Mamma amata

Canta Storie
6 months ago

Una cosa è certa nella vita, l’amore di una madre per i propri figli. Ripensandoci, due cose, anche l’amore dei figli per la propria madre. Capirete che questa non è una storia di amore familiare normale. Il legame tra me e mia madre è molto più particolare di un semplice rapporto madre-figlio. Così particolare che spesso e volentieri travalica quelle che sono le norme sociali e morali, partiamo però dall’inizio.

Mi chiamo Alessio, ho 26 anni e ho appena terminato il mio percorso di studi magistrali all’università di Milano. Posso dire di aver preso il meglio dai miei genitori: da mio padre il fisico atletico e i lineamenti del volto decisamente attraenti, da mia madre gli occhi azzurri che contrastano con i capelli castani e la pelle abbronzata. Dovrei parlare anche della mia attrezzatura, ma tutto a suo tempo.

Siamo benestanti e per questo pur abitando in Lombardia, ho preso un appartamento a Milano dove vivo da solo. Mia madre Angela viene spesso a farmi visita, lei lavora a venti minuti di macchina da casa mia. Ha le chiavi di casa mia e spesso, anche se mi arrangio, mi fa trovare camicie stirate e cibarie varie (lasagna, parmigiana…). Si prende cura di me, anche a distanza. Mia madre è una donna bellissima. Ha 44 anni, aveva appena 18 anni quando sono nato, ma si tiene molto in forma. È la sosia di Elizabeth Hurley, capelli castani e occhi azzurri – come me – carnagione abbronzata e fisico snello. Ha una quarta e un culo sodo che è invidiato dalle compagne di classe 18enni delle mie due sorelle gemelle, Ludovica e Martina, e anche delle amiche universitarie di Gaia la mia terza sorella di 22 anni. Ho sempre creduto che lei e papà fossero la coppia perfetta, fino a qualche giorno fa.

È lunedì mattina, è la seconda settimana dall’inizio del mio dottorato, e sono in università. Ho dimenticato il materiale per una presentazione della ricerca e quando me ne accorgo sono quasi le 11. Devo fare in fretta, alle 13.30 deve essere tutto pronto e devo attraversare Milano, ci vuole quasi un’ora da casa mia all’università. Torno, apro la porta di casa ed entro senza chiudere, tanto devo scappare subito. Non dovrebbe esserci nessuno in casa, eppure sento dei rumori provenire dalla mia camera. Penso subito a dei ladri, prendo una scopa da usare come arma e mi avvicino alla porta. Il mio appartamento non è grande, c’è la mia camera, un bagno grande e il soggiorno con angolo cottura. La porta della camera è socchiusa. Sento delle voci.

– Sì, sbattimi. Sono la tua troiaaa!

– Siii, sei la mia puttana!

– Sìììì

La voce di un uomo che non conosco, ma la donna …quella è mia madre.

Mi avvicino in silenzio e sbircio. La scena che vedo mi lascia senza parole. Mia madre a pecora sul letto, completamente nuda e con le sue bellissime tette a penzoloni. Un uomo di mezz’età dietro di lei che la tira a sé per i capelli e la scopa con foga. Sento un miscuglio di emozioni. Sono sconvolto, arrabbiato per il tradimento di mia madre, ma anche eccitato perché ha davvero il corpo di una dea.

Faccio un breve video e me ne vado subito.

Decido di mantenere il segreto per ora. Voglio saperne di più. A fine giornata passo in un negozietto di elettronica dove compro una telecamera da nascondere in camera mia. Quello che scopro lì dentro è incredibile. Angela, una madre, moglie e donna perfetta, si fa sbattere tre volta alla settimana da tre diversi amanti nel mio letto.

Devo fare qualcosa! Decido che una sera le chiedo di restare a cena da me. Lei prepara tutto, mangiamo.

 A: Cosa c’è che non va, Ale?

 Io: Perché questa domanda?

 A: Non hai detto una parola da quando sono arrivata!

Resto in silenzio per qualche secondo.

 Io: Come hai potuto tradire papà?

Lei resta di stucco. Non sa cosa rispondere e diventa rossa in volta.

 A: Io… ma cosa dici? Chi ti ha detto questa sciocchezza? Non sarà che…

 Io: Non fare la finta tonta. Ti ho beccato due lunedì fa con il tuo amante mentre ti facevi sbattere sul mio letto. E ancora mercoledì e venerdì con altri uomini diversi. E così anche settimana scorsa! Ne ho le prove! Vuoi vederle?!

Vado a prendere il pc e faccio partire i video. Mia madre è rossissima in volto. Imbarazzata. Preoccupata.

 A: Ti prego, non farli vedere a tuo padre. Io…

 Io: Tu ora tronchi con i tuoi amanti! Torni a casa e fai finta di nulla. Questo resterà il nostro segreto. Non ho alcuna intenzione di rovinare la nostra famiglia. Anzi, forse sono l’unico qui che ci tiene a salvarla.

 A: Va bene, farò così. Però tu devi capire … le cose tra me e tuo padre non vanno bene da tempo. Non abbiamo più una vita sessuale e ho fatto quello che ho fatto, perché anche lui mi tradisce e da molto tempo prima che io iniziassi …. Tu devi capire che…

 Io: Io non devo capire proprio un cazzo, mamma. Ma ti sei vista in quei video. Ti fai chiamare troia, scopi con uomini diversi… mamma tu sei una troia! Ci manca solo che ti fai pagare per farti fottere e hai completato la tua trasformazione in battona. E vieni anche a dirmi che devo capire, che papà ti tradisce da prima … sai cosa c’è, mamma? Forse è meglio se per un po’ non ti fai vedere qui a casa mia.

Inizia a piangere. L’ho ferita. Più di quel che avrei voluto. Sono furioso e le parole sono uscite da sole. Lei prende e se ne va senza nemmeno finire la cena, dicendomi solo “Ti voglio bene, scusami!”.

Da quella sera non la vedo, né sento per qualche settimana. So che sta bene dai messaggi delle mie sorelle, che insistono per sapere perché abbiamo litigato, ma a cui non rivelo nulla.

È passato un mese da quando non parlo più con mia madre. È un sabato sera e mi sto preparando per uscire quando mia sorella Gaia mi chiama in lacrime.

 G: «Mamma è sparita! Se ne è andata e non risponde al telefono. Ho paura.»

 Io: «Calmati! Dimmi che cosa è successo! Perché se ne è andata?»

 G: «Lei e papà hanno litigato. Credevano di essere soli in casa, ma io non ero ancora uscita. Ale, hanno litigato di brutto! Papà le ha detto che è una troia che lo tradisce da mesi, non so come lo abbia scoperto. Lei ha risposto che lui è anni che si scopa le sue segretarie. E lui le ha riso in faccia, le ha detto: “E sai cosa? Sono sempre state molto meglio di te a letto!”. Hanno iniziato a insultarsi e papà alla fine ha mollato uno schiaffone in faccia a mamma. Se n’é pentito subito e le ha chiesto scusa, sai che papà non è mai stato un tipo manesco. Però la mamma è scoppiata in lacrime, ha messo le sue cose in una borsa e se n’è andata. Mi ha visto mentre usciva. Ho provato a fermarla, ma era un treno. Non ce l’ho fatta.»

 Io: «Ci penso io! Ti richiamo appena la trovo!».

Attacco il telefono, prendo la giacca e le chiavi per uscire. Parto a controllare al suo ufficio e mentre apro la porta la chiamo al telefono. Sento una suoneria. Apro la porta di casa. Me la trovo davanti, con una guancia rosso fuoco e il volto rigato dalle lacrime. La abbraccio e la faccio entrare. Non vuole parlare. La faccio mettere nel mio letto, singhiozza. La abbraccio e si addormenta tra le mie braccia. Scrivo un messaggio a mia sorella: “Mamma sta bene! è da me e resterà qui fino a che non capisco bene cosa fare!”.

La mattina dopo mia mamma si sveglia, mi racconta tutto e mi chiede se può stare da me per un po’. Acconsento, anche se lo spazio è poco. Quello che diventa una sistemazione per pochi giorni, diventa una sistemazione per poche settimane. Inizialmente dormo sul divano, ma poi mia mamma insiste per dormire nel letto matrimoniale insieme.

Un pomeriggio viene mio padre, vado in camera e li lascio parlare nel salotto. Dopo appena dieci minuti devo intervenire, perché lui la vuole riportare a casa con la forza, la strattona. Lo caccio da casa mia. La situazione tra i miei sembra inconciliabile e nonostante il litigio di qualche tempo fa, il rapporto tra me e mia mamma, migliora giorno dopo giorno. Mi dice spesso che l’ho salvata, che quel giorno se fosse tornata a casa sarebbe stata infelice per sempre. Ogni tanto mi accorgo che mi fissa senza motivo.

 A: Ale, ma tu hai una ragazza?

Una sera se ne esce fuori così, di punto in bianco.

  Io: Al momento no. Uscivo con una, ma ci siamo lasciati prima che tu ti trasferissi qui.

  A: Capisco!

Se ne va in cucina. Resto un po’ così. Dopo cena vado a lavarmi. Il bagno è grande, c’è una vasca che fa anche da doccia. La riempio, voglio stare in ammollo un po’. Mi godo il caldo.

All’improvviso mia madre entra in bagno si abbassa pantaloni e mutandine, mostrandomi la sua figa pelosa, e si mette sul water a fare pipì. Io mi copro, un po’ imbarazzato. Lei mi guarda. Quando ha finito si tira su tutto.

    A: Che fai? Ti vergogni davanti a tua mamma? Va che te l’ho fatto io!

Divento rosso.

    A: Da piccolo ti facevo anche il bagno, ricordi?

Io non rispondo. Mamma si avvicina alla vasca. Si inginocchia. Prende una spugna, la inzuppa d’acqua e inizia a strofinarmela sul petto.

    A: Facevo così! Ricordi?

Con la spugna mi lava tutto il busto, e con l’altra mano mi accarezza la schiena.

    A: Alzati. Su che ti lavo le gambe.

Sono in imbarazzo. Mi alzo, coprendomi il pacco con entrambe le mani. Mi lava le gambe con la spugna e sempre con l’altra mano mi accarezza le natiche.

    A: Ancora con ste mani? Mettile lungo i fianchi dai!

Mi dice mentre mi prende a sberle il dorso delle mani.

Le sposto lasciando in vista il mio cazzo che è abbastanza barzotto. Lo guarda e sorride. Me lo lava con la spugna e il mio cazzo diventa duro. Mentre mi la strofina sulla cappella, con l’altra mano mi accarezza il culo, sfiora l’ano e, passando in mezzo alle gambe, arriva alle palle. Inizia a lavarle con la mano, massaggiandole. Il doppio movimento di mano sui coglioni e spugna sulla cappella mi fa venire. Spruzzo parecchio sperma, per fortuna sulla spugna. Credo che lei non se ne sia accorta. Almeno spero. Va avanti ancora un po’, stacca le mani da me.

 A: Anche da piccolo ti diventava bello dritto quando ti lavavo, sai? Anche se bisogna ammettere, che ti è cresciuto moltissimo da allora. Sai, a vederti così, credo che la donna che ti amerà sarà molto fortunata.  

Detto questo, si alza. Mi dà un bacio sulla guancia e esce dal bagno. Io mi risiedo in vasca. Ho il cazzo ancora durissimo. Mi masturbo, pensando alle sue mani sulle mie palle.

Mentre mi asciugo e la vasca si svuota, non faccio caso ad una cosa. La spugna dove sono venuto, non c’è in bagno.

Che l’abbia presa mia mamma?

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