Da suora sverginata a mamma sfondata

Giovanna Esse
5 days ago
Da suora sverginata a mamma sfondata

Cara Giovanna, da ex monaca e donna devota dovrei confessarmi col mio padre spirituale ma... proprio non ce la faccio, eppure la mia indole non mi permette di nascondere oltre i miei peccati carnali.
Spero tanto che queste righe mi possano permettere di sfogare almeno in minima parte il disagio che mi vede complice ma anche vittima di una situazione che mai avrei potuto immaginare, dopo aver preso i voti convinta di vivere in castità.
Sono colpevole? E' colpa del destino? Non so...
per il momento non trovo altra soluzione che soffrire (ma ahimè anche godere) pur di soddisfare la mia dolce creatura superdotata.
Una lettrice...


Tutto è cominciato un anno fa, più o meno. Ma prima devo spiegare qualcosa su di me.

All'età di 15 anni sono entrata in un convento di clausura volontario, con il permesso dei miei genitori. Per più di 30 anni non ho avuto contatti con nessuno al di fuori del convento. Non ho mai frequentato né parlato con nessuno a parte le suore e la madre superiora. Ma quando avevo 20 anni, il padre confessore approfittò della mia innocenza e mi sedusse. Di conseguenza sono rimasta incinta. Lo consideravo un miracolo, d'altra parte, il vescovo e la madre superiora non la pensavano allo stesso modo. Dovevo lasciare il convento, ma non sapevo dove andare. Pertanto, il vescovo mi ha dato una casa e un vitalizio per coprire le spese, in cambio che non ci fossero lamentele o scandali.

Per i successivi 18 anni, tutto ciò che ho fatto è stato prendermi cura di mio figlio al meglio delle mie capacità, educarlo alla fede in Cristo e cercare di renderlo un buon cristiano. Alex è molto ribelle, non ha mai voluto andare a messa o osservare le leggi di Dio. D’altra parte è un ragazzo ideale. Obbediente, affettuoso e un buon lavoratore. E non gli mancano amici e fidanzate.

Ma notai che c'era qualcosa che non andava in lui. Gli avevo permesso di ricevere visite in camera sua. Di ragazzi e ragazze. Quando veniva una ragazza, era sempre nel fine settimana. Immaginavo il perché, non gli dissi niente, l'età in fondo era quella. Ma tutte le ragazze se ne andavano dopo 15 minuti. Sembravano arrabbiate, sconvolte, non so.

- Alex, dobbiamo parlare - gli dissi.

- Riguardo a cosa?

- Lo sai. C'è qualcosa che non va con le ragazze. L'ho visto.

- Va tutto bene, mamma. È tutto ok.

- Non è vero, tutte le ragazze che vengono a trovarti se ne vanno subito. So perché vengono, non sono mica stupida. E non penso che ci sia niente di male, finché le rispetti, e penso che sia quello il problema.

- No mamma! Le rispetto, ma...

- Ma cosa?

- è che non gli piace.

- Non gli piace? Non gli piace il sesso?

- Non gli piaccio io!!! Ecco ora lo sai.

- Ma come? Se vengono a stare con te è perché gli piaci, giusto?

Mi stavo facendo un'idea del possibile problema. Era qualcosa sul piano fisico che alle ragazze non piaceva. Ed era qualcosa di molto serio a giudicare dalle loro espressioni. Ma non l'ho capito. Alex è basso e molto largo, molto muscoloso per la sua età, ma anche molto bello.

Quello che non gli piace è il mio...

- Il tuo pene? Non guardarmi in quel modo. Sono stata una suora ma so cos’hai lì. Ora vediamo cosa ti succede. E se può essere risolto, andiamo subito dal dottore.

- Non è questo, mamma.

- Se non è quello, allora vediamo di cosa si tratta.

L'ho trascinato in bagno e gli ho abbassato i pantaloni tra singhiozzi e lamentele. E in effetti c'era qualcosa che non andava. Quello non era normale. Era chiaro che il mio bambino aveva avuto un'erezione tirandosi giù i pantaloni e anche io mi ero eccitata. Erano quasi 20 anni che non facevo sesso, ma sono una donna cristiana e Alex è mio figlio. Dovevo pensarci, a trovare una soluzione.

Lo dirò senza mezzi termini. Il cazzo del mio Alex non è normale. E tanto meno per la sua età. È alto appena 1,60 ma ha un pene di quasi 30 cm. Così largo che non riesco a tenerlo con la mano. Non posso incolpare le ragazze. Non c'era modo che potesse fare qualcosa con loro.

Visitai medici, consultai pagine specializzate e parlai con tutte le persone che potrebbero aiutare il mio piccolo. Nessuno mi ha dato una soluzione efficace. Fino a quando non ho visitato siti porno per vedere se c'erano uomini come il mio Alex. E ho trovato la soluzione. Una professionista.

- Assolutamente no - rispose Alex - Non ho intenzione di pagare per quello. Se nessuna mi ama, allora sarà così. Voglio che mi amino per come sono, non per i soldi.

- Ma Alex, io...

- Ho detto di no, non insistere.

I giorni passavano ed era ogni volta la stessa storia. Sempre arrabbiato. Andava in bagno due o tre volte al giorno. Sapevo perchè, lo sentivo.

Finché un giorno decisi di farmi carico della faccenda.

Un venerdì dopo cena abbiamo visto un film e lui andò a letto presto. Ho aspettato qualche minuto che si rilassasse e andai in camera sua. Non posso negarlo. Ero nervosa, l’avevo immaginato tutta la settimana, ma una cosa è immaginarlo e un altro è farlo.

Mi spogliai prima di entrare silenziosamente nella sua camera da letto e salii sul letto accanto a lui. Era sveglio e sussultò.

- Mamma che stai facendo?

- Faccio quello che devo fare. Non piaci alle ragazze e tu non vuoi un professionista. E questo ti sta facendo impazzire. Dobbiamo fare qualcosa.

- Fare qualcosa?

- Sì. Sono tua madre e ti voglio bene. E voglio che tu sia felice. Farò tutto il necessario perché tu lo sia.

- Ma....

- Ma niente. Sai che la Chiesa proibisce quello che sto per fare. Quindi stai zitto e lasciami fare.

Mentre gli parlavo, avevo preso il cazzo e glielo stavo accarezzando lentamente. Era così eccitato che gli diventò duro quasi all'istante. Ero sbalordita. Ma era mio figlio e questo bastava.

L'ho portato su un divano basso. Sarebbe stato più facile per me. O così pensavo. L'ho fatto sedere e mi sono inginocchiata sul pavimento davanti a lui. Accarezzai il suo cazzo molto lentamente e passai la lingua su tutto il cazzo. Il mio piccolo. Il mio Alex. Quando stava per sborrare, me lo misi in bocca.. Le labbra mi facevano male per la pressione. Nei suoi occhi c’era qualcosa di selvaggio. E per giunta la mia figa era fradicia.

La punta del suo cazzo era in fondo alla mia gola, le lacrime sgorgavano dal dolore e la maggior parte restava fuori. Quindi mi aiutai con le mani. Con entrambe le mani. Questo non era un pompino. Gli stavo facendo una sega in bocca. Ma più di così non si poteva fare. Il mio ragazzo tremava di piacere, ma non mi fermai. Alla fine venne, riempiendomi la bocca e la gola con il suo latte e ancora versandone la maggior parte sui miei seni. Quando fù tutto finito mi alzai in silenzio e me ne andai in camera mia.

Aveva ancora lo sperma di Alex in bocca. Mi sono inginocchiata sul letto e mi sono masturbata. Furiosamente. Con rabbia per gli anni perduti. Con dolore per aver trovato l'uomo della mia vita che era mio figlio. Che con quel cazzo non avrebbe mai potuto farmi felice.


Abbiamo provato ancora qualche settimana. All'inizio dopo aver finito andavo sempre in camera mia, ma poi rimasi a dormire con lui. Ci piaceva ma ha funzionava. Lui sborrava sempre, eccome se sborrava... Ma non era abbastanza. Non per lui. Aveva bisogno di avere libertà di movimento. E la mia bocca non era il posto giusto.

Il passo successivo era inevitabile. Lo sapevamo entrambi. Così un giorno lo portai sul mio letto, che era più grande, e gli chiesi di scoparmi. Mi ha detto di no, e non potevo sedermi sopra di lui. Non avevo la forza di non lasciarmi cadere sul suo coso e farmi male sul serio. Così mi sono sdraiata sulla schiena e lasciai che mi penetrasse così. Non riesco ancora a crederci. Quasi non ci entrava. Ero così dilatata e mi faceva male ma riusciva a entrare solo la metà. Ma poteva muoversi e spingere. Eccome se spingeva. Ma il problema era sempre lo stesso - poverino non poteva metterlo tutto dentro.

Facevamo vita da coppia quasi in tutto. Dormivamo insieme ogni notte. Mi scopava 2 o 3 volte al giorno. Il suo carattere era cambiato completamente. Sembrava calmo felice.

Ma il problema era sempre lo stesso.

- Alex, ho fatto tutto il possibile. Ma non ti vedo felice. Sai che puoi scoparmi quanto vuoi e quando vuoi.

- Non è questo, mamma. Veramente.

- Ti piacerebbe che fosse una ragazzina, della tua età.

- Niente affatto, non vogliono, lo sai.

- Allora cosa?

- Ho paura di farti del male. E devo controllarmi parecchio.

- Sì, ma io sono come sono, non posso essere più grande.

- lo so......

- Ma?

- C'è un altro modo…

- Altro modo? Beh, non mi viene in mente. L'abbiamo fatto in tutti i modi che conosco.

- Lo so. Stasera se vuoi te lo spiego.

Non riuscivo a immaginare cosa avrei potuto fare per dargli tutto il piacere che desiderava. Avevamo provato già tutto. O così pensavo...

Abbiamo cenato e siamo andati a letto presto. Alex era ansioso e io ero molto irrequieta. Ci siamo baciati, ci siamo abbracciati, eravamo entrambi molto emozionati. Stava già imparando come accontentare una donna. Il suo cazzo divenne subito duro ed enorme come era normale per lui.

- Mettiti a pecorina, mamma.

- Come vuoi, ma non vedo come possa essere meglio così, io...

- Lasciamelo fare, non dire niente.

- Come vuoi amore.

In quella posizione, la mia figa e il culo erano esposti alla sua merce. Ha iniziato ad accarezzarmi dal basso e mi è salito sul culo e sulla schiena. Lo stava facendo molto lentamente e stavo per venire. Non so perché, ma ultimamente appena Alex mi toccava io venivo senza preavviso. Smette di accarezzarmi per un momento. Pensavo che avrebbe continuato, ma sentii qualcosa di duro contro il foro anale. In quel momento sapevo cos'era e anche cosa voleva Alex. Provai a protestare, ma non avevo nemmeno avuto il tempo di prendere fiato.

Il dolore. Nessuno può immaginare quel dolore. È come sentire che qualcosa ti si rompe dentro. Piansi e urlai fino allo sfinimento. Le lacrime inzuppavano le lenzuola, mi faceva male la gola per le urla. Per tutto il tempo lui di fermarsi o almeno rallentare non ci pensò proprio.

Spingeva così forte che mi faceva male lo stomaco per la pressione. Per la prima volta ho sentito tutto il cazzo di mio figlio dentro di me. Ed era come sentire dentro di sé il fuoco dell'inferno.

Essendo la prima volta in anale finì molto velocemente. Sentivo come il suo latte scorreva dentro di me e come traboccava quando dentro non c'era posto. Quando finì non lo estrasse fuori subito. Rimase dentro per un po' ma non sentivo più nulla. Il corpo si difendeva dal dolore. Quando finalmente lo estrasse sentii il suo latte uscire e scivolarmi lungo le cosce.

Caddi esausta e in lacrime. Era come sentirlo ancora dentro. Mi baciò, mi abbracciò, mi riempì di affetto e amore. Ma io potevo solo piangere.

Da allora passai le giornate sdraiata a pancia in giù. A letto o sul divano. Non potevo camminare, non potevo sedermi, quasi non potevo alzarmi. Grazie a Dio, Alex fa tutte le faccende di casa oltre ai suoi studi. Mi massaggia e si prende cura di me. Mi scopa 3 o 4 volte al giorno. Come piace a lui, ovviamente. Ma il dolore è sempre lo stesso, come il primo giorno. Il mio piccolo, il mio bambino.

Cominciavo a preoccuparmi. Penso che ciò che ad Alex piaccia davvero non è scoparmi, ma vedermi piangere e urlare dal dolore. Ha iniziato a sculacciarmi e non vuole smettere. Mi colpisce con tutte le sue forze. E l'ho visto venire mentre lo fa.

Mi sono innamorata di un sadico, ma è mio figlio.

Mi sono innamorata di mio figlio, ma è un sadico.

Il mio piccolo. Il mio bambino.