Zia, una preghiera non basta

Cantastorie28
4 days ago

Voglio raccontarvi di come il mio rapporto con mia zia Sonia ha cambiato la mia vita. 

Mi chiamo Alberto, ho 25 anni e lavoro in un’azienda che si occupa di sicurezza. In particolar modo io mi occupo di istallare sistemi di telecamere. Qualche settimana fa è successo che nel trilocale al piano terra del condominio dove abita mia zia sono entrati i ladri e, come conseguenza, mi ha chiesto di istallarle un sistema di sicurezza. Mia zia non ha problemi di soldi, ma comunque ho sfruttato lo sconto dipendenti per farle un buon prezzo. Lei è una pittrice e i suoi quadri vendono anche molto bene quindi per tutelarsi ha voluto, oltre all’allarme e anche un sistema di telecamere esterne sul balconcino e fuori dalle finestre, ma anche interne. In ogni stanza persino nel bagno.
- Tanto lo accendo solo quando in casa non c’è nessuno.
Mi dice. Istallo tutto e le do le credenziali d’accesso per il sistema che insiste per lasciare anche a me. Il sistema funziona bene dopo i test e mia zia sembra contenta. 
Qualche giorno fa mi chiede se posso fargli da modello per un quadro che le hanno commissionato. 

- Dai Albi, sei un bel ragazzo. Col tuo fisico atletico e quella faccia da bravo ragazzo sei il modello ideale. Per non parlare poi dei capelli mossi e la tua barba curata. Sei perfetto per il mio dipinto. 

Io sono lusingato della proposta, evidentemente mi trova un bel ragazzo – mancando di modestia, posso dire di esserlo. Però controbatto che con il lavoro sono fuori tutto il giorno. Mi invita a farlo di sera e per risparmiare tempo mi invita a rimanere da lei fino alla fine del lavoro. 

- Tanto il dipinto è ambientato in una stanza chiusa.

Accetto, in fondo mi paga anche per farlo. 

Così dalla sera dopo mi trasferisco a casa sua; mi prepara quello che è il suo studio dove ha un letto da una piazza e mezzo e inizio a posare per lei. 

Il dipinto è la rappresentazione di una scena amorosa di Edipo e sua madre. Scopro che la mia consorte in arte è la vicina del piano di sopra, una bellissima donna coetanea di mia zia (46 anni). La scena ha una forte carica erotica nonostante le nudità sono coperte da un lenzuolo bianco. La vicina mi suscita una certa eccitazione, ma essendo amica di mia zia mi controllo come meglio posso. 

Mia zia Sonia è una fervente cattolica e la sera prima di dormire recita sempre il rosario prima di andare a dormire. Io mi chiudo in camera e quando sento che ha finito, attendo alcuni minuti e poi do sfogo alla mia eccitazione repressa durante le pose. Mi masturbo nel letto pensando alla vicina di mia zia. Questo succede ogni sera che poso e che mi fermo da lei. 

Una mattina scopro una cosa che mi rende felice. Stavo sistemando il sistema di videocamere interne, quando noto questi giorni è rimasto sempre acceso e che, nei video, mia zia mi spia dalla fessura della porta mentre mi masturbo e, contro ogni sua regola morale, si accarezza da sopra il pigiama. Una persona normale si sarebbe scandalizzata, ma io al contrario mi sono ritrovato il mio arnese bello duro nei pantaloni. Per farvi capire a pieno la situazione forse è meglio che vi dica come è mia zia. Immaginate una trentacinquenne capelli neri raccolti in una treccia, fisico atletico (fa zumba tre volte la settimana), una quarta molto abbondante (forse quinta) e un bel culo sodo. E questo visto da sopra t-shirt e leggins. Il tutto in una donna che però di anni non ne ha 35, ma bensì 46. Capite ora che come minimo una sega è d’obbligo. 

Le sere successive decido di testare il grado di lussuria di mia zia (per usare un termine che il suo confessore apprezzerebbe). Quando sento che ha finito di recitare il rosario, apro bene la porta di camera mia. Mi spoglio completamente e mi metto sopra le lenzuola. Prendo il cazzo in mano e inizio a masturbarmi tenendo gli occhi chiusi e immaginando lei che si masturba nascosta dietro la porta. 

Quando riguardo i video delle telecamere, scopro che è proprio quello che succede e che stavolta la mano è dentro il pigiama e l’altra si tappa la bocca per non fare rumore. 

Ho voglia di scoparmi la mia zietta, ma devo essere assolutamente sicuro che lei ci stia. 

Stiamo conversando a cena, quando decido di sondare il terreno.

- Zia, la Chiesa cosa pensa dell’Incesto?

La domanda la lascia basita. Diventa rossa in viso e risponde quasi balbettando. 

- È … ecco… è contro natura! È peccato! Perché me lo chiedi?

- Ma così leggevo che in alcuni paesi, tipo in Giappone ci si può addirittura sposare tra cugini. 

- Non lo sapevo, questo. 

Man mano che la conversazione va avanti è sempre più rossa in volta. 

- Ti ho messa in imbarazzo?

- Beh, diciamo che non è la classica conversazione che si fa a cena. 

Siamo sul finire della cena. 

- Hai ragione! Però sai ero curioso, tu sei una fervente credente e quindi ho chiesto a te. Poi chiedere ai miei sarebbe stato ancora più imbarazzante. 

- Credo che tu abbia ragione. 

Ci alziamo io per andare a farmi una doccia, lei per finire di sparecchiare. E qui getto l’amo. 

- Comunque secondo me dipende, posso capire tra genitori e tra fratelli … ma già tra zii e nipoti secondo me potrebbe essere accettabile. 

Lei rossissima resta senza parole, mentre io vado in camera a prendere il necessario per farmi la doccia. 

Non torniamo sul discorso. Ma una frase qualche giorno dopo apre uno spiraglio di speranza. 

- Hai presente i vicini dei nonni? Ieri li hanno visti baciarsi in modo molto appassionato. 

- Ah sì? Son contento per loro. 

- Beh, è uscito un bello scandalo sono gemelli. 

- Ah!

- Però sai, a vederli sembrano felici, è così sbagliato mettere la felicità prima della morale?

Non aspetta la risposta. Se ne va in doccia. 

Decido di agire. 

Mentre mi assicuro che è in doccia, vado in camera sue. Prendo dal cassetto della biancheria un paio di mutandine pulite e inizio a masturbarmi. Devo fare in fretta. Su e giù sempre più veloce. 

Vengo sulle mutandine bordeaux della zia e gliele lascio sul letto in camera sua. 

Scrivo un bigliettino e lo lascio di fianco. 

“SEMPRE MEGLIO ESSERE FELICI!”

Le ho lasciato la risposta alla domanda di prima. 

Torno nella mia camera e stavolta socchiudo la porta per vedere quando esce dal bagno. 

Finita la doccia va subito in camera sua. Esco di nascosto. Ha chiuso la porta, ma origliando riesco a capire che si sta dando piacere. Sento dei piccoli gemiti provenire da dietro la porta. 

Direi che ha abboccato all’amo. Domani guarderò il video di sorveglianza e deciderò il da farsi. Quello che è certo è che non mi arrenderò fino a che mia zia non sarà mia. 

Non ho chiuso occhio! Per tutta la notte ho pensato a zia Sonia, a quello che avevo fatto e a come avrebbe reagito. Ho pensato a quello che avrei potuto trovare nel video della sorveglianza e fantasticare sulle possibilità più piccanti, mi ha portato ad avere continue erezioni che sono state prontamente soddisfatte. 
Confesso che sento un po’ di ansia. Sono qui seduto davanti al pc e non ho il coraggio di aprire il video. “E se quello che scopro non è quello che spero?” penso. In fondo, che si dica quel che si vuole, non è proprio la cosa più normale di questo mondo provare certe cose e avere certi istinti verso la sorella di tua madre. Ma pensandoci sempre di più, alla fine non è nemmeno l’idea dell’incesto che mi spaventa. È la profonda fede di mia zia in un cattolicesimo che condanna fortemente pratiche quali la masturbazione e che influisce tantissimo sulle sue scelte. Paura che, in nome di quello che è moralmente giusto per la comunità, lei mi rifiuti. Paure che però devo superare, perché in fondo quello che voglio è avere mia zia e il primo passo per averla ormai è fatto. 
Apro il video. 
Mia zia è in accappatoio in piedi davanti al letto matrimoniale appoggiato con la testiera alla parete opposta alla telecamera. Legge il bigliettino e prende in mano le mutandine bordeaux. Si gira con la faccia rivolta verso l’obiettivo. Ha in mano le mutandine e fissa le chiazze non ancora asciutte di sperma. Ci passa sopra il pollice. Si mordicchia il labbro inferiore. Ha sicuramente capito di cosa si tratta. Tiene le mutandine con la sinistra e con la mano destra slaccia la cinta dell’accappatoio che si apre abbastanza da permettermi di godere di una splendida vista. L’apertura di spugna si ferma sui capezzoli che bloccano l’accappatoio, mostrando solo parte dell’areole e lo spacco tra quelle due tettone che sembrano sempre più di una quinta misura. La mia vista scende sulla pancia e l’ombelico perfettamente in forma e senza un filo di grasso superfluo. Il vero tesoro però arriva scendendo ancora con lo sguardo, quando si incontra un boschetto curato di pelo nero che sormonta il paradiso in Terra. Vedo le mutandine che si alzano verso la sua faccia, sorrette dalla sua mano; il naso si avvicina alle chiazze bianche e le narici si dilatano, ad indicare che la zia sta annusando il mio sperma sui suoi slip. Una visione che mi fa drizzare il cazzo in un secondo. 
Mentre annusa, la sua mano destra accarezza il pelo che ha in mezzo alle gambe. Inizio a toccarmi anche io e il ritmo aumenta progressivamente andando avanti con la visione del video. 
La zia si toglie completamente l’accappatoio e resta nuda. Finalmente vedo i suoi capezzoli turgidi svettare su quelle meravigliose montagne. La zia si sdraia sul letto, le gambe aperte rivolte alla telecamera, come se sapesse che l’avrei guardata. Le mutandine passano dal suo naso alla sua bocca in pochi attimi. Le lecca più volte, aumentando il ritmo delle sue carezze sulla sua figa pelosa. Sembra piacerle parecchio il sapore e per questo se le infila tutte in bocca gustandosi il sapore del mio seme. Ha entrambi le mani libere ora; la destra sempre sulla sua figa, anzi dentro la sua figa, la sinistra invece accarezza le sue mammelle e tortura i suoi capezzoli. Riconosco i gemiti di piacere che ho sentito la sera prima da dietro la porta. Lo spettacolo continua per diversi minuti, quando alla fine vedo tremare di piacere il suo corpo e subito dopo rilassarsi sul letto con le mutandine piene di saliva e con ben poco del mio seme attaccato.
La visione del video mi dà coraggio; la zia è di più ampie vedute, più di quanto immaginassi.
La sera quando torno a casa mi aspetto di dover posare, ma non è così.
La cena è pronta in tavola e la zia è seduta al suo posto con aria seria. 
-    Ciao zia.
-    Albi dobbiamo parlare!
Quando una donna ti dice “dobbiamo parlare” non è mai una cosa positiva. Mi siedo e mentre mangio ascolto quello che lei ha da dire. 
-    Quello che hai fatto ieri sera… non è appropriato!
-    Intendi le …
-    Le mutandine. Sono tua zia. Ti voglio bene e capisco tutto, ma lasciare in camera le mutandine conciate in quel modo… è sbagliato! Lo capisci?
Io inizialmente non rispondo, mentre lei va avanti ad oltranza a elencarmi i motivi per cui quello che è successo non va bene. Tutti discorsi classici sulla fede, sulla morale, sull’incesto che è peccato …
-    Sono tutte scuse, zia. Ieri ti ho sentito mentre godevi e stamattina ho visto cosa hai fatto nei video della sorveglianza. Quello che hai fatto sembrava piacerti parecchio!
-    Ho sbagliato anche io!
-    Zia… eri felice mentre ti davi piacere?
Lei non risponde, ma il silenzio è una conferma.
-    Perché dovrebbe essere sbagliato fare qualcosa che ci rende felici? Una cosa che non fa del male a nessuno. 
Ancora non risponde. 
Io mi alzo da tavola e vado verso di lei. Tiro indietro la sua sedia e la ruoto di lato. Mi metto di fronte a lei e la guardo negli occhi. Apre leggermente la bocca; sta per dire qualcosa, ma io la fermo baciandola. 
Fa resistenza all’inizio, ma alla fine cede e ricambia il mio bacio. Le nostre lingue si intrecciano nelle nostre bocce e il bacio dura diversi minuti. 
Finito di baciarci, la abbraccio. 
-    Ti sembra di aver fatto qualcosa di brutto baciandomi?
-    No, è stato bellissimo!
Ci baciamo ancora e passiamo la sera sul divano a guardare un film. 
So che non devo forzare troppo i tempi e questa sera, nonostante la mia grande voglia, non faro l’amore con mia zia Sonia. Anche se non credo dovrò aspettare molto, vedendo le coccole, i baci e anche qualche piccola palpatina concessa mentre siamo sul divano accoccolati. 
Mia zia non è ancora mia, ma con qualche bacio continua il mio lento avvicinamento al suo cuore.