Marcello, lezioni di corna

Giovanna Esse
8 hours ago
Marcello, lezioni di corna

Ciao Giovanna sono, o meglio, siamo due lettori delle tue storie, intendo mia moglie ed io. Come capirai subito seguiamo con molto interesse, e spesso eccitazione, le confidenze che riguardano i tradimenti e le corna quando si tratta di testimonianze evidentemente vissute. Comunque, come ci siamo detti spesso: o certe storie sono realistiche oppure sei tu che veramente riesci a prenderci letteralmente per “i fondelli”, rendendole tanto veritiere da farci eccitare e godere di queste avventure.

Oggi, come allora (intendo il giorno del nostro matrimonio) siamo una coppia felice e tranquilla, e la nostra complicità ci aiuta moltissimo ad affrontare le normali vicissitudini del quotidiano. Sono 12 anni che stiamo insieme, ci diciamo tutto e tutto ciò che ci accade è affrontato, nel bene e nel male, di comune accordo. Non a caso, queste righe che scriviamo sono il frutto di un divertito e spassionato discorsetto che ci siamo fatti qualche giorno fa ricordando l’episodio che vogliamo condividere. Lo facciamo per gioco ma anche con la speranza che possa piacere a chi leggerà e soprattutto a far capire a tutti, come l’ho capito io, o meglio noi, che il sesso di per sé non è che una delle componenti del vero Amore, che il tradimento va capito, affrontato e, se possibile, interpretato come un ulteriore strumento di “gioco”; lo chiamo così perché per noi i rapporti extra coniugali non sono altro che un momento ludico, che aggiunge passione al fuoco del nostro piacere.

Non osiamo condividere con i nostri conoscenti le nostre gioie proibite, probabilmente non capirebbero e, dopotutto, riguardano solo la nostra intimità segreta, però devo confidarti che molte coppie, sposate da tempo come noi, o sono talmente distanti l’uno dall’altra da vivere nel totale disinteresse oppure sono addirittura separate. Tanto degrado sentimentale spesso ci costringe, e scusa se può sembrare assurdo, a non manifestare appieno il nostro amarci ancora così appassionato e appagante.

La nostra storia

 Dare dei consigli non è semplice perché le situazioni che si presentano sono disparate, anche si si somigliano l’elemento umano cambia radicalmente gli atteggiamenti e le emozioni delle persone.

Ad esempio, non avrei mai immaginato che avere le corna avesse potuto eccitarmi, piacermi, addirittura (all’epoca eravamo sposati da 5 anni) oltre ad essere completamente disorientato, provavo vergogna, se non un senso di colpa, a confessarlo a mia moglie: mi sembrava che, nonostante avessi moralmente ragione, passassi dalla parte del torto comportandomi, nei confronti del tradimento, come un pervertito o chissà cos’altro.

Quando ho scoperto che mi stava tradendo ci sono rimasto malissimo e ne ho sofferto per giorni. Abbiamo litigato di brutto poi ci siamo chiusi entrambi nel silenzio, vivendo in casa come estranei. La situazione sembrava non avere sbocchi se non quello di arrivare a una separazione definitiva.

Comunque, forse per l’amore che aveva legati fino a quel giorno, io non riuscivo più a sopportare i pensieri funesti e la rabbia che provavo, giorno e notte. La fermai in salotto e la obbligai a spiegarmi cosa trovava in lui, il perché si fosse  lasciata andare in quel modo con un estraneo. C’erano problemi tra noi? C’era qualcosa che in me non le andava? Perché non me ne aveva parlato, perché io nemmeno potevo immaginare che mi tradisse visto che mi sembrava felice del nostro matrimonio? Anche se era un problema legato al sesso che, devo ammettere col senno di poi, si svolgeva quietamente e occasionalmente tra noi da almeno 2 anni, perché non dirmelo… perché, visto che ero suo marito, non cercare una soluzione meno umiliante, praticamente insormontabile?

Così mia moglie, seduta di spalle sul nostro divano, messa alle strette iniziò a raccontare come aveva conosciuto l’altro, il suo primo approccio e, finalmente, l’accettazione di un appuntamento decisivo durante il quale lui l’aveva portata in un albergo di periferia.

La incitai: “Cosa aveva, cosa ti eccitava tanto da tradirmi?” e lei si lasciò andare ancora di più, confessandomi che aveva provato solo emozioni forti legate al sesso…

pensare che stava per incontrare un uomo che probabilmente l’avrebbe denudata e poi chiavata le aveva provocato una potente eccitazione, tanto che, già in macchina, si ritrovò con la figa bagnata. Un’altra scossa potente la ebbe quando lui si era abbassato i boxer e aveva visto il suo cazzo, duro ed eretto per lei… aveva il pene grosso, diverso dal mio, con la capocchia completamente fuori, esposta… questi paragoni, queste differenze le avevano provocato brividi indicibili e, per assurdo, sentire che mi stava per tradire fisicamente le creava sentimenti contrastanti, di piacere e anche di colpevolezza nel provare piacere. Mi disse addirittura che arrossì tanto da aver bisogno di correre in bagno a bagnarsi la faccia con l’acqua fresca.

In queste descrizioni si era lasciata andare, forse a confessare si sentiva meglio ma certamente si doveva essere resa conto che mi facevano soffrire… smise, convinta di avere detto anche troppo. Mi supplicava di smettere di fare domande ma io insistevo, pieno di rabbia dentro volevo capire e così, rassegnata, andò avanti forse sperando che una volta che avessi saputo tutto, mi sarei sentito meglio.

Entrò nei particolari: mi sembrava allucinante ciò che le usciva di bocca, come mi stesse raccontando di come fosse stata “rapita dagli alieni”…

Cosa mai mi aspettavo, idiota! Credevo che fossero andati in albergo e si fossero denudati per giocare Monopoli?

Lo aveva preso in bocca? Certo che si, era un normale e piacevole preliminare…

L’aveva posseduta? Ovviamente e ancora sì, certo, a lungo, con soddisfazione e in varie posizioni…

Sesso protetto? E perché mai? Lui era una persona sanissima, normale, quindi… perché privarsi del piacere di introitare il suo sperma. Quante sborrate… e dove? E lei procedeva inesorabile, senza più freni anzi pareva ci trovasse gusto a friggere il mio orgoglio virile ridotto a zero.

“Vuoi saper anche questo? Se è venuto… come, dove… ti piace per caso? Ebbene sì, quella volta mi ha sburrata due… anzi no, tre volte. Sì, tre, esatto.

Prima in figa, sul letto, alla missionaria come fossimo marito e moglie, era eccitatissimo e mi ha fatto il pieno. Ma lui è vigoroso, sai? Non gli è bastato, tra carezze e bacetti me lo ha messo in bocca e tanto si è calmato quando mi è venuto in gola, pregandomi di ingoiare, perché voleva fossi tutta sua…

La terza… anche la terza, Marcellino? Ok visto che vuoi schifarmi come moglie… visto che non puoi capire che tutto questo non c’entra con l’amore, ti accontento: la terza mi è venuto nel culo. Esatto, hai capito bene, proprio nel mio buchetto, perché devi sapere che per una donna, dare il culo è sinonimo della massima eccitazione e donazione di se stessa possibile… ecco… ecco tutto.

Eccoti servita la nostra prima volta, e se ti chiedi ancora se ho goduto “fisicamente” con lui credo che lo potrai ben capire da solo!” 

Nonostante tanta crudezza… diciamo che il diavolo ci mise lo zampino: mentre mi raccontava queste orrende cose, nonostante il mio disagio incredibile, dolente a sentire le parole orribili di quella donna, mia moglie, colei che non credevo potesse mai vivere il sesso così profondamente e intensamente, mi venne il cazzo duro, contro ogni mio desiderio, senza la mia volontà.

 

Mia moglie è una brava ragazza ma è anche una tipa sveglia. Eravamo abbastanza vicini, la luce era normalmente accesa e il mio pigiama estivo non poteva nascondere la mia erezione, ovviamente se ne accorse e, all’improvviso, il suo atteggiamento contrito cambiò: iniziò a insultarmi, a darmi del porco, mi disse che non mi conosceva così… lei si era lasciata andare alla confessione credendomi fin troppo addolorato per la sua infedeltà, mentre io, ne avevo goduto come un depravato, una specie di guardone.

Fu molto aggressiva perché veramente non si aspettava quella mia reazione ed io, a mia volta sconvolto, mi ritrovai a dovermi giustificare.

Poi mi alzai e mi allontanai; ripresi il controllo dei nervi e del mio cedimento. Ripensai freddamente a cosa mia moglie, la mia femmina, aveva provato con l’atro (a mia totale insaputa) e un gelo totale si impossessò di me e dei miei sentimenti. Decisi di preparare la valigia, metodicamente, con la testa vuota e al colmo della delusione. Riprendendo la mia fermezza decisi di andarmene quel giorno stesso.

Anche lei dovette riflettere su quanto stava per accadere… allora si bloccò, mi confessò di amarmi e che non voleva assolutamente perdermi. Mi venne incontro e mi abbracciò strettamente, con le lacrime agli occhi, cercando di baciarmi. Il suo contatto stretto mi fece perdere ancora il controllo, mi eccitai nuovamente e facemmo l'amore intensamente, come le prime volte, come due ragazzi che perdono la testa…

 

Stesi, fianco a fianco, spossati dal sesso, nel buio le dissi:

“Sei una puttana…”

“E’ vero” disse dolcemente con un lieve sorriso compiaciuto sulle labbra “sono una puttana, ma per te, sono la tua puttana, amore mio… Quell’altro è stato e sarà sempre un gioco, uno sfizio sessuale, ma per me non conta niente… io sono tua, solo tua anche se sto godendo tra le braccia di un altro… di un pupazzo…”

“Ah certo, un pupazzo… un pupazzo di cui prendi tutto il cazzo, però!” la gelosia mi faceva di nuovo inalberare, ripensavo a “quello” che si scopava mia moglie e se la godeva nel suo corpo…

“E allora? Per me è un gioco eccitante, l’ho fatto, è successo, l’ho ammesso… ma tu? Tu perché ti ecciti a pensarci, perché ti si fa duro il cazzo a pensarmi puttana?”

Non sapevo cosa rispondere. Stavo scoprendo questo strano lato di un marito, non sapevo nemmeno se era qualcosa che capitava a tutti oppure un vizio solamente mio.

“Facciamo così, visto che vuoi capire… io ci esco ancora con quello, ci vado a letto e al ritorno ti dico tutto, per filo e per segno.”

Il discorso finì li, non ne riparlammo più, ma la notte, il nostro sesso era sempre favoloso ed io, che la pensavo con un altro, sempre più aggressivo ed eccitato; a un certo punto, col cazzo in lei, chiedevo cosa aveva fatto e lei elargiva particolari sessuali provati che mi rendevano una furia, col reciproco raggiungimento di piaceri sempre più acuti.

 

Non facevo che pensare a quelle corna, lei probabilmente lo sapeva e pregustava quanto stava per accaderci…

Così, una sera senza sesso, con freddezza e convinzione le dissi che accettavo la prova. Se lo desiderava poteva andare con lui, ancora una volta, senza condizioni… si poteva far scopare come meglio le aggradava mentre mi mettevano le corna.

E dopo… dopo saremmo stati liberi, io di chiedere il racconto di ciò che era accaduto e lei, a sua volta, libera di decidere se lasciarmi nei dubbi o spiattellarmi ogni particolare, sia del cazzo dell’amante che di come se lo era preso in corpo.

Assistetti a tutto come fossi invisibile: da quando lei lo chiamò civettando per fargli capire che se la poteva fottere, a quando, qualche sera dopo scelse l’intimo più spregiudicato, con abiti e scarpe un po’ da troia, per offrirsi meglio al suo amante.

Restai solo a casa, sofferente e umiliato ma in totale disaccordo con la mia sessualità che mi incuteva un doloroso piacere e, spesso, sia l’inturgidimento del cazzo che un disagio alle palle… quando andò da lui avevo le farfalle nello stomaco ma quando, ore dopo, tornò sorridente ed evidentemente soddisfatta, nonostante il trucco fosse più vissuto e gli abiti più stropicciati, mi sciolsi da quella morsa dell’attesa e piansi… ma il piacere che provai al solo vederla fu immenso. Non dovette nemmeno parlare molto… aveva un odore di sesso addosso e una rilassatezza nel corpo e nei tessuti che parlavano per lei… non si rifiutò a me e, nonostante, spossata mi lasciò godere del suo amore appena regalato a un altro.

Corollario di Giovanna Esse

Forte della pluriennale esperienza proveniente da centinaia di contatti, confidenze e confessioni, mi permetto di interagire, in conclusione, a questa bella storia di corna godute appieno dalla coppia sposata.

Ognuna di noi (vale anche al maschile) ha una doppia personalità, una sociale che si adegua alle tradizioni e agli atteggiamenti morali della società in cui viviamo, l’altra squisitamente collegata alla nostra forma di libido, alla nostra eccitabilità e alla nostra formazione “erotico-sessuale”. Questa personalità, quasi sempre occulta e privata, si è formata grazie a processi complicati, ma estremamente pregnanti, che scaturiscono dal nostro livello di libidine (quindi: prettamente un fenomeno caratteristico fisico) dalle prime esperienze soprattutto dell’infanzia, e, probabilmente, persino dagli strascichi del nostro karma, influenzato da esperienze delle vite precedenti.

La nostra società estremamente conformista si basa sull’unione di due adulti, permettetemi ancora di parlare di “matrimonio” vero e proprio, da questa unione in poi può nascere il piacere e il rispetto per le esigenze dell’altro oppure la negazione bieca e ottusa. Dalla negazione della sessualità del partner e dall’incapacità di cercare insieme delle soluzioni soddisfacenti nasce solo il disagio, la menzogna e il male comune.

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