omicidio nel club bdsm 4
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Jessica venne accompagnata nella stanza pressente nel club bdsm di colui che se le era aggiudicata durante il gioco che si era svolto durante la festa.
Questo luogo come tutta il club bdsm era monitorato con delle telecamere a circuito chiuso per vedere se effettivamente Jessica si fosse comportata bene come da una schiava modello si pretende, e se si comportasse rispettano il contratto che aveva firmato. Una volta arrivata qui e toltasi il cappuccio che le nascondeva il volto riconobbe subito colui che se la era aggiudicata: Era Frank il suo vecchio fidanzato, colui con cui era stata insieme fino a quando decise di mettersi con il suo agente per prendere il volo nella sua carriera di modella quindi capì anche perchè aveva usato la chiave per tubi per tastare le tette delle varie ragazze durante la festa: conosceva le sue e quello era lo strumento giusto per scoprirlo senza poterle vedere.
Jessica fu terrorizzata da questa scoperta, infatti sapeva quella che era la voglia di vendetta di Frank nei suoi confronti e quindi si aspettava di tutto. Il sentimento che però la pervadeva di più in quel momento era però la sorpresa, fu infatti parecchio meravigliata di vedere quello che aveva sempre conosciuto come un bel ragazzo, ma squattrinato in una festa organizzata da un club bdsmdell’alta società londinese.
Frank si sedette in una poltrona che si trovava nella stanza e ordinò a Jessica di pulirgli le scarpe anche sotto le suola con la sua lingua e contemporaneamente teneva in mano un frustino a manina con il quale colpiva Jessica ogni qualvolta questa si fermava o esitava per lo schifo che provava a leccare quelle scarpe sporche di sabbia cosa che succedeva abbastanza spesso dato che a Jessica venivano dei veri e propri conati di vomito nel leccare delle scarpe così impolverate.
Una volta che le scarpe furono pulite, Frank la legò al muro e cominciò a tirare con le unghie i capezzoli della ragazza che cominciò a urlare dal dolore, cosa che fece adirare l’uomo che le disse che lei era la sua schiava e non era stata autorizzata a riferire la sua opinione quindi non doveva urlare, e siccome l’aveva fatto sarebbe stata punita.
Frank si diresse verso l’appendiabiti presente nella stanza e staccò uno di quegli attaccapanni che le donne usano per appendere i vestiti e lo usò per attaccare i due ganci sui capezzoli di Jessica. Il dolore fu per lei lancinante, ma riuscì con enorme sforzo di volontà a resistere fino a quando Frank lo tolse per evitare punizioni peggiori. Le cose però non andarono così le disse infatti che si doveva vendicare per come l’aveva trattata e attaccò dei ganci per tende sui capezzoli di Jessica che anche questa volta cercò di non urlare dal dolore per evitare guai maggiori, ma questa volta non ce la fece il dolore era troppo forte.
Frank intervenne dicendo che non era stata una schiava obbediente, che si era comportata in maniera non disciplinata e che parlava senza averne il permesso e che quindi meritava una punizione esemplare.
Legò sul letto Jessica mani e piedi, spalmò un misto di acqua e sale sulle palme dei piedi e fece entrare una capra animale notoriamente ghiotto di sale che cominciò a leccare i piedi di Jessica con la sua lingua rasposa facendola morire dal solletico. Jessica implorava pietà chiedendo a Frank di staccare la capra ma questi scuoteva la faccia dicendo di no e la ragazza cominciò a piangere a dirotto per il solletico che cominciava a trasformarsi in dolore, dopo circa sette minuti Frank interusse il supplizio.
Anche questa volta Frank non fu soddisfatto e mostrò tutto il suo disappunto asserendo che non era stata autorizzata a ridere quando la capra le leccava i piedi e che quindi doveva essere punita per l’affronto che aveva fatto al suo padrone e doveva essere avere una punizione esemplare. Le disse che avrebbe ricevuto cinquanta colpi con il cane, doveva contare correttamente dicendo grazie padrone per ogni colpo e senza diminuire il tono della voce per il dolore.
Frank fu impietoso e sadico per aumentare il dolore di Jessica colpiva sempre gli stessi punti del sedere nei quali man mano si formavano le striature rosse delle piaghe, fu una prova terribile, ma Jessica ne uscì a testa alta cosa di cui era molta contenta.
Frank disse che era finita e che era stata molto brava anche perchè ci era andato molto pesante, anche perchè preso dal risentimento nei suoi confronti e sul modo con cui era finita la loro relazione.
Una volta che sarò andato in bagno ci potrai andare anche tu per medicarti dalle piaghe che ti ho dato con le frustate. Jessica pensando che sicuramente in bagno non ci sarebbero state telecamere colse la palla al balzo e gli chiese se poteva accompagnarlo nel bagno del club bdsm.
Anche se molto sorpreso Frank disse di si, una volta arrivati in bagno Jessica indirizzò il cazzo contro il water finché fece la pipì e poi glielo pulì con la sua bocca. Frank era in estasi, quindi pensò che questo fosse il momento di debolezza giusto per parlargli. Gli disse che sapeva che era arrabbiato per il modo con cui l’aveva lasciato, ma che non si trovava lì per i soldi come le altre ragazze, ma perchè doveva trovare una ragazza e gli chiedeva se gli poteva dare una mano era impossibile infatti che una persona sensibile come lui fosse totalmente complice di questi orchi.
Frank le disse che lei era pazza, non sapeva con che gente aveva a che fare le conveniva comportarsi bene, prendersi i soldi e che quello che voleva fare vera troppo pericoloso. Jessica allora cercò di capire da lui quale fosse la reale situazione e come fosse strutturata l’organizzazione e scoprì che alcuni clienti particolarmente danarosi facevano delle feste nelle segrete della villa del club bdsm, delle feste senza limiti nelle quali spesso le ragazze perdevano i sensi, stavano male e venivano portate in una clinica dell’organizzazione, ma non c’era mai scappato il morto almeno da quello che diceva Frank.
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