Lo sfigato assai cazzuto

Adrian
4 months ago

È appena suonata la campanella della ricreazione che mi si para davanti Pietro, una spanna più alto di me, maglietta attillata a mostrare i muscoli, sguardo sornione… insomma il duro della classe. 

“Tu sei con noi!” 

“Cosa!?” 

“Sei scemo?! Sei con noi a fare quella cosa che ha detto prima la prof” 

“Ah intendi la ricerca di gruppo che ha chiesto la Professoressa di italiano!?” 

“Eh si quella roba lì” 

“Ma noi chi!?” 

“Come chi!? Ma non avevi scelto lui perché è il più intelligente!?” 

Mi volto e alle mie spalle c’è Jenny dovevo intuirlo, la sua “dolce” metà. Mi sforzo di guardarla in viso e basta, mi sforzo di non far cadere lo sguardo su quel seno a stento nascosto dalla canotta stretta… 

“Ma io pensavo…” 

“Bravo inizia a pensare ci vediamo a casa di Jenny questo pomeriggio” 

“Ma io …” 

“Non mi dire, hai Judo!?” Scoppia a ridere e se ne vanno a limonare nel corridoio. Resto inebetito a guardare quel culo fantastico smanacciato dalle mani dell’energumeno fino a che non scompare dietro la porta. 

Speravo di poter fare la ricerca con Luca e Marco come sempre, certo anche loro non posso chiamarli amici però… siamo una buona squadra, io il cervello, Luca svelto con il computer e Marco pratico ed efficiente, invece… Quei due… So già che mi toccherà fare tutto a me e loro passeranno il tempo a baciarsi e fare chissà cos’altro. 

Devo trovare una via d’uscita… la luce del neon viene coperta improvvisamente da qualcosa… “Non ci pensare neppure ad inventarti una scusa!” Il tono è a dir poco minaccioso, ok non ho vie di scampo. 

Jenny mi apre la porta di casa scalza, con un toppino che mette in risalto le tette e un paio di shorts minimi, è sorridente, bellissima senza il trucco pesante che usa per venire a scuola e con i capelli raccolti con una semplicissima molletta.

“Pietro arriva tra un po’, mettiamoci subito al lavoro, che poi lui…”. Ci mettiamo al tavolo, io tiro fuori i libri che mi sono portato da casa lei il suo computer nuovo fiammante e siamo subito operativi. 

Mi stupisce, è brava, intelligente, ma perché a scuola va così male!? 

“Che c’è!?” Devo essermi incantato. 

“No niente, ma non capisco…” 

“Sei come i miei genitori, stai pensando che sono intelligente, che se studiassi di più sarei bravissima a scuola e bla bla bla!” 

“Sssii lo ammetto, pensavo a questo” 

“Io studio, ma non mi interessa che voto prendo a scuola, io studio quello che mi pare quando mi pare” 

“Ok discutibile ma va bene, perché ora invece ti stai impegnando!?” 

“Perché mi dispiacerebbe se per colpa di quel prepotente di Pietro prendessi un brutto voto!”

 “Grazie lo apprezzo molto e questa versione di te mi piace tantissimo!” Arrossisco immediatamente consapevole di cosa ho detto, le orecchie mi scottano mentre lei mi guarda seria. 

DIN DON 

“E’ Pietro, lui… non è come credi” corre verso la porta felice. 

Salvato da Pietro chi l’avrebbe mai detto!? Già sulla porta, lei gli butta le braccia al collo e iniziano a baciarsi come se non si vedessero da mesi, le sue mani a percorrerne il corpo sinuoso, bellissimo, fino a piazzarsi sulle chiappe per stringerle, strizzarle. Lei è in punta di piedi, lui gli stringe le chiappe, i calzoncini si insinuano tra le chiappe, lo spettacolo di quei piedini sottili, quelle gambe lunghissime, quelle chiappe che compaiono prepotentemente… ho un’erezione da paura, faccio in tempo a sistemarmi i calzoni prima che si voltino verso di me. “E’ stato bravo il ragazzo!?” 

“Certo, abbiamo iniziato e siamo già a buon punto!” 

“Bravi” 

Vengono a sedersi al tavolo e cerchiamo di andare avanti nel lavoro, ma Jenny è tornata quella di sempre e Pietro sembra avere gli ormoni a palla. Non vedo le sue mani sotto al tavolo, ma dai movimenti e dagli urletti, che a volte scappano a lei, credo di sapere cosa stiano facendo.

Sono in imbarazzo, mi sento di troppo e mi sto … arrabbiando. 

“Sei vergine?!” 

“Ma cosa…!?” scoppiano a ridere entrambi 

“Hai mai visto una tetta!?” con una mano sta abbassando lentamente la spallina del top di Jenny che ridacchia. 

“Non mi sembra il caso…” lentamente il top scivola sulla pelle abbronzata fino a fermarsi al limitare del capezzolo, il seno, quel meraviglioso seno è quasi del tutto scoperto. Devo essere paonazzo, lei mi guarda seria mentre lui ride sguaiato. 

“Forse è il caso che io vada” inizio a raccogliere i miei libri. 

“Perché non ti piace Jenny!?” 

“Sì no cioè…” 

“Sei forse gay? Preferisci questo!?” si alza di scatto, l’uccello già fuori dai pantaloni della tuta, duro e teso. Vedo il braccio di Jenny scattare, forse per fermarlo, forse perché la sua mano era proprio lì sopra poco prima. 

“No io…” 

“Dai quattrocchi preferisci le tette di Jenny o il mio uccello!?” abbassa del tutto il top di Jenny mettendo in mostra un seno davvero notevole, mentre fa l’elicottero con il suo uccello. 

“Io…” 

“Io, io, io …” ride sempre più forte.

“Preferisco lei, anche perché…” questa volta è lei a scoppiare a ridere mentre si copre il seno, lui rimane di gesso. Ancora una volta devo essermi tradito con l’espressione della faccia. Lui inizia a gonfiarsi tutto, il viso diventa rosso peperone, ci manca solo che esca fumo dalle orecchie. 

“Dai andiamo di la, lascia stare questo sfigato!” si è messa davanti a lui e lo sta spingendo verso il corridoio, verso la sua camera, lui è furioso indeciso tra lo spaccarmi la faccia e le tette di Jenny. 

“Dai lascialo stare, tu hai me, stai tranquillo” scompaiono otre la porta. 

Io finisco di mettere via i libri, prendo un foglietto e scrivo due righe prima di andarmene. “Se proprio devo scegliere però preferisco la Jenny di prima” 

Nell’ascensore scoppio a ridere ripensando al quel cazzetto che fa l’elicottero, chi l’avrebbe mai detto che quel prepotente, pallone gonfiato, avesse quel cosino tra le gambe. Avrei voglia di sputtanarlo a scuola, rendergli pan per focaccia per tutte le angherie subite, ma poi mi torna in mente Jenny, bellissima ed intelligente, chi l’avrebbe mai detto…

Trovo la Jenny studiosa molto più eccitante di quella sexy e provocatrice… com’è finita a stare con quel energumeno? Non di certo per le doti amatorie! Continuo a ridacchiare fino a che non arrivo a casa. 

— 

Il giorno dopo a scuola mi rendo conto che tira una brutta aria, Pietro mi guarda con gli occhi duri, mentre Jenny è più melensa del solito, cerca di distrarlo, devo stare attento a non rimanere nella stessa stanza da solo con lui. Durante l’ora di matematica mi arriva un bigliettino, è di Jenny. “Ci vediamo domani pm da me, oggi cerco di farlo calmare, scusa per ieri” Mi volto a guardala, ha occhi solo per lui, gli accarezza una mano mentre lui continua a guardarmi male, non mi stupirei di vederlo ringhiare e sbavare come un doberman arrabbiato. Aggiungo una riga sotto al suo bigliettino e lo rimando al mittente. “Ok per domani, oggi ho judo!”

 Il giorno dopo sono puntualissimo davanti alla sua porta di casa. Jenny mi apre “vestita” con un vestitino davvero mini, scollatissimo e cortissimo, vede il mio sguardo. “Scusa ma è caldo” 

“Scusa tu per il mio sguardo, non ho resistito” mi guarda stupita. Come l’altro giorno lui non c’è ancora, ma sappiamo entrambi che arriverà a rovinare tutto. Lavoriamo veloci ed efficienti, siamo in sintonia, lavoriamo bene insieme, abbiamo anche tempo per qualche battuta e scherzare un po’. È anche simpatica oltre che bellissima ed intelligente! Come ho fatto a non accorgermene in 5 anni!? 

Ma la nostra bolla di pace esplode con il suono del campanello. Vedo il suo volto cambiare, la postura, i movimenti, è un’alta ragazza quando va ad aprire la porta al suo uomo. 

Pietro entra furibondo, lancia la sacca sportiva sul pavimento. “Abbiamo perso!” 

Lei cerca di baciarlo, stringerlo, calmarlo, ma lui non riesce a fermarsi è un ciclone di parolacce e bestemmie mentre pesta per terra come un bambino. 

“Che cazzo hai da ridere tu!?” 

“Io!?” 

“Io? Io? Sei scemo? Ci siamo solo noi qui!” 

“Io non stavo ridendo!”

“Togliti subito quel sorrisetto del cazzo dal viso o ti strappo i denti!” 

Si avvicina minaccioso mentre lei cerca di tenerlo buono, ma è troppo arrabbiato, la spinge via. 

Mi arriva una manata in faccia che mi fa cadere dalla sedia, neanche il tempo di capire cosa succede che me lo ritrovo sopra, non riesco a muovermi mentre lui mi urla in faccia, sputando saliva ovunque. Lei gli salta sulla schiena, cerca di fermalo ma lui se la scrolla di dosso come un moscerino. 

“Perché lo difendi!? Ti piace il secchione!? Ti sei vestita da troia per lui oggi!?”. Lei sgrana gli occhi, mentre lui continua ad insultarla, poi mi prende su di peso e mi rigira un braccio dietro la schiena. 

“Ti piace questa puttana!? TI PIACE?? Ma lei è MIA! È la MIA puttana!” 

“Ma come ti perm…” lei non riesce a finire la frase che le arriva uno spintone che la ribalta sul divano, il vestito si alza, si vede un perizoma in pizzo bianco, un seno esce dalla scollatura. 

“Ti piace? Ti eccita?! Ti sta venendo duro!? Dai faccelo vedere facci vedere che bestione nascondi tra le gambe, vediamo dai!”. Mi strattona i calzoni della tuta, cerco di impedirglielo ma mi strige il braccio dietro la schiena mi fa male, poi improvvisamente la sua presa si allenta e mi lascia libero. Sono fermo in mezzo alla sala con i calzoni alla caviglia, mi massaggio il braccio dolorante mentre loro mi guardano allibiti. Lui si accascia in ginocchio come svuotato, mentre lei inizia a singhiozzare piano piano fino a scoppiare in una risata fortissima, cristallina, non l’avevo mai sentita ridere così. Ho l’uccello barzotto, ne gonfio ne sgonfio, ma anche così è molto più grosso del cazzetto di Pietro. 

Jenny smette di ridere, il suo sguardo si fa serio, mi guarda con uno sguardo diverso, il mio uccello si sente in dovere di fare bella figura e lentamente inizia a gonfiarsi, allungarsi. 

Pietro mi guarda con gli occhi sgranati, non c’è più rabbia in quegli occhi, c’è meraviglia, eccitazione direi quasi. “Cazzo!” lo bisbiglia piano. 

Jenny si alza e lentamente si avvicina, si avvicina a Pietro, lo bacia delicatamente poi si inginocchia al suo fianco ed allunga una mano verso il mio uccello ormai duro. Ha la mano fresca, sottile, delicata, il tocco è leggero. È incantata dal mio uccello, dalle sue linee, dalle sue vene, la sua mano ne prende le misure mentre gli occhi lo stanno già mangiando, deglutisce piano, poi guarda Pietro. 

Pietro è come stregato dal movimento della sua mano, ne segue il percorso senza perdersi un attimo. Quando lei avvicina la lingua a me, lo vedo deglutire e aprire appena la bocca, come se… 

La lingua che mi accarezza la cappella delicatamente mi fa perdere il filo del pensiero, non c’è spazio per altro se non per quella linguetta che mi percorre l’asta pulsante, mi esplora le palle…

Quando la mia cappella viene avvolta dalle sue labbra calde spalanco gli occhi di scatto, non mi ero neppure reso conto di averli chiusi, Jenny è in ginocchio davanti a me e mi sta facendo un pompino!! 

Jenny la più figa della scuola mi sta facendo un pompino! 

A me! 

O almeno ci prova, no va molto oltre la cappella in verità… 

Tutt’un tratto Pietro si sblocca, non so cosa è successo, ma inizia a baciare Jenny delicatamente, sul collo, poi risale verso il viso, le morde l’orecchio, le bacia le guance gonfie della mia cappella, le accarezza le labbra aperte sul mio uccello, lei mi lascia andare un momento per baciarlo con passione. Si baciano mentre il mio uccello è qui puntato verso di loro, poi si staccano, si guardano negli occhi qualche secondo poi lui la spinge di nuovo verso di me. 

La spoglia delicatamente, baciando ogni porzione di pelle che scopre, mentre le sue mani insospettabilmente delicate percorrono quel corpo meraviglioso, lo fa con amore, dedizione. Poi si stende a terra e si infila tra le sue gambe, vedo la sua testa sparire e il ritmo del pompino cambiare, non riesce più a concentrarsi, si ferma, chiude gli occhi e si gode quella lingua che immagino essere bravissima. Inizia a sospirare, si tiene stretta a me, la bocca aperta, il mio uccello appoggiato alla guancia, muove le anche sopra di lui, poi esplode in un rantolo, viene scossa da un tremito e si ferma stringendo con forza le cosce sulla faccia di Petro che ridacchia la sotto. Si stacca da me e ridendo guarda Pietro, lo bacia, lo riempie di baci mentre lui ride felice. 

Non l’ho mai visto con quel sorriso, con quello sguardo. Mi accascio sul divano mentre li guardo baciarsi, sono belli. 

“Posso?!” 

Lui mi guarda un attimo. “Sì!” 

Lei si alza, viene da me, sale sul divano e si posiziona a cavalcioni sopra di me. 

Prende il mio uccello, duro, gonfio e se lo punta contro. Scende piano piano, gli occhi chiusi, concentrata, lentamente entro dentro di lei, si deve abituare ma è bagnata, molto bagnata. Quando arrivo in fondo si ferma, sbuffa, riapre gli occhi e guarda tra le sue gambe stupita, poi guarda Pietro che nel frattempo ci è venuto affianco e guarda anche lui meravigliato, estasiato. 

Faccio per muovermi ma lei mi blocca. “No!”

 Inizia lei piano piano a muoversi, senza farmi uscire, muove appena le anche, guarda Pietro negli occhi mentre inizia a prendere confidenza con il mio uccello piantato dentro.

Compare un sorriso, poi inizia ad aumentare il ritmo, muove i fianchi in una maniera fantastica, mentre le mani di lui la accarezzano. 

La accarezzano ovunque, sa dove toccare come toccare, la schiena, il seno, le chiappe, la pancia, le gambe, si insinua anche tra di noi, le solletica il clitoride, percorre i bordi della sua figa aperta dal mio uccello, accarezza anche la parte del mio uccello che esce da lei, lo fa con delicatezza, mi sfiora pure le palle gonfie, mi viene istintivo spalancare le gambe, lasciare spazio alle sue mani di esplorare, è fantastico il suo tocco, poi torna a dedicarsi a lei. Lei che sta godendo su di me mentre si baciano con passione, le mani di lei lo spogliano frenetico, accarezzano quel fascio di muscoli, quel corpo scolpito, quel cazzetto pieno di voglia. Ha davvero un fisico bellissimo, un dio greco se non fosse per quel cazzetto. Cazzetto che scompare completamente nella sua bocca mentre lei non smette di cavalcarmi. Lo sento grugnire mentre le prende la testa e la tiene ferma contro di se, le scarica in gola tutto il suo liquido mentre lei continua a cavalcarmi senza pietà. 

Quando si sfila da lei e si lascia cadere sul divano, lei ride felice, una grossa goccia bianca cola da quelle splendide labbra, ne seguo la scia lungo quel corpo meraviglioso. 

Ma lei mi artiglia i capelli, stringe fortissimo, viene in un orgasmo devastante, squassata dalle contrazioni, aumenta il ritmo, sempre più forte, sto per venire il ritmo è insostenibile. 

La sollevo di peso e mi sfilo da lei giusto in tempo per spruzzare tutto il mio seme su di lei su di me… 

Restiamo qualche secondo immobili a riprendere fiato poi si accascia al mio fianco e guarda il mio uccello ridursi lentamente, lui è dietro di lei che la accarezza dolcemente, lo sguardo perso nel vuoto poi improvvisamente si scuote. “Ho fame! Facciamo merenda!?”. Si alza in piedi e nudo com’è si incammina verso la cucina. 

Lo guardiamo sparire oltre la porta. 

Lei mi guarda come per scusarsi come per dirmi qualcosa poi si alza e lo segue. “Ci deve essere qualcosa nella credenza!” guardo quel culo meraviglioso, prima di sparire si volta. “Dai vieni anche tu!”.

Penso sia nata una grande amicizia. “Aspettatemi arrivo!”

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