Sveltina al compleanno
Suo fratello e sua cognata erano nati lo stesso giorno e quell’anno avrebbero compiuto cinquant’anni. Per questo motivo fittarono un piccolo podere nei pressi della città e organizzarono una festa con gli amici più cari. Naturalmente era invitata anche lei e dette una mano nella pianificazione e preparazione.
Gli invitati sarebbero arrivati a partire dal tardo pomeriggio del sabato, la festa sarebbe durata fino al giorno successivo. Il sabato mattina Chiara e i festeggiati erano già al podere per sistemare le ultime cose, oltre che accomodarsi nelle loro camere prima che arrivasse la truppa.
Quando arrivarono i primi invitati li trovarono a bordo piscina che prendevano il sole e bevevano cocktail, gli stuzzichini per l’aperitivo sul tavolo apparecchiato. Erano quasi tutti amici storici, gente con la quale Chiara era cresciuta come se avesse avuto non uno, ma molti fratelli, sin dall’età delle scuole elementari. Si sentiva felice, era con la sua famiglia.
Mentre qualcuno preparava la brace e mesceva il vino, vide entrare in casa un ragazzo che non conosceva, era carino, vestito in maniera impeccabile anche se un po’ fuori luogo in quella situazione. Lei aveva un semplice pareo semitrasparente sopra al costume intero, con uno scollo profondo che metteva in risalto il suo seno. Lui la osservò con attenzione, poi si presentò e chiese dei festeggiati, era il capo di suo fratello. La guardava con occhi vogliosi, sembrava che la spogliasse con lo sguardo.
Chiara rimase un momento interdetta dal trovarsi osservata così dal capo del fratello, però era carino… interessante. Dopo un attimo si riprese e spiegò che tutti erano in giardino, festeggiati compresi. Lo accompagnò nella camera assegnatagli dove avrebbe potuto lasciare le sue cose e cambiarsi per la piscina, se ne avesse avuta voglia. Quando scese era in costume, un boxer aderente che metteva in evidenza una dotazione interessante, fisico asciutto e muscoloso ma non grosso, pompato, bensì armonioso e gradevole. Questa volta fu lei a squadrarlo da capo a piedi, soffermandosi sulle parti interessanti di quel corpo atletico, finché lui non richiamò la sua attenzione con un “ehm”.
Chiara arrossì leggermente, poi da brava ospite accompagnò il nuovo venuto a salutare i festeggiati. La cena a base di carne alla brace e vino fu piacevole, ai tavoli non c’erano posti assegnati così i commensali si sedevano ora ad un tavolo, poi ad un altro, discorrendo tra amici e facendo conoscenza con gli altri. Chiara si trovò seduta al tavolo con il boss del fratello, seppe che si chiamava Federico, erano solo loro due in quel momento, così poterono scambiare qualche parola ma soprattutto si guardarono, si osservarono con occhi vogliosi, ma con tutta quella gente nessuno dei due azzardava un approccio diretto.
“Scusa, vado a lavare le mani” disse Chiara mostrando le dita sporche dalla rosticciana appena sgranocchiata e si allontanò da quella tentazione per darsi una calmata. Entrò in bagno e chiuse la porta. Si appoggiò al lavandino guardandosi allo specchio. Cosa ti succede? Non può, non può attrarti il capo di tuo fratello. Non può. Si disse osservandosi negli occhi. Si lavó la faccia con acqua gelata per tornare con i piedi per terra, aprì la porta per uscire e si trovò davanti lui che la fissava con occhi ardenti.
Le fece un passo incontro e si chiuse la porta alle spalle, a chiave. La appiccicò al muro e cominciò a baciarla sulla bocca, sul collo, sul petto. Lei aveva il respiro affannato, non aveva la forza né la voglia di sottrarsi a quell’attacco inaspettato.
Sentì le mani di lui scendere in mezzo alle gambe, lei sapeva che l’avrebbe trovata bagnata. Le scansó il costume e cominciò a massaggiare il clitoride, poi scese ed entrò dentro con un dito, era fradicia. Chiara stava per afferrargli il cazzo quando lui con forza la fece girare, appoggiata al lavandino, si abbassò il costume e le aprì le gambe cominciando a penetrarla con forza, mentre dallo specchio si gustava la sua faccia che stava godendo. Erano entrambi stravolti dall’eccitazione, erano entrambi pieni di voglia di godere, vennero entrambi velocemente, il loro piacere esplose all’improvviso, lui le tappó la bocca per non farla sentire mentre gridava parole sconce. Quando ebbe finito sistemò il costume di lei e il suo, aprì la porta e se ne tornò dagli altri, lei rimase ancora un po’ per riprendersi e per non dare adito a sospetti. Durante la serata continuarono a guardarsi in lontananza, con lo sguardo ancora più carico di voglia di sesso. Si tenevano a distanza perché sapevano che avvicinarsi sarebbe stato rischioso, avevano voglia di toccarsi ma nessuno dei due voleva attirare l’attenzione.
Lui provava una voglia incredibile di mettersi con la faccia tra le sue gambe, lei di vederlo nudo e dedicarsi al suo cazzo con mani e bocca. Era molto tardi quando i primi ospiti iniziarono ad andare a dormire alla spicciolata, attese che fossero rimaste poche persone per non essere scortese e si congedó anche lei. Arrivata in camera si preparò per andare a letto ma lasció la porta accostata, sapeva che lui aveva la camera accanto e doveva per forza passare da lì. Erano trascorsi pochi minuti quando vide la porta aprirsi e con la luce del corridoio scorse la sagoma di un uomo dal fisico asciutto. Era lui. Le si avvicinò in silenzio, salì sul letto e le allungò le gambe, baciandola e leccandola salì dal piede fino all’interno coscia, il respiro di lei si faceva più forte man mano che saliva ma lui si fermò. Scese all’altro piede e riprese a baciarla e leccarla. Arrivato all’interno coscia si fermò. Chiara aveva gli occhi chiusi e sentiva che si stava muovendo sul letto, senza però sapere cosa stesse facendo, era curiosa ma non voleva aprire gli occhi. Sentì le labbra di lui che le accarezzavano la spalla muovendosi verso il collo, per poi scendere lente, esasperatamente lente, verso il basso. Arrivò al solco del seno, lo segnò con la lingua e poi prese a leccare i suoi seni, passando da uno all’altro. Era in estasi, ogni tanto sentiva il cazzo di lui che la sfiorava ma non poteva toccarlo perché lui le teneva le braccia ferme. Era in estasi anche se era una tortura rimanere immobilizzata, non poter toccare quell’uomo che tanto la eccitava. Lei era una alla quale piaceva partecipare, che voleva gustarsi il momento ricevendo piacere e dando piacere, ma lui non le permetteva di farlo.
Chiara godeva.
All’improvviso lui smise di baciarla e leccarla. Continuava a tenerla ferma ma non la stava più torturando di piacere. Lei si lamentò con un mugolio e muovendo il bacino, ancora non voleva aprire gli occhi né parlare, non voleva interrompere quel momento magico. All’ improvviso sentì allentare la presa alle braccia, lo senti muoversi ma non capí dove fosse finché non sentì il suo respiro caldo sulla figa bagnata. Un leccotto veloce. Poi niente. Un’altra leccata veloce e un soffio sottile, poi niente. Infine Chiara sentì la lingua calda e morbida di lui passare lungo tutto il solco del sesso, la leccò mescolando saliva agli umori del piacere. Lei non si trattenne, ansimò forte, era travolta dalle emozioni, allargò bene le gambe e si sentì penetrare dalla lingua. Era fantastico. Rimasero così per lungo tempo, lui era un grande leccatore e la fece venire più volte, poi sostituì la lingua con due dita che affondarono completamente nella carne di lei. Presto furono sostituite da un cazzo duro e prepotente, che la riempì strappandole un sussulto di piacere profondo. Lui la pompava con forza, facendola sussultare ad ogni colpo, le aveva detto di non fare niente, avrebbe pensato a tutto lui. La penetrava con forza, entrava a fondo e poi usciva, poi entrava ancora e ancora usciva. Le teneva di nuovo le mani ferme e la baciava sulle labbra, sul collo, senza fermare mai il movimento del bacino. Chiara era in estasi, le stava facendo provare picchi di piacere che la mandavano fuori di testa. Si sentiva stordita dal piacere. All’ improvviso il ritmo si fece più serrato, più veloce e forte, sempre più veloce finché anche lui esplose in un orgasmo lungo e potente. Le inondò il ventre del suo seme e scese a leccarla per assaggiare i loro sapori mescolati, infine la baciò. Si addormentarono subito, nudi, stanchi e soddisfatti di quell’amplesso.
La mattina Chiara fu svegliata da una mano che le massaggiava il clitoride, aprì gli occhi e vide Federico che le sorrideva. La baciò continuando a masturbarla, finalmente le aveva lasciato le mani libere e anche lei riuscì a toccarlo. Le piacque sentire il sesso turgido tra le mani, era vigoroso e duro, pronto per essere preso. Federico era bravo con le dita, le fece raggiungere un orgasmo in pochissimo tempo, si mosse sfilandole il cazzo dalla mano, la baciò sulla figa e sulle labbra, “Devo andare” le disse, si rivestì ed uscì dalla stanza chiudendo silenziosamente la porta.
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