Sesso sotto la doccia
Che freddo! Sono congelato, per fortuna sono oramai a casa, ci vuole subito una doccia calda.
Apro la porta, lei è già arrivata, si vedono i segni per casa. C’è una scia di vestiti per terra, si sente la musica altissima che viene dal bagno, deve aver avuto la mia stessa idea. Le sue scarpe sono davanti alla porta, deve averle scalciate appena entrata, faccio lo stesso. La borsa è poco più in là, aperta, rovesciata, qualcosa è anche uscito. Il giaccone è lanciato sul divano, ci butto anche il mio. Poi trovo il vestito con la canottiera appallottolati contro il muro, li ha tolti tutti assieme, faccio lo stesso miracolosamente senza strozzarmi. Poi ci sono i collant all’inizio del corridoio, mi fa impazzire quando si toglie i collant in giro per casa, ho davanti agli occhi l’immagine del suo culo che si muove per farli scendere e il nylon che scivola lungo le sue gambe lunghissime. Mi sto eccitando. Mi tolgo anche io i calzoni esattamente dove l’ha fatto lei, ma con molta meno eleganza, rischio di inciampare e saltello su un piede solo mentre sbatto contro il muro. Mi tolgo pure i calzini, questa volta mi appoggio prima di cadere, imparo in fretta! Lì c’è il reggiseno. La le mutande. Sono davanti alla porta del bagno, nudo. Dalla porta filtra la luce, il vapore della doccia e si sente la musica con un sottofondo di acqua che scorre. Entro, c’è tantissimo vapore è caldissimo. La vedo nella doccia, quel vetro maledetto è satinato. Sta canticchiando mentre si lava i capelli e muove i fianchi a ritmo di musica. Apro la porta della doccia e … Lei urla e richiude la porta! “Ma sei scemo!? Mi hai fatto paura!”. Riapro la porta ed entro: “Fammi spazio”. “No che sei freddo! Poi fammi finire di lavare i capelli”.
Si gira mostrandomi la sua stupenda schiena. L’acqua è bollente, fa quasi male sulla mia pelle ancora fredda. La doccia è stretta, i nostri corpi si toccano, la mia erezione è tra le sue chiappe, non potrebbe essere altrimenti. Le metto le mani nei capelli e le massaggio la cute sotto l’acqua, mentre lo sciampo scivola via, prendo il doccino e finisco per bene di sciacquargli i capelli, lei si gode il massaggio ad occhi chiusi. Ho finito, rimetto a posto il doccino. “Hai sciacquato tutto per bene?!”. Lei prende la spugna e ci mette sopra una bella dose di bagnoschiuma, si volta e fa girare anche me, ora è lei dietro, mi passa la spugna sulle spalle, le braccia, poi la schiena. È bello, rilassante. Mi insapona le chiappe con la spugna mentre con l’altra mano mi accarezza, scende lungo le gambe i polpacci. Mi fa girare e continua ad insaponarmi le gambe, mi lava i piedi, mentre il mio uccello le sbatte in faccia, sorride, prende la cappella in bocca e mi da un morso.
”Ahia! Sei scema?!”. Riprende a lavarmi, mi passa la spugna tra le gambe con delicatezza, mentre con l’altra mano mi accarezza le palle, l’asta. Si alza, mi passa la spugna sul petto, il collo, poi mi guarda negli occhi. Il suo sguardo è serio, come il mio. Poi sorride mi lancia la spugna in faccia e scappa! Ci prova almeno, la agguanto in tempo prima che esca dalla doccia, richiudo la porta e la stringo. Con una mano le stringo i seni mentre l’altra è ben piantata tra le sue gambe, non mi scappa. Ride. “Lasciami andare!”, ma mentre lo dice muove il culo contro di me. Piego un attimo le ginocchia e spingo il mio uccello dentro di lei, sospira mentre spinge contro di me. Appoggia le mani al vetro e solleva il culo, lo spazio è poco, quando spingo si ritrova con la faccia contro il vetro, ride: “La prossima doccia più grande però!”. Le stringo i seni da dietro ed inizio a darci dentro, i suoi seni stanno perfetti nelle mie mani grandi, sembrano fatti apposta, ma scivolo, con tutto questo sapone:
“Ahia! Non ti appendere!”. Mi aggrappo allora ai suoi fianchi, riesco a spingere meglio così, è come afferrare due maniglie, quanto mi piace prenderla così, posso spingere più forte. Non capisco gli uomini che preferiscono quelle ragazzotte scheletriche, dove ti aggrappi quando devi scoparle?!
“Guarda … che …. passiamo … al … di là … del vetro … se… continui … così!”. Ci mettiamo a ridere mentre la tiro su e la stringo da dietro. “Prossima doccia molto più grande e vetri antisfondamento super rinforzati”. Si gira, mi mette una gamba attorno ai fianchi e mi riprende dentro di lei, questa posizione è forse ancora più scomoda e pericolosa. Infatti subito le scivola il piede e finiamo per terra sul piatto della doccia, per fortuna non ci siamo fatti male, ridiamo come scemi. “Nei film sembra sempre tutto più facile però!”. “Guarda che l’attore medio è comunque molto più in forma di noi!”. “A me piace la nostra forma però”. Si posiziona meglio ed entro di nuovo dentro di lei, siamo seduti una tra le braccia dell’altro, stringendoci forte. “A me piace sentire la tua forma dentro di me così!”. Inizia a muoversi mentre rivolge il viso verso l’alto, verso l’acqua della doccia che ci cade addosso. È bellissima! Le prendo un seno in bocca, bevo l’acqua che gli scorre sopra. “Cazzo mi riempi, sono piena di te!”. Vorrei dire qualcosa di simpatico ma mi prende la testa e la stringe contro il suo petto, rischio di soffocare nel suo seno con l’acqua che scorre ovunque, la sento fremere, aumenta il ritmo e mi stringe sempre più forte. “Sì cazzo così! Ancora, di più!”, poi esplode in un urlo liberatorio. Non resisto più, le mordo un capezzolo, la stringo fortissimo a me, mentre vengo grugnendo dentro di lei, ne ho tantissima, sembra non finire mai. Poi improvvisamente la pace, rimaniamo ancora un po’ così sotto l’acqua.
“Forse è il caso che usciamo? Tra un po’ mi spuntano le branchie!”. Spengo l’acqua ed usciamo dalla doccia, ci mettiamo l’accappatoio. Andiamo in sala senza accendere la luce e ci accoccoliamo sul divano. La tengo stretta tra le braccia e stiamo un pochino in silenzio al buio a guardare le luci fuori dalla finestra. “Tu non hai fame?!”
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