Roma e sesso
Teresa è una donna di cinquantatré anni, madre di due figli, un maschio ed una femmina, oramai già adulti, ma il suo matrimonio va sempre più sgretolandosi.
Un giorno una sua amica che vive a Roma la invita da lei per passare una domenica insieme, Teresa accetta e pensa di informare Lucio, un venticinquenne suo vicino di casa, che studia proprio a Roma, per cui, gli chiede se può aiutarla a trovare una sistemazione per la notte da trascorrere lì. Lucio in modo disinteressato si propone di ospitarla nel suo stesso albergo, dividendo le spese, conveniente per entrambi. La giornata a Roma per Teresa passa davvero bene, si sente finalmente felice, una volta al termine raggiunge l’albergo dove passerà la notte con Lucio, ancora convinta di passarla dormendo.
Escono, si fermano in un ristorante, passeggiano, si rifermano a bere qualcosa e poi a tarda sera tornano in camera. Lucio non sa che anche lui ha scatenato strane sensazioni nella donna. Lui è già disteso sul lettino singolo, pensando sarebbe stato cortese lasciare il lettone a Teresa.
Ma, nel voltarsi, nota che questa non ha nemmeno socchiuso la porta, ma la lascia spalancata, un segnale? Lucio non lo sa.
Toglie i boxer e la canottiera, si reca in bagno, la rivede di nuovo nuda in piedi davanti lo specchio, mentre questa sta cercando di togliere gli orecchini vede entrare Lucio nel riflesso, questo si poggia a lei passandole la mano intorno alla vita, preme il suo membro duro sul fianco destro della donna, comincia a leccarle il collo e l’orecchio.
Teresa sente un insolito calore dipanarsi nel suo corpo, afferra il membro nella sua mano destra, le bocche si sfiorano senza arrivare a baciarsi come stessero seguendo un percorso e nulla vogliono lasciare al caso. Quando poi raggiungono il traguardo Teresa gusta l’odore di tabacco che emana la lingua del giovane, assapora dolcemente, il bacio è lunghissimo, Teresa sta percorrendo all’indietro tutti gli anni della sua vita fino ad arrivare all’età del suo penetratore. Ad incantesimo avvenuto lei si regge mani al lavello, inarca la schiena e si guarda allo specchio. Lucio con le mani le allarga le natiche e scopre l’ano, penetra, entra il glande, poi un po’ alla volta il tronco, un lamento dolce e lungo di Teresa accompagna la fusione dei corpi. Ora entrambi si guardano nello specchio, lui appoggia il mento sulla spalla destra di lei, mentre con movimenti sostenuti di bacino le trafigge l’ano, il suono dell’impatto del ventre contro il fondoschiena suggeriscono ad entrambi l’immagine del cazzo che entra nel culo. Quando si staccano restano in piedi ad osservarsi, muti, lasciando parlare solo il silenzio, poi la prende per mano e la conduce verso il letto, quello grande. Quello che prima aveva pensato dovesse essere solo di Teresa, ma ora invece, ci si sdraia lui a pancia in su, Teresa divarica le gambe e gli si poggia sopra a cavalcioni, lei stessa con le mani prende il membro e lo porta lì alla sua fonte, lo fa entrare affondando su di lui, lentamente dimostra di saper dirigere ancora la cavalcata. Le mani di Lucio le stringono le chiappe e affondano nella morbidezza della sua pelle non più giovanissima.
D’un tratto Teresa sente un formicolio allo stomaco, l’addome le si contrae, non comprende se la sensazione sia piacere o dolore. Sente solo che comincia a farsi sempre più pervasiva, una scossa elettrica prima le attraversa le gambe, poi sale al petto, alle spalle, al collo e in tutto il corpo, i leggeri gemiti ed il cigolio del letto vengono sovrastati da un urlo secco che riempie la stanza. Sente qualcosa nello stomaco che preme per uscire, sente come se il membro dentro di lei stesse bloccando qualcosa, appena riesce a toglierlo un liquido biancastro e semi lattiginoso le zampilla fuori, gli spasmi muscolari si concentrano ora nei muscoli intorno alla vagina, con fitte dolorose, fitte di doloroso piacere; chiede Lucio; rispose lei; ed entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
Teresa quasi come a ringraziare quel giovane che le aveva riaperto le porte della vita gli stringe le braccia al collo, lo bacia. Dalla bocca passa a leccargli il mento, poi il collo, quindi il petto, l’addome, fino ad arrivare lì, col volto ad un centimetro da quel cilindro che si erge verso l’alto, che termina con una cupola appuntita. Lo guarda, lo scruta, il suo respiro arieggia su quel cazzo eretto, comincia a vederlo pulsare, sembra voler esplodere, ad un certo punto sembra che si muove, come seguisse gli spostamenti del suo volto, il cazzo vuole la sua bocca e lei lo imbocca. Lo avvolge nella lingua e lo accarezza coi denti, il movimento si perpetua lentamente. Lucio sente il ventre e i testicoli contorcersi, sente il seme che dall’entroterra corporeo si avvia ai canali di sbocco. una volta uscito Teresa lo degusta come se stesse centellinando il miglior vino al mondo, il caldo che solo all’interno del corpo si può provare passa ora dall’uno all’altro, passando solo per la sua bocca. Si stacca quando sa di non averne lasciato neanche un po’, si sdraia di fianco a lui ed entrambi ora guardano il soffitto. La molla del tempo che l’aveva portata indietro sta ora tornando alla sua forma iniziale, il godimento carnale si scioglie lentamente, ora nell’aria e nei loro respiri affannosi.
Racconto selezionato per il nostro archivio dalla redazione, scritto originariamente da: sognoescrivo
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