Sesso in corsia
Sono ricoverato da due settimane, un tempo mai passato prima d’ora in ospedale.
Quante persone sono passate nei letti posti al mio fianco, quante persone sono venute a fare visita ai malati, ma le uniche presenze fisse sono state le infermiere che con costanza e con attenzione hanno seguito me e gli altri malati.
Questa convivenza forzata ha fatto nascere un interesse ed un’attrazione per queste donne.
Sicuramente ad accendere questo interesse ha contribuito la divisa indossata, inoltre questo capo di abbigliamento ha fatto nascere delle fantasie difficili da sopire, quando l’unico divertimento è guardare un muro.
Sicuramente lo stilista che ha scelto il modello di questi capi, aveva delle fantasie anche lui. Sono capi che generalmente vestono in modo particolare, morbido e fanno sembrare spesso la biancheria intima di chi li indossa.
Ma non basta un capo di abbigliamento a far perdere la testa, ci vuole anche il giusto contenuto.
In questa convivenza forzata la mia ancora di salvezza si chiamava Silvia.
Silvia è una infermiera professionale che cura con molta attenzione ogni malato del suo reparto. Un viso semplice e luminoso, un corpo snello, che contiene un seno pieno e sodo ed un fondoschiena da urlo. Difficile non ammirare la sua bellezza e gentilezza.
Nei giorni che sono passati, ho provato ad agganciare discorso diverse volte e man mano che sono passati i giorni ho avuto la possibilità di scambiare opinioni e pensieri, scoprendo una donna fantastica.
Quante volte avrei voluto immaginare noi due fuori dal contesto medico, in un bar a prendere un caffè, un aperitivo per poter scambiare le nostre opinioni su tutto quello che potrebbe interessare entrambi. Fantasie….
Purtroppo sarò dimesso fra due giorni, non posso andare via senza poter provare a chiedere un appuntamento.
Un appuntamento in cui voglio sentire il suo profumo nel mio naso, i suoi capelli nelle mie mani mentre le cadono sulle spalle, il tutto mentre sono avvolto da una leggera brezza primaverile che mi farà sentire libero e perso allo stesso momento.
Il tempo scorre è velocemente mi ritrovo a vivere l’ultima sera in ospedale senza aver potuto trovare il modo di agganciare Silvia per il futuro incontro.
La disperazione di perderla senza più ritrovarla, mi spingono a lasciare il mio letto e cercare Silvia nelle varie stanze del reparto.
La ricerca si dimostra più lunga di quanto pensavo, non riesco a trovarla, nel corridoio principale, mi incammino in quello secondario, ma niente neanche in questo, alla fine svolto per un terzo corridoio (padiglione), quasi mai usato, ed aprendo una porta la vedo di spalle mentre è intenta a sistemare delle cose in un armadio.
Ecco la mia occasione!!
La sua attenzione è massima, ne sono certo perchè entro e mi avvicino a lei senza che lei possa rendersi conto di avermi alle spalle.
Il mio coraggio si fa strada e come fulminato da un amore cieco cingo le mie braccia intorno al suo corpo, in modo leggero e delicato, le diventa una statua di marmo, le sussurrò nell’orecchio destro “sono io” e dopo qualche secondo lei riconosce la mia voce e rilassa il suo corpo che sento meno teso fra le mie braccia. Approfitto subito del suo stato ed affondo il mio viso nel suo collo, che trovo caldo e profumato, allora lo baciò con passione e trasporto e mi spingo a cercare il suo viso. Sono pervaso da una fortissima emozione che cresce ancora quando Silvia ricambia il mio bacio in modo dolce e passionale. La posizione mi consente di scorgere il suo seno, sotto la divisa, tondo, sodo e splendente, capisco che non prende il sole in topless. Questo mi fa sognare la sua figura al mare bella e sorridente ai miei occhi.
Il corpo di Silvia è in torsione, per il bacio che ci scambiamo, e questo mi consente di poter far scivolare le mie mani sul suo corpo. Le accarezzo dolcemente il seno, lo trovo morbido e caldo al tatto, c’è la divisa che separa le mie dita dai suoi capezzoli, ma li sento rispondere al mio stimolo.
Lascio una mano a giocare e contemplare il suo seno e con l’altra scendo per accarezzare il suo ventre. Mi accorgo che quasi tenta di sfuggire a questa attenzione e subito nell’orecchio le sussurro “non hai niente da temere, sei in splendida forma”. La sento sorridere, con un’espressione del viso che cambia, è contenta del mio apprezzamento.
La divisa che tanto mi piace le blocca i pantaloni in vita con un semplice elastico, facile per me far scivolare la mano nel pantalone. Subito trovo un monte di venere depilato, lo sento sotto gli slip, non volgari, semplici, ma senza cuciture che mi consentono di sentire le sue grandi labbra, ma anche un leggero umido sotto le dita, segno evidente che quello che stiamo facendo la fa eccitare.
Mi sento un ragazzino alla ricerca del permesso di poter continuare e con un filo di voce, per paura di essere fermato, dico “vado avanti?”, lei geme sulle mie labbra allora le sposto gli slip, e fra le mie dita sento il clitoride ormai duro e lo stimolo ancora con movimenti lenti e circolari.
I brividi le corrono lungo la schiena. Allora mi blocca, mi fa inginocchiare e velocemente libera una gamba dai pantaloni, davanti al mio viso si apre uno spettacolo celestiale che sono libero di poter leccare, mangiare, assaporare e godere.
Scopro un gusto delicato, dal sapore di vaniglia, con un odore gradevole.
La mia lingua scorre veloce fra le sue grandi labbra e il clitoride, tanto che è costretta ad appoggiarsi al mobile alle sue spalle per non far cedere le gambe.
Se prima era semplicemente umida adesso è un lago, bagnata dai suoi umori e dalla mia saliva.
Posseduto dall’eccitazione spingo due dita in vagina e mi cimento in una penetrazione lenta e delicata, che fa aumentare quella voglia che avevo da giorni e che adesso mi esplode fra le gambe.
Come voce calma esclamò: “Ti ho cercato, Ti voglio e ti volevo ancor prima di varcare la soglia”, faccio una piccola pausa e poi ancora “voglio condividere la mia passione, perchè sei tu la mia passione”
Non risponde con le parole, ma con i gesti perchè subito dopo aver ascoltato mi schiaccia il viso contro il suo sesso, mi vuole ancora lì dove sono adesso, pronto ed operoso, voleva sentirsi piena e sazia di passione e voglia, prima di invitarmi.
Allora nei pochi secondi in cui non mi tiene schiacciato contro di lei provo ad aumentare la passione e dalla mia bocca escono ancora le seguenti esclamazioni: “Sto impazzendo di te” “accoglimi”.
Forse le mie esclamazioni risuonano come una supplica, perché allenta la presa e mi consente di risalire con le mie labbra, da prima sul suo ventre e poi con i miei baci cerco il seno ed infine mi fermo sulla sua bocca.
Siamo ormai fronte a fronte e lei approfitta per accarezzare il mio corpo e così facendo fa scorrere le mani verso i pantaloni del mio pigiamino ospedaliero.
Con un gesto deciso mi slaccia il laccio che regge alla mia vita il pantalone, che veloce cade a terra, allora rimango in boxer davanti ai suoi occhi. Con gli occhi nei miei occhi e mi dice: “che aspetti?”
Gli attimi seguenti sono come diapositive nelle mia memoria, i pantaloni per terra, i boxer che seguono i pantaloni e le mani di lei che prendono con forza il mio cazzo e lo guidano verso il suo giaciglio.
Sono alla porta del paradiso, quasi non realizzo, ma ci pensa il mio corpo e allora appoggiò la cappella ed affondò tutta la mia lunghezza nel suo corpo, senza essere precipitoso e godendo ogni millimetro di quella penetrazione, un film nel film che sto vivendo.
Siamo finalmente uniti, intimamente uniti e lei mi sente pulsare dentro ed io sento le pareti della sua vagina vibrare.
La realtà supera in intensità qualsiasi sogno che avessi mai pensato.
Lei apprezza quanto avviene ed infila le sue unghie nel mio sedere e mi invita ad accelerare il ritmo. Come scosso da una scarica elettrica eseguo la sua richiesta e mantengo un buon ritmo ed una buona profondità, i respiri diventano sempre più veloci e sentirli risuonare nelle rispettive orecchie fa crescere ancor di più la nostra eccitazione.
Sono pieno del suo sapore, sul viso, sul corpo, nella bocca, ma soprattutto nella mente. Vorrei solo esplodere con lei e per lei.
Lei però lo capisce, capisce che sono pronto ad esplodere, ma mi allonta………
I suoi occhi sono due fari che illuminano la notte. Capisco che bramano qualcosa di più.
Se possibile, questa cosa fa crescere ancora di più la mia eccitazione e il desiderio.
Veloce si gira di spalle e mi invita.
Eccomi, sono pronto, mi avvicino e mentre le faccio capire che voglio prenderla da dietro alzo il tiro e appoggio il mio cazzo sul suo ano. Sento che il suo corpo si irrigidisce, ma è solo questione di un secondo, perchè subito dopo quello stesso corpo viene spinto contro il mio ventre producendo una penetrazione anale in un sol colpo.
MI sento pazzo di questa donna.
Sono completamente dentro e pervaso da quanto avviene e allora con una mano allargo le sue natiche, per poter arrivare ancora più in fondo e con altra rimasta libera afferro i suoi capelli per farla inarcare con la schiena ed agevolare ancor di più la mia penetrazione, il mio movimento.
Il Ritmo diventa veloce, potente e rumoroso, i nostri corpi si urtano e producono un rumore rimbombante, il rumore chiaro e distinto delle persone che si amano.
Capisco di non poter durare ancora troppo e voglio venire insieme a lei, sembra che anche lei sia arrivata alla mia stessa conclusione.
Rallento, mi sfilo e la giro con il viso verso il mio viso, la faccio salire a cavalcioni sopra il mio bacino e guido il mio cazzo nuovamente dentro la sua vagina, cominciamo a spingere i nostri corpi uno contro l’altro, il movimento, i respiri e gli incitamenti reciproci ci spingono al limite, siamo rapiti da quanto accade e cominciamo a chiamarci reciprocamente e cerchiamo l’uno nell’altro il via libera per il nostro orgasmo, eccolo che lo sentiamo salire, arrivare, esplodere.
La mia eruzione è così violenta e calda che sembra lava Calda che si mischia al suo nettare e tutto insieme ricade tutto sulle mie gambe, come se servisse una prova a dimostrazione di quanto sia stato fantastico ed intenso per entrambi.
Non avrei mai voluto lasciare l’ospedale, ma il giorno dopo sono stato dimesso.
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