Portaci la sborra, per favore

Giovanna Esse
3 months ago

Premetto che non sono uno scrittore, né normale né erotico, quindi, gentile Giovanna, confido in un minimo di correzione, perché di sicuro commetterò degli errori.

La mia, anzi la nostra, esperienza particolare, di sesso durante la Pandemia 2020 è quella che ti descriverò ma vorrei fare una premessa. Siamo una coppia adulta, viviamo da soli, perché i figlioli, mai come quest’anno sono rimasti spesso bloccati nelle città in cui studiano. Tra me e mia moglie c’è un rapporto abbastanza buono, il sesso, ovviamente, non è quotidiano ma posso dire che, quando capita, ci scateniamo abbastanza, perché da anni abbiamo preso l’abitudine di parlarci di fantasie erotiche, mentre scopiamo, e la cosa piace ad entrambi.

Mia moglie è una bella donna, mediterranea, oggi giunonica, con dei seni che attualmente sono grandi come palloni da calcio, teneri, appetitosi, con capezzoli turgidi, tali da mandare in estasi gli uomini.

Ma veniamo al fatto che ritengo particolare e che vorrei proporre per il Decameron 2020.

Inutile dire che, quando ci sussurriamo parole sulle fantasie erotiche, da qualche anno, spesso ci siamo raccontati esperienze di corna (spero immaginarie) e di rapporti a tre. Complici i tanti video di coniugi che scopano con il cosiddetto Bull.

Nel novembre del 2019, tra i commenti sulle foto di mia moglie, nuda o in lingerie, (sì, Giovanna, abbiamo giocato anche così!) ce ne furono alcuni particolarmente gradevoli.

Contattai l’utente in chat, mi rispose e ci conoscemmo meglio. Si proponeva come un ragazzo molto serio, schivo, che non aveva rapportiimpegnativi. A volte si svagava sui siti erotici, perché si era lasciato con la fidanzata, ma senza nutrire speranze di particolari avventure.

Gli spiegai la nostra situazione:

“Mia moglie l’hai vista,” gli dissi, “ma devo avvisarti che lei non sa niente di questo discorso, finora fare sesso a tre è stata solo una fantasia... mi eccita moltissimo quet’idea; addirittura, solo a parlarne mi è venuto duro.”

Il ragazzo rise e aggiunse: “ In confidenza anche io mi sento eccitato a parlare così della tua donna, non te la prendere ma credo di aver fatto ciò che hanno fatto in tanti, insomma, mi sono masturbato guardando le sue foto, soprattutto i seni stupendi.”

Decisi di parlarne con lei aspettando il momento opportuno, quando si rese conto che parlavo seriamente, che non era una delle tante fantasticherie, si bloccò un poco, soprattutto per pudore. Dopotutto erano più di 20 anni che non si faceva vedere nuda da un altro, figurarsi immaginare una penetrazione del cazzo di un estraneo.

Comunque, durante il mese, riuscii a metterla in contatto col nostro “amico” e sotto la molla dell’eccitazione, passammo un paio di serate in video chat.

Il ragazzo ci dava indicazioni su quale “spettacolino” voleva eseguissimo, mentre mia moglie deglutiva, come fosse assetata di prendere quel cazzo, turgido e giovane, che l’amico ci mostrava.

Cara Giovanna, praticamente eravamo a un passo dal trovare il coraggio di incontrarci. Ci ripromettemmo, con l’anno nuovo, di procedere a un incontro reale per vedere come si mettevano le cose.

Passa Natale, gennaio volò e, a febbraio, iniziò questo assurdo periodo di reclusione forzata.

Dopo un paio di mesi senza contatti ci stabilizzammo come vita di coppia.

A maggio 2020 tornammo in contatto col ragazzo, lui era liberissimo e felice di sentirci.

Organizzammo per il sabato una video chat. Lei questa volta era felice e pimpante di rompere la monotonia, quel sistema quasi banale di fare sesso a tre, in un’occasione del genere, ci sembrava il top della perversione.

Fu alle prime battute del nostro incontro, con mia moglie che chattava in confidenza stretta, con il suo “amante” virtuale, che mi venne un’idea.

“Avrei pensato una cosa,” esordii “perché non ci regali una sborrata?”

A freddo, la cosa non sembrò molto chiara a nessuno, ma poi mi spiegai.

“Allora, dopo tutto non siamo a più di 20 minuti di autostrada, tra l’altro non c’è quasi nessuno... io vi lascio soli in chat, non credo che avrete difficoltà a eccitarvi... a lei piace da impazzire lo sperma, come sai. Quindi, ecco cosa propongo: io mi posso muovere, grazie alla mia professione, e ti raggiungo. Intanto mi moglie è tua, siete soli, potete cornificarmi come vi pare! Vengo sotto casa tua, tu intanto cerca di arrivare in un profilattico, me lo consegni appena munto, e io faccio il vostro corriere: porto la tua sborra alla mia signora in attesa...”

Bene, forse fu più complicato a dirlo che a farlo, perché alla fine, fu una delle cose più eccitanti della nostra vita.

Guidai con la destra perennemente sulla patta, strusciandomi il cazzo duro ma facendo attenzione a non venire.

Arrivai sotto casa del giovane, che nella realtà non avevo mai incontrato! Infatti, un perfetto estraneo, di cui forse non sapevo neppure il nome, mi porse imbarazzato una bustina ancora tiepida, piena del succo che gli aveva ispirato la sensualità di mia moglie!

Non sapevo cosa avevano detto e fatto quei due, ma di sicuro quell’uomo aveva mostrato il suo cazzo alla mia donna, di sicuro lei lo aveva istigato ed eccitato, fino a portarlo a una potente eiaculazione.

La prova di quell’amplesso misterioso, la prova ufficiale della mia cornutaggine, era in quella bustina che portavo in grembo per mantenerla calda.

Corsi a casa. Mia moglie era sul letto, discinta. La lingerie a soqquadro, le calze scese: si era data da fare, la mia troia.

Dalle guance, arrossate compresi che aveva raggiunto l’orgasmo.

Il ragazzo sullo schermo TV, invece, se ne stava in piedi completamente nudo e si carezzava il cazzo, nuovamente in tiro. Io solo non ero ancora arrivato, per questo a ogni istante mi eccitavo di più. Mi spogliai il più in fretta possibile, poi mostrai il profilattico a mia moglie, c’era tantissimo latticello dentro. Rimasi un po’ perplesso davanti a tanto ben di dio.

“Sono due,” disse la mia porca sorridendo maliziosa “lui è un ragazzo... mica come te che sei “vecchietto”; ha tanta energia...”

Sentirmi umiliato, anche se scherzosamente, mi fece rientrare ancora di più nel mio ruolo di cornuto. Davanti a lui che ci spiava, iniziai a far scorrere il suo sperma tutto addosso a lei. Tra i seni, sui peli del pube, sullo spacco della fessa, e poi su, in faccia, sulla bocca, e tra i capelli.

“Lui” la stava inseminando tutta, la stava possedendo tutta.

Mi stesi addosso a lei, schiacciando quella crema che odorava di libidine. Non avevo mai assaggiato la sborra... neppure la mia, ma quell’unguento era magico. Mi rese femmineo, desideroso di cazzo a mia volte, baciai mia moglie, sentendo il gusto inimitabile dello sperma. Mi piacque e mi mortificò, al punto che iniziai a leccarla tutta, tutta quella che aveva addosso... tutta quella che, nemmeno un’ora prima era nelle palle di quel ragazzo. Eravamo sottomessi al suo cazzo e alla sua sborra.

La schiumetta, alimentata dalla mia saliva, riprese vigore e calore, così ne portai una bella porzione sullo spacco di mia moglie. Attaccato a lei, nel più tradizionale degli amplessi, le allargai le gambe e la penetrai. Fu facile: lo sperma si dimostrò il più prezioso dei lubrificanti. La chiavai per alcuni minuti, ma non ero “io”, stavo scopando per lui, perché parte di lui, spinta dal mio cazzo, era penetrata in fondo alla vagina di lei, e lei lo sapeva. Per questo era in estasi, mugolava e veniva continuamente.

Sborrai dentro a mia volta, felice di mescolare le nostre virilità nella coppa della mia femmina.

Cara Giovanna, è stata un’esperienza unica, che ci ha cambiati.

Non l’abbiamo ripetuta però siamo già tutti d’accordo: sabato prossimo vado di nuovo sotto casa sua...

e questa volta gli porto mia moglie, però.

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