Marcia indietro con la zia
Nell’immaginario comune le zie ai pranzi di Natale sono quelle noiose e petulanti che ti riempiono di domande scomode. La più noiosa per un ragazzo di 18 anni single è “Ma ce l’hai la fidanzatina?”, soprattutto se vi siete lasciati qualche settimana prima perché ha deciso di aprire le gambe per uno dei tuoi migliori amici. Ma questa è una storia diversa e molto meno piacevole di quella che sto per raccontarvi.
Si chiama Angela ed è la moglie dell’unico fratello di mio padre. Loro vivono in Australia, lei originaria di là, e tornano in Italia per festeggiare il Natale in famiglia.
Non è molto alta, capelli neri e occhi castani. Ha dei bei fianchi larghi e due tette burrose veramente enormi. Confesso che ho perso qualche diottria pensando a lei nella solitudine di camera mia.
Lei e lo zio arrivano qualche giorno prima di Natale e si accomodano nella stanza degli ospiti. La nostra avventura inizia quasi per caso quando mia zia entra in bagno mentre sto facendo la doccia. Si scusa e scappa, ma ho notato lo sguardo fisso sul mio membro. Non sono uno dei fighi spaziali che si vedono nei film, ma fisicamente mi tengo in forma e i miei genitori sono stati generosi per quanto riguarda le doti naturali. Penso che abbia apprezzato la vista, almeno lo spero.
Quella sera stessa mentre la zia fa la doccia, vedo il suo telefono che continua a ricevere notifiche. Il codice è l’anno di nascita, banale. Non resisto e sbircio. Quello che scopro è che la tanto brava e tanto bella zia Angela in realtà è una gran zoccola. Sono almeno 5 le chat in cui si scambia foto, video e messaggi zozzi con uomini che chiaramente non sono lo zio e che ricambiano con foto di membri eretti di discrete dimensioni.
Faccio qualcosa di assolutamente irrazionale: invio anche una foto del mio. “Così lo vedi meglio, in bagno è stato troppo veloce!” come commento.
La risposta di zia arriva a notte fonda. Mi aspetto una ramanzina e invece ricevo un breve video dove lei è in intimo, gambe aperte e la sua mano che massaggia il suo sesso. La reazione istintiva è un durello quasi doloroso. Il commento: “Resisti fino a Natale!”.
La notte di Natale lo zio e mio padre vanno a messa a mezzanotte. Mia madre dorme e la zia è da sola nella dependance. “Vieni!”, è il messaggio che ricevo.
Scendo di corsa e vado da Angela.
Busso.
«Entra e chiudi a chiave!».
«Zia…».
La vedo sdraiata a pancia in giù sul letto. Completamente nuda e con gli occhi bendati.
«Sei stato intraprendente con la foto… vediamo come te la cavi se lascio fare a te!».
Mi spoglia al volo. Il mio membro è già bello barzotto, per non dire già in erezione. Salgo sul letto e gattono sopra la zia, fino a che il mio pene non sfiora le sue natiche generose e la mia bocca non è vicino al suo orecchio.
«Zia senti che effetto mi fai!».
E dicendo così premo la mia erezione nel solco tra le sue natiche.
«Sei già duro! Con o senza?».
«Dimmelo tu, zia!».
«Senza!».
Punto la mia cappella sulla fessurina rosa già bagnata. E con un colpo di reni entro in lei. La penetro lentamente. In questa posizione, con le gambe distese e strette tra loro, lo sento stretto dentro di lei. È calda e umida. Il paradiso.
Inizio ad aumentare sempre di più il ritmo degli affondi, e sento il suo respiro farsi più affannato.
«Più forte, nipotino!».
Inizio ad affondare dentro di lei con più foga, più veloce ma anche meno delicato. Ma dai gemiti sembra quello che gradisce di più.
«Zia… sto per…».
«Fermo ed esci.».
Mi blocco di colpo.
Angela si gira supina e si toglie la benda. Vedo le goccioline di sudore che si fanno strada attraverso quei seni grandi e morbidi.
«Se vieni dentro di me, lo fai guardandomi negli occhi.».
Punto ancora una volta la sua passera e stavolta inizio a penetrarla con forza.
Vedo il suo sguardo carico di eccitazione, la sua bocca socchiusa che prende aria e i suoi seni che ballano una danza frenetica sotto i colpi… sarò volgare, sotto i colpi della mia minchia.
Le nostre bocche sono vicine, le labbra si sfiorano senza però chiudersi tra loro. Il sudore ci scivola addosso e i nostri respiri si mischiano sulle nostre labbra.
Il momento in cui le nostre labbra si incontrano e le nostre lingue si attorcigliano è anche l’istante in cui il mio seme schizza copioso e caldo dentro il suo ventre.
«Non è mica finita sai?».
Appena esco da lei la zia mi afferra per l’asta barzotta e l’avvicina alla sua bocca.
Inizia a succhiarmi il cazzo misto del mio seme e dei suoi umori.
«Angela tu non ami più lo zio?».
Si stacca dal mio pene.
«Ti sembra una domanda da fare mentre ti faccio un pompino?».
Torna a succhiarmelo e leccarmi le palle.
«Ecco ora sei pronto per il tuo regalo di Natale.».
La vedo mettersi a quattro zampe.
«Sei mai entrato dietro ad una ragazza?».
Scuoto la testa.
«Oggi lo farai!».
Il mio membro è duro e tutto bagnato dalla saliva della zia, mentre il suo buchetto viene lubrificato con un gel apposta.
In questa posizione vedo che è bello morbido. Mi viene da pensare a quanti l’hanno inculata prima di me. Ma in fondo non importa, è la mia prima inculata. Punto sul suo buchetto e lentamente spingo. Sento una leggera resistenza, ma non faccio fatica. La mia asta entra dentro il suo ano e la cosa piace alla zia.
«Com’è?». Mi chiede.
«Più stretto! Stupendo!».
«Sii delicato, mi raccomando!».
Mentre entro ed esco da lei, sento il suo anellino posteriore che stringe il mio membro. Una sensazione stupenda. Un piacere diverso, ma irresistibile che però non dura molto perché stimolato così vengo dentro il suo culo più velocemente di quanto voglia ammettere.
«Bravo ragazzo!».
«Scusa.».
«E di cosa? La prima volta ci sta venire presto. È più stretto, più stimolante per te.».
Ci sdraiamo uno accanto all’altra.
«Buon Natale nipotino!».
«Buon Natale zia!».
Ci sono tante altre esperienze fatte con la zia Angela, sia in Italia sia durante il mio periodo in Australia. Ma oggi concludo con un augurio a tutti voi.
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