Scopata intergalattica
Finalmente era arrivato il momento, la notte di luna nuova. Si erano conosciuti online, si erano piaciuti principalmente per gli argomenti di cui avevano parlato, soprattutto da quando per le loro due passioni principali avevano trovato un punto d’incontro, un tema che avrebbe permesso loro di conoscersi, una scusa. Si erano dati appuntamento in un posto sperduto della campagna, quello che i rilievi buiometrici indicano come il più buio della regione. Lui aveva portato il telescopio e la sua conoscenza degli astri, lei la sua attrezzatura fotografica e la curiosità di colmare le lacune in materia astronomica. Arrivarono praticamente insieme, lei stava spegnendo il motore della macchina quando lui parcheggiò di fianco. Si guardarono per qualche secondo dai finestrini, scrutando nel buio per riconoscere il volto visto in foto.
Le sorrise e aprì lo sportello, guardandolo alla luce ebbe la certezza che fosse lui. Da gentiluomo quale era, la raggiunse alla macchina e senza avvicinarsi troppo si presentò. Dopo un primo momento di imbarazzo, sorrise pure lei, “Piacere mio Andrea, io sono Chiara e sono felice che siamo riusciti ad organizzare questa serata”. Raccolta l’attrezzatura e chiuse le auto aspettarono qualche secondo prima di accendere le torce, alzarono gli occhi ormai abituati al buio, guardando verso il cielo rimasero affascinati dallo spettacolo che la volta celeste offrì loro. Con le torce trovarono il posto ideale per l’avventura astronomica, sistemarono l’attrezzatura e tornarono nel buio totale.Lentamente i loro occhi cominciarono a veder risplendere in cielo la Via Lattea e milioni di altri astri. Lei non resistette alla meraviglia e si sdraiò a terra, lo sguardo rivolto al cielo: “Ma è fantastico!” esclamò. Lui sorrise, si sedette accanto a lei e iniziò a indicare alcuni dei punti luminosi più grandi chiamandoli per nome, aveva una voce calda e avvolgente, profonda e che le trasmetteva sensazioni di tranquillità, sicurezza e ardore. Terminata la spiegazione degli astri più importanti la invitò a prepararsi per i primi scatti e: “Dopo che avrai fatto le foto, li guarderemo col telescopio”. Era rimasta talmente affascinata da quello che vedeva, dalla voce suadente di lui e dalle cose che stava imparando, che aveva dimenticato di aver portato la macchina fotografica!
Composta l’inquadratura, impostati i parametri di scatto, da remoto avviò la prima ripresa di alcuni secondi e rivolse lo sguardo a lui. La stava aspettando, le fece avvicinare l’occhio all’oculare e quasi sussurrando le spiegò quello che stava vedendo. Parlava piano, come se avesse paura di disturbare la natura intorno a loro. A lei la voce di lui piaceva tantissimo sin dal primo messaggio vocale che le aveva spedito, adesso poterla sentire così da vicino, che le sussurrava nell’orecchio, il suo fiato che le accarezzava la pelle, la faceva rabbrividire di piacere. “Hai freddo?”. “No, è la reazione ad averti vicino… Così vicino.” rispose mentre spostava i suoi occhi verdi negli occhi verdi di lui. Erano vicinissimi, la loro pelle quasi si toccava. Quasi contemporaneamente chiusero gli occhi e le labbra si sfiorarono per qualche secondo, in silenzio allontanarono i volti per guardarsi, ma attratti l’uno dall’altra si avvicinarono di nuovo e si baciarono. Le bocche si dischiusero lentamente, le lingue si affacciarono come a chiedere permesso, ma nel momento in cui si sfiorarono, furono travolti dal desiderio, quel bacio prima casto e titubante si trasformò in passionale. Gli accarezzò il collo e si sentì avvolgere in un abbraccio forte e delicato allo stesso tempo, fu travolta dal desiderio. La strinse a sé con dolcezza mentre le loro lingue si cercavano, lei si sentì sfiorare dal sesso vigoroso di lui, la sua eccitazione la fece sospirare. Le labbra di lui scesero sul collo seguendone la curva, fino alla clavicola e lungo la spalla. Con le mani le sfiorava la schiena provocandole brividi di eccitazione, si fermò poi sul sedere che afferrò con forza avvicinandola al suo bacino. Lei non resistette al contatto e cominciò a sfregare il pube contro il membro duro.
“Ti desidero” le sussurrò lui con la sua voce profonda e avvolgente. “Ho voglia di te” gli rispose abbandonandosi completamente tra le sue braccia forti e facendosi trasportare dalla passione. Con delicatezza le sfilò la maglia aderente che sottolineava le curve del petto, prima di slacciarle il reggiseno accolse nei palmi delle mani quelle mammelle racchiuse nel pizzo bianco e morbido. Le piaceva come la stava toccando. Desiderava che le baciasse i seni e leccasse i capezzoli. Come se le avesse letto nel pensiero, lui avvicinò la bocca alla pelle morbida e lasciata bianca dal segno del costume. Iniziò a mordicchiarla delicatamente attraverso il tessuto, alternando morsi e baci. Quando le tolse il reggiseno e le sfiorò il capezzolo con la punta della lingua lei emise un profondo gemito, lui sorrise perché amava “sentire” il piacere che le stava procurando. Lei si sentiva travolta dalle emozioni, la stava eccitando con i suoi modi garbati e impertinenti, eleganti ma decisi. I loro bacini non si erano più allontanati e i sospiri di entrambi riempivano la notte silenziosa. Andrea si sedette a terra facendola sedere accanto, le cinse le spalle con il braccio forte e baciandola delicatamente la sdraiò e le si adagiò accanto, lei aveva il volto rivolto verso lui e la volta celeste. Con movimenti lenti e tocco delicato prese a esplorarla con le dita, il buio non permetteva loro di vedersi distintamente, perciò seguì ogni sua forma e ogni suo profilo scoprendola con il tatto.
Era una nuova esperienza per entrambi, una situazione che li stava avvicinando e facendo desiderare a vicenda. I brividi le correvano lungo il corpo ogni volta che lui toccava un nuovo punto della sua pelle. Prima che si sedesse, lei gli aveva sfilato la maglia scoprendo quel torace che aveva ammirato in foto e che finalmente poteva accarezzare e apprezzare come meritava. Mentre lui assaporava la pelle sui fianchi di lei, Chiara gli baciava le spalle, le braccia, il petto soffermandosi sui piccoli capezzoli induriti al passaggio della lingua. Le prese il viso tra le mani e la baciò ancora, con passione, poi una mano scese lungo il collo, il corpo, fino a fermarsi sul monte di Venere. Lo accarezzò dolcemente da sopra gli abiti. Aveva voglia di lei, la desiderava da tempo e averla così vicina, sentire il suo profumo, assaporarla, lo inebriava di passione, ma non voleva farsi trasportare dalla foga, dalla voglia irrefrenabile che provava dal momento in cui avevano deciso questo appuntamento, lui voleva scoprirla lentamente, godere appieno di ogni istante e ascoltare le sensazioni che lei le trasmetteva, riversare le proprie emozioni in ogni gesto che le dedicava.
La denudò completamente, voleva toccare quella pelle morbida e profumata, baciare e leccare ogni piega di quel corpo che bramava da tempo, voleva farle sentire tutto il suo desiderio. La strinse a sé per sentirla contro la sua pelle, i seni schiacciati contro il torace, sospirò a quel contatto, lei con lui. Le sue dita percorsero il Monte di Venere scoperto, giocarono con la peluria sottile e proseguirono percorrendo le grandi labbra da cima a fondo.Tornando verso l’alto, sfiorando le piccole labbra, la fece sospirare. Si fermò sul clitoride che gonfio per il desiderio lo aspettava. Lo schiacciò tra due dita e iniziò con un leggero massaggio, dal respiro di Chiara capì che le piaceva e continuò aumentando la velocità del messaggio. Nel buio in cui erano immersi non poteva vedere la sua espressione e lo eccitò tantissimo sentire le reazioni del corpo di quella donna che tanto aveva desiderato, ascoltarne il respiro e le parole sussurrate, indovinando la crescente eccitazione che la stava pervadendo. Questa volta l’orgasmo della ragazza fu più prorompente del primo, sentì quel corpo scosso da sussulti e il suo membro avvinto dalle contrazioni forti della vagina, che lo portarono all’estasi nello stesso momento in cui lei esplose in un piacere intenso. Gli orgasmi furono simultanei, nella notte risuonarono le loro voci.
Rimasero distesi, avvinghiati l’uno all’altra mentre riprendevano fiato, baciandosi con dolcezza, felici di quel loro primo incontro, certi che non sarebbe stato l’ultimo. Nudi, distesi nella notte calda e umida, rivolsero nuovamente gli sguardi alla volta celeste. Lei desiderava davvero imparare da lui, gli chiese di parlargli di ciò che stavano vedendo e lui stringendola a sé, quasi avesse paura di perderla, iniziò ad indicarle gli astri e darle spiegazioni su quello spazio affascinante e pieno di segreti che li circondava. Quando il fresco della notte la fece rabbrividire la abbracciò ancora più stretta, tirò sui loro corpi nudi la coperta e guardando le stelle si addormentarono.
Il cinguettio proveniente dal bosco lì vicino li svegliò che il cielo stava appena cominciando a schiarire, era molto presto e non si sentivano altri rumori oltre a quelli della natura. Chiara si avvicinò a lui e lo baciò, sentì le mani forti che l’avevano tenuta stretta accarezzarle la pelle. Il solo tocco delicato di quell’uomo riusciva a provocarle una forte eccitazione, sentire la pelle nuda contro la sua, il respiro così vicino, le gambe intrecciate e quelle dita che le scorrevano lungo la schiena, la stavano portando in uno stato di ebbrezza che raramente aveva provato nella sua vita. Lo desiderava. Lo desiderava ardentemente. Involontariamente, muovendosi, sfiorò il sesso di Andrea e sentì che anche in lui si era risvegliato il desiderio. Le prese il viso tra le mani, le loro bocche si avvicinarono con dolcezza. Non era più la voglia impetuosa della sera prima quella che stavano provando, ma un desiderio più profondo, gentile. Lo accarezzò sul petto e sulla pancia piatta, le piaceva sentire quella pelle liscia sotto le dita. Scese verso l’inguine, le carezze si fecero più passionali, le cosce, l’interno coscia e poi su, lentamente, fino a raggiungere i testicoli e poi salire lungo quell’asta già turgida e pronta per lei. Mentre ancora si baciavano lui le si sdraiò sopra e la prese con tenerezza, la penetrò dolcemente e fecero l’amore nel prato, mentre i colori rosa dell’alba li avvolgevano.
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