Mamma - Ma da quanti ti fai inculare?

Giovanna Esse
18 days ago
Mamma - Ma da quanti ti fai inculare?

A scuola ero anticipatario di un anno e già a 17 anni mi sono iscritto all'università, e sono partito per un paese del nord, lasciando sola mia madre. Il distacco è stato traumatico sia per me ma soprattutto per lei. In un anno sono tornato a casa 3 sole volte e sempre per brevi periodi. Inizialmente percepivo a distanza la sua solitudine ma poi, pian piano qualcosa è cambiato e ne sono stato felice: mi rattristava molto saperla sconsolata.

Dopo questo primo anno ho chiesto il trasferimento a Napoli e mi sono iscritto ad ingegneria elettronica digitale, una facoltà tutta nuova e che mi permetteva di recuperare gli esami già sostenuti. Eravamo molto più vicini e una o due volte al mese tornavo a casa. Ogni volta che tornavo la trovavo sempre più bella, dolce e serena, quasi felice.

E' stato a pasqua di quell'anno che, per motivi di trasferimento sella sede di facoltà presso il nuovo Campus di scienze, la facoltà è rimasta chiusa per 2 settimane in prossimità delle feste pasquali. Senza aver avvisato a casa, ho preso l'autobus e sono rientrato in anticipo. Ero felicissimo, potevo stare con la mia dea per 15 giorni e godere della sua esistenza. Arrivo in città alle 22 e prendendo il mezzo pubblico mi sono avviato verso casa (abitavamo in una villetta alla periferia sud della città).

Arrivo e la trovo stranamente vuota. Erano circa le 23 e di mia madre non c'era traccia. Pensando che si fosse fermata presso qualche amica o parente, ho fatto una doccia veloce e mi sono fiondato nel letto addormentandomi quasi subito.

Saranno state le 3 di notte quando sento aprirsi la porta della mia stanza e le labbra sue che si appoggiavano delicatamente sulle mie. Ci siamo abbracciati e baciati con molta passione e senza proferire alcuna parola abbiamo scopato per molto tempo. mentre la fottevo, però, avvertivo qualcosa di strano ma non sapevo attribuire alcuna causa a questa fastidiosa sensazione. Lasciai perdere e ci addormentammo l'uno tra le braccia dell'altra. Mi sono svegliato il mattino dopo con ancora indosso quella strana inquietudine ed una domanda che come un tarlo si era insinuata nella mia mente: Dov'era stata sino alle tre di notte?.

Non resistendo a questo dubbio, le ho chiesto dove fosse stata e evasivamente mi ha risposto che si era fermata a casa di una zia e che poi si era fatta accompagnare da un amico di famiglia. Quasi senza rendermene conto ho telefonato a questa zia chiedendole se per caso mamma avesse dimenticato da lei il foulard. Mi rispose che non aveva cercato in quanto alle 22 dopo che era andata via si era messa a letto. Cinque ore. Dov'era andata?

Occorre precisare che nella nostra cerchia di amicizie, c'erano tre coppie con le quali si era creato un clima di affiatamento dovuto alla coetaneità e alla presenza di figli ormai grandicelli. Un gruppo molto affiatato all'interno del quale i mariti non disdegnavano di fare una corte, nemmeno tanto velata a mia madre, single e bella da urlo. Dopo aver fatto colazione mia madre mi comunica che avevano chiamato tutti i miei amici che avevano organizzato delle gite alle quali ero invitato. Non ci volevo andare ma dopo l'insistenza di mia madre, anche se a malincuore accettai.

La mattina successiva, intorno alle 8,30 zaino in spalla e mi avvio verso il luogo dell'appuntamento, che distava circa mezz'ora di strada. A metà percorso mi accorgo di aver scordato il portafogli con documenti e denaro e, non potendo farne a meno mi sono avviato verso casa. Arrivato a destinazione noto che le finestre sono tutte aperte mentre non avrebbero dovuto in quanto mia madre doveva andare a lavoro. Non so il motivo ma non entrai in casa e feci il giro della villetta per spiare dalle finestre. E' dalla finestra della camera da letto che mi vidi crollare il mondo addosso.

Mia madre nuda ed in ginocchio e piegata in avanti mentre dietro un altro dei nostri amici, nudo anche lui che inequivocabilmente la stava inculando. Il Primo istinto è stato quello di entrare e fare un casino ma ho imparato nel corso degli anni a dominare i miei impulsi e, facendo attenzione in gran silenzio sono entrato in casa ho preso il portafogli e sono andato via. Non avrebbero sentito neanche le cannonate tanto erano immersi nel piacere. Non è stata una bella giornata e sono passato dalla furia omicida al desiderio di vendetta e all'architettare le peggiori cose.

Volevo chiamare le mogli e dire che si scopavano mia madre (ormai era chiaro che lo facevano tutti e tre): volevo sputtanarli e svergognare lei, ma pian piano la rabbia è sbollita e riacquistata la pacatezza d'animo ed un briciolo di logica serenità mi sono posto la domanda : Che diritto avevo io di intromettermi nella vita privata di mia madre e di giudicare le sue azioni.

Aveva vissuto una vita di stenti e patimenti ed ora, a 40 anni suonati, con un briciolo di serenità economica e sentimentale aveva ceduto, come era giusto che fosse, all'urlo della carne. Bellissima e focosa (credimi lo era davvero) aveva tutto il diritto di dare sfogo alla sua sessualità prorompente. Si può fare la tara morale sulla scelta dei compagni ma, all'epoca non è che ci fossero tante possibilità senza essere tacciate di puttanesimo. In fin dei conti era solo una necessità fisiologica. Mi sono allora ripromesso di andare sino in fondo e verificare chi e quanti davano un po' di gioia a mia madre.

La mattina dopo, svegliatomi di buonora, ho fatto colazione mentre lei dormiva e preparato un vassoio ho portato caffè e colazione a letto svegliandola con un bacio. Ha aperto gli occhi e mi ha regalato un sorriso che mi ha fatto riconciliare con il mondo. Sono entrato nel letto con lei ed ho aspettato che terminasse. A quel punto le ho chiesto: mamma quanti sono?

Mi guarda allibita e mi chiede: chi?

Quelli che ti porti a letto - le dico d'un fiato.

Mi sono subito vergognato di quello che avevo detto e le dissi: mamma scusami ma ti ho vista mentre l'amante lo ha infilato nel culo e la zia mi ha detto che siete andati via alle 22 e quindi sei stata 5 ore con lui.

Sconvolta mi ha chiesto: che fai, mi controlli?

No, le ho.risposto, è che ti amo e non voglio che ti faccia del male o che te ne facciano. Dopo una vita di stenti e di sacrifici, non credi che anche io abbia il diritto a lasciarmi andare e godere dei piaceri che per lungo tempo mi sono volontariamente negati? Lo diceva con le lacrime agli occhi e mi ha fatto tanto male. Si è alzata, vestita alla meglio ed è andata via.

Mi sono sentito un verme. Credimi, a distanza di tanti anni, il semplice fatto che te lo sto raccontando mi fa ancora male. Non ho saputo capirla ed avrei dovuto correrle dietro e scusarmi, farmi perdonare, ma non l'ho fatto e le ho lasciato dentro tanto dolore.

È stata fuori tutta la giornata e verso sera, quando ormai ero in preda al panico, l'ho vista rientrare con gli occhi gonfi per le lacrime versate. Di corsa l'ho abbracciata, baciata e stretta a me, chiedendole perdono per la mia cattiveria.

Mi ha baciato a fior di labbra e mi ha detto: il mio solo amore sei tu, gli altri sono solo strumento per alleviare le mie giornate di solitudine.

Mi ha preso per mano e mi ha portato in camera, mi ha spogliato si è inginocchiata e mi ha fatto il miglior bocchino della mia vita. Poi abbiamo scopato tutta la notte.

Quando all'alba ci siamo rilassati mi ha chiesto: cosa hai fatto e sentito quando A****** me lo stava mettendo nel culo? Stai tranquillo e dimmi ciò che hai provato.

Mi è piaciuto e mi sono anche eccitato - risposi abbassando gli occhi.

Mi ha sollevato il mento e mi ha chiesto: ti piacerebbe spiarmi se lo faccio di nuovo?

Col viso in fiamme ho risposto che mi sarebbe piaciuto moltissimo.

Bene, allora vediamo di organizzarci. Che ne dici se facciamo un buco sulla parete tra la camera e lo stanzino? Così potrai nasconderti e spiare tutto ciò che succede. Sai, faresti eccitare pure me.

Inutile dire che fu realizzato a regola d'arte con un mirino che garantiva una visuale molto ampia e abilmente dissimulato frontalmente al lettone.

Per molto tempo l'ho spiata mentre la fottevano e ben presto l'ha fatto guardando verso il mirino, sorridendomi e inviandomi baci.

I suoi amanti erano quattro ed una sola volta si è fatta prendere contemporaneamente da due di loro.

Amore mio (consentimi questa licenza), probabilmente questa parte della mia vita non avrei dovuto svelarla ma a raccontartela mi sono liberato di un peso che mi opprimeva da troppo tempo.


Con te riesco a liberarmi e se lo vorrai romanzare, so che lo farai con delicatezza e rispetto per colei che mi ha generato ed amato alla follia.

Per info, confidenze e confessioni su erotika - tizzycostanzo@gmail.com

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