In vacanza con mia sorella.

pennabianca
18 September 2023

Seduto sul ponte superiore, osservo la scia della nave che ci porta in Corsica. Appoggiate al parapetto ci sono Anna e mia sorella Silvia. Franco, mio cognato, amante della fotografia scatta loro una raffica di foto ed esse si atteggiano come dive. Mi chiamo Mario, ho quarantasette anni e sono sposato con Anna da ventisette, ma stiamo insieme da trent'anni. Abbiamo due figli maschi, Luca di ventisei anni e Marco di ventiquattro. Silvia ha la stessa età di Anna, mentre Franco ha un anno più di me. Loro hanno due femmine: Eva di venticinque anni e Tania di ventitré. Anna e Silvia si assomigliano fisicamente, entrambe alte uno e ottanta, quarta di seno, entrambe more, occhi scuri, bocca di medie proporzioni e labbra un po’ carnose. Fisico molto ben curato perché entrambe amano far sport. Ad Anna, come a me, piace la piscina ed è bello vedere, anche con il costume intero, quanta ammirazione suscita fra i maschi, che la guardano. Mia sorella ama di più le palestre. Entrambe seguono sempre una dieta ben equilibrata e nonostante le due gravidanze, il loro aspetto è decisamente bello. Franco ha un fisico asciutto, ha un principio di calvizie, che lui cura tenendo i capelli cortissimi. Persona molto simpatica e disponibile, è anche il cugino di Anna. Le due donne lavorano insieme: hanno uno studio di ragioneria, cui si è aggiunta mia nipote Eva, mentre Tania, ha seguito le orme del padre, noto avvocato, studia legge con ottimi profitti. Questa è la prima volta, da tanti anni, che andiamo in vacanza insieme. Loro, amano un genere di vacanze diverso dal nostro; per loro il massimo è un villaggio e un hotel all-inclusive, mentre Anna ed io amiamo molto la vacanza itinerante, a bordo del nostro motorhome e, in particolare, amiamo il nudismo. Col passare degli anni, questo nostra passione ci ha portato a vivere il sesso sempre in maniera molto appagante. Spesso ci siam trovati in situazioni intriganti, nelle quali Anna si è sempre mossa con naturalezza. La consapevolezza di aver un aspetto che desta interesse, la porta a esibire con disinvoltura il suo corpo, compiacendosi dell’effetto che suscita fra i maschi. Negli ultimi due anni, poi, siamo andati anche oltre. Due anni fa, abbiamo fatto l’amore su di una spiaggia a due metri da un’altra coppia, che scopava li; non siamo andati oltre, ma è stato molto eccitante. Lo scorso anno, due giorni dopo l’inizio delle vacanze, abbiamo conosciuto una coppia di olandesi. Lei, Kim, trentacinque anni, bionda occhi chiari fisico delicato, seno di una terza tonda perfetta, cosce lunghe e un culetto tondo, bellissimo. Bocca ampia e labbra sottili. Lui Erik, alto come me, è più massiccio, ma non grasso. La cosa che lo rendeva diverso era la dotazione, non tanto per la lunghezza, quanto per la circonferenza: davvero esagerata! Lungo meno del mio, forse sui diciotto, ma di almeno quindici di circonferenza. Entrambi bisex. Ma non era stata la dotazione di lui ha intrigare Anna, quanto le occhiatine ed i sorrisi di lei, che l’avevano convinta a lasciarsi andare. Vederla fra le braccia di una donna intenta godersi un bel 69, che le ha regalato tanto piacere, è stato molto eccitante. Dopo questa esperienza il passo successivo fu lo scambio protetto. Lei ha goduto tanto nel farsi infilare da lui, mentre lei ha voluto esser, dopo la figa, inculata da me, perché, a suo dire, lo avevo di dimensioni ideali per prenderlo dietro, mentre quello del marito era troppo grosso e richiedeva molta delicatezza, che lui ha impiegato "ad abundantiam", per farlo assaggiare ad Anna, che se lo è preso in culo, non senza difficoltà. Vederla impalata su quella trave mi ha eccitato da morire e Kim ha preso il mio cazzo durissimo e l’ha appoggiato alla fica di mia moglie, incitandomi a infilarlo dentro, cosa che abbiamo fatto con calma, ma alla fine il risultato è stato che Anna ha provato una doppia sconvolgente, che l’ha fatta godere tantissimo. L’ultima sera poi, mentre mia moglie me lo succhiava e si faceva inculare da Erik, ormai ci avevano preso gusto entrambi, Kim ha preso un doppio fallo di quelli che si allacciano alla vita con due cinture e, mentre ne ha infilato uno dentro di sé, ha piantato l’altro, molto grosso, nel culo del marito che ha gradito molto. Dopo un momento, mi ha chiesto di completare l’opera facendosi inculare a sua volta da me. Sconvolgente! L’ho pompata fin quando lui ha sborrato nel culo di Anna, mentre io riempivo il mio preservativo in quello di sua moglie. Appena ci siamo sfilati, lei ha pulito accuratamente il giocattolo e poi ha invitato Anna a indossarlo, quindi si è fatta scopare da lei, che godeva ulteriormente a ogni affondo, mentre lui mi ha chiesto se poteva succhiarmi il cazzo, tornato duro per lo spettacolo, cosa che mi ha fatto godere di nuovo. Avevamo in programma di fare altre ferie con loro, ma poi è arrivata la richiesta di mia sorella di far vacanze insieme e tutto è rimandato. Noi abbiamo accettato anche per un motivo legato a un fatto avvenuto tre anni fa, che ci ha cambiato la vita a tutti. I miei genitori, quelli di Anna e quelli di Franco, dopo le nostre nozze, erano diventati amici e facevano vacanze insieme. Fra loro era nata una bella amicizia che era durata anche dopo la pensione. Persone simpatiche e molto disponibili, specie con i nostri figli, che ci hanno aiutato a far crescere. Di ritorno dalle cure termali, la multipla di mio suocero era stata polverizzata in un incidente fra due TIR. La tragedia, così la definiamo noi, ci ha sconvolto tutti, in particolare i nostri figli, molto legati ai nonni. Circa tre mesi dopo, mio cognato ha proposto di vendere le nostre proprietà sparse per la città e di acquistare una bifamigliare appena costruita in una zona nuova, a poca distanza dalla città, tanto per riunire quello che restava di tutti noi. Abbiamo accettato e, da tre anni, viviamo quasi insieme, anche se le case son separate: abbiamo spazi in comune, come il giardino, dove abbiamo costruito un forno a legna e un barbecue in muratura e, spesso, quando la stagione lo consente, mangiamo insieme, con molta soddisfazione anche dei nostri figli, che, già prima si frequentavano molto, ma, da tre anni, son diventati inseparabili. Hanno amici in comune e vanno in ferie insieme. Il sole è tramontato quando sbarchiamo, subito mi dirigo a sud, dove ci sono le spiagge più belle. Circa due ore dopo, parcheggio in un posto molto bello; stanchi ci mettiamo a dormire. L’indomani, dopo colazione, si va in spiaggia. Silvia, dalla sera prima, era già un po’ nervosa, oggi, a colazione, ha appena salutato. Conosco mia sorella, quando il suo nervosismo raggiunge un elevato livello, lei si morde il labbro inferiore, all’angolo destro della bocca e, oggi, direi che siamo al massimo. Anna le ha specificato il tipo di vacanza che avremmo fatto e lei ha accettato, insistendo per venire; spero che ora non ci ripensi e rovini tutto. In spiaggia mi attardo a piantare l’ombrellone, mentre Anna stende i teli e si spoglia tranquillamente, mentre Franco, dopo un attimo di esitazione, la imita mettendosi a nudo e mostrando un cazzo già in erezione. Silvia resta un momento immobile, poi si denuda anche lei, si distende a viso in giù, mostrando, in ogni caso, un gran bel culetto. Mi spoglio sotto lo sguardo di tutti, il mio cazzo è turgido e per non rischiare la completa erezione, mi dirigo verso il mare, seguito da Franco. Nuotiamo un poco, poi, usciti dall’acqua, ci distendiamo la sole. Giunta l’ora di pranzo, rientriamo nel motorhome, il sole picchia a martello e noi non vogliamo scottarci; mangiamo quasi in silenzio, si vede che c’è parecchia tensione. Dopo pranzo, mentre ci rilassiamo, fanno la comparsa un mazzo di carte da tressette. Mia sorella e suo marito hanno la passione per il gioco e, spesso, partecipano a dei tornei con risultati lusinghieri. Inoltre Silvia, invitando il marito al gioco, propone una penale.

«Vediamo chi paga il gelato questa sera.»

Lui si guarda intorno, sorride e invita anche noi a giocare, uomini contro donne. Anna accetta subito, mentre io preciso a mio cognato, che son poco esperto e che rischia una sconfitta. La fortuna però sembra tutta a favore delle donne, che ci danno una sonora lezione. Sconfitto, dico a mio cognato che, essendo io il più scarso, pagherò io, ma lui m’invita a prendere una carta dal mazzo: pagherà colui che avrà pescato il punteggio più basso.

Sollevo un nove, mentre lui un sei. Torniamo in spiaggia. Il pomeriggio continua con Silvia, che ora si distende supina, sempre guardandosi intorno per vedere chi la guarda. La sera, dopo cena, le donne si mettono in tiro per uscire: sia Anna che Silvia indossano una mini e un top. Andiamo in paese, che dista pochi minuti. Anna si esibisce con estrema disinvoltura, mostrando in modo provocatorio le sue grazie, rese ancor più evidenti dal fatto che non indossa nessun intimo. Sia io che Franco lo notiamo e la cosa ci eccita molto, mentre mia sorella sembra infastidita dagli sguardi di ammirazione che i maschi le rivolgono. Tornati, ci mettiamo a dormire e sentiamo loro che litigano, sottovoce. Anna si stringe a me, vorrei scoparla, ma lei mi dice di non infierire, indicando loro con un gesto del capo. L’indomani, dopo colazione, si va in spiaggia. Silvia ha un tale stato di nervosismo, che si nota subito. Franco m’invita a raggiungere a nuoto alcuni scogli che distano poche decine di metri dalla spiaggia. Arrivati, ci fermiamo, per riprendere fiato. Mi rivolge una domanda, quasi attesa.

«Come si scopa in un camper?»

Lo guardo sorridendo e gli rispondo.

«Con la persona che hai nel letto.»

Lui mi guarda sconsolato; decido che sia giunto il momento di metter in chiaro alcune cose, se non voglio rovinarmi le ferie. Lo guardo serio e deciso.

«Tu la scoperesti Anna?»

«Lui tergiversa, si gira, cerca di sviare la risposta, poi, alla fine, la sua risposta ha un tono laconico.

«Anna è una bella donna, disinvolta, chi non la scoperebbe?»

Lo incalzo con decisione.

«Cosi, non ci siamo. Noi dobbiamo metter le carte in tavola e parlarci chiaramente. Devi sapere che, fra me e mia moglie, vi è un profondo legame, ma anche un dialogo, che ci permette di esser sempre informati su tutto ciò che ci capita, nel presente ma anche nel passato. Io lo so che sei stato tu il primo a insegnarle a far seghe e pompini, come lei sa che io mi segavo spiando mia sorella, fin quando mia madre mi riempì la faccia di schiaffi, per questo. Quando ho conosciuto Anna, mi son dedicato anima e corpo a lei. Se a te piace ancora, lo voglio sapere chiaro e tondo, poi, quello che lei deciderà di fare in questa vacanza, l’accetto senza riserve, come sempre è stato fra noi.»

Il mio tono duro ha l’effetto voluto.

«Certo che mi piace, è una femmina fantastica. Non mi fraintendere, amo tua sorella e le sono stato sempre fedele, ma fra le due donne vi è un abisso.

Hai visto con quanta disinvoltura si è esibita ieri sera? Io vorrei che anche Silvia fosse un po’ più disinvolta, invece era chiaro che tutto la infastidiva. Vi è in lei qualcosa che la blocca; ho provato a disinibirla un poco, ma è stato come cercare di sciogliere un ghiacciolo dentro una cella frigorifera. Anna invece, ieri sera, era meravigliosa, si è lasciata ammirare da tutti: sì, la scoperei volentieri, anzi lo avrei fatto ieri sera, davanti a tutti.»

Lo guardo, finalmente ho certezza di come la pensa. Mi giro, vedo le donne sulla spiaggia che parlano e ridono: mi fan ben sperare. Torniamo a riva e loro si alzano per fare una passeggiata, poi, quando tornano, ci salutano dicendo di andare a preparare il pranzo e ci vorrà circa un’ora. Afferro il messaggio e, mentre restiamo lì, mi faccio raccontare da Franco i dettagli che già conoscevo su come aveva iniziato Anna ai piaceri del cazzo. Quando rientriamo nel motorhome, c’è aria di fronda. Le donne hanno in mente qualche cosa e, francamente, ne son contento. Dopo pranzo fanno la comparsa le solite carte.

«Questa volta ci giochiamo più del gelato.»

Annuncia Silvia, mostrando dei foglietti di carta dove è scritto il nome di ognuno di noi, assieme ad una dicitura che ci invita a leggere e firmare.

“Io sottoscritto Mario, con il presente, mi metto a tua completa disposizione per un'intera serata. M’impegno ad eseguire tutto quello che mi sarà richiesto, come vorrai, con chi vorrai, dove vorrai e con l’abbigliamento che riterrai più opportuno. In fede.”

Loro firmano senza esitare, mentre Franco ed io, ci diamo uno sguardo, un poco preoccupato. Mi parla con voce un po’ tesa.

«Questa volta dobbiamo vincere assolutamente.»

Incominciamo a giocare e subito sembra che la fortuna sia tutta dalla loro. Vincono le prime due partite, poi noi raggiungiamo il pareggio, l’ultima partita la giochiamo come se fosse la finale del mondiale di calcio. Alla fine vinciamo, 59 loro 61 noi. Anna sorride divertita, mentre Silvia è evidente che non è soddisfatta del risultato. Franco m’invita a prendere una carta dal mazzo.

«Chi ha il punto più alto, sceglie il pagherò da incassare.»

Prendo un otto, lui un nove. Ride e prende il biglietto di Anna, che lo guarda divertito, mentre Silvia ha un gesto di stizza, prende il telo e va verso il mare, seguita da me, che un po’ me lo aspettavo. Anna e Franco ci seguono, parlando della serata. Passiamo il pomeriggio distesi al sole: ognuno riflette su quello che sarà la serata. Io mi rendo conto che, per me, sarà dura convincere mia sorella a lasciarsi andare e non voglio certo creare un casino, che ci rovinerebbe la vacanza a tutti.

La cena si rivela una semplice formalità: sembra che nessuno ha fame, poi Anna si prepara per uscire, mentre Silvia se ne sta seduta in disparte, in assoluto silenzio. Quando vedo mia moglie vestita con un semplice pareo, che parte da dietro e che s’incrocia sul seno, per annodarsi dietro il collo. Mi rendo conto che questa sera è decisa a far scintille con Franco, che la guarda estasiato. Usciti loro, il silenzio regna sovrano, poi Silvia mi si avvicina. Parla con un filo di voce, guardando il pavimento.

«Ti devo chiedere un favore: il mio debito lo vorrei pagare un’altra sera. Ora vorrei restare qui dentro con te.»

Accetto. Subito lei si spoglia nuda e si siede sul letto, invitandomi a seguirla. Mi spoglio e distendo di fianco a lei, che subito prende in mano il mio cazzo, quasi duro. Lo sega in maniera tesa e nervosa, quasi facendomi male, poi, improvvisamente lo prende un po' in bocca, lo lecca svogliatamente, lo succhia senza passione, in modo molto distaccato. Provo a toccarla, ma lei mi fulmina con un secco: "sta fermo!" Poi sale su di me e s’impala tutto il mio cazzo, dentro di sé. La sento spingere con forza per farlo entrare, è poco lubrificata, scivolo malamente dentro di lei, forzando sulle pareti, fin quando di colpo non raggiungo il fondo, battendo con forza la cappella contro il collo dell’utero, che le provoca dolore e piacere all’istante. Geme, lasciandosi sfuggire un lamento. Il suo corpo è scosso, freme e poi, improvvisamente, mi tempesta il petto di pugni.

«Bastardo! Sei un bastardo! Bastardo! BASTARDO! Mille volte bastardo!»

Trema e, improvvisamente, scoppia in un pianto dirotto. Sollevo le braccia e l’afferro, tirandola verso di me. Piange, singhiozza forte, fin quando si calma.

«Sei un bastardo. Io ti volevo, mi ero resa conto che ti piacevo, mi ero accorta che mi spiavi e pure io lo facevo con te. Mi son consumata le dita a masturbarmi per te. Volevo esser tua, volevo che fossi tu a sverginarmi, ti avrei dato anche dei figli, ma tu sei sparito per correr dietro a quella puttana di Anna. Ci ho messo tanto tempo a capire che tu le volevi bene e che lei era pazza di te.»

La rigiro e la metto sotto. Le bacio il collo, poi, lentamente, scendo verso i seni, li succhio, lei si sta rilassando, lasciandomi fare. Le arrivo alla fica che ora si sta bagnando. Ne aspiro il profumo, l’odore mi riempie le narici. Poi le do un colpo di lingua lungo tutto lo spacco, che la fa tremare tutta. Ha un fremito, uno scatto improvviso che le fa chiudere le gambe. Poi si rilassa e le divarica, aprendole al massimo. Lecco e scivolo fra le pieghe del suo sesso, geme e si scioglie con umori che sgorgano copiosi. Lecco e succhio, risalgo lo spacco e trovo il bottoncino duro, teso.

Lo afferro con le labbra e lo stringo succhiandolo forte; è troppo per lei che ha un nuovo orgasmo, ma questa volta non si trattiene e gode.

«È bellissimo! Scopami! Sono anni che desidero questo momento...ti prego…»

Risalgo lungo il suo corpo. Il cazzo si appoggia fra le pieghe della fica bollente e quando sto per dare un affondo, lei mi blocca, ponendo una mano sulla mia bocca. La sua voce è appena un bisbiglio, rotto dall’emozione.

«Sono certa di non esser brava come Anna, ma, ti prego, per questa notte, fammi sentire tua, accontentati di quello che ti darò, anche se è ben lungi da quanto ti fa godere lei.»

Le sorrido e le spingo dentro metà del mio cazzo durissimo. Geme, apre la bocca, ma non emette alcun suono. Le brillano gli occhi dalla felicità. Affondo tutto in lei. I seni sobbalzano verso l’alto per la mia spinta, sbatto la punta sul fondo e le procuro una scossa di piacere, che la fa tremare tutta. La pompo lentamente, facendole assaporare tutta la lunghezza e lo spessore del mio palo. Gode, ha un orgasmo e poi un altro subito dopo. Mi fermo, le lascio assaporare il piacere. Lei con un colpo improvviso di reni, mi rigira e s’impala su di me, erge il suo corpo in verticale e affonda il cazzo dentro di sé. Lo sento premere contro il fondo. Ha un gemito e poi, lentamente, incomincia ad ondeggiare avanti/indietro con calma, godendo, mentre io le afferro i seni e li impasto fra le dita.

«Fammi male. Per tanto tempo ho strizzato i seni fino al dolore per punire il mio corpo, che ti desiderava. Col tempo anche il dolore è diventato piacere e ora, quando mi faccio male, godo di più.»

Le stringo forte i capezzoli, mentre lei gode; ha un nuovo orgasmo, poi, sfinita, si distende su di me. Il respiro è veloce, lentamente scivola di lato, mentre io la scopo sempre più forte. Sono al limite, la distendo di nuovo sotto di me, lei mi guarda e sorride compiaciuta.

«Dai, sfondami tutta e schizzami dentro. Ho sognato che eri tu a ingravidarmi, quando son rimasta incinta delle ragazze; ora lo vorrei, ma non è possibile; ma tu, vienimi dentro, chiuderò gli occhi e sarà come se lo avessi sempre fatto.»

La pompo più velocemente, il suo viso è una maschera di felicità, m’incita a venir dentro di lei.

«Dai, sborrami dentro! Ingravida tua sorella... porco! Lo so che lo vuoi… ora!»

Quelle parole sono la goccia che fa esplodere il mio piacere e vengo.

Quattro bordate di seme le inondano la fica assetata del mio piacere. Restiamo abbracciati in silenzio, rotto solo dal battere incessante dei nostri cuori che sembrano tamburi impazziti.

«Mamma mi sorprese a spiarti e minacciò di dirlo a papà. Poi hai conosciuto Anna e allora mi sono detta che era meglio così. Dai, andiamo a far una doccia.»

Entriamo nel bagno e ci diamo una rinfrescata, che più che lavarci serve ad eccitarci ancora di più. Tornati sul letto, la stringo ancora a me, lei mi bacia con passione, poi si gira, si mette in ginocchio e si apre il culo.

«Dai, sverginami. Ho promesso a me stessa che se non lo avessi avuto tu la prima volta, non lo avrebbe avuto mai nessuno. È tuo, sfondalo e scopami tanto, fin quando non ci godo come Anna. Lei mi ha detto che tu sei bravissimo nel pomparle il culo fino al piacere.»

La guardo titubante, esito, ma lei insiste. Apro un cassetto e prendo del gel, che a volte ho usato con mia moglie, poi le lubrifico il culo, infilando prima due dita, poi sempre più velocemente, finché lei, spazientita, mi ordina di scoparla nel culo.

«E dai, lo voglio! Lo so che mi farai male, ma, come ti ho detto, mi piace il dolore, quindi non esitare e mettimelo dentro.»

Appoggio la cappella sul buchetto, esito un momento, ma lei appoggia le mani alla parete e se lo spinge dentro, in breve se lo ritrova tutto dentro. Ha un gemito di dolore, che le fa irrigidire tutto il corpo.

«…aaahhhiii…cazzo, come sei grosso! Sta fermo... immobile… mi stai sfondando le viscere… mi sembra di averlo nello stomaco, da quanto lo hai lungo…»

Le metto una mano sulla passera, massaggio il bottoncino che le procura un istantaneo piacere per distoglierla dal dolore. L’afferro per i fianchi e la distendo di lato. Ora è più facile masturbarla e scoparle il culo. Lentamente si dilata, sento che si abitua al palo e mi chiede di muovermi, mentre tolgo la mano dal clito e ci metto la sua.

«Masturbati, che il piacere ti farà venire prima.»

In breve il dolore lascia il posto al piacere e, ben presto, lei mi chiede di muovermi più velocemente.

Le limo il culo a dovere. Quando la sento venire, lei trema e mi chiede di sborrare.

«Dai, schizzami nel culo…lo voglio! Ti prego! Dai, che sento che comincia a bruciare…»

Pompo con più impegno e, alla fine, le sparo due schizzi in culo, con lei che impazzisce quando li sente.

Improvvisamente se lo sfila e si gira, prendendolo in bocca. Lo lecca, lo succhia e pulisce ogni minimo residuo del mio e suo piacere, poi, malferma sulle gambe, va in bagno e torna dopo poco.

«Accidenti, credo che non mi si richiuda più: me lo hai aperto a dovere. Son felice che tu mi abbia rotto il culo. Era una cosa che volevo con tutte le mie forze e sarà ancora e solo tuo, finché non riuscirò a godere anche da lì; solo allora lo farò provare anche a Franco. Grazie, ma ora credo che sia meglio riposare.»

Ci addormentiamo abbracciati e mi sembra di sentirli tornare molto tardi. All’alba sono svegliato dalle calde labbra di mia moglie che mi succhia il cazzo.

«Buon giorno, amore, voglio sperare che la mia dolce cognatina non ti abbia spremuto del tutto.»

Ridendo si rimette il cazzo in bocca, che cresce sempre più. Li guardo e vedo mia sorella che si sta facendo leccare da suo marito con molto piacere. Ridendo, chiedo a mia moglie della serata.

«Quel porco di mio cognato, nonché mio cugino, mi ha esibito per tutto il paese al punto tale che un tizio mi ha offerto cento euro per scopare, pensando fossi una puttana. Al mio rifiuto, ha alzato l’offerta fino a duecento cinquanta. E il porco di mio cugino che ha fatto? Eccitato dal vedermi trattare da puttana, mi ha scopato su di una panchina dei giardini con il tizio che si segava lì vicino. Dopo, non contento, ha continuato il giro del paese, insistendo a metter in mostra tutte le mie grazie con il tizio di prima, che ci seguiva senza perdersi un solo gioco. Alla fine mi ha inculato in cima alla torre. Il tizio si è avvicinato, io gli ho segato il cazzo, facendolo schizzare come una fontana. Guarda, mi ha pure regalato i soldi promessi.»

Mi mostra le banconote, mentre Franco ha infilato mia sorella e se la scopa di gusto.

«Accidenti, Silvia, ma che razza di porci abbiamo sposato? Guarda qui, questo maiale si è eccitato nel sapere che sua moglie è stata pagata come una puttana!»

Silvia ride divertita.

«Tranquilla, mia cara. Dovresti sentire come gli si è gonfiato a mio marito, mentre raccontavi la serata. Sono porci di una razza speciale e, con il tuo aiuto, li voglio spremere fino all’ultima goccia. Quanto a te, dolce maialino mio, devi sapere che tuo cognato, non che mio fratello, mi ha chiavato fino allo sfinimento e poi, non contento, mi ha anche rotto il culetto. Appena sarò in grado di godere, lo farò provare anche a te. Accidenti, senti come si è gonfiato il tuo cazzo all’idea che lui mi ha rotto il culo!»

Da quel giorno le nostre vacanze hanno preso tutta un'altra piega: son diventate fantastiche. Silvia è sempre più rilassata ed a suo agio. Si lascia andare sia in spiaggia, nuda, che la sera ad esibirsi; poi cominciamo anche a scopare insieme. E' così che Silvia scopre prima il piacere delle labbra di Anna fra le cosce e poi, finalmente, cede il culo a Franco. Lui la penetra da dietro, mentre Anna la lecca e, quando vede che lei lo ha tutto nel culo, si gira verso di me e m’invita a scoparla davanti in doppia.

«Dai, che aspetti, infila questa fighetta, che sta sbavando per il tuo cazzone. Tu, amor mio, rilassati: stai per assistere ad una delle esperienze più sorprendenti che una femmina può provare, due cazzi insieme.»

Silvia resta immobile, fin quando entro tutto in lei. Poi si lascia andare a ripetuti orgasmi che la sconvolgono e, da quella volta, ogni scopata si è sempre conclusa con una doppia, che lei reputa il massimo che una femmina possa desiderare. Prima della fine della vacanza, ho avuto una serata trasgressiva con lei tutta per me. L’ho fatta esibire e giocare per buona parte della serata, sempre sotto lo sguardo attento di Franco e Anna, che ci seguivano a breve distanza. Infine, l’ho scopata appoggiata al muro della diga del porto, con due pescatori che, vedendola godere fra le mie braccia, hanno tirato fuori i loro cazzi e si son messi a segare dicendo: ...salope...salope…

Lei mi ha guardato ed io ho tradotto: puttana! Lei allora si è inginocchiata davanti a me e, preso il mio cazzo in bocca, ha cominciato una pompa bestiale, facendomi sborrare anche l’anima. Poi si è girata verso di loro e li ha guardati con occhi carichi di libidine.

«Grazie, la troia ha finito.»

Poco distanti da noi, Franco inculava Anna appoggiata ad un lampione spento. Poi, come tutte le cose belle, arriva anche la fine. Il nostro traghetto era previsto per la domenica mattina alle dieci, ma il sabato a mezzogiorno eravamo in un bar a bere, quando dalla tv un meteorologo annunciava che, nel tardo pomeriggio e nella notte, una forte tempesta si sarebbe abbattuta su tutta la zona, con venti fortissimi e mare mosso.

Immediatamente siamo corsi al porto e, pagata una differenza, siam saliti sulla prima nave in partenza. Il viaggio è stato difficile per il mare che si stava ingrossando e, una volta sbarcati, ci ha accolto un violento temporale che ci ha accompagnato fin a casa, dove siamo arrivati alle dieci di sera.

Nella mia casa non vi erano luci accese, mentre in quella di mia sorella si vedevano le luce accese e le vetture dei miei figli. Parcheggiato il camper, siamo entrati in casa, dove erano udibili dei rumori provenire da dentro la camera di mia sorella.

Aperta la porta, lo spettacolo che era davanti a noi ci ha lasciato basiti. Sul letto i miei ragazzi si scopavano le loro cugine, che gradivano molto le splendide dotazioni dei nostri figli, specie quella del più piccolo, direi molto fuori del comune. Stupiti, siamo ritornati in sala, mentre le ragazze si coprivano con le lenzuola. Sedute sul divano, Anna e Silvia si guardavano senza parlare, mentre io ero appoggiato alla poltrona, insieme a mio cognato. Poi Anna fa una considerazione ad alta voce.

«Mi domandavo come mai non avessero nessun rapporto, nonostante le tante amicizie; ora è chiaro: si divertivano fra loro.»

Silvia scatta in piedi e la guarda decisa.

«No, cazzo! Non ci sto! Non voglio che essi facciano lo sbaglio che ho fatto io tanti anni fa. Se hanno deciso di godersela fra loro, per me va bene. Sono sangue del mio sangue e non voglio giudicarli, ma comprendere e aiutarli a vivere le loro emozioni al meglio.

Dai, Anna, andiamo a rassicurarli. In questi giorni anche noi abbiamo fatto le stesse cose che fanno loro adesso.»

Tende le mani a mia moglie, che si alza, si spogliano insieme e vanno in camera, seguiti da Franco, che si mette nudo anche lui.

Li seguo e, prima di entrare, li vedo sorridere ed abbracciarsi.

Rifletto sul fatto che, appena varcata quella soglia, nulla sarà più come prima.

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