SCOPARE IN CAMPAGNA

Uscito all'ospedale iniziai la convalescenza che fu piuttosto dura, riprendere a fare le cose che facevo prima non era semplice, ma la forza di volontà mi diede una mano. Ripresi a guidare e i miei genitori mi proposero di accompagnarli a trovare una zia che viveva in campagna, da specificare non una casetta in mezzo ai prati, una villa con annessa attività di allevamento del bestiame che forniva il latte alla centrale della mia città, così pensai ritrovo anche i miei cugini con cui da piccoli si giocava. Arrivammo fummo accolti calorosamente, dalla zia e da una delle mogli di mio cugino, loro abitavano in una casa adiacente, mentre l'altro cugino con la moglie abitavano in un paesino vicino, la "cugina" che si chiama Miriam, sulla trentina, alta 1,70 una bella quarta di seno, due belle gambe che finivano su un culo niente male, mentre i miei genitori e la zia si misero a parlare mi disse "vieni che ti faccio vedere la tenuta" e ci incamminammo facendomi vedere le tre stalle con 100 mucche ognuna, poi tutti i frutteti. Era simpatica e molto curiosa sul mio conto, mi chiese se mi ero ripreso dalla morte di mia moglie, se avevo intenzioni di rifarmi una vita, io risposi che era dura e che per adesso non ci pensavo nemmeno. Poi mi disse "ma ti faccio una domanda personale da quando sei vedovo non hai mai fatto sesso" io, ovviamente non le raccontai che in ospedale le infermiere mi avevano svuotato per bene risposi "no sono tornato a fare come facevo da ragazzo" e feci il segno della sega, lei mi guardò stupita poi mi disse "ma con tua moglie quante volte lo facevate" io "beh quasi tutti i giorni" lei "bel cambiamento" io "eh si" ritornammo verso casa senza più parlare, i miei genitori e la zia stavano parlando e quando ci videro entrare mi chiesero come era andata la visita io "bene certo che badare a tutto da soli deve essere dura" Miriam rispose "infatti abbiamo l'aiuto di due persone di nazionalità indiana" poi mia madre disse "parlavamo con la zia se ti poteva fare bene venire a passare una quindicina di giorni qui con loro" Miriam "bella idea una convalescenza all'aria aperta non può che farti bene" io cercai di rifiutare ma erano tutti d'accordo così accettai. La settimana dopo mio padre mi accompagnò e la zia mi fece vedere la mia camera, lasciavo Torino dove c'era una cappa d'afa pesante, mentre lì un po' di fresco c'era. I primi giorni furono di ambientamento ma sia la zia che Miriam mi aiutato o, la mattina loro si alzavano presto, io verso le 8,mi vergognavo ma loro mi dissero che d'altronde ero lì per rilassarmi. Il caldo si faceva sentire anche lì e una serata più afosa delle altre dissi alla zia che mi facevo una passeggiata a trovare un po' di fresco, girai senza meta tra le stalle, entravo guardavo questi animali, poi fui attratto da dei rumori strani, mi diressi verso la fonte per capire cosa succedeva, più mi avvicinavo e più si distingueva il brusio di gemiti, mi fermai ad osservare e vidi i due lavoranti indiani con i pantaloni abbassati, uno davanti e uno dietro che stavano scopando una donna, dissero qualcosa nella loro lingua e si cambiarono le posizioni, allora vidi che era Miriam che si godeva i due cazzi, il primo vidi che le venne in bocca, il secondo lo estrasse e le sborrò sulla schiena, non avevano dei gran cazzi, una volta finito si rivestirono e se ne andarono via mentre Miriam si puliva da quello che le era rimasto, una volta che si fu rivestita si diresse verso casa, io ero eccitato al massimo, come fui in camera mi tirai una sega. Mattina dopo Miriam mi chiese "mi accompagni in paese a comprare qualcosa" io volendo stare da solo con lei accettai, volevo parlare di quello che avevo visto la sera prima, si mise alla guida, aveva una maglietta senza reggiseno ed una gonna a metà coscia, che quando fu seduta arrivò quasi all'inguine, mi sembrava di vedere un po' di peluria ma pensai "impossibile che non porti le mutande" lei si accorse del mio sguardo e mettendomi in imbarazzo disse "ti piace il panorama" io "si che bei prati verdi" lei "tu non guardi i prati" il discorso finì visto che eravamo arrivati, scendendo mi accorsi che il mio cazzo era diventato duro, con i pantaloncini corti si vedeva, cercai di perdere tempo perchè tornasse normale. Facemmo la spesa poi arrivati vicino alla macchina mi disse "dai guida tu" quindi mi misi al volante ma mi accorsi anche che una volta che si era seduta la gonna era salita facendo vedere quasi la figa, lei se ne accorse ma invece di tirare un po' giù la gonna mi disse "mi raccomando guarda la strada" partimmo ma ormai mi stavo di nuovo eccitando e mentre guidavo pensavo alla sega che mi sarei tirato una volta a casa, ma lei disse "mica sei in imbarazzo" io "no perchè" intanto mi mise una mano sulla coscia, "no ti chiedo perchè vedo che comunque sei eccitato" io ormai non sapevo più cosa dire, da una parte volevo saltarle addosso dall'altra pensavo alla parentela, poi mi disse "gira in quel sentiero che prendiamo una scorciatoia" io svoltai e mi trovai in una stradina sterrata tra le piantagioni di mais, dissi "sei sicura" lei "si si certo" poi mi mise la mano in mezzo alle gambe, toccò poi disse "bello duro" io "eh si" allora disse "fermati" io "come fermati" lei "ascolta fermati" fermai l'auto lei inclinò leggermente il mio sedile e poi mi tirò giù i pantaloncini mettendo allo scoperto i boxer lei "guarda che in campagna questi non servono" poi scoprendomi il cazzo continuò "però il cuginetto" se lo mise in bocca e cominciò a leccarmelo, non so se per la sua bravura o per troppa eccitazione sborrai subito, lei ingoiò poi tirandosi su disse "buona ti ho risparmiato una sega" tornammo a casa. La sera feci lo stesso giro e rividi la stessa scena. Passarono i giorni e seguendo il suo consiglio ma il problema è che quando la vedevo mi eccitavo, poi un pomeriggio che ero sotto il patio a cercare un po' di frescura lei mi disse "dai vieni che ti faccio visitare casa nostra" io "no fa troppo caldo in casa" lei "abbiamo l'aria condizionata" allora accettai, effettivamente l'aria all'interno della casa era bella fresca, lo sbalzo termico mi fece notare i suoi capezzoli irrigidirsi, mi feci visitare la parte giorno e poi salimmo sopra verso le camere, lei era davanti a me e potevo vedere distintamente la sua figa, arrivai sopra che il cazzo era duro, entrammo in camera da letto e mi disse "questa è la nostra alcova dove ci divertiamo" io "bella" lei si tolse la maglietta mettendo a nudo un bel seno, poi tolse la gonna e sedendosi sul letto mi tirò a se dicendomi "vedo che sei già pronto" mi tirò giù i pantaloni ed iniziò a leccalo, tolsi la maglietta, in poco come il giorno prima goderti, ma una volta che lei ripulì tutto la misi giù e allargandole le gambe mi inginocchiai ed inizia a leccala, era fradicia come la leccai la sentii godere, poi iniziai col clitoride e lei tenendomi la testa diceva "siiii siiii" allora le infilai un dito dentro venne un'altra volta, poi il dito lo portai sull'ano e piano iniziai ad infilarlo dentro, mentre con la lingua non davo tregua al clitoride lei gemendo di piacere "che bravo sei proprio un maialino" intanto ero di nuovo eccitato mi alzai e lo indirizzai verso la figa, scivolo dentro senza problemi ed iniziai a scoparla, lei ebbe degli altri orgasmi poi venni anche io riempiendola per bene. Ci sdraiammo sudati e ansimanti, passò il tempo poi io le dissi "vado a gabinetto" , tornai e lei si alzò per andare anche lei, la sentii lavarsi, mi accorsi che io non lo avevo fatto, quindi come arrivò dissi "vado a rinfrescarmi" lei mi blocco e mi disse "mi vuoi togliere il sapore" mi fece sdraiare e iniziò a baciarmi tutto il corpo arrivato al cazzo se lo prese in bocca e lo fece diventare di nuovo duro, poi mi cavalco, ma io volevo metterlo in culo quindi le dissi "dai girati" lei si mise in posa dicendomi "non sbagliare buco" iniziai a scoparla poi le dissi "si perchè mi vorrai dire che sei vergine" lei "no ma il tuo è largo" io "sei abituata con quei cazzetti indiani" mentre parlavo lo appoggiai all'ano e come permetti entro la cappella quindi lo misi tutto dentro, poi mi fermai dicendo "strano è stretto" lei "insomma" io "penso che alla fine della mia vacanza te lo avrò allargato" e mi misi a sbatterla finché non le riempii l'intestino di sborra. Per tutti i giorni che restai li mattina e pomeriggio mi veniva a cercare e la sfondai per bene.