La partita di pall...
Che palle le partite di calcio.
Che palle doverle vedere per forza solo perché lui ci tiene tanto.
Oggi poi, sono tutti qui, a casa nostra, credo sia una partita importante perché sono tutti infervorati.
Lui è sulla sua poltrona, gli altri seduti chi sul divano, chi sulle sedie, c’è anche qualcuno per terra.Io penso solo che poi ci saranno briciole e bicchieri ovunque e toccherà pulire e sistemare tutto, della partita proprio non mi interessa. Non è una questione di genere, perché le altre ragazze della compagnia sono tutte qua, assieme ai ragazzi, coinvolte come loro, a fare un tifo che tanto i giocatori non possono sentire. Boh valli a capire. Io sono l’unica che si annoia, di conseguenza sono io l’addetta al bere e mangiare, stappo birre e riempio ciotole di patatine e noccioline che loro fanno sparire in un attimo. Sto portando ulteriori birre quando qualcuno deve avere fatto gol, perchè sono saltati su tutti assieme urlando, battendo le mani, spintonandosi, spintonandomi. Mi sfugge una birra, che cade per terra bagnando tutto, bagnandomi tutta, fortuna la bottiglia non si è rotta, ma che disastro. Rifiuto la distratta richiesta di aiutarmi dei pochi che si sono accorti dell’accaduto e asciugo il pavimento, domani devo per forza dare anche lo straccio. Quando mi rialzo mi rendo conto di essere completamente bagnata, puzzo di birra, la maglietta è fradicia e si è incollata alla pelle, istintivamente mi copro, guardandomi attorno, ma nessuno ha visto nulla, tutti presi dalla partita. In cucina mi guardo, nel riflesso della finestra, la maglietta è trasparente, si vede benissimo il mio reggiseno leggero, bagnato pure quello, si vedono i capezzoli, duri, tesi e nessuno si è accorto di nulla. Sono sollevata che nessuno si sia accorto di nulla, sai che figura?! Certo che neppure lui si è accorto di nulla…che poi… figura… faccio la mia porca figura così. Mi rendo conto che sono quasi delusa che nessuno se ne sia accorto, non solo lui ma anche gli altri e le altre perchè no. Mi affaccio alla porta della cucina, con le braccia incrociate sul petto, nessuno bada a me, nessuno sembra davvero essersene accorto. Faccio scivolare le braccia lungo i fianchi, ma nessuno guarda verso di me, mi stupisco di me stessa, di questo mostrarmi, ma allo stesso tempo sono delusa dalla mancanza di attenzione, attraverso la sala senza coprirmi, come se fosse nulla, come se non avessi le tette praticamente di fuori, ma nessuno fa caso a me…
In camera mi levo la maglietta e il reggiseno, anche le calze sono bagnate, me le sfilo e le lancio lontano, resto nuda con solo dei leggins neri, mi guardo allo specchio, inarco il busto, tette in fuori e culo in dietro, com’è possibile che preferiscano guardare la partita?! Anche i leggins sono bagnati in più punti, soprattutto le ginocchia, forse quando mi sono inginocchiata ad asciugare a terra, mi immagino a quattro zampe sul pavimento, chissà se qualcuno mi ha guardato il culo, chissà se qualcuno ha intravisto il perizoma che indosso sotto. Mi sfilo anche i leggins e li aggiungo al cumulo di vestiti sporchi, mi guardo le mutandine, alzo le spalle e tolgo pure quelle. Raccolgo tutto e butto nella cesta della biancheria sporca in bagno, sto girando per la camera completamente nuda con tutti i nostri amici di la, guardo i loro cappotti sul letto, chiunque potrebbe entrare da un momento all’altro.
Guardo la porta chiusa, un pò intimorita, o sono solo delusa che nessuno compaia? Mi scopro eccitata, apro lentamente la porta e sbircio di fuori, nessuno guarda nella mia direzione, tutti concentrati su quella inutile partita, vorrei spalancare la porta e mostrarmi a loro, così nuda ed eccitata, ma… no, non lo faccio. Li guardo uno per uno, provo ad immaginare se mi vedessero nuda quale sarebbe la loro reazione, cosa direbbero o farebbero, un paio di loro li ho visti più volte guardarmi più a lungo del dovuto nella scollatura o quando accavallo le gambe con le minigonne, se sapessero che ora sono nuda a pochi metri. Devo vestirmi, non posso rimanere nuda per sempre, ho anche un po’ di freddo, però… cosa mi metto? Vado al cassetto della biancheria, mi rendo conto di aver lasciato la porta socchiusa, vengo attraversata da un brivido di piacere, mi impongo di non chiuderla e di non guardare in quella direzione, scavo tra le mutandine e tiro fuori le più piccole e trasparenti che ho, le infilo lentamente immaginando di essere osservata, quando ho finito sarebbero già da cambiare tanto sono bagnate. Il reggiseno…faccio senza?! Le mie amiche lo fanno spesso di uscire di casa senza reggiseno, io non ho mai avuto il coraggio, è anche vero che loro hanno meno seno di me, ma è quasi di moda non usarlo. Mi metto una canotta bianca, è molto aderente, quasi trasparente, si vede benissimo che non ho nulla sotto, soprattutto si vedono benissimo i capezzoli duri ed eccitati… ok così non posso uscire di là.
Cosa posso mettermi? Vedo il vecchio cardigan blu sul fondo dell’armadio, non ricordo quanto sia lungo, mentre mi chino per prenderlo realizzo che l’armadio e la porta sono allineati, sono a culo in su con un filo tra le chiappe; vengo attraversata da un’altra scossa, mi tremano le gambe. Mi sollevo lentamente, immagino che qualcuno mi stia guardando dalla sala, immagino che si stia eccitando a spiarmi, sono letteralmente fradicia, sento una gocciolina scendere lungo la coscia destra. Infilo lentamente il cardigan, mi copre le chiappe e arriva quasi a metà coscia, chiudo i bottoni sul davanti, mi guardo allo specchio, se chiudo tutto non si vede nulla, ma se ne apro un paio…è troppo freddo però per stare a gambe nude. Mi vengono in mente le parigine in lana, vediamo se arrivano sopra il bordo del cardigan, le prendo e mi siedo sul bordo del letto, poi guardo la porta, mi sposto un pò più in là e le calze le infilo in pedi, appoggiano un piede alla volta sul letto e tirandole su lentamente come fanno nei film, mostrando le gambe e le cosce ad un ipotetico spettatore. Non ho mai guardato verso la porta, non ho mai controllato se qualcuno mi stia guardando davvero, ma ora sono pronta per uscire, le calze sono perfette, il cardigan e tutto il resto è perfetto, non è nulla di troppo sexy o sfacciato al primo sguardo, ma se si guarda bene. Apro di scatto la porta sperando di cogliere qualcuno che guarda nella mia direzione, ma niente, nessuno, è come se io non esistessi.
Mi viene una rabbia immotivata e marcio verso la cucina, sento il mio seno muoversi libero coperto solo dalla canotta, mi sono dimenticata di riallacciare il cardigan, ma tanto nessuno mi guarda. Mi chiedono altra birra, manco fossi la cameriera, ne prendo un paio dal frigo e le stappo, quando le prendo per il collo per portarle di la, vengo attraversata da un’idea, da un brivido, ne prendo una, con una mano mi alzo il cardigan e sposto le mutandine fradice, faccio un sorriso e appoggio la bottiglia alle grandi labbra, la struscio, è fredda, ho un brivido poi la infilo un pochino dentro, la rigiro poi la tiro fuori. Sul bordo vedo il luccichio dei miei umori, sorrido e faccio lo stesso con l’altra, questa volta però ne voglio di più, la spingo un pò più in su, sospiro, poi la sfilo ridendo da sola. Ora sono pronta per portarle di la. Appoggio le birre sul tavolino, nel chinarmi mi rendo conto che devo stare attenta altrimenti si vede il culo, ma poi mi eccito ancora di più al pensiero, Antonio è proprio dietro di me, ma vengo subito distratta nel vedere le due birre sparire subito dal tavolo, mi allontano e guardo curiosa. Una l’ha presa Luca che la tracanna senza accorgersi di nulla, l’altra la prende Marco che inizia a sorseggiarla, si lecca le labbra, guarda la bottiglia stupito, poi ne prende un’altro pò. Sembra gli piaccia, ma non credo abbia capito cos’è quel tocco in più alla sua birra. Ho una voglia che mi scioglie, voglio essere presa, voglio di più. Lo guardo, è totalmente preso dalla partita, è bellissimo, ma non mi guarda neppure, ma lo voglio, mi faccio spazio tra gli altri e lo raggiungo alla sua poltrona, mi guarda, mi vede, mi scruta, gli piace quello che vede. Mi siedo sulle sue gambe, mi stringe a se mentre lo bacio con la voglia di mangiarmelo. Sente la mia voglia, sento le sue mani stringermi i fianchi, finalmente ho la sua attenzione, ma dura poco. GOL. Tutti saltano su urlando, pure lui che a momenti mi fa cadere, lo guardo malissimo e mene vado in camera arrabbiata.
Mi lancio sul letto in mezzo ai cappotti e alle borse, ho una rabbia e una delusione addosso, ma sono anche super eccitata. Nel salto il cardigan è risalito, lo sento, ho la schiena mezza nuda e le gambe leggermente divaricate, mi viene il dubbio di non aver chiuso la porta, al pensiero il mio corpo è attraversato da un brivido, con una mano scivolo tra i cappotti fino alle mie mutandine bagnate, mi tocco, immersa in questa orgia di odori diversi, profumi mischiati, nuovo i fianchi contro la mia mano, contro le mie dita. Non so perchè, ma improvvisamente mi sento osservata, mi giro di scatto e realizzo di aver lasciato la porta aperta. I suoi occhi sono su di me, li sento prima di vederli, arrossisco colta sul fatto, ma poi sorrido felice di avere la sua attenzione.
Mi alzo, mi sistemo il cardigan, poi con gesto di sfida slaccio un altro bottone, senza distogliere lo sguardo attraverso la sala, vado in cucina. questa volta il suo sguardo mi ha seguito lungo tutto il percorso, questa volta non si è perso un particolare. Lo vedo alzarsi e venire da me, “Pensavo guardassi la partita”
“Mi hai bagnato i pantaloni, pensavo fosse birra, poi ho riconosciuto il tuo profumo”
“Era da un pò che cercavo di attirare la tua attenzione”
“Scusa…la partita…” lancia uno sguardo verso la tv.
“Decidi, adesso!” mi guarda, mi scruta, il suo sguardo mi fa eccitare ancora di più, poi si avvicina, mi bacia, mentre una mano agguanta un seno e l’altra una chiappa, mi stringe forte. Sento la sua erezione contro di me, le sue mani scompaiono sotto il cardigan, a cercare carne nuda, eccitata, bagnata. Sono talmente eccitata che le sue dita vengono come aspirate dentro di me, sento solo il rumore delle sue dita nei miei umori, i nostri sospiri, mentre infilo le mie mani nei suoi pantaloni della tuta, vengo attraversata da un pensiero “Possono vederci!”
“Non mi sembra che per te prima fosse un problema” ma esce le dita da me, mi afferra per le chiappe e mi trasporta dietro alla penisola, e mi deposita sul piano, sento il freddo del marmo sulle chiappe nude. Mi sfila quelle inutili mutandine e si inginocchia davanti a me, guardo dietro di me e vedo i nostri amici che non si accorgono di nulla, chissà cosa vedrebbero, cosa capirebbero. Sento la sua lingua raccogliere il mio nettare, poi mi esplora le labbra con calma per poi concentrarsi sul clitoride che sento duro e teso, la prima leccata mi manda fuori di testa, mi devo concentrare per non urlare, mi aggrappo al piano mentre mi tortura senza pietà. Mi dimentico di tutto di dove sono, degli amici nell’altra stanza, lo prendo per i capelli e lo schiaccio contro di me, sento il piacere crescere, fatico a trattenermi, mi mordo le labbra ma poi non resisto più ed esplodo. Esplodo in un urlo di piacere, esplode ogni cellula del mio corpo, esplodo un getto di piacere sul suo viso. Fortuna che tutto questo viene coperto dalle urla di gioia per l’ennesimo gol. Lo lascio libero, si alza, non guarda verso la TV, guarda solo me “Fortuna nessuno ha fatto caso a noi…”
“Fortuna…fortuna?”
“Io ho ancora voglia…”
Generi
Argomenti