Sorpresa in sala prof
La mia vita da professore inizia oggi. Ho 24 anni, appena laureato e ho trovato un posto da supplente annuale per la cattedra di scienze in un liceo a qualche kilometro di distanza dal mio paese.
È il primo giorno di scuola ed incontro la mia prima classe, la 1°A. Facciamo le presentazioni, vedo questi ragazzini un po’ spaesati e ripenso al mio primo giorno di liceo, in una scuola nuova, nuovi amici. L’ora di lezione passa in fretta e al cambio d’ora devo spostarmi in una quinta. Il clima qui è completamente diverso. Ci sono ragazzi che potrebbero benissimo avere la mia età. All’ultima fila c’è il gruppetto dei fancazzisti, i burloni che in cinque anni non hanno mai preso troppo seriamente lo studio, qualcuno di loro è anche ripetente. Nel complesso gli altri mi sembrano abbastanza normali, e non nascondo che ci sono alcune alunne davvero molto belle, già donne.
Anche l’ora di lezione passa in fretta e la mia giornata finisce qui. Il lunedì ho solo due ore.
Mentre vado in aula professori sento un gruppetto di ragazze della mia quinta che parlano con delle amiche: “Ma avete visto quanto è figo il nuovo prof?!?!”.
In effetti, devo ammettere di non essere male. Anni e anni di piscina mi hanno donato un fisico decisamente atletico, per i lineamenti del viso e gli occhi azzurri invece devo ringraziare mamma e papà. Ho sempre curato la mia persona, e sentire certi apprezzamenti mi fa un po’ sorridere.
Passano le settimane e le lezioni si susseguono. Inizio ad avere buoni rapporti con i colleghi e anche con gli studenti che sembrano apprezzare il mio modo di fare lezione.
Arriviamo ad un sabato sera di metà ottobre. Esco a ballare con degli amici. Beviamo parecchio e dopo l’ennesimo drink ci buttiamo nella folla che balla. Una donna, sulla quarantina penso, inizia a strusciarsi contro di me. Il suo culo sodo inizia a premere sul mio membro. Inutile dire che provoca una certa risposta, cosa che evidentemente nota. Si gira e mi sorride. È bionda e ha degli occhi stupendi. Mi fa l’occhiolino. Io porto le mani ai suoi fianchi e guido i suoi movimenti. Si gira e mi bacia. Ci facciamo spazio tra la folla e ci mettiamo in un angolino appartato. Dove prendo l’iniziativa e le palpo il seno, sono brillo ma riconosco chiaramente che ha una quarta.
È chiaro ad entrambi cosa vogliamo. Andiamo a casa sua. Vuole condurre i giochi e per stavolta la lascio fare. Cambiamo di continuo posizione. Al terzo round sento la porta d’ingresso che si apre.
«Cazzo, è mia figlia!», mi dice e mi fa nascondere sotto le lenzuola.
«Puoi andare a dormire ora, mamma!» le dice senza entrare nella stanza.
Credo di conoscere la voce della figlia, ma forse è solo un’impressione.
La bellissima milf mi fa scappare senza che la figlia ci noti e la mia serata finisce così, non so nemmeno come si chiami.
La vera sorpresa la ricevo quando una mia studentessa di quarta chiede un colloquio.
Nella sala colloqui attendo i genitori della ragazza e con mia enorme sorpresa, mi trovo davanti la bellissima quarantenne bionda che qualche sabato prima mi ha adescato in discoteca.
Resto basito, mentre lei sorride. Ci sediamo uno di fronte all’altra.
«Se questo non è un segno del destino…» mi dice mentre da sotto il tavolo porta un piede sul mio pacco.
Faccio finta di nulla.
«Come si chiama, signora?».
«Viviana, professore.». La parola professore viene pronunciata in modo molto sensuale, come se stessimo facendo un gioco di ruolo tra amanti.
Prendo il piede della donna con la mano e lo allontano dal mio membro.
«Parliamo di sua figlia, Vanessa!».
Il colloquio procede e lei sembra stizzita dal mio gesto.
Al termine mi alzo e mi avvicino a lei. Le porgo la mano e la avvicino a me.
Porto la mia bocca vicino al suo orecchio.
«Non provare mai più a fare una cosa del genere senza il mio permesso. Quella sera forse ti sei fatta un’idea sbagliata, non sei tu a condurre il gioco. Se sei disposta ad obbedire, chiamami a questo numero verso le 17!».
Le passo di nascosto un bigliettino con il mio numero di telefono.
Mi allontano e le sorrido.
«Buona giornata!».
Mi sorride e se ne va, sculettando un po’ troppo.
Molto probabilmente ciò che ho in mente è sbagliato, ma a volte ci sono desideri a cui non si può proprio dire di no.
Racconto selezionato per il nostro archivio dalla redazione, scritto originariamente da: masterAce
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