Trio nel bus
Belle le vacanze con gli amici, ci si diverte, si fa casino, si dividono le spese, ma io ho bisogno di stare da solo con te, neanche in camera siamo da soli, nella casa che abbiamo affittato abbiamo perso il sorteggio e siamo capitati con Andrea. Andrea che è l’unico non in coppia della vacanza, l’amico di sempre, quello simpatico e intelligente, ma non troppo fortunato con le donne… In fondo con Andrea stiamo bene noi due.
Come adesso, siamo nell’ultima fila del pullmino che abbiamo affittato per girare tutti assieme, si chiacchiera, si scherza, mentre fuori è già buio e noi siamo appena venuti via dalla spiaggia. Tu sei stesa sul sedile con la testa sulle mie gambe e le gambe e i piedi nudi su di lui che ogni tanto ti fa il solletico facendoti agitare. Questi movimenti più i miei pensieri e l’astinenza mi creano un’erezione che va a spingere contro la tua testa, la senti bene e mi sorridi felice. Appoggio una mano sulla tua pancia nuda dalla corta canotta e allargo le dita a prenderti tutta, il mio mignolo tocca l’elastico dei calzoncini, il mio pollice è poco sotto il tuo seno che so libero sotto la canotta.
Prima di salire sul pullmino nel vestirti ti sei tolta il costume bagnato e ti sei infilata una canotta e quei calzoncini corti e sottili, lo so perché ti ho aiutato tenendo l’asciugamano per coprirti. È buio potrei salire con la mano un po’ più in su e raggiungere il tuo seno o scivolare sotto l’elastico dei calzoni e sentire il tuo pelo, neanche Andrea se ne accorgerebbe, ma sto fermo, muovo solo le dita accarezzandoti piano. Nel frattempo nel pullmino, complice la stanchezza, è calato il silenzio, si sente solo la musica della radio.
Passiamo sotto un lampione che illumina per qualche secondo l’abitacolo, qualcuno si è addormentato. Altro lampione, guardo Andrea, lui è sveglio, ti sta accarezzando i piedi con delicatezza, dolcezza. Mi damando se stai dormendo pure tu, ma fai un sospiro appena udibile e quando il mio uccello ha un sussulto ruoti la testa e me lo accarezzi con la guancia. Salgo appena con la mano e con le dita sfioro la base del tuo seno, lentamente per non farmi vedere, tu apprezzi e muovi la guancia contro il mio uccello sempre più duro. È buio pesto non vedo che fa Andrea allora risalgo ancora un po’ fino a sfiorarti il capezzolo duro e pronto, tu ti agiti un attimo, ti sistemi meglio, ora la tua bocca è sopra il mio boxer, sopra il mio uccello, sento il tuo fiato attraverso la stoffa. Che goduria, ti agguanto un seno e stringo mentre tu mi mordi l’uccello delicatamente. Altra zona di lampioni, uno, due, tre poi di nuovo buio. Tre lampi tre immagini, Andrea che ti guarda, Andrea che ti accarezza le gambe, Andrea che mi guarda.
Nel buio restiamo perfettamente immobili, in imbarazzo, consapevoli per un attimo di quello che sta succedendo. Sei tu che sblocchi lo stallo, muovendoti, incitandoci a non fermarci. Se è quello che vuoi va bene, ricomincio ad accarezzarti il seno, a giocare con i capezzoli senza più preoccuparmi di esporti troppo, vedo che anche Andrea ha rincominciato a muoversi, meno guardingo di prima, non vedo che fa, ma ti piace. Mi stai mangiando l’uccello attraverso il costume.
Altri due lampioni, l’immagine è altamente erotica, lui ha una mano sulla tua coscia interna a pochi centimetri dal cavallo, con la punta della dita appena sotto l’orlo dei calzoncini, una tua mano sulla sua come a fermarla o a guidarla, l’altra sua mano e sui tuoi piedi che sono uniti sulla sua patta, tu sei a gambe larghe i calzoncini risaliti, la pancia nuda e il seno bianco completamente esposto al suo sguardo, la bocca aperta a cercare il mio uccello. Così rischio di venirmi addosso, stacco la mia mano dal tuo seno, mi abbasso un po’ il costume e lo tiro fuori ma scompare subito nella tua bocca. Non rimetto la mano sul seno ma più giù e la faccio scivolare dentro i tuoi calzoncini fino a sentire il tuo pelo morbido e umido, fino a far scomparire due dita dentro di te tanto sei eccitata e bagnata.
Spero che la musica copra il rumore delle mie dita dentro di te, spero che copra il rumore della tua bocca su di me. Ogni tanto sento le dita di Andrea che sfiorano le mie, ti sta accarezzando dove può, dove arriva e tu lo aiuti muovendoti e assecondandolo, si infilano sotto i calzoni ad accarezzarti le chiappe o davanti a giocare con il pelo, ma la mia mano non lascia spazio ad altri, la tua figa è mia.
Lo sento agitarsi, intuisco che sta facendo ma la conferma arriva poco dopo dalla luce del lampione che illumina il suo uccello tra i tuoi piedi. Aumenti il ritmo del pompino, ho capito e anche io aumento il ritmo delle mie dita. Poco dopo inizi un mugolio continuo che mi tocca coprire con un colpo di tosse, fino a che non vieni irrigidendoti tutta prima di rilassarti sul sedile.
Io non resisto e proprio mentre passiamo sotto dei lampioni ti riempio la bocca. Andrea ha gli occhi fuori dalle orbite e lo vedo segarsi sui tuoi piedi fino a ricoprirteli. Ci diamo una sistemata, ti tiri su, ti sistemi canotta e calzoncini, ti dai una pettinata con le dita, infili le infradito con i piedi ancora sporchi di lui, mi baci poi ti accoccoli sulla mia spalla e ti addormenti.
Come fai a dormire dopo quello che è successo? Io ho l’adrenalina a mille e già sto pensando a questa notte, come faremo in camera? O cosa faremo? Guardo Andrea che ha lo sguardo perso oltre il finestrino. Ti guardo, è inutile pensare troppo, tanto sei tu che decidi, come sempre, eppure sei così dolce quando dormi.
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