Fitto a un superdotato
La multinazionale per cui lavora mio marito ha esteso la sua rete commerciale in Canada e il C.d.A. ha deciso di inviare il responsabile marketing, mio marito per l’appunto, in Québec per il prossimo semestre per avviare il comparto commerciale.
Vivendo in un appartamento in centro a Bologna di 140m² decido di mettere in affitto, agli universitari, alcune camere della casa per arrotondare il salario e per non sentirmi totalmente sola in questa grande casa.
Metto l’annuncio sui social e immediatamente mi arrivano richieste per vedere casa.
Ne programmo 2 per lunedì pomeriggio e alle 17 si presentano 2 ragazze che a prima vista non mi fanno un ottima impressione; dopo aver comunicato la mia richiesta economica loro si guardano in faccia e mi comunicano che cercavano qualcosa di più economico.
Durante le 3 settimane a seguire riesco ad affittare 2 delle 3 camere messe a disposizione a delle studentesse di Napoli iscritte in Psicologia.
Nelle settimane a seguire diverse richieste mi giungono da parte di ragazzi, ma io avendo scartato l’opzione maschile a priori le ho rifiutate tutte.
Sono una donna di 35 anni che non vuole perdere la sua libertà domestica, e avere un inquilino maschio per casa mi limiterebbe su tante cose.
Giovedì mattina mi chiama mia cugina Marika chiedendomi se potessi ospitare suo nipote a casa mia per qualche giorno finché non trovasse sistemazione a Bologna.
Io sono scettica sulla cosa ma considerata l’insistenza di Marika, per sfinimento, le dico di sì.
Sabato mattina si presenta alla mia porta Riccardo, un diciannovenne timido e di bella presenza, alto circa 185 cm e dal corpo asciutto e con qualche tatuaggio che spunta dalla camicia.
Scambiamo giusto due chiacchiere, il tempo di mostrargli la sua camera, indicargli in bagno e la cucina e scappo via in palestra per il mio consueto turno di crossfit.
Rientrata a casa per le 13.30 come ogni weekend non trovo nessuno, le ragazze sono solite trascorrere i weekend a casa, mangio un boccone veloce e mi vado a riposare un’oretta in attesa che siano le 16 per fare la video chiamata con mio marito.
Terminata la telefonata mi metto sul divano per continuare la serie su Netflix che ho iniziato lunedì.
Non mi sono resa conto di essermi appisolata e alle 18.30 quando mi sveglio mi reco in bagno per farmi una doccia e prepararmi per la serata con le amiche: stasera serata sushi e poi in qualche pub a bere qualcosa.
Vado in lavanderia a prendere l’accappatoio e mi reco in bagno; apro la porta e… Sorpresa! Mi ritrovo Riccardo dentro la doccia che si stava rinfrescando. In quei pochi secondi in cui non si è accorto della mia presenza ho potuto apprezzare la sua bellezza fisica, muscoloso ed asciutto oltre all’enorme attrezzo che mantiene fra le gambe.
Wow! ho pensato, se a riposo è così grosso immagino come sarà nella sua massima erezione.
Pamm! Tempo scaduto, lui si è accorto di me e immediatamente si copre i genitali e si gira di schiena. «Scusami non sapevo fosse il tuo bagno» esclama lui; “Non preoccuparti non è successo nulla” rispondo io, “Fai con comodo io vado nell’altro bagno”
Devo essere sincera, la visione del suo membro ha acceso le mie fantasie erotiche, anche perché sono già due mesi di castità da quando è partito mio marito.
Non nascondo che in doccia la mia mano si è fatta intraprendente e si è impossessata della mia micetta accarezzandola sapientemente fino a farla vibrare dal piacere.
Soddisfatta e rinfrescata esco dal bagno per andare in camera a vestirmi e sistemarmi per la sera.
Ho scelto un vestitino nero con doppia scollatura seno-schiena abbinato ad un perizoma in pizzo nero trasparente abbastanza da mettere in bella vista la mia micetta.
Saluto Riccardo ed esco per raggiungere le amiche.
La serata scorre via in maniera allegra e divertente; il sushi era ottimo e il dopo cena, fra i locali in compagnia di ottimi drink, mi ha reso frivola e disinibita come poche volte.
Alle 3 faccio ritorno a casa, dimenticandomi di non essere sola come per i precedenti weekend.
Entro in bagno mi denudo e entro in doccia per rinfrescarmi e stemperare l’ebrezza data dall’alcool bevuto in precedenza.
Mi avvolgo in un telo rosso per asciugarmi e mi dirigo in cucina per bere un bicchiere di latte.
Apro il frigo per prendere il latte e accendo la macchina per il caffè: ho voglia di un cappuccino e di un croissant alla crema di pistacchio che adoro tanto.
Prendo la tazza riscaldo il latte nel microonde e nel prendere la cialda in alto nella dispensa mi scivola da dosso il telo lasciandomi completamente nuda.
Non presto attenzione alla cosa: “Tanto sono da sola a casa” pensavo, e mi accingo a preparare il tutto dando la schiena alla porta d’accesso alla cucina.
Terminate le operazioni di preparazione della merenda notturna, mi giro con la tazza fra le mani per mettermi al tavolo e mi ritrovo, fermo immobile in boxer e magliettina, Riccardo appoggiato alla porta.
«Ho sentito dei rumori provenire dalla cucina e mi sono premurato a controllare se tutto fosse ok» esclama lui.
Io presa di soprassalto lascio cadere la tazza per terra rimanendo pietrificata dalla paura e dallo stupore di aver materializzato che a casa non fossi da sola.
Lo guardo fisso negli occhi, ancora pervasa dalla paura e stupore, e leggo nel suo sguardo un senso di piacere e meraviglia nel trovarsi davanti una donna di 35 anni, bella e dalle curve statuarie tutta nuda solo per lui.
Realizzo che sono nuda e nel tentativo di rimediare al disagio che faccio? Aumento il grado di erotismo nella stanza girandomi di schiena e piegandomi a novanta gradi per recuperare da terra il telo scivolatomi da dosso in precedenza.
Dopo che mi sono piegata ho riflettuto sul fatto che ho offerto uno spettacolo pazzesco a quel giovane coinquilino che di punto in bianco trova una donna nuda in cucina che gli offre la visione del suo culo e micetta a pochi metri da lui.
Raccolgo il telo mi alzo avvolgendomi in esso e mi giro verso di lui per scusarmi, non posso fare a meno di notare il rigonfiamento nei suoi boxer che quasi gli si strappavano da dosso.
Lui era palesemente a disagio, non credo abbia mai visto una donna in questa situazione tutta per lui; io invece sono stata posseduta da una passione irrefrenabile e incontrollabile.
Mi avvicino a lui e gli afferro il pacco che sporgeva dai boxer. Lo sento ansimare e tremare dall’emozione. Lo guardo fisso negli occhi e gli sussurro: “Stai tranquillo, rilassati che a te penso io stanotte”.
Gli sfilo giù le mutande mi inginocchio davanti a lui e inizio a massaggiargli la mazza con abile maestria.
Sento ingrossare e pulsare il suo grosso membro fra le mie mani e non perdo tempo a portarlo in bocca per iniziare un magistrale bocchino.
Gioco di lingua e di labbra per dargli piacere e da lì a poco sento le mia bocca inondata del suo seme: è caldo, violento e abbondante che non riesco a mandarlo tutto giù in gola.
Lo vedo in estasi dal piacere con la schiena poggiata sulla porta e le gambe leggermente piegate per consentire al suo bacino di spostarsi in avanti per avvicinare il suo membro il più possibile verso la mia bocca.
Lo ripulisco per bene mi rimetto in piedi e vedo che la sua erezione continua a mantenersi stabile.
Allora lo afferro e lo avvicino a me piantandogli un bacio in bocca trasferendogli il sapore del suo membro.
Mi avvicino al tavolo mi distendo su di esso e apro le gambe per accoglierlo dentro di me.
Lui temporeggia un po’ per vergogna un po’ per inesperienza. Io lo afferro per la maglietta e lo avvicino a me prendendogli la mazza con la mano sinistra indirizzandola nell’apertura della mia vagina.
Lui mi guarda smarrito, io lo afferro per i fianchi e lo tiro forte dentro di me.
Wow! È veramente grosso e mi riempie tutta.
Gli afferro la gola con la mano destra e con la mano sinistra sui suoi glutei lo incito ed aiuto a sbattermi forte come una zoccola.
Lui non perde tempo a prendere il ritmo e travolto da una ondata di passione inizia a sbattermi con determinazione e violenza tale da farmi godere come una porca.
Ho la figa piena dal suo cazzo il quale non smette di stantuffarmi con vigore: vengo come mai in vita mia provando una piacevole sensazione di pienezza.
Gli dico che voglio di più e defilandomi abilmente dalla sua presa mi giro su me stessa mettendomi a novanta gradi sul tavolo.
“Inculami porco! Fammi sentire troia!”
Lui mi bagna il buchetto con due dita e appoggia l’enorme cappella nel mio buchetto.
Ci gioca un po’ e con un colpo deciso entra dentro la cappella.
Urlo dal dolore, è veramente grosso e gli chiedo di fermarsi.
Lui incurante con una mano mi afferra il fianco e con l’altra mi afferra i capelli, e tirandomi a se fa entrare tutto il suo membro dentro il mio culo.
Urlo e mi dimeno dal dolore ma non riesco a liberarmi dalla sua presa.
Lui mi stringe ancora di più a sé e inizia a scoparmi di brutto massacrandomi il culo in maniera travolgente.
Inizio a provare piacere e man mano lui mi scopa io lo incito sempre più a farmi male.
Mi scopa il culo per più di 15 minuti terminando con una copiosa sborrata dentro di me.
Sfila la sua mazza lasciandomi inerme e dolorante sul tavolo; si asciuga la mazza sul telo pigiato sulla sedia e si allontana andando in bagno a sciacquarsi.
Io scendo dal tavolo e a stento mi seggo sullo sgabello.
Dopo pochi minuti arriva lui soddisfatto e più sicuro nell’atteggiamento; sei stata abbastanza accogliente con me, mi sento in dovere di ricambiare la cortesia preparandoti la merenda notturna che a causa mia ti è caduta a terra.
Sono trascorsi 4 mesi dal suo arrivo e ancora oggi trova dimora a casa mia.
Ho cambiato idea sull’ospitare inquilini maschi, d’altronde che c’è di male??
Generi
Argomenti