Desiderando Rachele

Cantastorie28
2 days ago

 Se vi capitasse di incontrarmi, vedreste un bel ragazzo vicino ai 30 anni dal fisico atletico, capelli neri e corti, barba rasata, nessun tatuaggio e due occhi azzurri come il cielo. Più persone, o meglio, più donne mi definiscono “una faccia d’angelo” ed è questo che vedi anche tu per la prima volta, Rachele.

Ci incontriamo per caso in un bar in centro città – non tanto per caso in realtà, nulla di quello che succederà sarà veramente casuale. È il locale dove tutte le mattine alle 8.00 in punto ti fermi a fare colazione. Lo so perché ti ho osservata in queste settimane. Sei una donna abitudinaria, Rachele, soprattutto la mattina. Ti alzi, ti vesti, saluti tuo marito con un veloce bacio sulle labbra e poi esci per andare a lavorare. Non fai colazione con lui, il vostro rapporto sembra piuttosto freddo. Questo l’ho potuto vedere da fuori, ma per sapere cosa realmente succede devo conoscerti di persona, parlarti. Alle 8:00 in punto arrivi al bar, ordini cappuccio e brioches e ti metti seduta al tuo solito tavolo, in un angolo del bar vicino alla vetrata più grande. È l’unico tavolo libero. Il barista ti conosce, te lo tiene sempre libero. Sai, Rachele, credo che lui abbia una cotte per te. Come sempre ti siedi e osservi fuori dalla vetrata le persone che camminano veloci dirette alle loro occupazioni.

         «E’ occupato?».

La tua attenzione ora è rivolta ad un giovane che è in piedi accanto a te con un cappuccino ed una brioches in mano. Proprio come te.

         «Scusi?».

         «Non voglio disturbare, ma i tavoli sono tutti pieni… le dispiace se mi siedo qui con lei?».

Chiunque avrebbe rifiutato, soprattutto alle 8 del mattino. Tu però sei diversa.

         «Prego, si accomodi.».

         «Grazie. Ah, mi chiamo ****».

Non credevate davvero che vi avrei rivelato il mio nome?!

         «Piacere, io sono Rachele. E dammi pure del tu. Il lei mi fa sentire più vecchia di quanto già non sono.».

Ecco uno dei tuoi punti deboli, Rachele. Senti il tempo che passa, anche se sei una bella donna. Credo sia un tua fissa più che la realtà. Sei vicini agli anta, ma non li dimostri affatto.

         «Piacere, Rachele. E non ti preoccupare per l’età che sembri una ragazza.».

         «Ho fatto accomodare un adulatore!».

         «Un fotografo in realtà. Riconoscere la bellezza è il mio lavoro.».

Sei arrossita. Fai finta di niente e torni a guardare i passanti al di là della vetrata, mentre alterni un boccone di brioches inzuppata nel cappuccino.

Il silenzio si fa quasi imbarazzante.

         «Ti piace osservare il via vai di gente là fuori?».

Pensi alla risposta.

         «Mi fa riflettere. Sono tutti così di corsa. Mi dà l’impressione che vivano senza vivere davvero. Non so se mi spiego.».

         «Andare di corsa e vivere di fretta la quotidianità fa perdere di vista dettagli o particolarità che rendono la vita più colorata.».

         «Esatto.».

Hai uno sguardo malinconico.

         «Hai paura che anche la tua vita sia così?».

         «Sono così facile da leggere?».

         «Sono un ottimo osservatore. La maggior parte delle persone non vede certe cose. Io anche nelle mie foto cerco di cogliere le sensazioni dietro all’aspetto fisico, le emozioni e i sentimenti dietro gli sguardi. Uno sguardo come il tuo adesso nasconde una bellissima vena di malinconia e preoccupazione. E uno sguardo che vorrei fotografare.».

Ed ecco un altro tuo punto debole, vuoi essere vista, capita. Vuoi essere considerata, cosa che, da quello che ho notato in queste settimana, tuo marito non fa.

         «Vorresti fotografarmi?».

         «Ti sorprende la cosa?».

         «Beh, ecco… un po’.».

         «E perché mai? Sei una bella donna. Hai un bel fisico. Un bel viso e dei bei lineamenti. I tuo capelli sono una cornice dorata al tuo viso e i tuoi occhi azzurri sono così espressivi… scusa, ti ho messo in imbarazzo?».

Sei arrossita di nuovo, ma sembra che apprezzi il mio modo di vederti.

         «No, è che fa piacere essere visti in questo modo. Come un’opera d’arte, ecco. Non mi capita spesso. Mi hai spiazzata un po’.».

Il tempo sta per finire, tra poco devi andare.

         «Ti lascio il mio biglietto da visita. Se dovessi avere voglia di farti fotografare. Potrebbe essere uno scossone alla quotidianità. Buona giornata, Rachele.».

Mi saluti pensierosa.

Devo aspettare cinque giorni prima di ricevere la tua telefonata. Mi sorprendi un po’ perché non ti sei ancora decisa, ma vuoi ingaggiarmi per una campagna ambientale che stai portando avanti per il tuo lavoro. Non mi resta che accettare. È un’occasione per provare a convincerti.

Ti invito nel mio studio per farti vedere i miei lavori. Qui ho un’occasione incredibile. Vai in bagno e lasci la borsa nel salone. Prendo il tuo telefono. Lo sblocco. La tua data di nascita non è un codice molto sicuro. Cerco le tue mail e qualcosa che possa aiutarmi a capire le tue password, ma appeno apro le note ho subito ciò che cerco. Un file con tutti username e password. Li scrivi per non dimenticarteli, ma ora io posso vedere tutto. Anche i video delle telecamere di sicurezza interne di casa tua. Mi hai fornito l’accesso alla tua vita, senza dover fare fatica. Scatto le foto del file e rimetto tutto a posto.

Firmo il contratto per poter lavorare al tuo progetto e da lì in poi iniziamo sentirci regolarmente. Io continuo ad osservarti. Ho un secondo telefono. Ci sono collegati tutti i tuoi account: mail, Facebook, Instagram, Whatsapp e l’app della videosorveglianza di casa tua.

Vedo le tue foto, le carichi tutte sul cloud. Non ne hai di nuda, ma questo perché non hai amanti e con tuo marito i rapporti ormai sono ridotti al bacio del buongiorno. Sui social hai molte richieste di amicizia, molti uomini. Le accetti quasi tutte, ma poi non rispondi ai loro messaggi e ai loro inviti. I commenti sono quelli che leggi di più, soprattutto alle foto che riguardano te. Ti piace che apprezzino il tuo corpo, anche se poi ti limiti a mettere il “mi piace” al commento.

Le tue chat sono per la maggior parte di lavoro. Tranne quelle con le tue amiche, con cui parli anche di me. Non ti sbilanci, anche se ammetti con loro che ti piace parlare con me, che ti capisco. Quello che ti blocca è che tu hai 38 anni e io appena 29. Hai delle brave amiche, anche se alcune potrebbero essere un problema tra di noi. Ascolti i loro consigli. Su di me sono divise, c’è Caterina che ti consiglia di “scoparti il bel fotografo”, le altre invece sono più restie “Non lo conosci abbastanza”, “E’ troppo piccolo”, etc.

Sei online con le tue amiche. Ti scrivo. Ti invito a bere qualcosa questa sera.

Visualizzi subito, ma poi scrivi a loro. Chiedi un consiglio. Sempre divise sull’argomento, ma alla fine accetti di venire.

La serata trascorre tranquillamente, parliamo molto. Ti ascolto. Bevi un po’ troppo e questo ti scioglie la lingua. Mi parli del tuo matrimonio, del tuo rapporto con tuo marito e dei tuoi desideri per il futuro. Io ti ascolto e so dire le cose giuste al momento giusto. Ti riaccompagno a casa e ti do un bacio sulla guancia, molto vicino alla bocca. Sei rossa in volto. Mi fissi. I tuoi occhi mi chiedono un altro bacio e forse più.

         «Ho una gran voglia di baciarti. Ma non possiamo. Tuo marito potrebbe vederci e poi sei ubriaca. Voglio che te lo ricordi il nostro primo bacio.».

         «Buona notte, allora.».

         «Buona notte!».

Mi saluti delusa per il bacio mancato. Appena rientri in casa, scrivi alle tue amiche e io ovviamente vedo tutto.

Parli della serata, di come ti sei divertita e di quanto “mi saresti saltata addosso di continuo”, ma poi mi dai del coglione per il bacio non dato. In questo caso però le tue amiche mi vengono in soccorso, dandomi ragione sulla possibilità di essere beccati da tuo marito.

E’ notte fonda, saranno le due circa. Sto cercando informazioni sulle tue amiche, per ora non sono un problema, ma hanno parecchia influenza su di te.

2:02, nuovo file video caricato. Cosa carichi sul cloud a quest’ora della notte? Apro la app di sorveglianza. Hai appoggiato il telefono al comodino e ti sei messa a letto. Apro il video.

Sei tu in un messaggio rivolto a me.

“Ciao ****, ho capito perché mi hai lasciato così e le mie amiche ti hanno anche dato ragione. Forse ce l’hai, ma questo non toglie nulla alla mia delusione. Sono una donna sposata e sono stata fedele, ma ho i miei desideri. Il mio matrimonio è praticamente finito e la mia vita sessuale lo è già da troppo. Non voglio essere una dei tanti che corrono la mattina a lavoro senza godersi la vita, come quelle persone che abbiamo visto quando ci siamo incontrati la prima volta. Questa sera dovevi prendermi. Dovevi! E ora giro questo video, che però non ti manderò e in cui ti mostrerò quello che avresti trovato.”.

Ti allontani dal telefono e mostri tutta la tua figura. Indossi solo un reggiseno in pizzo bianco e un paio di mutandine bianche dello stesso completino intimo.

Ti metti seduta su un divanetto, allarghi le gambe e mi mostri cosa mi sono perso.

“Ti avrei baciato con queste labbra carnose. Mi avresti slacciato il reggiseno e avresti immerso la tua faccia in mezzo alle mie grandi e morbide tette. Avresti annusato il mio odore da vicino. Avresti potuto succhiare i miei capezzoli, li stessi che ora sto stringendo tra le dite e che mi danno un gran piacere. AH. Come sarebbe stato bello. Mi avresti abbassato le mutandine come sto facendo ora. E avresti trovato questa passerina già umida ad attenderti. Le vedi le mie dita? Le vedi come entrano tra le mie labbra e come stimolano il clitoride. Pensa che potevi essere tu a farlo. Ah! Poteva esserci il tuo bel cazzo duro che entrava in me. Invece devo accontentarmi delle mie dita che stimolano le mie parti intime. Piacevole. Mi sento come una ragazzina, ma volevo di più. Volevo te. E ora guarda come mi masturbo e godo da sola!”.

Vedo le tue dita che si muovono veloci, sento il tuo ansimare e vedo la tua passerina che si contrae in preda al piacere mentre dici il mio nome.

“Era da anni che non mi masturbavo. Guarda cosa mi fai fare, guarda che effetto hai su di me. Guarda cosa mi fai desiderare! Avrei voluto il tuo sperma su di me, e sono sicura che guardando questo video ti saresti masturbato pensandomi, ma questo non accadrà perché non lo vedrai mai! Buona notte, ****”.

Lo vuoi sapere un segreto, Rachele. Il video l’ho visto. E la mia mano non si è fermata un attimo. Ora di auguro la buona notte e vado a pulire tutto il seme che mi hai fatto schizzare per terra. Preparati perché sei pronta per il prossimo step! 


 

È sabato mattina. Mi sono svegliato tardi, Rachele. Ho fatto tardi per colpa tua e la sveglia non l’ho proprio sentita. Prendo il clone del tuo telefono e controllo. Il video non c’è più, l’hai eliminato. Temevi che lo avresti potuto mandare? Per mia fortuna sono stato previdente e ne ho fatta una copia sul mio hard-disk esterno. Oh, non te lo avevo ancora detto? Ho questa bella memoria esterna in cui ho salvato tutta la tua vita, le tue foto, i tuoi video, i backup delle tue password e delle tue chat. Chiamami pazzo, ma non voglio perdermi niente di te.

Entro su whatsapp e scopro che hai mandato un audio alle tue amiche, hai raccontato quello che hai fatto stanotte. E loro in coro ti hanno suggerito di cancellare il video. Buone amiche, ma sono un passo avanti a loro.

C: Ti sei innamorata?

Caterina sgancia il messaggio bomba. Ti sei innamorata di me, Rachele?

R: No, amo mio marito. Nonostante tutto. Lui mi piace, credo di poterci andare a letto, ma niente di più!

La tua risposta non mi piace.

S: Brava, tesoro. Non rovinare il tuo matrimonio!

Sofia è palesemente contro di me. Questo non mi aiuta.

Andate avanti a parlare di me, della notte e di quanto tu voglia movimentare la tua vita, soprattutto quella sessuale.

Vedi, Rachele, se quello che vuoi è solo scopare, beh, non ci sto. Certo, voglio scoparti anche io, sia chiaro, ma non sono un tappabuchi per le mancanze di tuo marito.

Che cosa dovrei fare con te? Ci penso di continuo. Non devo cedere alla voglia di stare con te, non ora. Venire a letto con te in questo momento, equivarrebbe a perdere il tuo affetto. Lo hai detto tu stessa: non mi ami. Ora come ora sono solo un vizio. Un desiderio di trasgressione dal tuo noioso matrimonio e io non voglio essere questo. Per questo motivo devo lavorare su due fronti.

Le tue amiche sono davvero importanti per te. Lo capisco. Lo vedo chiaramente dai messaggi che vi scambiate. Non oso immaginare i vostri discorsi quando vi incontrate. E questo, Rachele, è un fattore che devo controllare. Loro ti influenzano e devo fare sì che la loro influenza sia a mio favore.

È passata una settimana da quando hai girato e cancellato il video. Ti ho mentito. Ti ho detto che dovevo andare all’estero per lavoro, ma sono sempre rimasto qui.

Ho iniziato a fare qualche ricerca sulle tue amiche e mi sono tenuto un po’ distante da te. Non devi pensare che sono a tua completa disposizione.

Ho scoperto della cose abbastanza interessanti sulla tua amica Sofia, ma questi non sono affari tuoi. I SEGRETI DI SOFIA sono fatti che riguardano me e lei, e di cui non voglio renderti partecipe (voi amici potrete presto leggerli). Per quanto riguarda Caterina invece, per ora non è troppo un problema, la terrò d’occhio.

Torniamo a me e te però. Hai sentito la mia mancanza questa settimana. Lo hai scritto alle tue amiche. Lo ammetto, anche tu mi sei mancata. Ci troviamo nel mio studio per discutere dei prossimi impegni per la tua campagna.

         «Come è andata in America?».

Sono stato vago, non ti ho detto dove di preciso e a fare cosa. Molto più facile poter inventare una storia credibile in questo modo.

         «Non molto bene in effetti. Il soggiorno è stato ottimo, ma non ho trovato quello per cui sono andato. Forse perché quello che volevo fotografare non era là!».

Capisci subito che mi sto riferendo a te. Arrossisci e fai finta di niente.

         «Mi spiace sia stato infruttuoso come viaggio. In compenso spero lo sia il nostro prossimo di viaggio.».

         «Parli della campagna ambientale?».

         «Sì. Abbiamo in programma tre giorni in montagna. Vorrei che fotografassi quello che sta succedendo sui ghiacciai.».

         «Paesaggi dunque.».

         «Esatto.».

         «Potrò fotografare anche te?».

Arrossisci di nuovo.

         «Vedremo.».

Fai la preziosa, ma in fondo so che accetterai.

Ti aggiri nello studio osservando le nuove foto che ho esposto. Ce n’è una che ti ha colpito: un uomo e una donna che si abbracciano nudi, i corpi uniti celano i loro sessi. Una foto con una grande carica erotica, se poi si considera quando è stata scattata.

         «Ti piace?».

Rimani un po’ in silenzio.

         «E’ intima. Sono dei professionisti?».

         «I modelli, intendi?».

         «Sì.».

         «No, sono una coppia che mi ha commissionato delle foto. Le altre le hanno comprate loro. Questa l’hanno lasciata a me per poterla esporre. In fondo non si vedono i volti ed è una bella foto.».

         «Erano nudi anche lì in mezzo?».

         «Se ti racconto la storia dietro quella foto non ci crederai mai.».

         «Ora sono curiosa.».

Mi avvicino a te. Sono dietro di te. Sento il profumo dei tuoi capelli biondi e puliti. Il tuo balsamo profumato. È forti il desiderio che ho di te, Rachele.

         «Quella sera mi hanno invitato a casa loro per fare il servizio fotografico. La casa era in ordine, i figli erano dai nonni e loro due indossavano solo degli accappatoi di spugna. Ci siamo messi in salotto e hanno iniziato a baciarsi, mentre io iniziavo a scattare foto. Si baciavano. Si spogliavano e si toccavano. Tutto mentre io ero lì a fare il mio lavoro. Sai perché trasmette molta intimità?».

I tuoi occhi fissano i punti di contatto tra i due corpi.

         «Trasmette intimità perché è un momento di intimità.».

         «Lui è dentro di lei!».

I tuoi occhi sono sorpresi e al tempo stesso brillano per l’eccitazione.

Ti giri verso di me.

         «E che effetto ti ha fatto assistere?».

Sei sempre più vicina, Rachele, ed è pericoloso. Le tue labbra carnose sono troppo invitanti.

I tuoi occhi azzurri sono vicini. Mi guardano, mi chiedono di baciarti. Tutto di te me lo chiede.

È troppo presto, Rachele, se cedo ora…

Le nostre labbra si toccano. Hai fatto tu la prima mossa. La tua lingua bussa alla porta della mia bocca e non sono abbastanza forte per negarle l’accesso. Sento il tatto umido delle nostre lingue, il sapore alla menta del tuo dentifricio e mi lascio cullare dal movimento della tua lingua intorno alla mia. Dio, vorrei che non finisse mai.

Ricambio il tuo bacio e ti fai più audace. Le tue braccia stringono le mie. La tua mano accarezza prima il mio braccio, poi il mio petto e lentamente scende verso il mio sesso.

Questo no. Non sei innamorata di me. Non lo faremo ora.

Mi stacco dalla tua bocca. E fermo il tuo braccio.

         «Ferma!».

         «Cosa c’è che non va?».

         «Non so se…».

         «Voglio fare sesso con te. Tu non mi vuoi?».

         «Sì che ti voglio, ma per me è diverso. Io provo qualcosa per te. Per me non è una scopata. Tu cosa provi per me?».

         «Io… tu mi piaci.».

         «Anche tu mi piaci, ma non è una risposta. Anche i gatti, le torte e le foto di bambini piacciono. Tu provi qualcosa per me? Dei sentimenti?».

         «Io…».

Quello che segue è solo un imbarazzante ed interminabile silenzio.

         «Non sono il tuo toy-boy che vieni, usi e scopi come ti pare. Credo che dovresti andare ora.».

Esci dal mio studio come se stessi per andare in battaglia. Passo veloce e deciso. Sei arrabbiata. Hai lo sguardo cupo. È stato un rischio rifiutarti. Una scommessa. Ma ti ho osservata e so come sei. Devo solo lasciare passare un po’ di tempo e tornerai.

Appena fuori scrivi alle tue amiche. Racconti di come ti ho stoppata.

C: Ma sul serio? Sei sicura che non sia gay?

S: Ha ricambiato il bacio. Non è gay. E’ innamorato. Un po’ lo si può capire eh.

R: SI può capire cosa?!?! Sto coglione!

C: Sofi, non c’è niente di male a farsi una scopata a cazzo ogni tanto eh!

S: Sì, ma deve essere lo stesso per entrambi. Ti piacerebbe se tu fossi innamorata, lui ti scopa e poi tanti saluti?

Per una volta Sofia è dalla mia parte.

S: E poi è un ragazzino. Sei sposata. Prova recuperare il tuo matrimonio, magari.

Mi sembrava strano.

Rachele, non te la prendere. Dovevo farlo. E ci sto soffrendo anche io.

Non rispondi più alle tue amiche, ma torni a casa.

Vedo dalle telecamere di sicurezza quello che fai. Sei furibonda. Ti sei versata un calice di vino che ti scoli alla goccia. Lo riempi di nuovo. Non reggi molto l’alcool. Sei chiaramente alticcia e la riprova ce l’ho quando torna tuo marito. Sei in vestaglia e indossi solo un paio di mutandine bianche. Lui entra e tu gli salti letteralmente addosso. Lo spingi sul letto e come una gatta in calore gli salti sopra. Lo baci. Lo spogli. Guidi le sue mani sul tuo corpo. Sul tuo culo e sul tuo seno generoso. Le vostre lingue son un groviglio umido. Le tue mani scendono e accarezza il suo pacco in fase di indurimento da sopra i pantaloni.

Ti sposti da sopra di lui.

         «Amore, ma che succe…».

Appoggi il tuo indice sulle sue labbra. Capisce che deve stare zitto. Ti togli le mutandine e gliele infili in bocca. Poi slacci la sua cintura e i suoi pantaloni. Li abbassi e liberi il cazzo di tuo marito. Si difende a misure. È duro e svetta davanti a te che sei alticcia e in un secondo lo prendi in bocca. Inizi a succhiarlo ad un ritmo forsennato. Alterni velocemente cappella e palle. Succhi con forza. Tanto che tuo marito è quasi al limite.

         «Non venire!».

Gli gridi.

Rachele, sei un fiume in piena. Ti impali sul suo membro. Le tua mani appoggiate al suo petto ansimante, le sue sui tuoi fianchi. Inizi a cavalcarlo con fosse un puledro imbizzarrito, ma quella fuori controllo sei tu. In poco tempo raggiungi l’orgasmo e anche tuo marito non può far altro che lasciarsi andare e riversare il suo piacere dentro di te.

Crolli al suo fianco sul letto. Lui con le tue mutandine ancora in bocca e il respiro ansimante.

         «Sei stato bravo, tesoro!».

Ma il tuo sguardo non è quello felice che hai di solito.

Il fatto è, Rachele, che non hai fatto l’amore con tuo marito. Lo hai usato. Lo hai usato come sfogo per la frustrazione di essere stata allontanata da me. E quello che provi è il dubbio. Ami davvero tuo marito o forse in fondo provi qualcosa per me? Sei confusa e, attendendo il tempo giusto, userò questa tua confusione per farti mia.