Sfondata dal commesso misterioso

titti
10 days ago

“Ma devo proprio venire anch’io?”. 

Odio andare nei centri commerciali, mi annoio. Siamo una coppia un po’ strana noi due: lui sarebbe sempre in giro per negozi, anche solo per vedere cosa c’è, io invece li eviterei con piacere. Ma dobbiamo assolutamente comprare i vestiti per una serata di gala organizzata dalla ditta, questa volta non posso scamparla. E così, con poca voglia e molta noia, eccomi con mio marito a varcare l’ingresso di questo grande centro commerciale. Per velocizzare i tempi e ridurre la mia agonia, ho proposto di vedere prima nei negozi con abbigliamento uomo e donna, se poi non troviamo nulla ci separiamo per i negozi solo uomo e solo donna. Per fortuna ha accettato, forse in breve tempo né sarò fuori! Usciti dall’ultimo negozio da visitare insieme ci siamo separati con appuntamento a pranzo oppure sentirci per telefono se uno dei due sarà pronto prima. Mi avvio verso quello dove ho sempre trovato qualcosa che mi piace e mi sta bene, spero di essere fortunata e togliermi velocemente il pensiero. Il personale mi accoglie con sorrisi e saluti gentili mentre mi dirigo al reparto abiti da sera, quasi deserto. Ho le idee molto chiare su ciò che cerco: abito lungo con scollo profondo per mettere in risalto il mio seno abbondante, quindi passo velocemente da un modello all’altro finché non ne trovo alcuni che mi piacciono. Sto valutando l’ultimo modello trovato che una voce alle mie spalle commenta: “Secondo me questo le starebbe benissimo, il colore mette in risalto la sua pelle candida e lo scollo non è troppo profondo ma evidenzierà sicuramente il suo décolleté, il tessuto brillante illuminerà il suo viso”.

Wow! Un commento così attento non me lo sarei mai aspettato da una voce maschile, penso mentre mi volto verso il mio interlocutore, sarà un nuovo commesso?

“Sopra potrebbe mettere questa stola, semplice ma elegante, come lei” dice mentre me ne mostra una che si abbina benissimo con l’abito che tengo in mano.

“Secondo me dovrebbe provarli, credo che le stiamo benissimo”.

Mi avvio verso i camerini di prova, il tipo mi accompagna portando i capi scelti, mi apre una delle tende e appende le grucce, poi richiude alle mie spalle e mi chiede se ho ancora bisogno del suo aiuto. Gli chiedo di rimanere per aiutare nella scelta. Mentre mi cambio sento i suoi passi dietro la tenda, dallo spiraglio rimasto intravedo qualcosa che mi fa capire che è lì che aspetta. Quando sono in intimo ho la sensazione di avere degli occhi che mi stanno osservando, mi piace. Pur sapendo che così non è, mi aggiusto lo slip con fare sensuale, come se volessi regalare un momento sexy a quegli occhi che probabilmente neanche ci sono. Quando sono pronta apro la tenda, lui è qualche passo distante, non stava guardando…mi dispiace un po’. Con fare esperto mi aggiusta un po’ le spalline e le pieghe dell’abito, poi mi guarda, commenta:

“Sei splendida” con un tono di voce più basso di quello che aveva prima, mi fa provare un brivido lungo lo schiena. “Adesso prova quello che abbiamo scelto insieme” mi suggerisce.

Rientro e accosto la tenda che non si chiude completamente, con un pizzico di malizia la lascio così. Tolgo questo abito con lentezza, mi scopro come se lo stessi facendo per qualcuno e non per una prova d’abito in camerino. Dallo specchio tengo d’occhio lo spiraglio rimasto e vedo i suoi occhi che guardano dentro. Il prossimo vestito ha scollo profondo e schiena scoperta, lo provo senza reggiseno, mentre lo sfilo mi volto verso la tenda, lui è sempre lì, sento che mi sto eccitando. Ci stiamo guardando, io per vedere come si comporta, lui per osservare la mia nudità. Sono eccitata, vorrei aprire la tenda per farlo entrare ma non oso. Il vestito mi sta divinamente, sembra cucito per me, lui mi osserva con occhi luminosi e mi ricopre di complimenti. Con la scusa di controllare che sia indossato bene mi sfiora la pelle della schiena, il mio corpo si inarca leggermente. Poi sento la mano che scivola giù fino a sfiorare il fondoschiena, in maniera delicata e quasi impercettibile…quasi. Mi volto verso di lui, siamo a pochi centimetri uno dall’altra, basterebbe un piccolo movimento alle nostre bocche, ma un rumore ci fa allontanare velocemente. 

Aspettiamo che arrivi qualcuno fissandoci, niente accade e allora lo prendo per la camicia e lo porto a me, appiccicato al mio corpo rivestito da un tessuto leggero e impalpabile, quasi nudo. Lo bacio. Lui mi prende per i fianchi e mi tira a sé, sento il rigonfiamento del suo pene premermi contro. Ho una voglia incredibile di quest’uomo. Chiude la tenda del camerino e mi appoggia allo specchio sul muro, il suo corpo mi schiaccia, fa scivolare giù le spalline del vestito che cade a terra, nessuno ha interesse a raccoglierlo. Sento le mani grandi e calde percorrere la mia pelle nuda, il bacino che mi preme contro con forza, il suo sesso è duro come l’acciaio. Una mano afferra il seno, l’altra scende lungo il fianco, si dirige verso il sedere, lo afferra, lo stringe, lo attira verso di sé. Sono eccitata e praticamente nuda, nel camerino di un centro commerciale con il commesso che mi palpa e fa sentire il suo membro duro. Devo essere diventata matta. Quando la sua mano si insinua nei miei slip e le dita scivolano sul Monte di Venere, io sono già bagnata e sento che gli permetterò qualsiasi cosa.

 Le dita aprono decise le mie labbra e si impossessano del clitoride, i movimenti sono energici e da subito mi mandano in estasi, le gambe faticano a reggere, ma lui mi tiene al muro con il peso del suo corpo. Dal clitoride scende lungo le labbra e mi penetra, due dita entrano senza fatica, sussulto. Alterna la penetrazione con la stimolazione, facendo crescere la mia eccitazione, mi sta mandando fuori di testa, sento che sto per godere, sento che non sarà un orgasmo silenzioso, gli sussurro che sto per urlare. La mano libera mi prende il volto, mi guarda con occhi iniettati di desiderio, mentre io sto per venire, il mio respiro è sempre più veloce e i gemiti stanno salendo di volume. Mi tappa la bocca con la sua mano grande, quasi soffoca il mio respiro ma l’urlo orgasmico è attenuato, mentre le sue dita lo provocano penetrandomi velocemente e a fondo. Sono zuppa, ho un cedimento, lui mi sostiene con forza. Toglie la mano e mi ficca la lingua in bocca. Non mi dà tregua, le dita continuano a masturbarmi. Poi sento il rumore di una zip che si apre. Il caldo del suo membro duro che si appoggia al mio sesso bagnato. Lo appoggia, mi penetra, entra tutto con un movimento deciso. Mi mette le mani sul culo, mi solleva leggermente e spinge verso di sé. Mi scopa. All’improvviso sentiamo dei rumori all’esterno. Si ferma, con un dito sulle labbra mi indica di tacere. Tratteniamo il fiato affannato per passare inosservati.

“Guido? Sei qui?” chiede una voce femminile.

Altri rumori, poi il silenzio. Ascoltiamo con attenzione il silenzio che ci circonda, sembra non ci sia più nessuno. Lui ha ripreso a muoversi, lentamente, la bocca appoggiata al mio orecchio mi sussurra di fare silenzio. Che fatica fare silenzio. I suoi movimenti si fanno più decisi. Sempre più decisi. Sussulto ad ogni suo affondo. Mi afferra di nuovo per il culo, mi tiene con forza e con altrettanta forza spinge il suo sesso dentro al mio. Sto per venire, lui se ne accorge e per soffocare la mia voce mi tappa la bocca baciandomi. Affondo le unghie nella sua schiena, fortuna per lui che indossa una maglia spessa altrimenti scalfirei la sua pelle. I miei muscoli si irrigidiscono, la schiena si inarca portando il bacino ancor più verso lui. Non mi trattengo e lascio che un orgasmo silenzioso e devastante si impossessi completamente di me. Quando mi sente venire neanche lui riesce più a trattenersi, schizza nel mio ventre. Ogni schizzo un affondo fin quasi a farmi male. Rimane dentro di me immobile mentre riprendiamo fiato. Poi molla la presa sul culo, discosta lentamente il torace da me, si sfila piano e si inginocchia. Le mie gambe ancora divaricate offrono alla sua vista lo spettacolo impudico di in sesso gonfio, aperti e gocciolante. Mi ripulisce dai nostri umori con la lingua, io sono appoggiata con la schiena alla parete e mi godo appieno questo inaspettato trattamento. Prima di alzarsi mi mette le mutandine e mi porge i miei abiti. Sposta leggermente la tenda e esce scomparendo mentre si richiude. Quando sono vestita esco dal camerino scoprendo con un po’ di delusione che lui non è lì. Sapevo che non lo avrei trovato ma lo speravo. Vado alla cassa con i miei acquisti cercandolo con lo sguardo, non lo vedo. La cassiera si complimenta per l’ottima scelta:

“È stato fondamentale l’aiuto del vostro commesso” rispondo con un sorriso. “Signora non abbiamo commessi in negozio, siamo tutte donne” ribatte lei guardandomi con aria interrogativa. Con la coda dell’occhio noto un movimento, mi volto e vedo lui al fianco di una donna che stanno uscendo, sento qualche parola, la signora, la moglie probabilmente, lo sta rimproverando “… dovunque e non riuscivo a trovarti, ti ho cercato anche nei camerini delle donne, pur sapendo che lì non c’eri…”

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