Una mamma incredibile
Sono passati un po’ di anni, ma ricordo tutto perfettamente. La scoperta dei suoi giochi con i colleghi, i messaggi spinti e le serate in cui tornava a casa a notte inoltrata sfatta e ancora eccitata. Ricordo perfettamente il giorno in cui il mio rapporto con lei cambiò.
La fantastica donna in questione è mia madre Gabriella che all’epoca dei fatti, quando io avevo poco più di diciott’anni, aveva 48 anni.
Da un po’ di tempo avevo notato che si comportava in modo strano, aveva iniziato a tenere bloccato il telefono con un pin – era la sua data di nascita, non difficile da scoprire – e la sera quando usciva per le cene di lavoro era sempre eccitata. Si preparava alla perfezione, indossando abiti molto eleganti e al tempo stesso molto sexy. I sospetti iniziarono a crescere quando gli stessi abiti li indossava nei weekend in cui mio padre aveva le trasferte lavorative in cui stava via qualche giorno.
Iniziai a tenerla d’occhio e rovistando fra i suoi cassetti trovai molti articoli di lingerie, collant e biancheria molto sexy. Tutto questo nascosto dalle classiche mutandine che ci si aspetta di trovare indosso a una madre.
La certezza che mia madre tradiva mio padre arrivò in estate, quando sbirciando nel suo cellulare trovai i messaggi coi colleghi. Scoprii che mia madre era una vera e proprio troia. Aveva relazioni con molti dei suoi colleghi. Trovai anche la chat di gruppo dove scambiava le sue foto con gli altri uomini e molti riferimenti a delle vere e proprie orge. Tutte attività di cui mio padre naturalmente non sapeva nulla. Rimasi sorpreso nello scoprire che, mentre leggevo quelle chat in cui la mia amata mamma veniva dipinta come una sgualdrina delle più porche, il mio amico nei pantaloncini aveva iniziato ad indurirsi. Mi ci vollero solo poche foto e un qualche strusciamento per venirmi nelle mutande.
Iniziai a tenere sempre più sotto controllo mia madre e con questo arrivarono anche le prime fantasie su di lei. Mi ritrovai spesso a masturbarmi pensando a lei. Mia madre aveva una bella terza piena con due bei capezzoli piccoli che mi facevano impazzire. Era alta 1,60 ed era una bella donna con le curve al posto giusto.
Le cose cambiarono un giorno d’estate mentre ero intento a farmi una doccia. Forse sarebbe giusto dire che ero intento a farmi una sega sotto la doccia – giusto per correttezza narrativa.
Sentii la porta del bagno aprirsi.
«Cazzo!», mi scappò.
«Tesoro, scusa sono mamma. Faccio in un attimo, devo attaccare la lavatrice.».
«Va bene, mamma. Ho quasi finito.».
Chiunque altro avrebbe smesso di toccarsi, ma io avevo in mente le foto di mia madre trovate sul suo cellulare e sapere che lei era a pochi metri da me mi faceva impazzire. Mi ritrovai, nascosto dalla tendina della doccia, a menarmelo fantasticando su di lei, che era a pochi passi da me, intenta a caricare la lavatrice.
«Amore, posso chiederti una cosa?».
«Dimmi!» risposi scazzato. Non poteva lasciarmi finire la sega in pace?
All’improvviso aprì la tendina.
«Cosa sono queste macchie che continuo a trovare sulle tue mutande?».
Feci appena in tempo a staccare le mani dal mio arnese.
«Mamma, ma che cazzo…».
«Amore, tranquillo è normale avere erezioni alla tua età!».
Mentre diceva queste cose continuava a guardare il mio pene dritto, quasi compiaciuta di avermelo fatto così.
«In ogni caso… ho trovato queste macchie sulle tue mutande. Devi dirmi qualcosa?».
Mi sentivo attaccato su una cosa normalissima come masturbarsi e poi proprio lei parlava che si era fatta tutti i suoi colleghi.
«E’ quello che immagini, mamma. E tu? Hai qualcosa da dirmi? Come è andata ieri con i colleghi? Ti sei divertita?».
Il mio tono faceva intendere che sapevo tutto. Non volevo giudicarla ne attaccarla.
«Mamma, da quanto tempo tradisci papà?».
Lei rimase senza parole per un po’. Era tutto molto imbarazzante, considerando anche il fatto che il mio cazzo non accingeva ad ammosciarsi.
«A lui lo hai detto?».
Scossi la testa.
«Ti prego di non dirgli nulla. Non voglio rovinare la nostra famiglia. Ti racconterò tutto con calma.».
Chiuse la tendina e se ne andò, lasciandomi a finirmi la mia meritata sega.
Il giorno dopo rientrò da lavoro verso le 14. Si diresse in camera sua e mi chiamò poco dopo. Nel corridoio che porta alle camere avevamo un grosso armadio con ante a specchio. Dirigendomi verso la sua camera notai nel riflesso che lei era seduta sul letto, indossava una gonna e sotto si poteva vedere la striscia di pelo castano-biondo che saliva dal suo clitoride sul monte di venere. Non indossava le mutande e sicuramente non le aveva indossate nemmeno a lavoro. Che maiala.
In quel momento desiderai tornare alle origini, rientrare da dove ero uscito, insomma sentivo il bisogno di scoparmi mia madre.
Entrai e mi misi seduto accanto a lei. Mi spiegò con calma come stava la situazione e che amava mio padre, ma che amava anche vivere la vita a suo modo.
Io ascoltavo seduto lì, con il caldo estivo e i pantaloncini che non nascondevano la mia progressiva eccitazione. Lo aveva notato.
Mi fece abbassare i pantaloncini e iniziò a masturbarmi. Sentivo le sue mani sulla mia asta e scendevano fino a stuzzicarmi le palle. Una sensazione stupenda. Io osai replicare accarezzandole la figa sotta la gonna. Era fradicia. Ci toccavamo a vicenda e godevamo insieme di questo bel legame madre e figlio. Il culmine del piacere arrivò quando mi fece alzare e con fame vorace mi prese in bocca l’uccello. Iniziò a succhiarmelo come una vera esperta e non durai molto. Venni copiosamente, rendendola felice e fiera.
Il nostro rapporto cambiò quel pomeriggio e seguirono altre seghe e altri pompini. Purtroppo però mia madre volle interrompere i nostri giochi prima che potessi realizzare il sogno di venire dentro di lei. Un rammarico che ancora oggi, a distanza di anni, provo.
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