I due operai maturi mi hanno fatto la festa

Raf 1990
a day ago

Avevo poco più di 18 anni, ero un ragazzetto carino, viso femmineo, bella bocca larga e carnosa, niente peli sul corpo, vergine con gli uomini e con tanti pensieri proibiti, pensieri inenarrabili, una voglia insaziabile di maschio rude, porco, peloso, dotato, ben maturo. Avevo voglia di cazzo quasi sempre, mi masturbavo tantissimo al pensiero di essere scopato da maschioni con cazzi giganti, ad immaginarmi nell’atto di ciucciare grossi uccelli pulsanti, duri, nodosi, di ingozzarmi di sperma. Mai avrei però immaginato, neanche nelle mie aspettative più rosee, di avere il battesimo del cazzo addirittura con due uomini maturi insieme. Una cosa fortemente desiderata ma assai rara da far capitare. Non viviamo in un film porno, nella realtà sono cose molto rare e difficili che capitino.

Era primavera inoltrata ed avevamo due operai in casa per lavori di ristrutturazione. Sin dai primi giorni che vidi quei due uomini girare per casa, sulla cinquantina, insignificanti, rozzi, con mani callose, barbe incolte e, a giudicare dalle occhiate furtive che lanciavo alle loro patte, ben dotati a livello di cazzi, iniziai ad immaginare veri e propri film porno con me in mezzo a loro due mentre mi spaccavano il culo e mi riempivano con i loro cazzi duri la bocca ancora vergine. Insomma avevo voglia di loro, dei loro cazzi, della loro sborra. 

Loro venivano da un’altra città e alloggiavano in una pensione fuori mano. 

Avevo preso una buona confidenza con loro, ero sempre gentile, cordiale, mi offrivo di portare io l’acqua o il caffè, ero sempre li a guardarli lavorare, parlavamo spesso, si facevano battute, insomma mi rendevo simpatico e ospitale, ma i giorni passavano ed io non riuscivo a fare il passo successivo, quello risolutivo, non riuscivo ad approcciare direttamente con loro per farmi scopare e farmi riempire di cazzo da loro. Poi anche la presenza dei miei genitori era un impedimento. Come potevo, con loro presenti, cercare di far capire le mie intenzioni, il mio desiderio segreto di fare sesso a tre con loro?

Ma un giorno capitò l’imprevisto che tanto attendevo. I miei genitori erano fuori per l’intera giornata ed io dovevo fare gli onori di casa e finalmente avevo l'occasione di fare la troietta con i due operai edili! Non lo sapevo ancora, ma fu il primo passo che mi avrebbe portato finalmente a godermi la mia prima, incredibile trombata da passivo, addirittura con due maschi insieme.

Eccitato come non mai, subito dopo pranzo, quando ritornarono dopo la pausa per riprendere il lavoro, decisi di farmi avanti senza più esitazioni o timori; o la va o la spacca, pensai. Mi misi a guardarli mentre lavoravano quando, con fare da troia, mangiavo una banana in maniera volgare ed esplicita, li guardavo negli occhi mentre simulavo i movimenti di un clamoroso pompino sul frutto, volutamente scelto molto grosso per far capire loro che desideravo ed amavo cazzi grossi e duri. Il mio sguardo sembrava volesse supplicarli di fottermi in profondità il culo e la bocca e speravo tanto che loro fossero abbastanza svegli per capire il mio desiderio e che fossero disposti a farmi godere. L’ultimo boccone della banana poi lo mandai giù con gesto volutamente esagerato e plateale, feci in modo che si vedesse che ingoiavo il boccone perché volevo attirare la loro attenzione nella speranza che capissero di cosa fossi capace e cosa desiderassi fare con la bocca sui loro uccelli.

Inutile dire che loro all’inizio apparvero sorpresi e quasi increduli dal mio atteggiamento, ed io mi sentii un vero idiota, ma poi la situazione cambiò radicalmente quando, senza vergogna, dissi: “ho una voglia matta di fare sesso con dei maschi, e voi sareste perfetti, mi piacete tanto, mi eccitate da morire, vi ho notati subito, ho fatto il carino con voi proprio per questo fin dal primo giorno... ecco adesso l’ho detto”… Ora mi rendevo conto che due erano le cose: o sarebbero scoppiati a ridere prendendomi in giro, oppure avrebbero capito ed accettato le mie avances. Il loro silenzio ed i loro sguardi voluttuosi, mi fecero capire che accettavano di farmi la festa, anzi compresi che ne sarebbero stati entusiasti, evidentemente li avevo molto eccitati con il mio fare da porcello.

Era fatta, pensai e, perso tutto il ritegno e ben deciso a farmi trombare duro da loro, mi alzai, mi tolsi la maglietta, i pantaloncini e gli slip e rimasi completamente nudo davanti a loro, che adesso avevano interrotto il loro lavoro ed erano piuttosto interessati al mio corpo. Si guardavano tra di loro sorridendo ed io mi sentii la loro puttana pronta a soddisfare i loro laidi desideri.

Andai verso di loro, completamente nudo, mi fermai e, mentre li guardavo, mi voltai, mi chinai in avanti in posizione pecorina, allargando le chiappe per far vedere il buco e dissi: “vi piace il mio culo”? Sorrisero entrambi ed uno di loro disse: “si, hai un bel culetto, tutto da sfondare e secondo me fai pure pompini da favola, almeno per come hai trattato quella povera banana”. Il mio grado di eccitazione salì vertiginosamente a questo punto e, ormai calata la maschera, risposi: “Se volete ve lo mostro, poi mi direte se sono bravo o no a ciucciare cazzi”. “Volete provare la mia bocca arrapata, volete sverginarmi il culo”? “Visto che sembra tu non voglia altro, si, certo troietta, ti riempiamo di cazzo se vuoi”, rispose l’altro. Risposi: “si, è proprio quello che cerco e voi mi sembrate due maschioni adatti allo scopo… chissà come sono grossi i vostri uccelli, chissà che nerchie avete tra le cosce, credo che mi farete molto male, ma non importa, l’importante è che mi inculiate a fondo e per bene e che alla fine mi fate fare indigestione di sborra”. Ormai eravamo tutti e tre molto eccitati e non c’era più ombra di soggezione, di rispetto, eravamo tre animali con la voglia di fare sesso senza tabù, senza tanti se o tanti ma. 

Uno dei due rispose: “vuoi vedere i nostri cazzoni”? In maniera maliziosa risposi: “certo che si, ma guarda che non mi basta vederli”… Lentamente si calarono i pantaloni e le mutande sulle caviglie rimanendo coi loro cazzi ancora flosci, neri e di grosse dimensioni penzolanti sui coglioni. Iniziai ad accarezzarli notando che si indurivano immediatamente, intanto loro mi accarezzavano con le loro mani rudi e grosse il culo, me lo palpavano, lo schiaffeggiavano, sentivo uno dei due che mi passava il dito sul buco e lo testava, mentre io continuavo ad accarezzare i loro uccelli che a mano a mano diventavano sempre più duri. Li scappellai completamente. Mi diedero l’impressione di fare il gioco del gatto col topo con me. Sapevano che tra poco mi avrebbero massacrato di cazzo e questa sensazione mi eccitava ancora di più, la consapevolezza di essere capitato tra le mani di due maschi perversi mi allettava, ero ormai certo che mi avrebbero fatto molto male, ma ormai indietro non si tornava e dovevo soddisfarli bene e senza alcun ripensamento visto che li avevo fatti eccitare così tanto. Ma non desideravo altro...

Mamma mia, mi resi conto che stringevo nelle mani due cazzi meravigliosi, duri come l’ebano, pieni di vene che spiccavano sulle aste gonfie, completamente scappellati e… che cappelle! Lucide, appetitose, turgide, facevano veramente venire voglia di prenderle in bocca anche al più convinto etero del mondo. Intanto iniziammo a limonare furiosamente, le loro lingue cercavano la mia in un amplesso di slinguazzate e saliva. Percepivo il loro alito caldo che sapeva vagamente di nicotina e di cibo ingerito poco prima. Mugolavo dal piacere che mi dava quel contatto con i due uomini e non vedevo l’ora di assaggiare i loro cazzi, ero deciso a fare sesso con loro, sesso sfrenato e senza limiti.

Ormai avevo perso la testa e, con voce maliziosa, dissi: “voglio fare l’amore con voi due insieme, adesso, ma in un posto tranquillo, non qui. Dove mi portate”? Uno dei due rispose: “Beh, possiamo andare in pensione dove alloggiamo, li c’è il letto e stiamo tranquilli”. Io dissi: “si, mi piace l’idea, tanto i miei genitori ritorneranno solo stasera, abbiamo tutto il tempo necessario”. 

Così decidemmo di andare. Ci ricomponemmo e uscimmo. Nel loro furgone, sporco e pieno di attrezzi, non vedevo l’ora, non riuscivo a pensare a nient’altro se non ai loro cazzi che tra breve avrei assaggiato. Ero tentato di succhiarglielo li, in quel lurido furgoncino, ma resistetti...

In poco tempo raggiungemmo la pensione e salimmo nella loro camera. Chiusa a chiave la porta, iniziammo a fare sul serio. In un baleno ci spogliammo completamente nudi e ci mettemmo sul letto, io in mezzo a loro. Erano molto eccitati, perché avevano ambedue i cazzi duri e dritti ed io li impugnai come una regina con due scettri duri e grossi in mano. Non vedevo l’ora di assaggiare e sentire dentro di me i loro cazzi.

A turno mi baciavano, mi reggevano la testa e mi slinguazzavano in profondità ed io ricambiavo con passione i loro baci proibiti, lerci, leccavo i loro capezzoli, il loro torace mentre li segavo con delicatezza e decisione, ma non ero li per fare loro una semplice sega, volevo ben di più, quello che volevo erano i loro cazzi in bocca e poi nel culo, volevo che mi regalassero una bella sborrata in bocca. Così impaziente di succhiare e senza dire nulla, presi l’iniziativa e mi chinai sull’uomo alla mia sinistra e, impugnato il cazzo alla base, cominciai a leccare la cappella, con la bocca e le labbra umide di saliva la leccavo tutta, ne avvertivo l’odore pungente di maschio eccitato quando la lucidavo, poi lo presi in bocca cercando di ingoiarlo tutto, cominciai il pompino con la sua mano dietro la nuca ad imprigionarmi sul cazzone, mentre l’altro guardava come mi lavoravo di bocca il cazzo dell’amico e mi palpava il culo, fino a che mi ficcò il dito medio nel buco. Mi sfuggì un lamento prolungato di piacere e di dolore quando lo fece, ma mi piaceva, cazzo quanto mi piaceva, soprattutto quando iniziò ad andare avanti e indietro col dito nel mio culo stretto. Sempre mugolando, ad occhi chiusi, andavo su e giù con la bocca su quella nerchia turgida con una voglia allucinante, non ero esperto, ma il pompino mi veniva dall’anima, mi veniva spontaneo, volevo farli godere come porci, lo avevo desiderato tanto e l’occasione di avere ben due maschi insieme a mia disposizione era succulenta e estremamente eccitante. Mi venne voglia di assaporare anche i suoi coglioni, così presi a lapparli e succhiarli, palle dure e pelose, dal sapore di sudore ma maledettamente eccitanti per me e per lui che era in piena estasi. Ma il meglio lo davo, e lo do ancora oggi, sulla cappella, mia vera passione. Starei ore a lucidare cappelloni duri e grossi. E così feci quel pomeriggio sulle loro cappelle! Me le gustai alla grande, le assaporai a lungo con passione e tanta voglia di cazzo.

Pochi minuti dopo mi dedicai al cazzo del secondo operaio alla mia destra, ed anche a lui lo feci venire bello duro con la mia bocca ingorda e lo stesso trattamento su palle, cappella ed asta.

E mentre sparavo il pompino, l’altro mi fermò e mi fece mettere a pecorina e, dopo aver sputato sulla mia rosellina, incominciò ad incularmi lentamente. Sentii la cappella che si faceva largo con lentezza nel mio sfintere, ariete durissimo apri pista per il grosso e largo cazzo che in pochi istanti mi allargò allo spasimo ed entrò per intero in culo fino alle palle. Dio che dolore provai. Ero vergine, il mio culo era strettissimo e immacolato e sentire quel bastone nodoso che mi penetrava fino in fondo mi faceva da un lato male, ma dall’altro mi sentivo in loro possesso, un giovane porco affamato di cazzo. All’inizio fu delicato, ma poi prese ad incularmi violentemente. Andava avanti ed indietro in maniera divina, vedevo su un mio lato la sua gamba puntellata sul letto nell’atto di farmi il culo da vero esperto, di tanto in tanto, mentre mi trombava, mi rigiravo e vedevo il suo torace villoso e sudaticcio, da maschio virile e tutto ciò mi faceva godere come non mai, avevo completamente perso la testa ed infatti aumentai il ritmo della pompa che stavo facendo all’altro, me lo stavo mangiando quel grosso cazzo, lo succhiavo e ciucciavo come un maiale, mentre l’altro mi sfondava il culo senza pietà, senza alcun riguardo della mia verginità ormai andata, avevo ormai capito che erano due perfetti ed esperti spaccaculi ed io proprio quello cercavo. Ogni tanto stoppavo il mio pompino e dicevo: “dai non fermarti, spaccami il culo in profondità, mi stai facendo impazzire, rompi, rompi il culo, ti prego” e poi giù, costretto dall’altro a tornare sulla cappella a ciucciare e succhiare il cazzo. “Oh Dio, come succhi bene, sei una trivella sul cazzo” mi diceva quello che si godeva la mia bocca sull’uccello, ed io giù a ciucciare e a prenderlo in culo. Vollero darsi il cambio e mi fecero cambiare posizione. Mi fecero sedere su quello che era disteso sul letto che avevo finora spompinato, facendomi impalare letteralmente sul suo cazzone che mi entrò in culo come acciaio nel burro sciolto, mentre l’altro si mise al mio fianco, in piedi, offrendomi la sua cappella da succhiare. Questa volta il dolore fu di molto minore, perché il suo amico già me lo aveva dilatato per bene, ed il secondo cazzo, un pochino più largo dell’altro, fu accolto nel mio culo come una lama nella sua guaina.

Mmmmm... godevo tantissimo mentre quella nerchia mi ispezionava il culo e l’altra profanava la mia bocca. Andavo avanti e indietro a spompinare il maschio in piedi mentre lui mi reggeva la testa con la mano sotto al mio mento, in una sincronia perfetta con l’altro che mi stava rompendo ancora il culo. Una quantità enorme di saliva mi usciva dalla bocca colando sulla sua cappella e sull’asta durissima mentre succhiavo il cazzo con la mano sotto al mento e lo guardavo negli occhi con la faccia deformata dal grosso uccello che mi riempiva la bocca, mentre l’altro pompava a più non posso il mio culo in uno smorzacandela da sballo. Ci stavamo facendo una trombata epica! Due cazzi a mia completa disposizione erano qualcosa di incredibile, non avrei mai sperato in tanto ben di Dio. Godevamo tutti e tre in maniera inimmaginabile!

Cambiammo ancora posizione. Mi rifecero mettere a pecorina e mentre uno riprese ad incularmi senza sosta e senza pietà, l’altro, a sua volta a pecora, volle che gli leccassi il culo. Ovviamente l’idea mi piacque e così mentre venivo inculato selvaggiamente, presi a passare la lingua prima sulle chiappe e poi sul buco del culo dell’altro, ci passavo la lingua tutto intorno, mi fermavo sul buco e cercavo di farla entrare all'interno, anche in questo caso con tanta bava che mi fuoriusciva dalla bocca. Il sapore di culo non mi piaceva affatto, ma proprio per questo mi eccitavo a leccarglielo e lo feci per lunghissimi minuti, arrivando anche ai suoi coglioni che presi a leccare e ciucciare da sotto, mentre con la mano lo segavo in una posizione innaturale perchè lo volevo mantenere duro. Mi stavano facendo una festa incredibile a base di cazzo, erano pelosissimi, due maschi virili ed estremamente porconi che, come avevo chiesto, mi stavano facendo un servizietto completo e incredibile, un battesimo del cazzo insperato ma molto, molto eccitante.

Quello a cui leccavo il culo si rigirò e, reggendo il cazzo alla base, mi invitò a riprenderlo in bocca e succhiarlo, cosa che feci senza alcuna esitazione ricominciando a spompinarlo con passione.

Era meraviglioso sentirmi riempito da quei due grossi cazzi duri, uno in bocca e l’altro in culo, il nostro era un concerto di mugolii e di sospiri, nudi a godere come folli nel nostro amplesso malato e trasgressivo, due uomini maturi ed esperti che stavano massacrando coi loro cazzi grossi un ragazzetto giovane e vergine. Erano esausti, volevano sborrare e me ne accorsi dal fatto che i cazzi erano ora durissimi, quello che avevo in bocca aveva la cappella che pulsava dal forte arrapamento, quello piantato in culo era ormai un tubo caldo e duro, pieno di vene.. Quello che mi inculava me lo disse esplicitamente: “dai, adesso facci sborrare nella tua bocca instancabile, fai il bravo, fatti venire in bocca, hai detto che lo volevi”...

Ero curioso e impaziente di sentire finalmente il sapore della sborra dopo tanto fantasticare…

“Si, lo voglio, voglio che mi veniate in faccia e in bocca, riempitemi porci”, risposi. 

“Si, tesoro, come desideri, ora ti affoghiamo” rispose uno dei due.

Scendemmo dal letto, alla loro completa mercè mi inginocchiai tra di loro su uno dei cuscini adagiato a terra e ripresi a succhiare i loro cazzi con un unico desiderio: farmi sborrare in bocca!

Con le due mazze ai lati, leccavo in contemporanea tutte e due le cappelle, cercavo di infilarmele in bocca tutte e due insieme, ma date le dimensioni era impossibile nonostante io abbia una bocca larga, così mi dedicavo a turno alle due cappelle ciucciandole e leccandole, palpavo i loro coglioni duri e mi ficcavo i due cazzi a turno in bocca facendoli arrivare il più possibile in fondo alla gola, stavo facendo un doppio pompino da urlo ai due uomini. Ormai era giunto il momento, i due maschi mi reggevano la testa con le loro manone mentre, strillando di piacere, iniziarono a vomitare sborra calda a volontà, a fiotti e schizzi densi, abbondanti. Non avevo scampo, a bocca spalancata e con la lingua pronta ad accogliere lo sperma dei due, lo vedevo uscire, schizzando dalle loro uretre come latte appena munto, ne avvertivo l’odore, mi arrivava da ogni lato sulla faccia, sugli occhi, sulle labbra, sulla lingua. Era denso, caldo, bianco, buono di sapore, una meravigliosa poltiglia densa e vischiosa. La mia lingua era letteralmente coperta dalla sborra schizzata dalle cappelle dei due maschi grazie alla mia mungitura, sborra che in parte mi colava dalle labbra e dal mento in filamenti lunghi e spessi, ma che provvedevo a raccogliere e riportare in bocca per ingoiarla golosamente. La volevo tutta in bocca e in gola. Mi avevano massacrato faccia e bocca con il loro sperma, dopo avermi sverginato il culo spaccandomelo per bene. Guardandoli in faccia, ingoiai, con gesto plateale, tutto ciò che avevo in bocca, miscela schifosa di sborra, bava e sudore di palle in grossa quantità. Mi avevano fatto fare indigestione di sperma.

Ci demmo una veloce sciacquata, ci rivestimmo ed andammo via. 

Nel furgone, durante il tragitto di ritorno, nessuno disse nulla. Arrivati a casa, loro ripresero il lavoro ed io andai in camera mia ad ascoltare musica, con il culo in fiamme e il sapore di sborra ancora in bocca. 

Il giorno dopo per forza di cose incrociai i loro sguardi e quello che vidi fu complicità nata dal fatto che solo noi sapevamo cosa fosse successo il pomeriggio precedente, le nostre porcate segrete.

Io li guardai, feci un cenno di saluto malizioso ed uscii per incontrarmi con la mia ragazza.