Scopo lei ma spinge lui
Da quando ho cambiato lavoro, mi ritrovo con due ore di pausa pranzo, troppe per mangiare qualcosa in unbar qua vicino e tornare in ufficio, troppo poche per tornare a casa e mangiare come si deve.Fortuna che c’è questo parco, ogni tanto se ho voglia mi cambio in auto e mi faccio una corsetta oppure semplicemente mi stendo all’ombra di questo albero, un po’ defilato e leggo i miei amati libri, in entrambi i casi mi rilasso e mi ricarico prima di tornare in ufficio.
Con il passare delle settimane ho iniziato a conoscere le persone che animano questo parco a quest’ora, non certo un ora da mamme con i bambini, quelle sono tutte a casa a mangiare e far fare il sonnellino aibimbi.Ci sono gli studenti rumorosi di un vicino liceo, dai quali preferisco tenermi alla larga, troppo casino.Ci sono i padroni con i cani che si dirigono verso lo sgambatoio, come il signore distinto con il doberman o la ragazza in tuta e mollettone nei capelli con il setter, deve essere una studentessa sotto sessione.
Poi ci sono gli sportivi, le signore con i bastoncini da nord walking e i corridori.Tra i corridori, mi ha subito colpito una ragazza, con un bel passo, cadenzato e costante, aiutata da un paio di gambe lunghissime, un culo scolpito e un seno che fatica a fermare con i reggiseni sportivi, i capelli lunghi legati in una coda alta che si muovono ipnotici.
Ecco solo a pensarci mi eccito, un paio di volte le ho corso dietro mantenendo il suo passo, ma non è facile, il movimento del suo culo mi distrae e l’erezione inevitabile mi rende difficile la corsa… molto meglio fare l’anello del parco al contrario, i pochi secondi in cui la incrocio sono memorabili, con quel davanzale che balla e vuole scappare via.
Vorrei attaccare bottone dirgli qualcosa, ma…sono molto timido e poi c’è anche un altro piccolo problema, non corre mai da sola…Corre sempre con un uomo, non so se è il suo personal trainer o suo marito, hanno entrambi la fede e tra di loro sembra esserci un bel feeling, parlano sempre, a volte seri altre ridendo, anche lui è un bell’uomo alto e atletico, ma forse non abbastanza per essere un allenatore, più probabile il marito o perché no l’amante.Con il tempo però abbiamo iniziato a salutarci, quando non corro passano vicino al mio albero facendo ciao ciao con la mano.
L’altro giorno mi sono cambiato per correre, ma poi arrivato al parco mi sono reso subito conto che era davvero troppo caldo, un’afa insopportabile, sono andato a stendermi sotto il mio solito albero e guardavo i pochi pazzi che cercavano di fare sport.Poco dopo passa la mia coppia preferita salutano felici, ancora freschi, ma al secondo giro sono completamente sudati e sfatti, lei si ferma a pochi metri da me con le mani sulle ginocchia ansimando. Il seno racchiuso solamente dal reggiseno sportivo imperlato di sudore pende davanti ai miei occhi sgranati.
“È troppo caldo, se volete vi offro un po’ della mia ombra privata!”Lui mi sorride mentre lei mi guarda stupita, poi fa due passi verso di me e si accascia sull’erba all’ombra, si rigira con lo sguardo fisso tra le fronde del albero.
“Io te l’avevo detto che oggi era troppo caldo!”
Ci mettiamo a chiacchierare, io e lui, lei non da segni di vita, se non fosse per il seno che si alza e si abbassa con il respiro. Scopro che sono davvero marito e moglie e che quello è l’unico momento che hanno di libertà dal lavoro e i figli e che a lei è venuta questa idea di essere troppo grassa e di dover dimagrire prima di andare in vacanza al mare. Solo immaginarla in costume mi causa un’erezione, che cerco di coprire alla meno peggio, ma credo che lui abbia visto qualcosa. “Secondo me comunque la prova costume la passi senza problemi, anzi…”. Lei si rigira su se stessa e mi guarda negli occhi, io mantengo lo sguardo qualche secondo poi inevitabilmente il mio sguardo cade un poco più sotto proprio tra quei seni che tanto desidero. Quando rialzo lo sguardo lo faccio con vergogna arrossendo, ma lei mi sorride:
“Grazie!”. Li vedo scambiarsi uno sguardo veloce, un sorrisino, poi lei si alza: “Dai vieni, andiamo!”. Li seguo e mi ritrovo in una parte del parco poco frequentata, loro sanno benissimo dove andare e scompaiono tra due cespugli, mi infilo anche io nella piccola apertura e mi ritrovo in uno spazio d’erba ristretto e coperto da cespugli fitti, un posto nascosto e riservato, stranamente pulito, ecco dove sparivano quando li perdevo di vista. Ci guardiamo negli occhi qualche secondo poi lei con un movimento fluido e veloce si sfila il reggiseno sportivo, i suoi seni esplodono letteralmente, mai visto un seno del genere dal vivo, faccio in tempo a notare che non ha segni di abbronzatura quando lei mi viene in contro e mi mette la lingua in bocca, rimango impietrito mentre allarmato con lo sguardo cerco lui.
Lui si è tolto la maglietta, ha davvero un gran bel fisico anche lui, si avvicina e ci accarezza la schiena, una mano sulla sua una sulla mia ad alzarmi la maglia, me la sfila e finalmente sento il suo seno sulla mia pelle, è caldo morbido tosto, vorrei affondarci la faccia, ma lui continua ad accarezzarci la schiena a tenerci l’uno contro l’altra. Poi lo sento accarezzarmi le chiappe, mi spinge contro di lei a farle sentire la mia erezione, entra nei miei calzoncini da dietro e me li abbassa mentre mi accarezza. Il mio uccello teso è contro la stoffa dei suoi leggins mentre lui è inginocchiato dietro di me, mi accarezza le chiappe, la schiena, le gambe.
“Ti da fastidio!?” me lo bisbiglia nell’orecchio lei mentre me lo esplora con la lingua. “No tutt’altro!” non è certo la prima volta che un uomo mi accarezza. Lei mi sorride e si allontana un po’, mi guarda mentre lui da dietro continua ad accarezzarmi e con una mano passa davanti ad impossessarsi della mia verga, mi piace ha un tocco delicato. Lei guarda il mio uccello maneggiato da suo marito, lo guarda con desiderio, si inumidisce le labbra e si inginocchia davanti a me, poi delicatamente allontana la mano di lui ed inizia a leccarlo con passione. Sembra una affamata che non mangia da giorni, me lo sta divorando, mentre lui con dolcezza ha iniziato a baciarmi, mordicchiarmi, leccarmi le chiappe.
Davanti la passione dietro la dolcezza. Mi allarga le chiappe e sento quella lingua esperta leccarmi il buchetto, fantastico, quando all’improvviso lei si rialza, si spoglia veloce e si stende a gambe larghe sull’erba. “Dai vieni!”. La scena è così irreale e cruda che quasi mi da fastidio, se non fosse per il trattamento che mi sta facendo il marito… è bravissimo, sono eccitato sopra ogni limite. Risale con la lingua lungo tutta la spina dorsale facendomi venire la pelle d’oca dall’eccitazione, si appoggia a me, lo sento contro il mio corpo. “Dai ti aiuto io!” bisbiglia, poi mi prende l’uccello tra le mani e mi spinge da lei.
Affondo lentamente in lei fino in fondo, poi lui mi prende le chiappe e mi detta il ritmo. Lei ha gli occhi fuori dalle orbite e dice parole senza senso intramezzate da parolacce, non sono abituato a questi modi, le parolacce mi danno fastidio, ma devo dire che è davvero bellissima e vedere queste tette ballare è incredibile, quasi ipnotico. Lui che fine ha fatto!? Lo cerco con gli occhi. Si è spogliato completamente e ci sta guardando da vicino segandosi lentamente, ha un bellissimo uccello venato e leggermente curvato a sinistra, una bella cappella. Mi ha visto che lo guardo e mi sorride. Si avvicina e lo porge alle labbra di sua moglie che lo ingoia felice, finalmente sta zitta. Lui mi sorride credo abbia intuito i miei pensieri, poi allunga una mano e mi accarezza la schiena, non mi spinge, ma mi viene naturale abbassarmi, per farmi accarezzare meglio, mi abbasso e finisco vicino a quella bocca piena di lui. Lecco quello che lei mi lascia libero, mentre la sua mano mi accarezza le chiappe, mi da il ritmo, mi spinge mi esplora. Allargo le gambe per facilitarlo, la sua mano scende a prendermi le palle, le stringe le massaggia, poi scende ancora, accarezza dove la mia carne si mischia a quella di lei, si bagnano dei suoi liquidi, affondano in lei assieme a me, lei urla, fortuna ha la bocca piena, mi viene da ridere. Quelle dita bagnate stanno tornando su fino a fermarsi sul mio ano, le sento bagnate, viscide, ne sento entrare una con facilità, poi due. Lo guardo, ha gli occhi puntati nei miei, occhi carichi di desiderio, occhi dolcissimi, gli sorrido e gli faccio un segno impercettibile, sorride e si stacca dalla sua bocca, quando passa affianco a me gli do una bella leccata, è davvero un bel cazzo. Lei con la bocca di nuovo libera, che riprende nella sua litania
“No, così è troppo!” le metto una mano sulla bocca e la zittisco “Basta! Hai rotto il cazzo! Sei molto più bella quando stai zitta!!” Lui incomincia ridere e io con lui, ma smetto subito quando sento spingere la cappella. La sento entrare, lentamente, mi sento riempire, dopo un attimo di pausa spinge dentro tutto il resto, è grosso dentro di me, non è certo la prima volta ma il suo uccello mi riempie completamente, glielo faccio capire. Stiamo fermi immobili per tanto tempo, quando sento di essermi abituato a lui, mi muovo e lo invito a fare altrettanto, sembrava non aspettare altro, inizia a muoversi a dare il tempo a scoparci entrambi, ogni sua spinta si propagava fino a lei, ogni sua spinta contro di me è una spinta contro di lei, prima lentamente per trovare la coordinazione, poi piano piano aumenta la velocità sempre più veloce fino a che lei non urla mordendo la mia mano, lo sguardo di sfida e rabbia, ma lui continua fino a darmi un’ultima spinta e ben piantato dentro di me mi riempie di caldo liquido. Resta fermo qualche secondo a godersi la sensazione poi si sfila e si stende accanto a noi. Manco solo io, esco da lei che oramai è un lago e non sento più nulla, prendo in mano il mio uccello gonfio, umido di lei e mi sego guardando il suo corpo perfetto, le sue tette meravigliose e quelle labbra gonfie e finalmente silenziose. Esplodo in mille getti, le inondo le tette, il viso, le labbra, poi mi alzo in piedi e guardo compiaciuto la mia opera. È davvero bellissima. Lui si avvicina, mi pulisce l’uccello oramai moscio, poi mi sorride. Osservo lui che è passato a pulire lei, lentamente con la lingua, mentre lei lo guarda in silenzio con occhi pieni d’amore. Sono di troppo. Mi rivesto, li lascio soli, poco prima di uscire dal cespuglio mi volto a guardarli, ancora non credo a quello che mi è successo, mi stropiccio un po’ gli occhi come i bambini… E’ ora di tornare al lavoro.
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