Sopra il vestito, sperma
“Perché questo vestito non lo metti più spesso? Sei bellissima!”
“Perché mi sta stretto, credo di aver sbagliato il lavaggio, non vedi che mi fascia troppo!?”
“Ma cosa dici mette in risalto le tue curve!”
“La mia ciccia! Mi sento osservata”
“Cazzo dici, quanto mi fai incazzare quando dici così! Guarda che la gente ti guarda perché sei bellissima!”
“Sarà, ma io mi sento sotto esame e poi tu non mi aiuti “
“Perché che devo fare?!”
“Potresti almeno togliere la mano dal mio culo ogni tanto!?”
“Non è mica così facile”
“Dai scemo!”
“Comunque sappi che il tuo vestito non è l’unica cosa stretta in questo momento”
Cavolo ho l’uccello in tiro da quando ti ho visto venirmi incontro, sei uno spettacolo con questo vestito e non sono l’unico a pensarlo, visto le occhiate che ti lanciano gli uomini che incontriamo nella nostra passeggiata.
Mentre mi parli di non so cosa, io penso solo al tuo culo, dove la mia mano è tornata a posarsi.
Ogni panchina, ogni androne di palazzo, lo guardo come potenziale posto dove metterti a 90 gradi, sollevarti la gonna, strapparti le mutande e scoparti fino allo svenimento.
Che poi molto probabilmente è lo stesso pensiero che hanno tutti gli uomini che incontriamo.
Entriamo in un grande magazzino, prendiamo le scale mobili per andare la primo piano e mi trovo il tuo culo davanti agli occhi, non resisto, ti accarezzo una chiappa mentre ti bacio l’altra sopra il vestito.
Ti giri di scatto e guardi dietro di me, arrossisci e ti rigiri borbottando qualcosa.
Mi giro pure io e dietro di me c’è un signore che mi sorride complice.
Che avrò fatto di male poi, eppure tu continui a sgridarmi che non si fa così, che ti senti a disagio, ecc.
Va beh che sarà mai.
Guardiamo dei vestiti per me, mi servirebbe una maglietta, ma poi mi attardo a guardare per l’ennesimo cappello, ti spazientisci. “Vado di sopra!”
Ti dirigi verso le scale mobili, con la coda dell’occhio vedo il signore di prima affrettarsi anche lui verso le scale ed infilarsi subito dopo di te, immagino per guardarti il culo.
È un signore distinto, vestito elegante, avrà 10 o 15 anni più di noi.
Sorrido, hai fatto colpo.
Ma poi mi preoccupo, ti vengo a cercare, non si sa mai.
Non ti trovo subito, ma poi vedo lui e seguendo il suo sguardo ti trovo dietro uno scaffale a guardare dei vestiti.
Ti osservo da lontano, senza farmi vedere.
Quando ti pieghi a cercare la tua taglia in una pila di magliette su un tavolino basso, vedo il tuo ammiratore avere un sussulto, deve aver visto qualcosa di interessante.
Ed in effetti quando ti chini il vestito si tende sul tuo culo tondo, si vedono benissimo le tue belle chiappe e le mutande che come al solito ti sono finite tra le chiappe.
Mi avvicino e ti strizzo con forza una chiappa, fai un urletto spaventata, ma poi vedi che sono io.
“Scemo!”
Ma poi mi baci con passione, ricambio il bacio mentre ti stringo con forza contro di me, le mani ben piazzate sulle tua chiappe.
Butto un occhio alle tue spalle, l’uomo è dietro uno scaffale che ci guarda, che guarda le mie mani giocare con le tue maestose chiappe.
Vorrei sollevarti il vestito e mostrargli cosa c’è sotto, ma non mi sembra il caso, non mi sembra il luogo.
Mi sorridi felice e ti avvii verso i camerini sculettando vistosamente pensando di fare uno spettacolino solo per me.
Ti seguo con calma, poi aspetto fuori dal camerino.
“E’ grande, mi prendi la taglia prima?!”
Esce solo il braccio con la maglietta da cambiare.
Torno dov’eravamo prima ma non trovo la taglia giusta, evidentemente non c’è.
Sto tornando da te a mani vuote, quando vedo un vestito appeso, è molto corto e molto scollato, ti immagino con quello addosso, cerco quella che dovrebbe essere la tua taglia, lo prendo su e torno da te.
Con la coda dell’occhio vedo che il signore di prima è sempre qua attorno.
“Non c’è la taglia prima, ma ho trovato questo!”
Allunghi la mano e ti passo il vestito
Si spalanca la tenda, compari tu in reggiseno e mutandine con una mano sul fianco e nell’altra sventoli il vestito.
“Cosa dovrei farci con questo!?” poi arrossisci e richiudi la tenda.
Mi volto e vedo il signore con gli occhi di fuori e il viso rosso che sparisce dietro uno scaffale.
“Dai provalo! Voglio vedere come ti sta!”
“Ma neanche per sbaglio, dove vuoi che vada con questo vestito, smettila dai!”
“Ti prego, non devi andare da nessuna parte, lo provi solo per me…anche perché…hai visto il prezzo!?”
Scoppi a ridere: “Come se il problema fosse quello, va messo senza reggiseno e mi scapperebbe tutto fuori, in più oltre che corto ha degli spacchi, dai è improponibile!”
“Dai è un gioco ti prego solo per me, prometto che a casa pulisco i bagni, cucino apparecchio e sparecchio per due settimane”
Sento dei rumori e dei mugugni, intercetto delle parole soltanto: “2 settimane… cesso…cucina…maiale…stronzo” poi la tenda si apre di nuovo di scatto.
A momenti mi cade la mascella a terra, mentre il mio uccello sta cercando di bucare i jeans.
Ti sta a pennello, sembra disegnato su di te, per mettere in risalto tutte le tue curve, cortissimo con una gonna che ti fascia il culo e lo esalta, le tette sono racchiuse da due strisce di stoffa che le sorreggono ma la scollatura centrale arriva alla pancia, la schiena è completamente nuda.
“Contento?!”
“…”
Scoppi a ridere vedendo la mia faccia inebetita.
Stai per richiudere la tenda ma io mi infilo dentro con te ritrovando la mobilità degli arti e la parola.
“Cazzo!!”. Ok forse con la parola ho ancora dei problemi.
Ti guardo da vicino, uso gli specchi del camerino per guardarti da tutte le angolazioni, mentre tu mi guardi con un sorrisino sulle labbra.
Quelle labbra che mi affretto a baciare mentre le mie mani esplorano quel corpo che amo, scopro che le mie mani possono passare sotto il bordo sottile del vestito ed arrivare ovunque.
Ma mi allontani. “Dai non qui!”
“Io non credo di poter uscire da qua in questo stato!”
Mi guardi il pacco teso allo spasimo, mentre io lentamente apro i bottoni dei jeans e li lascio cadere a terra, poi infilo i pollici nell’elastico delle mutande e me le abbasso in maniera molto plateale, ne esce il mio uccello duro e teso verso di te.
“Sei davvero incorreggibile!”
Ti bacio di nuovo mentre mi accarezzi l’uccello con dolcezza.
Poi ti metti in ginocchio davanti a me ed inizi un pompino meraviglioso, ti vedo riflessa negli specchi, con questo vestito sexy e il mio uccello in gola.
L’immagine e la situazione sono incredibilmente erotiche, resisto davvero poco e ti inondo la gola mentre cerco di mantenere l’equilibrio appoggiandomi allo specchio.
Mi sorridi da sotto, non sei riuscita a mendare giù tutto e una vistosa scia si perde tra le tue tette e scompare nel vestito.
Mi sistemi le mutande e mi tiri su i calzoni, poi mi dai una pacca sulla gamba come per dirmi di uscire.
Apro la tenda, mi trovo davanti il signore di prima, mi guarda un attimo negli occhi poi guarda in basso e vede te esattamente come ti ho lasciata, vedo i suoi occhi aprirsi per lo stupore, leggo l’eccitazione nei suoi occhi, ti guardo, sei persa a guardarti nello specchio, il vestito aperto su una coscia, il seno mezzo fuori e le labbra gonfie e sporche di me, il vestito ed il seno macchiati, non ti sei accorta di nulla, chiudo la tenda veloce.
“Ho bisogno di aria, ti aspetto fuori!”
“Ok arrivo subito!”
Guardo il tipo negli occhi qualche secondo poi esco dal negozio.
Il tuo “arrivo subito” è parecchio lungo, ma alla fine esci pure tu, con un sorrisone e un sacchetto in mano.
“Cos’hai lì?”
“Il vestito!”
“Quello di prima?!”
“No quello era sporco, ne ho preso un altro, fortuna c’era la taglia”
“Ma non avevi detto che era troppo scollato, troppo corto e soprattutto troppo costoso?!”
“Di questo non ti devi preoccupare”
“Ma poi scusa quando lo metterai mai!?”
“Non ti preoccupare neppure di questo”
Io in verità un po’ sono preoccupato, anzi molto preoccupato, ma tu mi baci felice e mi tranquillizzo un po’, poi vedo uscire dal negozio il signore di prima, ci passa vicino sorride, fa l’occhiolino e si allontana, ora sono di nuovo preoccupato a chi ha fatto l’occhiolino!?
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