Ingroppate senza età
In quel periodo stavo con Elisabetta. Aveva dieci anni in più di me, ma, pur essendo una donna di 55 anni, era ancora un gran pezzo di fica, che faceva girare la testa a uomini molto più giovani di lei. Inoltre, era una gran scopatrice, una convinta libertina come me, che di fronte ai piaceri del sesso non si faceva alcun tabu. E poi era ricca, molto ricca. Negli anni passati con lei, non ho dovuto lavorare un solo giorno. Vivevamo in un palazzo in centro, di trenta appartamenti, tutti suoi. E i nostri vicini di casa erano una coppia di fidanzatini, lui diciannove, e lei diciotto anni.
Li sentivamo scopare tutte le sere, e ogni volta Elisabetta se ne usciva con la stessa medesima battuta.
-Questi scopano tutte le sere,- mormorava. –Ma intanto sono indietro di sei mesi d’affitto!-Perché non li fai pagare in natura?- me ne uscii io una sera.
-Sei il solito porco!- mi rispose lei, divertita ma anche eccitata. Ma piano piano, quella malsana idea cominciò a germogliare nelle nostre teste.
Come detto, scopavamo alla grande io e Elisabetta. A volte poi organizzavamo dei festini con dei nostri amici, per non parlare poi di tutte le volte che ci chiavavamo la nostra cameriera brasiliana, ventottenne. Ma carne così fresca, non c’era mai capitata per le mani, e poi, c’era il brivido di fare una cosa a quattro con due ragazzi che avrebbero potuto essere i nostri figli, vista l’età.
Mi presi io l’impegno di fare la proposta ai due. Avevo visto qualche scatto sexy della ragazza su Instagram, e mi ero fatto l’idea che sotto sotto era proprio una bella giovane porcellina.
Incontrai lui al bar, gli offrì una birra, gli dissi quanto era incazzata Elisabetta per i loro ritardi nel pagamento dell’affitto, e gli lasciai intendere, che se volevano, c’era un altro modo per saldare i loro debiti. Il ragazzo, si dimostrò sveglio, molto sveglio. Capì al volo, e accettò la mia indecente proposta.
Tra noi quattro, me e Elisabetta, e loro due, Marco e Giada, si instaurò da subito un’ottima intesa. Noi due eravamo i padroni. Loro, dovevano soltanto obbedire. Il giovedì sera, era la serata dei nostri incontri. Niente convenevoli, si passava sempre e subito al sodo. Per prima cosa, stravaccati sulle nostre comode poltrone in pelle in camera da letto, pretendevamo dai ragazzi un po’ di rilassante sesso orale. E i due ci sapevano fare! Lei, quella giovane troietta mi deliziava con dei pompini da perder la testa, nel modo in cui faceva scorrere le sue fini labbra su e giù per il mio cazzo, o come magistralmente mi leccava la cappella, guardandomi dritto negli occhi, con quei suoi occhi innocenti, straripanti di lussuria.
Poi, passavamo al sesso vero e proprio. Lasciavamo Marco seduto su di una poltrona, e ci portavamo Giada sul letto, per potercela scopare davanti agli occhi del suo ragazzo.
Ora, vi chiederete come fa una coppia matura a scoparsi una giovane ragazza? Semplice, fate distendere la vostra signora a cosce ben divaricate, mettete la ragazza a pecora, infilando la sua testolina tra le cosce della vostra signora, e mentre lei starà lì a slinguazzarle il clitoride, voi, ve la sbattete da dietro.Secondo metodo invece, è molto più intrigante e trasgressivo. Mettete la teen distesa di schiena, magari con un cuscino sotto l’osso sacro per alzarle meglio il culetto. La vostra lei le si accomoda sulla faccia, e potete continuare a far quello che facevate nella prima posizione, ma con un metodo molto più intrigante e trasgressivo.Ricordo ancora che in questa posizione io e Elisabetta ci baciavamo ardentemente, interrompendoci soltanto per voltarci verso Marco, per sussurrargli quanto fosse troia la sua ragazza. La cosa eccitava noi, eccitava lui, ed eccitava pure Giada, sotto di noi, con il mio cazzo infilato in fica e il culo di Elisabetta sbattuto in faccia. Quando Elisabetta si sollevava da lei, il suo visetto adolescenziale era tutto intriso di umori femminili. La cosa mi eccitava così tanto, che alla fine le sborravo io stesso in faccia, e poi, con una sculacciata a testa, la spedivamo a lavarsi. A quel punto toccava a Marco.
Il ragazzo saliva sul letto, e infilandosi tra le cosce di Elisabetta incominciava a scoparsela. Io li stavo per un po’ a guardare, poi mi mettevo in ginocchio davanti a loro, afferravo Marco per i capelli, e abbassandoli il capo gli offrivo il mio cazzo, da prendere in bocca. Quando me lo sentivo bello duro, lo sfilavo dalla sua bocca, mi mettevo alle sue spalle, e me lo inculavo. A Ely la cosa faceva impazzire. Godeva come una matta all’idea che mi stessi scopando il ragazzo che la scopava. Una volta finito raggiungevamo Giada in doccia. Scherzando e giocando, ci lavavamo tutti e quattro reciprocamente, e poi ero io ed Elisabetta a fare del sesso orale ai due ragazzi. Cominciavamo con io che la leccavo a Giada, e lei che lo succhiava a Marco, per poi scambiarci di posto.
A volte facevamo giochi di ruolo. Il mio preferito era quando i due fingevano di essere nostri figli, ed entrando in camera ci chiedevano se potevano dormire nel lettone con noi.
Più avanti confidammo le nostre serate con Marco e Giada, a dei nostri intimi amici, e, manco a dirlo, loro stessi vollero provare quell’esperienza che sapeva di proibito.
Mio dio, era veramente eccitante scoparsi Giada con altri due uomini maturi, mentre le nostre signore si sollazzavano il giovane Marco. Un cazzo in fica, uno in culo, l’altro in bocca. Era una ragazza minuta, ma si faceva sbattere da tutti e tre, senza problemi. E poi, ad un certo punto c’era il cambio. Così passavamo Giada alle signore e noi ci prendevamo il bel Marco, per giocare ai tre ufficiali e il giovane marinaio.
Poi, causa affari, io e Elisabetta ci dovemmo trasferire all’estero. Qualche mese dopo mi scaricò, e non seppi più nulla di lei, dei due ragazzi, e dei nostri ricchi, maturi e viziosi amici.
Racconto selezionato per il nostro archivio dalla redazione, scritto originariamente da: EROS MEYER
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