Piaceri proibiti al telefono con una trans

Claudia
09 July 2023

Un chiodo fisso.

Da quando lo avevo scoperto non riuscivo a togliermi il pensiero dalla testa.

Come sarebbe stato passare una notte con lei? Quali emozioni avrei provato?

Bella, sensuale, con quel fare deciso.

Un chiodo fisso, decisamente.

Ma facciamo un passo indietro…

Tutto è cominciato due settimane fa: ero nel mio ufficio quando Rebecca, la segretaria e la sessantenne più pettegola di tutta la città è entrata frettolosamente annunciando nel nostro open space: «Da domani entra in squadra Stella!»

E poi guardando nella mia direzione aggiunge: «Paolo, Stella occuperà la scrivania di fianco alla tua. Togli le tue cianfrusaglie dal tavolo.»

In una risata generale ho tutti gli occhi addosso: ho davvero invaso la scrivania vicina alla mia che era rimasta libera dopo le dimissioni di Daniele, e che Daniele mi fosse sempre stato sul cazzo non ci sono dubbi. Occupare la sua scrivania è stato un modo per vendicarmi di lui. Come farò ora?

Ho troppe cose utili che voglio sempre a portata di mano, cerco di spiegarmi coi colleghi.

Loro ridono, continuano a guardarmi. Ok, libererò la scrivania di Daniele dopo averla faticosamente conquistata con le mie cianfrusaglie.

Il giorno dopo mi presentai in ufficio con una camicia nera e una giacca in lino. Volevo impressionare questa Stella. Chissà com’era fatta, cosa le piaceva in uomo. S’intende, l’ultimo dei miei pensieri era portare a letto la nuova arrivata, però in questo ambiente lavorativo è meglio creare una buona rete, fare squadra.

Mi spaventava l’arrivo dell’ennesima stronza trentenne che vuole mettere i piedi in testa a noi cinquantenni avviati verso l’ufficio del boss.

Il mondo del lavoro è cambiato tanto in questi anni, e anche se noi ‘vecchi’ abbiamo un’esperienza impagabile, i giovani hanno un guizzo in più. Una scintilla che noi non ci possiamo nemmeno sognare.

È a questo che stavo pensando, quando Stella varcò la porta d’ingresso ridendo dolcemente alle chiacchiere di Rebecca. Alta più della media, gli zigomi pronunciati, le labbra carnose e una cascata di capelli castani ad adornarle il volto.

Rimasi imbambolato mentre si avvicinava alla mia scrivania. Dopo aver posato la borsa e sfilato la giacca mi pose la mano per presentarsi: «Tu devi essere Paolo! Sono felice di lavorare al tuo fianco.»

La voce era dolce, un suono acuto e profondo allo stesso tempo. Il sorriso energico. Le risposi goffamente.

«Ehi, ben arrivata,» poi tornai con la testa sulle mie scartoffie per non fare vedere che stavo arrossendo.

La giornata al lavoro scorreva velocissima e in più momenti mi ritrovai a guardare verso Stella. Con gli occhi cercavo fra le pieghe della sua gonna, tra le cosce tornite velate da calze costose e delicate. La trovavo davvero eccitante…

Mi ero distratto così spesso nelle otto ore lavorative che a fine turno ero ancora col culo sulla sedia e buona parte del lavoro da sbrigare. Ero solo in tutto il piano.

Rebecca entrò per salutarmi e prima di uscire, col suo accento romano ancora marcato nonostante viva qui a Milano da mezzo secolo, disse: «Paolo, ma te la sei magnata co’ gli occhi ‘sta Stella, eh? Beh, so’ contenta pe’ te… Te sei accorto che è na transe?»

Non aspettò una mia risposta. Si limitò a sganciare l’informazione come una bomba e poi uscì di scena.

In un primo momento, con lo stesso romanaccio di Rebecca, pensai «Sticazzi se Stella è un omo, sono affari suoi…»

Non smisi di pensarci, invece.

Un chiodo fisso.

La settimana mi era scivolata tra le dita e Stella era fantastica. Divertente, grintosa, con delle movenze eleganti tanto da essere sexy senza che ci fosse però da parte sua l’intento di esserlo.

Mi ero ritrovato a fantasticare su quella donna, anche se mi chiedevo spesso come potesse essere farlo con un trans…

È così che ora mi trovo qui, sul divano e col cellulare in mano. Ho deciso di chiamare una linea erotica trans. Non riesco a smettere di pensare a Stella, alle sue gambe, alle sue labbra. Alla voce vellutata e calda con cui ricama ogni discorso.

La verità è che la desidero, ma non so neanche che cosa pensare. Sono confuso ed eccitato.

Al telefono mi risponde Petra:

«Ciao, sono Petra.»

«Ciao… io ehm… non cerco sesso…»

Le parole mi escono così, quasi come fosse una giustificazione.

«Sono qui per te, costruiamo insieme i prossimi minuti…»

«Senti Petra, il punto è questo: c’è una collega trans al lavoro di cui credo di essermi invaghito. Ci penso di continuo, ma ecco…. non voglio creare un casino nel luogo di lavoro. Non voglio provarci… ma allo stesso tempo… Petra, penso alla collega e non riesco a non immaginarla piegata su di me.»

«E cosa sta facendo la tua collega in questo momento, nella tua fantasia?»

Ascolto la voce di Petra e mi ritrovo col cazzo duro – ecco, l’ho detto! – mentre immagino il corpo nudo di Stella, con il décolleté generoso su cui vorrei perdermi e non mi frega niente se anche lei ha una verga altrettanto dura lì sotto. La voglio, e lo dico a Petra a cui confesso tutta la voglia che avrei di metterlo in bocca a Stella, una bocca calda come il tono della sua voce.

Petra continua a farmi domande, mi spinge a parlarle delle mie fantasie, ci scrive sopra come solo certi poeti potrebbero fare. È diventato un duetto di carnalità, la nostra telefonata.

«Vorrei baciarla con la bocca che sa ancora del mio cazzo… le mie mani sul suo seno, che titillano i capezzoli. Lei che si toglie la camicetta… io che le prendo tra le mani le tette e le massaggio ancora…»

Chiudo gli occhi e tutta la scena è vivida nella mia fantasia, sono disteso sul divano e ho il cazzo durissimo. Lo afferro e comincio a menarmelo. È come se Petra lo sapesse.

«Ora immagina che lei si alzi la gonna e ti chieda di strapparle le calze per penetrarla da dietro. Ti stuzzica un po’ con il culo perfetto e tu le strappi tutto per metterglielo dentro. Ballate così una sull’altro per qualche minuto e tu non sei mai stato meglio. Il suo profumo, la sua pelle. E mentre lei ti cavalca senti anche il suo cazzo duro. Vorresti essere tu quello che riceve ora? Oppure preferisci così? Perché questo è il bello. Va bene tutto con Stella… lei è così eccitata che viene in un lampo e tu senti esplodere uno schizzo di piacere davanti a lei.»

E schizzo pure io al telefono con Petra, ma non parlo più. Vedo nei miei pensieri Stella a quattro zampe di fronte a me, io che la penetro ancora. Gemiamo insieme e schizziamo tutti e due.

Il cuore che mi batte ancora forte e l’uccello stenta a rilassarsi.

Mi sento soddisfatto: forse con Stella non ci proverò mai, o forse lo farò. Non importa: andrà come andrà. Io voglio vivere le mie emozioni!

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