Bocchino segreto in Fiera
‘Siamo qui, avvisami quando arrivi’
Mi ha scritto pochi minuti fa, stiamo andando anche noi in piazza.
‘Siamo al bar’ la avviso.
Mi sto guardando intorno, il bar è rialzato di qualche gradino, spero da qui di individuare la sua figura per me così familiare. Ha detto che ha la gonna e capelli sciolti, non c’è tanta luce ma so che la riconoscerei anche al buio.
‘Ti vedo’ mi ha scritto.
Devo interrompere la ricerca, mia moglie mi ha fatto una domanda. Le rispondo velocemente e mi metto sulla porta a guardare la folla. La vedo, i nostri sguardi si incrociano da lontano. Si sta spostando dal posto in cui era, sta andando verso un lato della piazza. Si ferma quando raggiunge delle persone, identifico il marito, lo riconosco dalla descrizione che mi ha fatto nel tempo. Gli altri sono gli amici che mi ha detto sarebbero stati con loro.
“Si va a vedere gli stand?” propongo a mia moglie e ai vicini di casa che sono usciti con noi.
Ci avviamo verso la zona in cui si trova lei. Vedo che mi sta cercando, mi ha perso di vista. Le passo dietro, mi fermo un momento per conversare e spero che si volti da questa parte. Lo fa. Vedo il suo sorriso spuntare sulle labbra. La luce è davvero poca ma i nostri sguardi si incrociano e intrecciano. Le luccicano gli occhi. È felice di vedermi, forse tanto quanto lo sono io di vedere lei. Faccio un giro ai banchi espositivi, l’ho proposto io perciò devo farla questa passeggiata che non mi interessa affatto. La moglie del vicino si ferma a ogni banco, guarda tutto e chiede informazioni su tutto… Di questo passo non finiremo mai. Per fortuna il mio amico la sollecita a darsi una mossa.
Faccio in modo che il giro finisca là dove c’è lei. Siamo a pochi metri di distanza. Le sono dietro. Vedo che trova mille stratagemmi per girarsi dalla mia parte, lo fa con disinvoltura. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Lei non li stacca da me. Quando ci guardiamo è difficile non sorriderle, ancora di più lo è rimanere concentrato sulla conversione e partecipare. Tutto questo è molto rischioso e il tasso di eccitazione aumenta a dismisura minuto dopo minuto. C’è un gruppo che suona sul palco, lei balla. Mi piace guardarla mentre si muove. È bellissima vestita così e truccata. Non l’avevo mai vista truccata. Mi piace molto e mi eccita anche di più. Non so cosa darei per far scomparire tutto e tutti, rimanere solo io e lei. Avevamo pensato di sentirci per messaggio, ma è impossibile. Dovremmo avere sempre i telefoni in mano e i rispettivi coniugi potrebbero insospettirsi o anche solo spazientirsi. Avrebbero ragione, siamo a una festa in piazza e scrivere continuamente messaggi non è l’attività più indicata. I nostri sguardi sono attratti continuamente. Abbiamo fantasticato su questa serata per giorni. Ipotizzato, abbracciati dopo aver fatto l’amore, di riuscire a vederci a questa festa affollata. Già questo scambio di sguardi e sorrisi era per noi un’idea di difficile realizzazione. Abbiamo parlato, sognato anche di allontanarci dalle famiglie per scambiarci un bacio. Il sogno più irrealizzabile era quello di fare l’amore, mentre i nostri coniugi ignari si godevano la festa in piazza e la serata fresca.
La realtà mi ha fatto capire che probabilmente anche solo sfiorarci sarà difficile, non impossibile ma molto difficile. Credo che riusciremo solo a giocare con gli sguardi. Lei è più libera di girarsi perché sta ballando, si vede che la musica le piace e il ballo le permette di voltarsi con disinvoltura. Mi cerca in continuazione e questa è una cosa che mi fa stare bene. Suo marito è un passo avanti a lei, piedi ben piantati a terra e braccia incrociate, capisco che anche lui come me non è un gran ballerino. Si percepisce che apprezza la musica solo dal movimento ritmico della gamba che tiene il tempo. Da quando sono qui non le ha dedicato uno sguardo, la sua attenzione è rivolta alla band che suona, mentre io non riesco a toglierle di dosso il mio. Poi succede tutto in un attimo. Uno scambio di sguardi più intenso e prolungato degli altri mi dà lo slancio giusto. Con la testa le faccio cenno di andare, con le labbra pronuncio in silenzio:
“Andiamo?”.
Lei sorride. Annuisce. Si volta verso il marito, gli porge borsa e giacca, gli dice qualcosa e poi mi passa accanto. Siamo nella calca e sento il suo corpo che aderisce al mio mentre passa. In quel momento sto dicendo a mia moglie che vado a cercare un bagno, mi allontano anch’io. La seguo per qualche metro. Si volta a guardarmi e le faccio cenno di seguirmi, conosco il posto meglio di lei e so dove andare. Mi segue a passo veloce, stiamo a distanza per evitare che qualcuno che conosciamo ci veda insieme. Ogni tanto le do un’occhiata, la distanza tra noi si riduce man mano che ci avviciniamo laddove la sto portando. È un vicolo buio e stretto, un budello che passa tra due case, nessuna luce, nessuna finestra. Le do un’ultima occhiata prima di inoltrarmi nel buio totale, vede quando svolto l’angolo e mi segue.
La aspetto a pochi passi dall’imbocco, come arriva la abbraccio e le metto la lingua in bocca. I nostri baci ci lasciano sempre senza fiato. Abbiamo pochissimo tempo, pochi minuti. Ha un vestito leggero, la mano è già sotto. Non indossa intimo. È fradicia. Questo mi fa diventare turgido all’istante. Sono dentro di lei, un dito prima, due dita poi. La masturbo con vigore, è così eccitata che non si regge sulle gambe e si appoggia a me. La sua mano afferra il mio sesso e inizia a segarmi forte. Sento che sto per venire, con delicatezza e decisone, la spingo in ginocchio, la faccia davanti al mio sesso eretto. Senza perdere un attimo mi prende in bocca. Questa situazione è altamente erotica e eccitante. Il tempo corre, vorrei scoparla qui in piedi ma non posso. Tempo tiranno. Immagino di sbatterglielo dentro nel momento in cui le sue labbra mi accolgono, divento duro come l’acciaio. La sua bravura, il desiderio che ho di lei da giorni, ma soprattutto la situazione elettrizzante concorrono nel farmi raggiungere un orgasmo potente in un attimo. Riverso tutto il mio seme nella sua calda bocca mentre trattengo un gemito di piacere. Lei beve ogni goccia e poi mi ripulisce con cura ma velocemente.
“Non sei venuta” le sussurro nell’orecchio prima di baciarla.
“Metti quelle dita dentro” mi ordina perentoriamente.
La riempio immediatamente, la scopo velocemente con le dita, pochi attimi e gode anche lei, squirta nella mia mano. Sento i suoi umori scivolarle lungo le gambe e un mugolío soffocato le sfugge. Un ultimo bacio, le lingue si intrecciano per un brevissimo istante e usciamo dal vicolo. Prendiamo strade diverse per tornare indietro, la guardo incamminarsi e vedo la gonna bagnata dai suoi schizzi. Mentre si allontana le mando un messaggio.
‘Ti spedisco da tuo marito con la bocca piena del mio seme’ e velocemente ritorno da mia moglie, ho la mano ancora bagnata dei suoi umori.
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