Mia moglie porta a casa il capo per scopare

La mattina dopo ci svegliammo come nulla fosse e ripartimmo con la solita routine. Colazione, doccia, bambini, lavoro. I suoi occhi però tradivano una certa inquietudine e mi sorpresi a pensare che forse avevo esagerato, la sera prima. Nel pomeriggio le feci un messaggino, per sapere se era tutto ok. Rispose in modo laconico, come al solito. Allora provai a chiamarla, ma capii che era già con i piccoli e la stavano facendo impazzire. Le promisi quindi di uscire presto per aiutarla.
Alle 19 ero a casa, il solito caos con lei che preparava la cena mentre chiedeva un po’ di silenzio. Le cinsi la vita con le braccia e le diedi un tenero bacio sul collo. Sentii un fremito, come di qualcuno che non se l’aspetta. Più tardi, finalmente soli, sul divano davanti alla televisione le chiesi se andasse davvero tutto bene e lei mi guardò negli occhi, profondamente “Mi sento una troia. O meglio, temo che ora tu mi consideri una troia. E non mi piace”. Sorrisi, era quello che immaginavo “Io credo che tu mi ami da impazzire e che finalmente stai imparando a superare i tuoi tabù. Sapere che un altro uomo ti desidera mi eccita, sapere che anche tu desideri un altro uomo mi fa impazzire. L’importante è che tutto resti tra noi”. Una lacrima solcò lentamente il suo viso. La fissai, curioso, e vidi che la risposta le era piaciuta. Mi abbracciò con foga e mi baciò con passione. Io subito mi attizzai e con le mani iniziai a stuzzicarle i capezzoli, Cinzia gemette e scese con la mano a cercare il mio membro. Appena vide che era già duro si chinò e iniziò a succhiarlo con passione, mettendosi in una posizione tale per cui era chiaro volesse che io facessi altrettanto con la sua passerina. Il 69 che ne uscì fu memorabile, per diversi minuti entrambi ci dedicammo totalmente a ricercare il piacere del partner, finché non godemmo entrambi. Ci abbracciammo esausti ma contenti e un quarto d’ora di silenzio avvolse i nostri corpi e le nostre anime.
Fummo svegliati da un suono alieno, il bip di un messaggino. Ci voltammo e vedemmo che il suo telefono aveva ricevuto un messaggio. Era Andrea, che chiedeva scusa per quanto successo la sera prima e prometteva non sarebbe mai più accaduto nulla di simile. Lei sorrise, compiaciuta ed eccitata. Io geloso e pazzo di lei, la invitai a rispondere come avevamo concordato.
“Figurati Andrea, mi pare fossimo in due. Credo che la cosa migliore sia che tu venga a cena da noi domani sera, così anche Marco non avrà sospetti. Glielo ho già chiesto e lui sarebbe ben felice di averti come nostro ospite” diceva il messaggio. Passarono minuti intensi e pieni di attesa, poi la risposta “Ok, ma sei sicura? Non vorrei che vedendoci capisse tutto”. Lei mi guardò, io presi il cellulare e scrissi direttamente la risposta
“Non preoccuparti, andrà tutto bene. Porta una buona bottiglia di vino rosso e vieni alle 20.30. Considera che i bambini dopo poco andranno a dormire”. “Ok Cinzia, se pensi sia la strada giusta mi fido”, disse il suo ultimo messaggio.
Eravamo appena venuti, ma l’eccitazione si era di nuovo impadronita di noi. La feci stendere ed iniziai a massaggiarla dolcemente sulla schiena. Le mie mani scesero piano piano lungo i suoi fianchi e il movimento si fece circolare. Passare alle gambe fu il passo successivo, appena iniziai a toccarle l’interno coscia capii che era di nuovo pronta a prendermi. La feci girare ed iniziai dal seno, i suoi capezzoli erano già turgidi e lei con gli occhi chiusi gemeva dolcemente, in attesa del mio passo successivo. Continuai a massaggiarle i seni, ma mi abbassai e con la lingua tornai a leccare dolcemente le sue grandi labbra. Lei non ce la fece più a resistere e mi prese per i fianchi, facendosi penetrare con forza. “Sbattimi, se sono la tua troia voglio essere trattata come tale!”, mi intimò. Io ero in Paradiso, i miei colpi si sentivano distintamente, il suo orgasmo ormai era dirompente, non avevamo mai goduto così intensamente in tutti gli anni che ci conoscevamo. Venne e poi si dedicò completamente a me, stringendo la sua patatina in modo da farmi provare piacere. Ci mise poco a farmi sborrare, uscii appena in tempo e il mio nettare le finì sul viso. A quel punto lei mi abbracciò e volle rimanere così, coperta dal mio desiderio.
Poi andammo a farci una doccia, entrambi stavamo pensando a cosa sarebbe accaduto la sera dopo.
La giornata trascorse frenetica, Milano a settembre è un caos assurdo. Volevo assolutamente rientrare in tempo per essere certo che tutto fosse in ordine per la serata, ma non ci riuscii. Abbandonai l’ufficio che erano quasi le 20.00, la mia ora di macchina mi proiettava in casa per le 21.00, mezz’ora dopo l’arrivo di Andrea. Che tragedia. Chiamai Cinzia, la sentii nervosa e suscettibile.
“Ci ho ripensato, non mi pare una buona idea. Io amo te, non voglio andare con un altro, non me ne frega nulla” mi disse. Io abbozzai “Ok, capisco. Lasciamo perdere, devi essere tu a volerlo”.
Mi disse che lo stava per chiamare per dirgli che non se ne faceva nulla, avrebbe inventato una scusa. Incredibilmente mi sentivo molto triste, mia moglie mi aveva appena detto che ama solo me e che non vuole andare con nessun altro, eppure mi sentivo triste. Si, perché non ero stato capace di comunicarle il mio amore, la mia passione e la mia voglia di condividere tutto con lei. Avevo fallito. Rallentai, ormai correre non serviva più
Poco dopo le 21.00 fui a casa. Bizzarro. Non si sentivano le solite urla dei bambini, cosa stava succedendo? Mi venne un po’ d’ansia e salii le scale due alla volta, chiamando i loro nomi. Ma erano semplicemente in sala, stavano stranamente giocando tranquilli senza fare rumore. Diedi loro un bacio e mi avviai verso la cucina. Seduti al tavolo c’erano Cinzia e Andrea. Io rimasi di sasso e loro se ne accorsero, Andrea mi disse
“Che succede, Marco? Cinzia non ti aveva detto che ero a cena con voi, stasera?”. “Si, si… ma avevo capito che… niente, sono solo molto stanco, scusatemi… Vado a sistemarmi e arrivo, che ho molta fame”, risposi. “Spero tu abbia anche un po’ di sete, che questo Barolo del 97 ti sta aspettando” commentò sorridendo una splendida Cinzia.
La guardai, era bellissima. Un colpo al cuore mi tranciò al pensiero che forse stava per concedersi ad un altro, ma subito mi concentrai su qualcosa di strano che vedevo in lei. Poi capii. Era senza reggiseno, la maglia scollata lasciava chiaramente vedere i suoi seni e quando si chinava i capezzoli erano in bella vista. Le sorrisi e le dissi se veniva un attimo con me. Si alzò e mi seguì. In un orecchio le chiesi perché avesse cambiato idea e lei assunse un’aria imbronciata
“Per me. Ho pensato che in fondo, una volta nella vita voglio provare questa esperienza e che se tu sei davvero d’accordo non ho motivi di farlo senza di te. Ti amo. Tanto”. Le emozioni che provai sono indescrivibili, il mio cuore era in tumulto ed ero molto agitato. Non seppi fare meglio che abbracciarla e baciarla intensamente.
Poco dopo eravamo allegramente seduti al tavolo, gustandoci gli antipasti preparati da Cinzia e ridendo ai racconti lavorativi di Andrea, che si rivelò una persona estremamente gradevole e di compagnia. Finito il primo, Cinzia si alzò per portare a letto i bambini, ma io la anticipai, dicendole che non mi pareva il caso e che ci avrei pensato io. Rimasero soli e continuarono a chiacchierare. 20’ dopo scesi e li trovai davanti a un bicchiere di vino, che parlavano di amici comuni. Gli occhi di Andrea cadevano in continuazione sui seni liberi di Cinzia, con evidente imbarazzo. Non riusciva a non farlo e lei si divertiva a civettare, poi mi guardava con la faccia da monella che ben le conosco. Andrea chiese di andare in bagno e noi due ci baciammo con passione, approfittando del momento di intimità.
Quando tornò, Cinzia disse che andava in bagno anche lei, lasciandoci soli. Ci fu un momento di imbarazzo, Andrea disse che stava per tornare a casa, che doveva portare fuori il cane, ma lo pregai di rimanere, immaginando cosa sarebbe successo. Infatti, qualche minuto dopo sentii la doccia iniziare a scorrere. Quindi lo invitai a venire con me, lui era nervoso e non capiva cosa stesse succedendo. Gli dissi semplicemente “Fidati”. Mi seguì. Come pensavo, la porta del bagno era socchiusa. La aprii piano, senza fare rumore. Il vetro smerigliato lasciava intravedere le forme di Cinzia, Andrea si voltò per uscire, dopo essere diventato completamente rosso. Gli dissi, sottovoce, ”Andrea, so tutto di quello che è successo tra voi. Ora stai tranquillo e cerca di divertirti e di farci divertire”. Lui mi guardò ma rientrò in bagno. Gli sussurrai in un orecchio cosa mi aspettavo facesse e lui, molto eccitato obbedì.
La porta della doccia venne aperta, Cinzia era di spalle, si stava risciacquando e si rese conto all’improvviso che due mani l’avevano presa e spinta verso il muro. Andrea era nudo e il suo cazzo (davvero enorme, Cinzia non mi aveva certo mentito) era duro e pronto ad essere usato.
Ma prima la toccò, inizialmente i seni e poi scese tra le cosce. Lei aprì le gambe, per permettere alle sue dita di penetrarla. Io guardavo, mi ero spogliato ed avevo il cazzo in mano. Era il sogno che si realizzava.
Cinzia disse “Scopami, ti prego”, sempre senza voltarsi. Lui la prese e il suo grosso membro iniziò a farsi strada nella stretta passerina di mia moglie. Poco dopo la stava stantuffando, così in piedi sotto la doccia, io ero a due metri, con il mio cazzo in mano. La fece chinare in avanti, verso di me, mentre continuava a sbatterla.
Capii dove volevano arrivare, così mi avvicinai, porgendo il mio pene verso la sua bocca. Cinzia non aspettava altro, con un gemito iniziò a succhiare, mentre sentivo che Andrea era vicino all’orgasmo.
Lei interruppe il pompino e disse “No Andrea, continua che sto per venire”. Lui mi guardò, allora con una mossa veloce la girammo ed iniziai a scopare mia moglie con forza. Lei apprezzò molto questa situazione e venne con degli urletti molto eloquenti. Appena me ne resi conto, non mi trattenni e lasciai che il mio sperma venisse tutto dentro di lei. Anche Andrea si lasciò andare e le venne sul viso e sul seno.
Era stato fantastico.
Mezz’ora dopo eravamo rilassati sul divano, chiacchierando del più e del meno. Cinzia si vergognava un pochino della sua nudità, ma continuava ad accarezzarmi dolcemente. Andrea si rivestì, diede un casto bacio sulla guancia a Cinzia e mi salutò con una stretta di mano. Poi tornò a casa.
Io e lei ci guardammo, era così bella e sensuale. La baciai con passione. La mia mano scese a stimolarle i capezzoli e lei ebbe un fremito. Me lo prese quindi in bocca e fummo nuovamente travolti dalla passione. Scopammo per un’altra mezz’ora, fino allo sfinimento. Avemmo un ulteriore orgasmo, di una potenza sconosciuta. Quello che era accaduto poco prima era ancora nell’aria e si stava ancora eccitando. Quindi ci addormentammo abbracciati sul divano, come due ragazzini che hanno appena fatto l’amore per la prima volta in vita loro.
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