Il pescatore dal pesce duro

Canta Storie
3 months ago

Sono un ragazzo mattiniero. Lo sono sempre stato. Alle 6 del mattino con o senza sveglia i miei occhi si aprono e non c’è più verso di riprendere a dormire. È una cosa che la mia ragazza ha imparato a sopportare, anzi forse un po’ inizia a piacerle dato che le faccio sempre trovare la colazione pronta.

Ho preso l’abitudine di andare a correre la mattina, a maggior ragione ora che ci troviamo immersi nel paesaggio stupendo del lago di Bolsena.

Ogni mattina mi alzo, mi metto in tenuta da corsa e parto per sentieri, strade e spiagge. Ci sono diversi posti interessanti: ho scoperto una spiaggetta molto isolata che la mattina presto è sempre deserta. L’unica persona che passa da lì in barca è un pescatore sulla cinquantina che io e la mia ragazza vediamo spesso in paese. Una mattina si ferma a riva.

            «Buongiorno, bella giornata!», lo saluto.

         «Bella, ma iniziata troppo presto. Sono in giro dalle 4.».

         «Levataccia proprio.».

         «E’ così tutti i giorni, ormai ci sono abituato. Tu sempre solo a correre?».

         «La mia ragazza non è molto mattiniera. Peccato, è proprio un bel vedere.».

         «Meglio di me di sicuro!».

Ci salutiamo e io continuo con la mia corsa. Nella mia testa però inizia a farsi strada un pensiero. Una fantasia che in realtà ho da diverso tempo e che potrei davvero realizzare.

Quando torno a casa lei è dorme ancora. Lascio sul tavolo le brioches che ho appena preso dal panettiere e mi faccio una doccia. Ho costantemente il pensiero a quella fantasia che mi fa diventare subito duro. Mi sto sciacquando quando lei entra in bagno.

         «Buongiorno, amore.».

         «Buongiorno.».

         «Ti ho preso la colazione. E’ sul tavolo in cucina.».

         «Grazie, amore.».

Mi guarda e vede l’erezione.

         «Stai pensando a me e fai il maialino in doccia?».

Sicuramente lei è al centro della fantasia.

         «Visto che effetto mi fa solo pensare a te!?».

         «Esci subito!».

Il tempo di spegnere l’acqua che apre la porta della doccia e mi tira a se prendendomi per l’asta dura.

         «La prima colazione è il pasto più importante della giornata, lo sai?».

Detto questo, si inginocchia e inizia a farmi un fantastico pompino. Il caldo della sua bocca contrasta con l’acqua fresca della doccia e mi dà un piacere enorme. Aumenta sempre più il ritmo, fino a quando non mi afferra per le natiche e si spinge tutto il mio membro in gola. Gli occhi le lacrimano e sento la sua cavità orale che preme sul mio membro. Si allontana e fa cadere sulle sue tette una quantità enorme di saliva. Respira affannosamente e mi sorride. Sa che adoro quando lo succhia così. Il tempo di riprendere fiato e di nuovo lo prende in bocca, ancora e ancora, fino a che non resisto più e le vengo in bocca. Ingoia, si alza e mi sorride.

         «Ti aspetto di là per la seconda colazione!».

La amo. Non c’è dubbio.

La vacanza passa veloce tra gite e bagni al lago. Arriva l’ultimo giorno prima della partenza. È l’ultima occasione per realizzare quella fantasia, così prendo coraggio.

Quella mattina invito anche lei a venire a correre con la scusa che voglio farle una sorpresa. Arriviamo alla spiaggetta isolata. Del pescatore non c’è l’ombra. Stendo un telo che mi sono portato dietro e la faccio sedere.

Inizio a baciarla con passione, mentre la mia mano dal suo collo scende lentamente in mezzo alla sua terza abbondante.

         «Amore, se arrivasse qualcuno…».

         «Tranquilla, non passa mai nessuno.».

Si tranquillizza e mi lascia fare. Bacio le sue labbra, il suo collo salato per via del sudore. Le tolgo il top da corsa e mi dedico alle sue bellissime tette, leccando e succhiando per bene quei capezzoli duri come ciliegie mature. La mia mano si infila nei suoi pantaloni ed inizia a massaggiarle il clitoride. Lei ansima e allarga le gambe per facilitarmi la cosa. La spoglio del tutto e inizio a leccarle la fighetta bella umida.

Raggiunge presto un orgasmo. È quello il momento in cui la faccio mettere a quattro zampe, tiro fuori la mia erezione e inizio a farla mia.

Mentre affondo dentro di lei e il suo seno fa dei bellissimi movimenti avanti e indietro, ecco che arriva il pescatore.

         «Cazzo, amore. C’è qualcuno!».

Si alza di scatto e si nasconde dietro di me.

         «Oh, non fate caso a me! Continuate pure.».

Con grande sorpresa della mia ragazza, mi giro, la prendo per il braccio e la mostro al pescatore che nel frattempo ha raggiunto la riva.

         «Fatti vedere, amore mio.».

È imbarazzatissima, rossa in volto.

Mi siedo sul telo e faccio sedere lei davanti a me. Il pescatore ci guarda a distanza di qualche metro. Ha tirato fuori il suo membro e si sta segando, mentre la mia ragazza è a gambe larghe proprio di fronte a lui.

La sto toccando, le massaggio il clitoride, mentre lei si massaggia le tette con una mano. È rossa in viso, si gira spesso a guardarmi.

         «Guarda il nostro amico e lascia fare a me!».

È imbarazzata, ma bagnatissima. Una bella fontanella inizia a zampillare dalla sua passerina, mentre lei si contrae tra le mie braccia. Il pescatore è venuto sulla sabbia. Lei si lascia andare sul mio petto con il respiro affannato.

         «Grazie dello spettacolo. A presto amici miei!».

Il pescatore si riveste e riprende il largo.

         «Amore mio, sei stata…».

Si gira di scatto e mi guarda con un misto di imbarazzo, rabbia ed eccitazione.

         «Sei bellissima! Ti amo!».

         «Stupido! Ti amo, ma sei uno stupido. Perché non mi hai detto nulla?».

         «Lo avresti fatto?».

         «Non credo!».

         «Ti è piaciuto!».

Non risponde. Sorride e mi bacia.

Si stende sdraiata sul telo e facciamo l’amore. Vengo dentro di lei come mai avevo fatto prima.

Mi guarda e sorridendo mi dice:

         «Dovremmo farci guardare più spesso!».

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