero.”

Lei: “Lo sai, mi è venuto in mente, voi due che insieme mi sborrate addosso e io che mangio con godimento il vostro seme.”

Lui: “Mmmmm che troia, non vedo l’ora.”

Lei: “E la tua venticinquenne che ne dice?”

Lui: “Abbiamo un rapporto aperto. Lei è giovane, deve fare altre esperienze.”

Lei: “Comodo così, ma almeno posso fare sesso con te, è stato bellissimo, sai se ti dico una cosa, mi chiamerai ancora troia. Ho ancora voglia. Mi masturbo un po’.”

Lui: “Sì, mi piace tanto vederti. E’ sempre stata l’unica cosa, in cui sei stata disinibita. Sono contento che tu ti sia disinibita del tutto.”

Lei si mise a masturbarsi a pecorina con due dita sul clitoride, muovendo le dite in senso antiorario.

Lui prima osservava, poi si prese in mano il cazzo e muovendolo con la mano, finché non fu ancora in erezione e allora senza dirle nulla, glielo mise in bocca.

Lei apprezzò, si mise a succhiarglielo con foga, dimenticandosi di masturbarsi, finché lui non gli sborrò in bocca e lei non si fece scappare neanche una goccia del prezioso seme.

Lui: “Che troia, che troia, sei stupenda. Non vedo l’ora di farlo con te e Damiano.”

Lei: “A questo punto anche io, ma prima devo vedere come va con lui.”

Lui: “Non ti preoccupare, andrà alla grande, ne sono certo.”

Lei: “Ma il tuo amico, spero che non andrà in giro a propormi ad altri amici.”

Lui: “Questo dipende da te. Sì, sei troia, ma ti rispetteremo.”

Lei: “Grazie. Sono un po’ stanca. Posso dormire da te oppure devo andarmene?”

Lui: “Come preferisci, anche se forse, è meglio che tu vada, così domattina puoi cambiarti per andare al lavoro.”

Lei: “Ho troppo sonno scusa, non ce la faccio a guidare, mi sveglio prima per andare a casa, fare la doccia e cambiarmi.”

Lui: “Va bene. E’ stato davvero bellissimo, troia.”

Lei: “Buonanotte porco.”

La mattina dopo alle sei, le suonò alla sveglia, sì aveva un po’ di sonno, ma si sentiva benissimo dato l’ottimo sesso con Carlo.

Non vedeva l’ora di rivederlo.

Arrivò a casa, fece una rapida doccia, poi la colazione e si cambiò per andare al lavoro.


Arrivo al lavoro, ma nonostante la notte passata con Carlo, avrei ancora voglia, ma come si fa debbo lavorare, accidenti.

Michela che è al suo ultimo giorno di lavoro, sembra intuire quello che mi sta passando per la testa e mi chiede: “Stasera, vieni a casa mia, per divertirci un po’?”

Io le rispondo: “Sì, ne ho proprio voglia.

Anzi ho proprio voglia di essere leccata per bene non possiamo fermarci qui per l’ora di pranzo e divertirci anche prima di stasera?”

Michela: “Non vorrei essere sgridata l’ultimo giorno di lavoro.”

Io: “Che ti importa dai, ho troppa voglia.”

Entra la prima paziente e fino all’ora di pranzo, non parliamo, se non di cose di lavoro.

Finalmente arriva l’ora x e ci chiudiamo dentro e andiamo nell’ambulatorio di Veronica, dove io mi metto sdraiata e mi tolgo rapidamente i pantaloni e le mutandine.

Dico a Michela: “Leccami dai, per favore.”

Lei: “Subito.”

Si mette a leccarmi con maestria e io inizio subito a godere come una porca.

Siamo lì impegnate nel nostro divertimento, che non sentiamo bussare alla porta, fino a che ci urlano: “Cosa state facendo, aprite subito!”

Non riconosciamo la voce, io mi vorrei vestire, ma la voce: “Aprite subito, si capiva chiaramente cosa facevate. Non ci importa, se siete svestite.”

Apriamo e ci troviamo dinanzi il direttore sanitario dell’ospedale, che ci dice: “Ero venuta a salutare Michela per il suo ultimo giorno di lavoro. Non avevo idea che si dedicasse al sesso anche lei in ambulatorio, come la dottoressa Veronica.”

Michela arrossisce e dice:”Scusi direttore, sono mortificata. Cosa posso fare perché lei non lo dica alla dottoressa?”

Lui spudorato: “Tu e la tua amica potreste fare un po’ di sesso con me, che ne dite?”

Nel mentre, si tira giù la zip dei pantaloni mostrandoci un cazzo duro, rosso e lungo.

Io non dico nulla, ma arrossisco visibilmente, lui osserva non tanto il mio viso, ma la mia fica e dice: “Tu dimmi come ti chiami, ho una grande voglia di infilartelo dentro. Eri tu quella che godeva prima?”

Io: “Mi chiamo Azzurra e sì ero io quella che godeva grazie alla lingua di Michela.”

Lui: “Sei lesbica?”

Io: “Diciamo bisex.”

Lui: “Ora mi divertirò con te e poi semmai anche con Michela oppure guarderò voi due giocare.”

Io: “E se io non fossi d’accordo?”

Lui: “Nel caso dirò tutto alla dottoressa Veronica.”

Io: “Va bene, non voglio far sputtanare Michela il suo ultimo giorno di lavoro.”

Lui: “Finisciti di spogliare, voglio vedere anche il seno.”

Io: “Va bene.”

Rimango completamente nuda, mi sdraio sul lettino, anche lui si spoglia rivelando un bel fisico, oltre a un bel cazzo.

Mi fa mettere a gambe larghe e lui in piedi mi penetra, io urlo perché non sono mai stata penetrata da un cazzo così lungo e lui mi chiede: “Prima volta con un cazzone?”

Io: “Sì scusi.”

Lui: “Non darmi del lei, mi chiamo Angelo.”

Io: “Va bene, Angelo.”

Io inizio a godere, incurante di Michela, un po’ dispiaciuta che lei non possa godere quanto sto godendo io.

Angelo ha un bel cazzo e lo sa usare bene, a un certo punto lo toglie dalla fica, per fare una spagnola. Io tocco il cazzo che è duro come il marmo.

Lui mi dice: “Ti piace il mio cazzo, troia? Ti piace essere chiamata così?”

Io: “La risposta è si a entrambe le domande. Mi eccita da morire essere chiamata troia e dire che fino a poco tempo fa, mi dava molto fastidio.”

Lui: “Sono contento, a me eccita chiamare la mia partner troia, soprattutto se lo è davvero, come sei tu.”

Io: “Continua a chiamarmi troia, vorrei ancora il tuo cazzo dentro di me, magari messa a pecorina?”

Lui: “Le posizioni le decido io, non tu, troia.”

Io: “Va bene.”

Lui: “Mettiti in piedi, con le mani appoggiate al lettino e il culo ben dritto.”

Io lo faccio e poi sento il suo cazzo dentro la mia fica, mi piace da morire e subito inizio a gemere e lui: “Troia, godi godi.”

Io non so dove sia Michela, non la vedo né sento e chiedo a Angelo: “Dov’è Michela?”

Lui: “E’ uscita, credo si sentisse di troppo.”

Io: “Me la leccheresti poi, quando hai voglia, ne ho un gran desiderio.”

Lui: “Sono io che comando, non tu, se ho voglia lo farò, troia.”

Io: “Ok, non ti arrabbiare.”

Lui: “Non sono arrabbiato, è solo ti voglio far capire che comando io.”

Io: “Va bene.”

Lui: “Ora basta con questi discorsi, voglio fotterti e sentirti godere.”

Io: “Sì, ne ho tanta voglia anche io.”

Lui riprende a fottermi con molto vigore, con molte spinte, finché ho un orgasmo bestiale e lui mi dice: “Troia bravissima, mai sentita una troia godere in questo modo.”

Io: “Grazie, anche io non avevo mai goduto così. Sai fottere davvero bene, Angelo.”

Lui: “Lo sapevo già, ma tu sei una troia di primo livello. Ora ti leccherò, come mi hai chiesto prima, quindi sdraiati sul lettino. Forza, prima che cambi idea.”

Io: “Sì, subito.”

Mi metto sdraiata a gambe spalancate e la sua lingua si tuffa nella mia fica e lui dice: “Mmmmm, è delizioso leccare il nettare che è venuto fuori quando sei venuta. La tua passera sa di mare. Oltre a troia, ti potrei chiamare proprio passera di mare.”

Io: “Va bene, come vuoi tu. E tu, oltre a Angelo, come vuoi essere chiamato?”

Lui: “Ovvio se io ti chiamo troia, tu debbi chiamarmi padrone.”

Io: “Sì, padrone.”

Lui continua, a leccarmi, a annusare la fica, finché mi dice: “Troia ho voglia di incularti di brutto, andiamo nella doccia.”

Andiamo lì, io mi metto con le mani sul muro della doccia, il culo all’insù e lui, il padrone mi incula subitaneamente.

Io non urlo, come credevo avrei fatto, ma inizio subito a gemere come una porca.

Lui: “Credevo che urlassi dal dolore.”

Io: “Lo credevo anche io, ma provo un grandissimo piacere, è troppo il piacere che provo, mai provato sul serio, padrone.”

Lui: “Troia, ma dove ti nascondevi finora?”

Io: “A casa, ho iniziato a lavorare da poco.”

Lui: “Sei sempre stata così troia?”

Io: “Ero una brava donna. Sposata due volte, la prima volta ho divorziato perché lui era troppo farfallone. La seconda, sto divorziando ora, perché non mi toccava più. Mi ha “liberato” la dottoressa Veronica.”

Lui: “Gran troia e grande dottoressa.”

Io: “Sì è vero, padrone. Ci sei andato a letto?”

Lui. “No, non mi sembrava il caso. Tu, sì?”

Io: “Sì, non solo con lei, anche con altre donne e non solo.”

Lui: “Non ho mai visto due donne insieme, a parte nei video porno che però non mi eccitano.”

Io: “Hai visto video lesbo italiani. Dovresti guardare quelli stranieri, sono molto più eccitanti.”

Lui: “Grazie dell’informazione, troia. Troia, vuoi che ti sborri nel buchino o magari da qualche altra parte?”

Io: “Sul seno, padrone.”

Mi giro per dargli il mio seno su cui lui sborra abbondantemente, poi io inizio a mangiare il suo seme e lui: “Ah che troia, sei.”

Io: “Esistono donne più troie di me. Ne ho visto una l’altro giorno, in cui lei si faceva mettere la crema, come la chiamava lei, sulla torta al cioccolato e poi la mangiava. Piacerebbe provare anche a me, una volta, padrone, se mai ci sarà un’altra volta con te.”

Lui: “Molto interessante, poi mi farai vedere quel video, troia.”

Io: “Sì padrone, mi piacerebbe farlo come in quel video ossia appoggiata al lavandino e che urlo a squarciagola dal piacere.”

Lui: “Mmmmm, hai grandi idee in testa, troia. Sei proprio affamata.”

Io: “Sì padrone, lo sono tanto, anche se ultimamente, mi sono data molto da fare.”

Lui: “Poi mi racconterai, adesso scambiamoci i numeri di telefono, devo andare temo sia già tardi. Questo intermezzo mi è piaciuto moltissimo troia. Ti voglio rivedere presto, magari potremmo fare un trio con un’altra.”

Io: “Sì padrone, adoro i trii, specie se ho una donna che mi piace moltissimo.”

Lui: “Che tipi ti piacciono? “

Io: “Gran seno e gran fica da leccare. Se ci penso, mi bagno.”

Lui mi mette le mani alla fica e dice: “Sì è vero, sei bagnata, troia. Me l’hai fatto rizzare ancora, me lo succhi rapidamente?”

Io: “Sì, padrone.”

Lui mi dà il suo cazzo, io me lo infilo in bocca e succhio, succhio, mentre lui mi dice: “Brava troia, sei proprio una grande succhia cazzi.”

Io non rispondo e continuo a succhiare, finché sento dello sperma sulla lingua, poi fiotti abbondanti che provvedo a ingoiare.

Lui: “Troia, lo ingoi anche, sei proprio bravissima. Ora debbo andare, ci si vede presto.”

Lui prima di uscire, và in bagno si mette in ordine, mi lascia da sola, io chiamo: “Michela.”

Nessuno mi risponde, mi vesto, vedo che è già ora di aprire l’ambulatorio, anche se la prima paziente ci sarà solo tra un’ora.

Michela non ritorna, sto tutto il pomeriggio a lavorare da sola, temo che se la sia presa per il mio intermezzo con Angelo.

Sì è vero, sono una gran troia, che non sa resistere ai bei cazzi.