Amanti immobiliari

titti
2 months ago

“Uff…sono incontentabili, al prossimo appuntamento vai tu” sbuffò la mia collega rientrando in ufficio.

“Quello che va bene a lei non convince lui, se piace a lui storce il naso lei…mai una che piaccia ad entrambi. Non voglio più vederli, la prossima volta mi do per malata…anzi, preparati che sarà domani mattina e io non ci sarò”.

Rimasi interdetto da quella sfuriata, lei era tra noi quella più affabile e paziente, dovevano essere dei clienti davvero odiosi, anche se la signora mi aveva eccitato dal primo momento che aveva varcato la soglia dell’ufficio.

La mattina dopo guardai l’agenda, l’appuntamento della mia collega era alle 10,00. Quando mancavano pochi minuti ancora non si era fatta vedere, fui preso dal dubbio che mettesse in pratica la minaccia di non presentarsi, che non venisse all’appuntamento e che dovessi occuparmene io. In fretta e furia presi i documenti e me li studiai, cercai di capire cosa cercavano questi clienti e cosa era stato loro proposto. Non ero neanche a metà degli appunti che entrò la signora. Dai documenti risultava sulla cinquantina non ancora compiuti, sposata con figli. Era sola, così temporeggiai in attesa del marito, le spiegai dell’improvviso impedimento della mia collega (che me la avrebbe pagata alla prima occasione) e feci qualche domanda per saperne di più riguardo alla loro ricerca, ma soprattutto al motivo per cui avevano scartato gli immobili visitati fino al giorno prima. Non sapevo più come prendere tempo quando le squillo il telefono, poche parole e riattaccò.

“Mio marito stamattina non può venire, lo hanno chiamato da lavoro per un problema imprevisto e urgente, pensava di riuscire a liberarsi ma non sarà così, possiamo andare noi. Ha detto che se risolverà il problema chiamerà per raggiungerci.”

“Perfetto, le propongo di andare con la mia auto, così se suo marito ci raggiungerà potrete tornare via insieme.” 

Accolse la mia proposta con un sorriso. Quando si sedette la gonna le salì scoprendo quelle belle gambe, toniche e abbronzate. Allacciò la cintura che mise in risalto il suo seno abbondante sotto alla maglia castigata. Nel complesso era una gran bella donna, come età poteva essere mia madre, è vero…ma non lo era! Durante il tragitto parlammo di nuovo degli immobili scartati, cercavo di capire chi nella coppia fosse quello che avrebbe avuto l’ultima parola nella scelta, ma la signora rimaneva molto sulle sue, difficile da carpire qualche informazione interessante. Arrivati a destinazione scesi e le aprii lo sportello spiandole le gambe, la gonna si alzò e mostrò buona parte della coscia, dovetti distogliere lo sguardo per non essere scoperto. Mi passò vicino e percepii nell’aria la scia del suo profumo, inspirai a fondo.

Cominciai la visita dal grande soggiorno al piano terra, poi la portai al piano di sopra dove la vista panoramica toglieva il fiato, anche se a me toglieva il fiato lei. Le avevo ceduto il passo all’inizio della scala e ora mi godevo quel culo perfetto che avevo davanti. Avrei voluto afferrarlo a mani piene e palparlo. Quella gonna appena sotto al ginocchio, da signora agée, mi arrapava e faticavo a nascondere l’erezione che mi aveva provocato. In cima alla scala fu accolta da una grande vetrata che affaccia sulla scogliera e il mare, si fermò lì davanti affascinata dalla vista strepitosa. Rimasi accanto a lei guardandola, poi le misi una mano sulla schiena con la scusa di accompagnarla a visitare l’intero piano, spiegando che offriva da ogni stanza la stessa visuale. La portai subito alla camera da letto, arredata con cura, oggetti di design e luminosissima. Poiché la villa veniva venduta completa dell’arredamento le feci apprezzare i dettagli, controllare la mobilia e poi la feci sedere sul letto.

“Pensi a quanto sia meraviglioso fare colazione a letto con questa vista, riesce a immaginare?”

Lei scosse la testa e io ne approfittai per proporle di provare quell’emozione. Mi guardò con espressione sorpresa, ma non le detti il tempo di ragionare su quello che stava accadendo. Mi inginocchiai e le sfilai le scarpe, scostai le coperte e la feci entrare. Continuava a guardarmi interdetta, ma seguì le mie indicazioni. Avevo deciso di azzardare, mi attizzava troppo la signora, così mi tolsi le scarpe e mi misi al suo fianco. Non mi ero zittito un secondo, la stavo distraendo a chiacchiere e mi serviva per trovare il coraggio di azzardare così tanto.

“Pensi, con suo marito al fianco, magari appoggiata al petto mente lui l’abbraccia” mentre parlavo la feci appoggiare a me e la abbracciai, continuando a fare quello che stavo dicendo abbassai il tono della voce, facendolo più caldo e suadente

“Le accarezza i capelli… il collo… le spalle… e poi con l’altra mano le accarezza questo splendido viso”

Mi voltai verso lei, feci in modo che i nostri volti si trovassero a pochi centimetri, con le dita sotto al mento la avvicinai verso me e la baciai lievemente sulle labbra, aspettai una sua reazione, pensavo a un ritrarsi improvviso, uno schiaffo o un rimprovero indignato. Invece niente. Non si mosse. Rimase a guardarmi negli occhi, poi lentamente li chiuse. Premetti ancora le labbra sulle sue, le dischiusi e con la lingua andai a forzare la sua bocca, che rispose aprendosi. Mi trovavo sdraiato in un letto a baciare una donna che mi eccitava dal primo momento che l’avevo vista. Il mio pene si stava ingrossando a dismisura, ero seduto e mi faceva male, mi spostai lievemente per togliermi quel fastidio. Lei lo interpretò come un invito e sentii la sua mano che timidamente si avvicinava al mio bacino. Stava succedendo davvero? Sentii quelle dita sottili e lunghe allargarsi per stringerlo come meglio poteva, mi sfuggì un sospiro di piacere, lei strinse un po’ di più. Stavo impazzendo dalla voglia di spogliarla e farla mia, ma avevo paura a toccarla, avevo paura che si rendesse conto di ciò che stava facendo e vi ponesse fine. Quando la sua mano scivolò lungo l’asta, a stringere i testicoli, non mi trattenni più. La mano dal mento scivolò lungo il collo e conquistò il seno, quel seno che avevo immaginato ogni volta che era entrata in ufficio. Lo strinsi, lo palpai, lo accarezzai mentre la baciavo con maggiore desiderio. Il suo respiro si fece più veloce, la sua lingua mi cercava, la mano iniziò a sbottonare la cintura… Azzardai oltre e le sfilai la maglia, tolsi con foga il reggiseno, bramavo quel seno. Lo strinsi, le dita giocarono con i capezzoli che si inturgidirono al contatto. Aveva vent’anni più di me ma il suo seno era sodo e florido più di quello delle mie coetanee. Mentre continuavamo a baciarci le nostre mani toglievano avidamente i vestiti all’altro. Quando fummo nudi la mia bocca lasciò la sua per assaporarle la pelle, la respiravo a pieni polmoni, volevo ubriacarmi di lei. Le dita le accarezzarono la pelle e la bocca la assaggiò, scivolavo lentamente, non volevo perdere un centimetro di lei. La guardai abbandonata al piacere, gli occhi chiusi, le mani avevano afferrato la sponda del letto. Il suo corpo rispondeva al mio tocco con piccoli brividi che la scuotevano. Questa donna mi eccitava tremendamente. Lentamente accarezzai quella pelle morbida e candida, ogni tocco delicato era seguito da baci ardenti. Il collo, il seno, l’addome e poi scesi all’inguine, sfiorando il suo frutto gustoso ma non mi soffermai. Le cosce e giù fino ai piedi che massaggiai per poi tornare su, avvolgendo quelle gambe meravigliose con le mani aperte, stringendo per sentirne la pienezza mentre risalivo, fino ad arrivare all’interno coscia e sostituire la mano con le labbra, la lingua, salendo ancora più lentamente. Sentivo i suoi muscoli che si irrigidivano ad ogni mio movimento, per rilassarsi subito dopo. 

Quando mi trovai a pochi centimetri dal suo sesso ne avvertii il profumo, vidi la pelle lucida dei suoi umori, invitante come una golosa torta. I suoi gemiti mi invitarono a proseguire, a non fermarmi, così avvicinai la lingua. Un tocco veloce, quasi furtivo. Un sospiro. Un altro tocco con la punta della lingua per aprirle quelle labbra carnose. Un sospiro. La guardai un attimo, percorsi con lo sguardo quello splendido corpo nudo. Le braccia protese verso la spalliera del letto, la testa leggermente reclinata all’indietro e gli occhi chiusi, la bocca sensuale socchiusa, il seno nudo con un sottile segno di abbronzatura rimasto dall’estate passata, il ventre piatto e candido, il pube con una leggera peluria tenuta in ordine, le gambe divaricate per offrirmi quel sesso così invitante. Non indugiai oltre, con la lingua percorsi quello spettacolo che mi si apriva davanti, partii dal basso e leccai fino al clitoride, dove mi soffermai, poi lo racchiusi tra le labbra e presi a succhiare, leccare, mordere e gustare. I suoi sospiri si fecero gemiti che crescevano di intensità. Scesi all’entrata di quel mondo meraviglioso e la penetrai con la lingua calda, il suo sapore pervase la mia bocca, la assaporai a lungo mentre i suoi movimenti assecondavano i miei. Dietro alla moglie silenziosa e mite si nascondeva una meravigliosa donna calda, che mi stava inondando la bocca con umori dolci e abbondanti. Continuavo a leccarla e con le dita la penetrai a fondo, in pochi secondi sentii il suo corpo irrigidirsi, la schiena inarcarsi e il respiro farsi corto. Mi schizzò in bocca mentre la stavo mangiando con gusto, bevvi i suoi umori e questo fece aumentare la mia eccitazione. Il mio pene era duro come il marmo, volevo entrarle dentro, profondamente, riempirla fino ad essere esausto.

Non indugiai oltre, avvicinai il mio sesso al suo, mi appoggiai all’ingresso del paradiso, entrai appena e mi fermai guardandola. Il suo volto da angelico era diventato voglioso. Sentii il suo corpo irrigidirsi, il suo bacino venirmi incontro, si spinse verso di me e mi fece entrare. Fui preso dal desiderio irrefrenabile di sentirla godere ancora e iniziai a muovermi dentro quel corpo meraviglioso. Lei assecondava ogni mio movimento facendomi entrare a fondo. Ero talmente eccitato che mi resi conto che non sarei durato tanto, le chiesi di rallentare, lei sorrise guardandomi negli occhi con sguardo malizioso. Si ritrasse affinché uscissi da quel frutto carnoso, mi fece sdraiare e mi si mise sopra. Un attimo dopo ero di nuovo imprigionato in quella donna meravigliosa, iniziò a cavalcarmi chiedendo di essere toccata dovunque. I suoi movimenti erano sempre più veloci, sentii che non sarei riuscito a resistere oltre, lo sentì anche lei e mi intimò di riversare il mio seme nel suo ventre, a quelle parole non riuscii più a resistere. Un’abbondante eiaculazione si riversò da me a lei. Aspettò un po’ e poi si alzò lentamente, salì verso la mia faccia e mise il suo sesso sulla mia bocca. Mi chiese di leccarla fino a farla godere, la mia lingua fu nella sua fessura. Sentii il mio e il suo sapore mescolarsi in bocca. La stavo scopando con la lingua e le masturbavo il clitoride. Stava per venire, volevo sentirla urlare di piacere, i suoi muscoli si irrigidirono, si sedette sulla mia faccia spingendo, la leccavo avido. Sentii le unghie ficcate nella pelle, urlò di piacere quando arrivò l’orgasmo che la fece scuotere completamente e che inondò la mia faccia. Ero estasiato, quella donna era una forza della natura, una bomba del sesso. Mi stavo ancora riprendendo da quel suo orgasmo che la sentii muoversi, avevo gli occhi chiusi e cercavo di indovinare cosa stesse facendo quando avvertii la sua lingua leccare la mia faccia i resti dei nostri orgasmi, per poi avvicinarsi alla bocca e baciarmi.

Sarei rimasto in balia della sua lingua per sempre, ma lo squillo del cellulare ci riportò alla realtà. Era il marito che stava partendo dall’ufficio per raggiungerci e vedere la villa. Quando arrivò ci facemmo trovare nel giardino, con atteggiamento professionale lo accolsi e ripresi la visita della casa che piacque a entrambi. La trattativa fu veloce e si concluse con un aperitivo dopo l’atto di vendita dal notaio. Visitai altre volte quella villa, continuo a visitarla tutt’ora, ogni volta che ricevo un suo messaggio che mi invita a “provare quanto sarebbe bello fare colazione a letto con vista sulla scogliera”.

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