Mamma - infanzia violata dal suo amante
La confessione di un signore d'età che ha goduto nel lasciarsi finalmente andare per raccontarmi le avventure di una vita da sottomesso del sesso incestuoso. Ecco, tutto per voi in un nuovo avvincente racconto.
Mia dolce Musa,
ho scoperto che è un gran piacere scrivere e che, anche se non ho le doti che consentono di romanzare un episodio, il saper e poter raccontarsi mi riempie di soddisfazione.
Potrei essere quì a scriverti per ore, giorni o mesi e la mia predisposizione non scemerebbe di un millimetro. Poi ci sei tu, musa o dea che ti ho eletta a custode delle mie nascoste verità.
Di episodi te ne potrei narrare a migliaia ma cercherò di focalizzare la tua attenzione su ciò che è più chiaro nella mia mente. Suddividerò questa parte in quattro filoni che riguardano i mie partner nei vari periodi storici per consentirti di contestualizzarli al meglio.
Come ben sai, l'errore alla base di queste morbose attenzioni è stato quello di confidare al porco ciò che quotidianamente subivo a scuola.
La sua natura disturbata e morbosa, dovuta anche alle attenzioni che rivolgeva a mia madre (come scoperto successivamente), lo hanno autorizzato e disporre di me come meglio gli piaceva. Fino a quando c'era un debito da pagare, eravamo cosa sua.
Ti racconto quella prima violenza nei dettagli.
Rientro da scuola che erano le 14,00. Fame da lupo, frustrazione per le angherie dei compagni e il piacere di trovarsi nel rifugio che mi isolava dal resto del mondo, la mia casa.
Come ogni giorno trovo ad aspettarmi sull'uscio di casa il "caro zio". entriamo, mi scalda la minestra e si siede a tenermi compagnia mentre mangio. Il tutto molto caldo e molto bello e mi fa rilassare al punto di dire: zio vorrei chiederti una cosa su un fatto che mi è successo a scuola. E giù a raccontare tutto l'antefatto, il gioco dei piselli, la casamatta, il tentativo dei compagni e le vessazioni in classe. Mi ascoltava con grande interesse e sembrava fortemente partecipe delle mie sofferenze.
Sparecchiamo, mettiamo ordine e ad un certo punto, mi chiede di avvicinarmi.
In piedi, di fronte a lui, mi slaccia la cintura, i bottoni e mi abbassa i pantaloni e le mutandine. Ero confuso e non capivo cosa succedeva. La cosa che per prima ho notato, è stata l'espressione del suo viso che si è trasformata quasi in un ghigno e che mi ha messo davvero paura. Pensavo volesse sculacciarmi per punirmi di qualcosa che avevo fatto ma, con mia grande sorpresa,mi prende il pisello con le mani e comincia a sfregarlo. Miracolo, miracolo, lo sento che si allunga e si indurisce e subito un commento da brividi : "e bravo il porcello, ora provvediamo a metterti sulla giusta strada" e giù un colpetto alle palline che mi hanno fatto piegare in due. In quella posizione mi ha fatto ruotare e ho immediatamente avvertito un qualcosa che mi faceva allargare le chiappe. Istintivamente ho stretto i glutei facendo partire una violenta manata che mi ha tolto il respiro. "Se ci provi ancora ti faccio mangiare le tue palline" il suo avvertimento. e senza che potessi reagire mi ha ficcato violentemente un dito nel culo. Mi mancava il respiro e prima che potessi dire qualcosa, me ne sono ritrovati due dentro.
Lacrime, implorazioni e disperazione, non sono serviti dal farlo desistere. Per fortuna, il tentativo di introduzione del terzo non è riuscito, ma questo lo ha fatto rabbuiare ancora di più, tanto che, tirate fuori le dita, mi ha acciuffato per i capelli e mi ha trascinato in camera da letto.
Mi ha fatto inginocchiare e si è lentamente spogliato tirando fuori un "mostro" lungo e grosso. Una cosa del genere non mi è mai più capitato di vedere.
Prendendomi di nuovo per i capelli lo ha avvicinato alla mia faccia e mi ha ordinato di aprire la bocca. Puzzava da fare schifo; puzzava di urina a di un qualcosa che allora mi pareva indefinito. Era sborra rinsecchita. Col sapone non amava frequentarsi.
Me lo ha avvicinato alle labbra e ha cominciato a spingere. Le ho serrate e mi è arrivata una sberla da rimbecillirmi. Ho aperto la bocca e ci si è infilato dentro con violenza. Era grosso, grossissimo, lunghissimo (Col senno di poi, bellissimo) e nella mia boccuccia ci entrava con gran fatica la sola cappella.
Ha cominciato a pompare e spingeva sempre di più;grugniva come un maiale e mi diceva "che splendida boccuccia, meglio di tua madre". Non capivo ma ero troppo impegnato a non soffocare. Mi ha scopato furiosamente la bocca sino a quando dei grossi fiotti di sperma m' hanno inondato. Stringendomi il naso mi ha obbligato ad ingoiare il tutto, accasciandosi poi sul letto.
Questo è il primo di tre episodi che ti voglio dettagliare sul mio svezzamento da adolescente disponibile.
Questo era il primo: Furto dell'infanzia.
Prossimo: Perdita della verginità anale.
E poi, a seguire, il prestito del frocetto (IO)al gruppo di amici.
Voglio ringraziarti per avermi dato la possibilità di portare fuori qualcosa che tenevo chiuso in me. E poi la gioia che mi dai nel dialogare con te, una splendida donna. Grazie a madre natura che ha potuto riunire in te quanto di più bello esiste: La bellezza, La grazia e, soprattutto, La grande intelligenza.
Un bacio mia dolce creatura.
Era steso sul letto con le brache alle caviglie, la canottiera tirata sula pancia pelosa ed il mostro che seppur moscio, era enorme.
Mi ha chiesto di sdraiarmi accanto a lui sul letto mi ha preso per i capelli e avvicinandomi col viso alla sua pancia mi ha ordinato di pulirlo e di succhiarlo per tirarlo su.
Non ho opposto resistenza ed ho fatto ciò che mi chiedeva, rendendomi partecipe del miracolo dell'erezione, vedendo quel totem erigersi e gonfiarsi al punto di far diventare violacea la cappella.
- Sei proprio una brava puttanella, succhi proprio bene, sembra che tu non abbia mai fatto altro. Ed ancora una volta mi dice - sei molto più bravo di quella zoccola di tua madre. Non sapevo cosa pensare e non ho nemmeno avuto il tempo di pensarci che mi ha sollevato di peso e mi ha girato a pancia in giù. Ha afferrato un cuscino e me lo ha sistemato sotto la pancia facendo andare su i glutei. ha aperto le semisfere e ci ha sputato al centro. Con la punta del cazzo ha distribuito la salive lungo lo spacco ha puntato il buchino ed ha dato una botta tremenda facendo entrare d'un colpo la capocchia e una parte del tronco.
Mentre lo faceva ha avuto la freddezza di schiacciarmi il viso sul materasso e il tremendo urlo che ho lanciato non è stato udito da nessuno.
Avevo il culo in fiamme gli intestini dolenti, il volto rigato di lacrime e il senso della vergogna e della umiliazione soffusa che mi sembrava mi avessero spedito all'inferno.
- Se gridi ancora ti spacco in due, mi ha minacciato e, prendendomi per i capelli, ha affondato tutto sino a sentire le sue palle sbattere contro le mie. ha cominciato a pistonare con violenza ed ogni tanto diceva: oggi a te, domani spacco il culo di tua madre. Ad un certo punto ho sentito una calore intenso pervadermi l'intestino ed il suo cazzo pulsare. Avrà sparato sei o sette schizzi ed è stato allora che ho provato una sorta di piacere nel sentirmi riempito.
Lo ha tirato fuori e come se nulla fosse si è rialzato si è pulito sul mio culetto e lo ha rimesso nelle mutande, senza neanche pensare a lavarsi.
Ho avuto la fortuna di prendere da mia madre in quanto una grande elasticità dei tessuti ha impedito che il mio ano subisse lacerazioni per le dimensioni abnormi di quel cazzo.
Per quel che ne sapevo, un vecchio che avesse quelle potenzialità era un fatto anomalo. Per me e per le concezioni dell'epoca, a 55 anni era ritenuto molto vecchio, quasi con un piede nella fossa.
Ormai ero diventata la sua puttana sempre pronto a soddisfare le sue richieste non sapendo che le sue soddisfazioni se le prendeva anche con mia madre.
A tutto ero preparato ma non ad essere una puttana per tutti.
Ricordo la data, 18 marzo 1966, mia madre era appena partita per Roma per una serie di accertamenti medici, e mi aveva lasciato a casa, ignorando ciò che di solito vi succedeva. Alle 16,00 bussò alla mia porta e mi disse di scendere con lui nel locale che adibiva a deposito.
Appena arrivati mi disse di spogliarmi e mi pose dell'intimo da indossare. Slip, sottana, reggiseno imbottito, reggicalze e calze. Il tutto rubato dai panni stesi a mia madre, tranne il reggiseno che era decisamente piccolo per la terza abbondante di mia madre, lo aveva comprato e gonfiato per me. Ciliegina sulla torta, una parrucca bionda ed un abitino corto. Mi fece sedere e mi truccò il viso e gli occhi con strana maestria. Mi fece mettere davanti ad uno specchio e mi fece ruotare su me stesso. Giuro che ciò che vidi mi lasciò di stucco, ero un pezzo di fica da far paura.mise un puff al centro della stanza e mi ci fece sedere sopra e mi disse di aspettare senza muovermi.
Dopo qualche minuto rientrò e con se c'erano altri quattro "vecchi" che facevano un casino e che restarono a bocca aperta nel vedermi.
Si avvicinarono e cominciarono a toccarmi ovunque. Puzzavano di vino e anche da loro proveniva "l'odore di vecchio" come il suo: urina e sborra rinsecchita. Era una banda di maiali.
Il più volgare dei quattro si avvicinò a me, si calò i pantaloni e le mutande si avvicinò alla mia bocca e mi disse: succhialo zoccola, vediamo cosa sai fare, puzzava da schifo ma lo presi in bocca e cominciai a succhiare. Da molliccio che era ma con palle enormi e piene, lo feci diventare duro e, lo confesso ora a distanza di anni, mi piaceva farlo e sentire al puzza di maschio mi inebriava.
Ad un certo punto si fermò, lo tirò fuori dalla bocca e disse: forza è una brava bocchinara, datevi da fare.
Ad uno ad uno me lo infilarono in bocca e a tutti lo feci mettere in tiro, Mi piaceva tanto ma diedi loro l'impressione che mi stessero violentando. Nessuno era venuto e dopo tanti preliminari fatti di dita cinghia ed altro, mi fecero mettere a pancia in giù sul puff e presero ad incularmi a turno. Non soffriii molto perchè a differenza di mio zio avevano dei cazzettino e poi perchè avevo il culo ben allenato. Lo fecero più volte ed alla fine presero dell'olio col quale mi unsero ben bene il culo e provai per la prima volta il perfido gioco dell'imbuto anale. Infatti, un imbuto col becco molto largo mi venne infilato nel culo e legato con delle cinghiette. A turno si avvicinarono segandosi e sborrarono nell'imbuto. Il più porco di tutti parlò a mio zio in un orecchio e ridacchiando si avvicinò e ...... per la prima volta sperimentai il pissing, prima addosso e poi nell'imbuto.
Dopo circa tre ora di queste torture (che ora nel ricordo giudico piacevoli) se lo fecero pulire con la mia lingua e andarono via. fui lasciato li da solo per tutta la notte e vomitai l'anima. alle 6 del mattino successivo, il vecchio venne a riprendermi e mi portò su casa per farmi lavare e andare a scuola.
Una vera puttana, ecco cosa ero per lui. Uno sborratoio da usare all'occorrenza. Ma la morte non perdona nessuno e se lo portò via tra atroci sofferenze con un tumore alla prostata. Fu grande festa all'annuncio della sua dipartita.
Fu li che seppi di mia madre e del pagamento in natura del nostro grosso debito. Mentre lei, di me non seppe mai nulla, almeno credo.
Per info, confidenze e confessioni su erotika : tizzycostanzo@gmail.com
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