Annoianna - Episodio 7

Alphamaster
6 months ago

Pizzicai con due dita la stoffa nella mia vagina. Tirai con prudenza, come mi raccomandava Lui. Aia! Era un blocco unico… e graffiava! Farsi grattugiare l’interno della fica non è piacevole, per niente. Cambiai presa, e un lembo alla volta riuscii a sfilarle limitando il dolore ad un piacevole e caldissimo fastidio e facendo tre o quattro foto dell’operazione. Le guardai, erano roventi, bagnate, ruvide e spiegazzate come mai avrei pensato. La micia mi bruciava, ma dovevo proseguire. Una foto agli slip estratti, e poi avanti.

Le usai per bagnarmi tutta la parte bassa della faccia, come se la avessi affondata tra le cosce di una donna. Non avevo mai passato il punto di annusarmi le dita bagnate dopo essermi toccata, ed anche se l’odore mi piaceva tanto avere i miei succhi in faccia era umiliante fino a farmi desiderare di morire. Ma la fica mi comunicò che se proprio dovevo morire almeno dovevo morire impalata, perché lei voleva godere. Avevo paura di vomitare, non conoscevo il mio sapore e temevo fosse insopportabile. Mi misi davanti al WC aperto, nel caso non fossi riuscita ad evitarlo, e me le infilai in bocca. Tutte. E schiacciai con la lingua e succhiai. Proprio come mi aveva chiesto il mio Signore. ODDIO! Era buonissimo quel sapore, e mi eccitava da morire. Meglio del cazzo forse. Ero anche lesbica? Respirando dal naso (la bocca era pienissima) non potevo fare a meno di sentire il mio odore. Stavo uscendo di testa dall’eccitazione.

Cosa era il prossimo compito? Ah, si… raffreddare la vagina e sciacquarla. Controllai il tubo della doccia, era vero. Potevo togliere il telefono. Aprii l’acqua, e cavolo, era un idrante. Mi misi nella vasca, regolai la temperatura su un getto fresco ma non freddo e con un brivido misto tra paura ed eccitazione me lo puntai sul buco della fica e premetti forte. AAAHH… non mi aspettavo che fosse così! Era molto piacevole e stimolante, oltre che rinfrescante. Dopo pochi secondi la micia non bruciava più tanto, ed anzi, stavo quasi accumulando un orgasmo. Mossi il tubo un po’, dirigendo il getto di acqua a premere di più o di meno su alcune parti interne. Ma mentre cercavo di pulirmi arrivai, in modo totalmente inaspettato ed esplosivo. Dio, mi si piegavano le gambe, non riuscivo a tenermi. Mi appoggiai alla parete, scossa da brividi violenti, mentre l’acqua continuava a colpirmi all’interno con forza. Avevo cercato di non venire, ma era stato istantaneo, non ero riuscita a fermarmi. GlieLo avrei detto, e dato che non dovevo masturbarmi fino a fine dei compiti forse mi avrebbe punito. Ma avevo goduto facendo alla lettera quello che Lui voleva, speravo che non fosse grave. Tirai fuori il tubo che nell’orgasmo mi era entrato dentro per diversi centimetri ed ancora scossa dai tremori che andavano e venivano chiusi l’acqua. Mi asciugai con cura, le gambe, la vagina ed il culo dall’acqua, ed anche dai succhi che di nuovo mi bagnavano. Avevo fatto poche foto, per via dell’improvviso orgasmo. Sperai che bastassero. Per fortuna i telefoni di oggi sono a prova di acqua, perché stavolta lo avevo schizzato ben bene con il tubo e l’acqua che mi ruscellava dalla fica. Speravo bastassero, ma di certo non mi avrebbero garantito lodi.

C’era da fare la cosa del dito, ma stavolta ero stata attenta a leggere bene. Per violarmi il culo dovevo prima fare il clistere, quindi prima di tutto la farmacia per le siringhe (la paura mi strinse lo stomaco in una morsa gelida) e la sacca per clisteri. Non potevo andare alla farmacia nella strada del mio condominio, mi conoscevano e conoscevano mio marito, la cosa poteva avere risvolti sgradevoli. Avrei preso l’auto e sarei andata ad una farmacia piuttosto distante. Quindi dovevo prepararmi ed uscire.

Vestirsi. Prima di tutto mutande e reggiseno. Eh, perché ora nella mia vestizione gli slip erano tornati. Non per venire indossati ma piuttosto scopati, ma c’erano. Non avevo istruzioni, quindi potevo scegliere. Presi un reggiseno piuttosto sexy, in pizzo nero, e quasi con la sensazione di barare delle mutandine piuttosto striminzite in cotone morbidissimo. Niente pizzo, avevo visto cosa combinava dentro la mia fica. Me le infilai dentro assumendo la posa da troia a cosce aperte, e fu più facile e piacevole del pizzo. Una maglietta nera, una gonna nera e piuttosto corta (eh, si, ci avevo preso gusto) e scarpe tipo tennis con la suola in gomma, ma di tela nera con dei lustrini. Ero casual ma un po’ dark e molto molto fica. Completai con degli occhiali da sole belli grandi, sempre con la montatura nera. Feci foto alla fica con la mutanda dentro, allo specchio di me stessa con la gonna su e con la gonna a posto, e poi uscii. Se in precedenza uscire in gonna senza biancheria era stato eccitante, adesso con la fica piena era veramente da pazzi. Le orecchie mi rombavano, ma presi l’auto ed andai dall’altra parte della città. Trovai una farmacia, cercai parcheggio e poi uscii dall’auto. Non c’era nessuno, quindi nel farlo allargai le gambe apposta, se ci fosse stato qualcuno mi avrebbe visto anche le tonsille. Godevo a fare la troia, cazzo.

Comprai tutto quello che il Padrone voleva. Avevo le guance rosse di vergogna, la fica bagnata e le mani che tremavano, ma pagai, presi il pacchetto e tornai all’auto. Aprii lo sportello e guardai chi c’era in giro. C’era solo un vecchietto. Bene, ero lontana da casa e ben poco riconoscibile con gli occhialoni e la mascherina chirurgica per l’epidemia. Avrei fatto prendere un colpo a quell’anziano signore. Entrai in auto prima con una gamba e poi con l’altra, mostrandomi nella mia nudità sotto la gonna.

Cazzo! Che diavolo mi era preso? Come CAZZO mi era venuto in mente? Chiusi lo sportello e partii a razzo, lasciandolo bloccato nel gesto di camminare con il suo bastone da passeggio, con lo sguardo allucinato.

Buttai gli occhiali sul sedile accanto, piangevo di vergogna e quello che è peggio ero sul punto di venire di nuovo. Mi bastò strofinare appena la fica sul sedile, e partii di testa. Guidare, piangere ed avere un orgasmo contemporaneamente posso giurarlo, non è facile, ma ci sono riuscita.

Tornai a casa ancora in lacrime, ancora eccitata. Stavolta uscii dall’auto con estrema cura, le ginocchia incollate tra loro, le caviglie appiccicate come se fossero avvitate e tenendo la gonna giù con la mano.

Salii nel mio appartamento e come era mio compito per prima cosa mi spogliai nuda. Stavo per farmi un clistere di un litro, chissà cosa avrei provato?


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