Amore, seguimi nei cessi
Walter pensava che smettere di fumare sarebbe stata dura ma si presentò un inaspettato e piacevole effetto collaterale: aveva sempre voglia. Fortunatamente alla sua ragazza Carolina, nel pieno dei suoi 18 anni la cosa non faceva altro che piacere. Si erano messi insieme da poco e nonostante la loro differenza d’età erano nella fase in cui andava tutto alla grande.
All’inizio Carolina era un po’ titubante. Walter aveva 7 anni in più e accumulato varie esperienze, quindi temeva di non sentirsi all’altezza. Ma imparava molto in fretta e soprattutto lo assecondava nei suoi giochetti maliziosi, come in quel caldo sabato pomeriggio di luglio. Purtroppo non avevano le case libere e si erano rifugiati in uno di quei centri commerciali della provincia, un po’ dimessi ma pieni di disperati come loro alla ricerca di un po’ fresco. Stavano sorseggiando un milk shake al fast food, quando sul volto di Walter si dipinse un’espressione sinistra, solitamente preludio di qualcosa altamente perverso. La prese per mano conducendola verso i bagni del centro commerciale, lei un po’ stava capendo ma voleva giocare a fare l’ingenua.
«Dove mi stai portando?». Per tutta risposta Walter le assestò una pacca sul suo culetto stretto nei pantaloni di jeans aderenti e la sbatté direttamente in una cabina del bagno dei maschi. Lui aveva controllato in giro se ci fosse qualcuno dentro, ma lei non lo sapeva e la cosa l’arrapava ancora di più. Neanche il tempo di farla riprendere dalla sorpresa che l’aveva fatta sedere sul water e iniziata a schiaffeggiarla con il suo arnese. Nella media, come lui del resto, ma sapeva sempre cosa fare per mandarla su di giri. A quella visione non le restò che spalancare le sue labbra carnose e accogliere la mazza in arrivo. Lei voleva giocare un po’, stuzzicarlo, ma Walter le tenne subito ferma la testa tirandole i ricci corvini e iniziò a scoparle la bocca. Non era la prima volta, quindi anche se gli occhi le stavano diventando lucidi e il trucco colando non le venivano conati di vomito. In realtà era solo il riscaldamento, infatti dopo qualche botta alla gola ben assestata la fece alzare in piedi e appoggiare con il culo in fuori contro il muro. Con una zampata pantaloncini e mutandine erano già calati e la lingua del suo ragazzo si dava da fare tra i due buchi, che si stavano bagnando alla grande, anzi lo stava assecondando sditalinandosi la passera come una troia in calore. A Carolina stava sfuggendo uno dei suoi latrati da cagna, ma Walter prontamente le tappò la bocca con la mano e glielo spinse dentro con forza. Mentre stava per affondare il primo colpo di bacino, qualcuno bussò alla porta della cabina e allora si fermò. Rispose con un poco convincente: «Ehm occupato» mentre Carolina, da vera zoccoletta iniziò a muovere il suo culetto, su cui spiccava il segno del costume, in pieno contrasto con la sua carnagione dorata dal sole.Mentre erano in questa situazione che a lei faceva eccitare da matti, arrivò un’altra persona nel bagno.
«Insomma Fabri non puoi pisciare nell’orinatoio come faccio io?». «Eh lo sai che non riesco a concentrarmi con altre persone a fianco …».
Sentirono chiudersi la cabina di vicino alla loro. Walter aveva ripreso coraggio. Tirò su la canottiera alla sua ragazza e stringendole le tettine iniziò a penetrarla cercando di fare meno rumore possibile mentre gli altri due ospiti del bagno chiacchieravano allegramente tra loro.
«Allora Mirko stasera usciamo con Ramona e le sue amiche, le hai parlato di me?»
Carolina stava impazzendo: la situazione più i movimenti lenti di Walter le creavano un senso di piacevole tortura, stava perdendo il controllo di sé ed iniziò a dimenare il suo sederino come stesse twerkando.
«Cioè, per pisciare ti serve la concentrazione ma poi mi fai ste domande? Tu sei fuori!»
Il suo ragazzo dovette a malincuore staccarsi da quella seconda abbondante per tapparle la bocca con entrambe le mani assestandole un colpo così forte che fece venire entrambi. Mentre lui scaricava nel suo utero tutta la sborra accumulata nella settimana, a lei cedettero le gambe per l’orgasmo potente e improvviso. Caddero entrambi sul water facendo un casino che metà bastava.
Bussarono di nuovo alla cabina. «Tutto bene lì dentro? Serve aiuto?»Mentre si sfilava da Carolina, Walter raccolse tutto il contegno possibile.
«È solo la mia pancia che fa i fuochi d’artificio»«Ok come vuoi. Comunque state attenti che le guardie giurate controllano anche i bagni!»
Erano stati sgamati. Stettero qualche momento immobili ma quando sentirono i ragazzi allontanarsi si ricomposero alla bella e meglio e schizzarono fuori senza guardarsi in giro, in direzione dei parcheggi. Forse avevano sentito un «hey dove correte?» ma ormai erano fuori che si davano il 5 e ridevano come due deficienti, scambiandosi sguardi sberluccicanti. Una volta seduti in auto, si diedero una rinfrescata con le salviette deumidificate e iniziarono a realizzare. Il primo fu Walter.
«Ma che cazzo abbiamo combinato! Pensa se ci arrestavano!» Carolina era ancora troppo fatta di adrenalina ed endorfine per poterlo prendere seriamente.«Questa la dobbiamo troppo raccontare! E so anche dove …»
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