"Vieni pure dentro" ha detto mia suocera

Giovanna Esse
17 days ago
"Vieni pure dentro" ha detto mia suocera

Mia suocera Franca è una donna matura, pesante, una xxl come piace a me: 58 anni, di altezza media, capelli a caschetto tinti di biondo, occhi profondi, bocca carnosa, forme abbondanti, debordanti. Epperò, a dispetto dei volumi del suo corpo, è volitiva ed allegra, in un ambiente familiare invece piuttosto pigro e grigio, con un capofamiglia (mio suocero Ruggero) permanentemente depresso e immusonito. Insomma, una donna che mi piace per il corpo e per lo spirito, ma che è anche la madre della mia Fiorella, che, ahimè, non le rassomiglia né nel fisico (lei è ben modellata, ma asciutta) né nel temperamento (molto, sin troppo, misurato), anche se è una moglie premurosa, adorabile sotto tutti gli aspetti.

Sono anni che vivo questo conflitto interiore inespresso. Ogni volta che sto vicino a mia suocera non riesco a fare a meno di occhieggiare vogliosamente quel suo gran culo e le sue zinnone, che scoppiano dentro le gonne e le magliette che lei indossa con nonchalance, ma trattengo il respiro e reprimo decisamente ogni tentazione. “No, la suocera no!”, ripeto tra me e me ossessivamente, pensando che Fiorella non merita di essere ingannata e tradita, senza contare l’incognita delle possibili reazioni negative della stessa mia suocera. Mi impongo questa autocensura, ma certo non riesco ad impedire alla mia fantasia di immaginarmela nuda o in baby doll, con quel vertiginoso saliscendi che fanno quelle zinne e quelle chiappone quando si muove dentro casa.

Il ménage sessuale con mia moglie è regolare e abbastanza 
soddisfacente, ma non nascondo che l’immagine giunonica di mia suocera mi torna spesso alla mente e allora, al colmo dell’eccitazione, mi tiro segoni furibondi, sognando di palparle vogliosamente quelle forme opulente e di scaricarle proprio sulle parti più morbide e generose fiotti di sborra.

Ma oggi è accaduto quel che mai mi sarei aspettato. Mi trovavo a casa sua a ripararle l’ingranaggio difettoso di una serranda che inutilmente lei aveva segnalato al marito e, pur lavorando, come sempre non mancavo di spiarla, tanto più che era in vestaglia semitrasparente e le si intravedevano lembi vertiginosi di intimità. Finito il lavoretto, la chiamo per mostrarle come azionare il tirante della serranda.

La invito a provarci. Lei lo fa senza la necessaria presa e la stringa le sfugge di mano; perde lievemente l’equilibrio e, di spalle, mi finisce addosso. Istintivamente la blocco sui fianchi per non farla cadere, ma inevitabilmente il suo culone si schiaccia duramente contro la mia patta già gonfia. “Ooohhh!”, grida lei per il piccolo spavento collegato all’istantaneo sbandamento, “Oddio! stavo per cascare!”. La trattengo avvolgendola per i fianchi, chiudendo le mie braccia sulla sua pancia rotonda, proprio sotto le zinne penzolanti. Il mio cazzo ritto dentro i pantaloni si piazza proprio in mezzo al solco delle sue chiappe.

E’ un attimo, ma a me pare interminabile, e percepisco una sorta di piccolo ondeggiamento del suo posteriore, come a voler saggiare la consistenza della mia protuberanza. La rilascio, si riprende e si gira verso di me, esclamando: “Grazie Marcello .. se non c’eri tu rischiavo di rompermi l’osso sacro!”. Tira un sospiro di sollievo, ma lo sguardo si indirizza istintivamente verso il basso, perché la mia baionetta è tutta sguainata e minaccia di lacerare il pantalone. E’ una donna di spirito, non si perde d’animo, mi sorride maliziosamente e affettuosamente mi sgrida: “Ehi, ehi … che mi fai vedere Marcello? …. Ma queste son cose che succedono agli adolescenti, non agli uomini sposati”.

Sono in grande imbarazzo, con quel pistolone puntato contro di lei. Tento di risponderle farfugliando frasi un po’ sconnesse: ”Oh sì, scusa … no … è che … non so…” . Lei mi irride per quel mio balbettare, poi mi accarezza con fare materno, mi invita a sedermi sul divano dicendomi: “Su, dai, Marcello, non è niente . … siediti e calmati un po’, vado a prenderti un bicchiere d’acqua”.

Ne approfitto per sistemarmi un po’ meglio l’ingombro inguinale, lei torna dalla cucina col bicchiere e, con grande disinvoltura, riprende il discorso interrotto in tono canzonatorio: “Allora? ... ti sta passando? .. non ti preoccupare, non mi sono scandalizzata, né mi sono offesa…. meravigliata un po sì!”

Con gli occhi bassi e con voce un pò flebile cerco di spiegarle: “Scusa mamma …. non vorrei che tu pensassi male di me … ma certe cose avvengono anche involontariamente” . Ridacchiando Franca mi chiede: “Insomma vorresti dire che …. è colpa mia?”

Approfitto della battuta per sdrammatizzare e le rispondo anch’io in tono semischerzoso: “Beh, se devo essere sincero, penso proprio di sì!” “Ah!”, esclama mia suocera, “è colpa mia!?... . E cosa farei io per provocarti queste reazioni?”

Ritrovo una maggiore padronanza emotiva e comincio a replicarle in maniera tendenziosa: “Non ho bisogno di dirtelo io! . Basta che ti guardi allo specchio e ti rispondi da sola!” Lei si alza, si piazza dinanzi a me e, con sguardo di sfida, mi dice: “Eccomi qua… dimmi, cosa ti manda in effervescenza? . Queste?...”, e, aprendo sul davanti la vestaglia si solleva leggermente le zinne con le mani come soppesandole: “O queste?”, slacciando la vestaglia e scoprendo le coscione sino all’altezza degli slip. Poi si gira di spalle, tira su la vestaglia sopra le spalle e, offrendomi la vista delle sue chiappone solo parzialmente coperte dallo slip nero, mi chiede: “O questo?”

Deglutisco a fatica e, mentre mi chiedo se sogno o son desto, lei si sfila la vestaglia e resta nuda con le calze autoreggenti e lo slip. Mi si avvicina ancora di più e, guardandomi intensamente negli occhi, mi ripete con voce sensuale: “Allora? Mi sai dire di chi è la colpa?” E, visto che resto ancora imbambolato, mi prende la mano e la porta su una delle sue mammellone: “Tocca, tocca…”.

Eseguo macchinalmente, le tocco entrambi i meloni, mi sembra davvero di sognare. Si gira di nuovo e mi indirizza le mani sul suo culone: “Tocca anche qui, dai!” . Affondo le mani certa forza su quelle chiappe. Sono eccitato e frastornato, mi sembra tutto irreale. Lei continua a ridacchiare e a chiedermi: “Allora? Che mi dici? Sai che sono davvero curiosa di sapere cosa ti turba di più…” A quel punto nella testa mi scoppia un ingorgo di pensieri, ma uno si fa largo su tutti: “La suocera, perché no? Già, perché no?” D’un tratto svaniscono dubbi e sensi di colpa, tanto più che è lei che ha preso l’iniziativa. La prendo alle spalle stringendole con forza le zinne, spingo il bacino schiacciandole di nuovo il cazzo inalberato contro le chiappe e le dico ansimando nelle orecchie: “Mamma, di te mi turba tutto … . Il culo, le zinne, la bocca …. Sei una bonazza …. E sono anni che desidero di ficcarti il mio cazzo in tutti i buchi”.

Le dico queste cose tutte d’un fiato, con un coraggio che non pensavo di avere. Franca non si scompone, si lascia andare ai miei palpeggiamenti, struscia oscenamente le sue chiappe contro la mia patta, e mi risponde sorridendo: “E tu pensi che non me ne sia accorta che mi guardi il culo e tutto il resto? .. Pure io sono stata molto combattuta se stare al gioco oppure no . Ma oggi, quando ti ho visto così infoiato, mi è venuta quasi un po’ di compassione. Mica puoi crepare in corpo, figlio mio!..... dai, su, non perdiamo tempo. Spogliamoci!”

Lei si sfila gli slip, si accosta alla poltrona e si mette a pecora appoggiandosi allo schienale. Io mi svesto come un fulmine e, in men che non si dica, libero il pistolone che ha raggiunto rapidamente la sua massima estensione, le appoggio la cappella sul bucone del culo e comincio la più bella sgroppata della mia vita. L’uccellone è grosso e vibrante, ma anche il buco del culo non è tanto stretto (penso tra me e me: “Chissà quante volte la porcona se lo è fatto stantuffare!”). Penetro dunque con relativa facilità mentre lei si lascia andare ad un lungo sospiro, accompagnando la cavalcata con espressioni oscene: “Dai, dai, Marcello …. montala per bene la tua giumenta …. aaaahhhh .. sìììì… sfondamelo il culoooo!!!”

“Ooohhhh … sìììììì .. mammaaaa…. quante volte ho sognato di montarti cosììììì!!!” Me la pompo con vigore per cinque minuti buoni, tenendola per i fianchi; ad ogni colpo lei emette gemiti ed esclamazioni, invoca la mamma e tutti i santi, mentre con gli occhi chiusi la pistono senza tregua. Poi lo tiro fuori e, più inturgidito che mai, glielo ficco nella ficona che già sbrodola, continuando a pomparla da dietro e schiantando con forza crescente (ciak-ciak) il mio bassoventre contro le sue chiappone burrose. Per altri quattro-cinque minuti il mio cazzo la trivella come un trapano, poi la pressione idraulica dei miei coglioni diventa incontenibile e mi fa esplodere dentro la sua fregna pelosa due-tre decilitri di calda crema.

E’ più forte di me, non ho il tempo di pensare al rischio di ingravidarla. Che io sappia, dovrebbe essere in menopausa già da qualche anno, ma non ne sono certo. Comunque lei non fa una piega, all’improvviso mi avverte che dobbiamo rimetterci in ordine perché mia moglie sarebbe rientrata da un momento all’altro. E difatti non passano cinque minuti che Fiorella suona al citofono.

E’ stupefacente la disinvoltura con cui lei accoglie la figlia e le fa le feste usuali, con la gioiosità che le è naturale. Ci tratteniamo a chiacchierare ancora una decina di minuti, ma, prima di andar via, approfittando che mia moglie è momentaneamente in bagno, mi sussurra in un orecchio:”Scusa Marcello… sì, è stata una follia. ma cosa vuoi? non si può essere sempre razionali ed equilibrati .. a me è piaciuto … ma credo anche a te!”

Le rispondo un po’ esitante: “Oh, sì, certo ... ma ...” Coglie al volo la mia apprensione e mi apostrofa in tono canzonatorio: “Mica sarai preoccupato per …. uuhhmmm … non credo di poter ancora restare incinta …. ma se anche fosse, saprei io come coprire la cosa … tranquillo!“..

A questo punto le ho sorriso sussurrandole sottovoce: “Mamma, sei stata favolosa! … “ Piuttosto, non penso che finisca tutto qui… Il difficile era rompere il tabù ... ora dipende solo da noi …”, mi risponde ridacchiando, e, strizzandomi energicamente i coglioni, aggiunge: “Sempreche’ se te la senti …..”

Mia suocera Franca è una donna matura, pesante, una xxl come piace a me: 58 anni, di altezza media, capelli a caschetto tinti di biondo, occhi profondi, bocca carnosa, forme abbondanti, debordanti. Epperò, a dispetto dei volumi del suo corpo, è volitiva ed allegra, in un ambiente familiare invece piuttosto pigro e grigio, con un capofamiglia (mio suocero Ruggero) permanentemente depresso e immusonito. Insomma, una donna che mi piace per il corpo e per lo spirito, ma che è anche la madre della mia Fiorella, che, ahimè, non le rassomiglia né nel fisico (lei è ben modellata, ma asciutta) né nel temperamento (molto, sin troppo, misurato), anche se è una moglie premurosa, adorabile sotto tutti gli aspetti.

Sono anni che vivo questo conflitto interiore inespresso. Ogni volta che sto vicino a mia suocera non riesco a fare a meno di occhieggiare vogliosamente quel suo gran culo e le sue zinnone, che scoppiano dentro le gonne e le magliette che lei indossa con nonchalance, ma trattengo il respiro e reprimo decisamente ogni tentazione. “No, la suocera no!”, ripeto tra me e me ossessivamente, pensando che Fiorella non merita di essere ingannata e tradita, senza contare l’incognita delle possibili reazioni negative della stessa mia suocera. Mi impongo questa autocensura, ma certo non riesco ad impedire alla mia fantasia di immaginarmela nuda o in baby doll, con quel vertiginoso saliscendi che fanno quelle zinne e quelle chiappone quando si muove dentro casa.

Il ménage sessuale con mia moglie è regolare e abbastanza 
soddisfacente, ma non nascondo che l’immagine giunonica di mia suocera mi torna spesso alla mente e allora, al colmo dell’eccitazione, mi tiro segoni furibondi, sognando di palparle vogliosamente quelle forme opulente e di scaricarle proprio sulle parti più morbide e generose fiotti di sborra.

Ma oggi è accaduto quel che mai mi sarei aspettato. Mi trovavo a casa sua a ripararle l’ingranaggio difettoso di una serranda che inutilmente lei aveva segnalato al marito e, pur lavorando, come sempre non mancavo di spiarla, tanto più che era in vestaglia semitrasparente e le si intravedevano lembi vertiginosi di intimità. Finito il lavoretto, la chiamo per mostrarle come azionare il tirante della serranda.

La invito a provarci. Lei lo fa senza la necessaria presa e la stringa le sfugge di mano; perde lievemente l’equilibrio e, di spalle, mi finisce addosso. Istintivamente la blocco sui fianchi per non farla cadere, ma inevitabilmente il suo culone si schiaccia duramente contro la mia patta già gonfia. “Ooohhh!”, grida lei per il piccolo spavento collegato all’istantaneo sbandamento, “Oddio! stavo per cascare!”. La trattengo avvolgendola per i fianchi, chiudendo le mie braccia sulla sua pancia rotonda, proprio sotto le zinne penzolanti. Il mio cazzo ritto dentro i pantaloni si piazza proprio in mezzo al solco delle sue chiappe.

E’ un attimo, ma a me pare interminabile, e percepisco una sorta di piccolo ondeggiamento del suo posteriore, come a voler saggiare la consistenza della mia protuberanza. La rilascio, si riprende e si gira verso di me, esclamando: “Grazie Marcello .. se non c’eri tu rischiavo di rompermi l’osso sacro!”. Tira un sospiro di sollievo, ma lo sguardo si indirizza istintivamente verso il basso, perché la mia baionetta è tutta sguainata e minaccia di lacerare il pantalone. E’ una donna di spirito, non si perde d’animo, mi sorride maliziosamente e affettuosamente mi sgrida: “Ehi, ehi … che mi fai vedere Marcello? …. Ma queste son cose che succedono agli adolescenti, non agli uomini sposati”.

Sono in grande imbarazzo, con quel pistolone puntato contro di lei. Tento di risponderle farfugliando frasi un po’ sconnesse: ”Oh sì, scusa … no … è che … non so…” . Lei mi irride per quel mio balbettare, poi mi accarezza con fare materno, mi invita a sedermi sul divano dicendomi: “Su, dai, Marcello, non è niente . … siediti e calmati un po’, vado a prenderti un bicchiere d’acqua”.

Ne approfitto per sistemarmi un po’ meglio l’ingombro inguinale, lei torna dalla cucina col bicchiere e, con grande disinvoltura, riprende il discorso interrotto in tono canzonatorio: “Allora? ... ti sta passando? .. non ti preoccupare, non mi sono scandalizzata, né mi sono offesa…. meravigliata un po sì!”

Con gli occhi bassi e con voce un pò flebile cerco di spiegarle: “Scusa mamma …. non vorrei che tu pensassi male di me … ma certe cose avvengono anche involontariamente” . Ridacchiando Franca mi chiede: “Insomma vorresti dire che …. è colpa mia?”

Approfitto della battuta per sdrammatizzare e le rispondo anch’io in tono semischerzoso: “Beh, se devo essere sincero, penso proprio di sì!” “Ah!”, esclama mia suocera, “è colpa mia!?... . E cosa farei io per provocarti queste reazioni?”

Ritrovo una maggiore padronanza emotiva e comincio a replicarle in maniera tendenziosa: “Non ho bisogno di dirtelo io! . Basta che ti guardi allo specchio e ti rispondi da sola!” Lei si alza, si piazza dinanzi a me e, con sguardo di sfida, mi dice: “Eccomi qua… dimmi, cosa ti manda in effervescenza? . Queste?...”, e, aprendo sul davanti la vestaglia si solleva leggermente le zinne con le mani come soppesandole: “O queste?”, slacciando la vestaglia e scoprendo le coscione sino all’altezza degli slip. Poi si gira di spalle, tira su la vestaglia sopra le spalle e, offrendomi la vista delle sue chiappone solo parzialmente coperte dallo slip nero, mi chiede: “O questo?”

Deglutisco a fatica e, mentre mi chiedo se sogno o son desto, lei si sfila la vestaglia e resta nuda con le calze autoreggenti e lo slip. Mi si avvicina ancora di più e, guardandomi intensamente negli occhi, mi ripete con voce sensuale: “Allora? Mi sai dire di chi è la colpa?” E, visto che resto ancora imbambolato, mi prende la mano e la porta su una delle sue mammellone: “Tocca, tocca…”.

Eseguo macchinalmente, le tocco entrambi i meloni, mi sembra davvero di sognare. Si gira di nuovo e mi indirizza le mani sul suo culone: “Tocca anche qui, dai!” . Affondo le mani certa forza su quelle chiappe. Sono eccitato e frastornato, mi sembra tutto irreale. Lei continua a ridacchiare e a chiedermi: “Allora? Che mi dici? Sai che sono davvero curiosa di sapere cosa ti turba di più…” A quel punto nella testa mi scoppia un ingorgo di pensieri, ma uno si fa largo su tutti: “La suocera, perché no? Già, perché no?” D’un tratto svaniscono dubbi e sensi di colpa, tanto più che è lei che ha preso l’iniziativa. La prendo alle spalle stringendole con forza le zinne, spingo il bacino schiacciandole di nuovo il cazzo inalberato contro le chiappe e le dico ansimando nelle orecchie: “Mamma, di te mi turba tutto … . Il culo, le zinne, la bocca …. Sei una bonazza …. E sono anni che desidero di ficcarti il mio cazzo in tutti i buchi”.

Le dico queste cose tutte d’un fiato, con un coraggio che non pensavo di avere. Franca non si scompone, si lascia andare ai miei palpeggiamenti, struscia oscenamente le sue chiappe contro la mia patta, e mi risponde sorridendo: “E tu pensi che non me ne sia accorta che mi guardi il culo e tutto il resto? .. Pure io sono stata molto combattuta se stare al gioco oppure no . Ma oggi, quando ti ho visto così infoiato, mi è venuta quasi un po’ di compassione. Mica puoi crepare in corpo, figlio mio!..... dai, su, non perdiamo tempo. Spogliamoci!”

Lei si sfila gli slip, si accosta alla poltrona e si mette a pecora appoggiandosi allo schienale. Io mi svesto come un fulmine e, in men che non si dica, libero il pistolone che ha raggiunto rapidamente la sua massima estensione, le appoggio la cappella sul bucone del culo e comincio la più bella sgroppata della mia vita. L’uccellone è grosso e vibrante, ma anche il buco del culo non è tanto stretto (penso tra me e me: “Chissà quante volte la porcona se lo è fatto stantuffare!”). Penetro dunque con relativa facilità mentre lei si lascia andare ad un lungo sospiro, accompagnando la cavalcata con espressioni oscene: “Dai, dai, Marcello …. montala per bene la tua giumenta …. aaaahhhh .. sìììì… sfondamelo il culoooo!!!”

“Ooohhhh … sìììììì .. mammaaaa…. quante volte ho sognato di montarti cosììììì!!!” Me la pompo con vigore per cinque minuti buoni, tenendola per i fianchi; ad ogni colpo lei emette gemiti ed esclamazioni, invoca la mamma e tutti i santi, mentre con gli occhi chiusi la pistono senza tregua. Poi lo tiro fuori e, più inturgidito che mai, glielo ficco nella ficona che già sbrodola, continuando a pomparla da dietro e schiantando con forza crescente (ciak-ciak) il mio bassoventre contro le sue chiappone burrose. Per altri quattro-cinque minuti il mio cazzo la trivella come un trapano, poi la pressione idraulica dei miei coglioni diventa incontenibile e mi fa esplodere dentro la sua fregna pelosa due-tre decilitri di calda crema.

E’ più forte di me, non ho il tempo di pensare al rischio di ingravidarla. Che io sappia, dovrebbe essere in menopausa già da qualche anno, ma non ne sono certo. Comunque lei non fa una piega, all’improvviso mi avverte che dobbiamo rimetterci in ordine perché mia moglie sarebbe rientrata da un momento all’altro. E difatti non passano cinque minuti che Fiorella suona al citofono.

E’ stupefacente la disinvoltura con cui lei accoglie la figlia e le fa le feste usuali, con la gioiosità che le è naturale. Ci tratteniamo a chiacchierare ancora una decina di minuti, ma, prima di andar via, approfittando che mia moglie è momentaneamente in bagno, mi sussurra in un orecchio:”Scusa Marcello… sì, è stata una follia. ma cosa vuoi? non si può essere sempre razionali ed equilibrati .. a me è piaciuto … ma credo anche a te!”

Le rispondo un po’ esitante: “Oh, sì, certo ... ma ...” Coglie al volo la mia apprensione e mi apostrofa in tono canzonatorio: “Mica sarai preoccupato per …. uuhhmmm … non credo di poter ancora restare incinta …. ma se anche fosse, saprei io come coprire la cosa … tranquillo!“..

A questo punto le ho sorriso sussurrandole sottovoce: “Mamma, sei stata favolosa! … “ Piuttosto, non penso che finisca tutto qui… Il difficile era rompere il tabù ... ora dipende solo da noi …”, mi risponde ridacchiando, e, strizzandomi energicamente i coglioni, aggiunge: “Sempreche’ se te la senti …..”

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