Sonia & Tommaso

Capitolo 8 - L'ONDA DEL PROIBITO

Sonia
3 days ago

La mattinata proseguì tra chiacchiere leggere e qualche altro bagno di sole. Mi sforzavo di sembrare la solita Sonia, attenta e affettuosa con Tommaso, ma la mia mente era un susseguirsi di pensieri proibiti: Mario, Luca, la notte precedente e la promessa della sera. Ogni tanto, sentivo lo sguardo di Luca su di me, e questo mi dava un brivido sottile, un ulteriore conferma della mia nascente perversione.

Arrivò l'ora di pranzo. Ci preparammo per andare al ristorante dell'hotel. Ci sedemmo al nostro tavolo, e mentre Tommaso ordinava, sentii di nuovo il mio telefono vibrare nella borsa. Mario.

"Scusa, amore, vado un attimo a telefonare a casa, mamma mi aveva chiesto di sentirla," dissi a Tommaso, con la mia voce più convincente. Mi allontanai dal tavolo, dirigendomi verso un angolo appartato. Il cuore mi batteva forte, l'ansia si mescolava all'eccitazione.

Aprii il messaggio di Mario: Mario: Allora puttana, già che sei libera, stasera ti voglio. Preparati, vengo a prenderti più tardi. 😈🍆

Il suo stile era sempre lo stesso: diretto, volgare, arrogante. E io... io lo adoravo. Ma un'ombra di preoccupazione mi attraversò. Stasera? Di nuovo Tommaso... Non potevo continuare a drogarlo con questa frequenza.

Io: Mario, aspetta. Non è così facile. Tommaso... non posso sempre inventarmi qualcosa. 🙄

Mario: Non mi interessa la tua roba col bamboccio. Io ti voglio. Tu sei la mia puttana. Che fai? Non hai voglia di un vero cazzo? 🔥🍑

La sua insistenza era un invito irresistibile. La mia figa era già umida, grondante al solo pensiero.

Io: Non è questo il punto, porco! Certo che voglio. Ma dobbiamo trovare un modo. E poi... non puoi chiedermelo così, di punto in bianco! 😠

Mario: Non fare la preziosa, cagna. So che la tua figa brucia per me. Ti mando io le istruzioni. E stasera niente mutandine, chiaro? 🤫

Un fremito di eccitazione mi percorse. Era così dominante. E quelle ultime parole... Sapeva come prendermi.

Finito di pranzare, tornammo in camera. Tommaso, stimolato dalla routine della vacanza, mi prese la mano. "Amore, non ti va di riposare un po'?" mi chiese, con quel suo sguardo dolce che ora mi infastidiva quasi.

Sapevo cosa intendeva. Il mio corpo era già eccitato dalla chat con Mario. Mi lasciai spogliare, passiva, quasi distaccata. Il suo tocco era familiare, ma la mia mente era altrove.

La scopata fu deludente, esattamente come previsto. Tommaso, come sempre, finì presto. Il suo cazzo, un tempo sufficiente, ora mi appariva piccolo, incapace di darmi la brutalità che la mia fica e il mio buchetto avevano imparato a desiderare.

Tommaso si accoccolò subito, cadendo in un sonno profondo e beato. Accanto a lui, mi sentivo svuotata, ma non appagata. Cercai di dormire anch'io, ma non ci riuscivo. La mia mente e la mia fica erano in fermento.

Non potevo rimanere lì. Mi alzai con decisione. Optai per un prendisole leggero, sotto, un bikini nero. Senza fare rumore, uscii dalla stanza, lasciando l'aria condizionata e il sonno innocente di Tommaso alle mie spalle. La spiaggia, il mare, la promessa di Mario... mi chiamavano.

Sulla spiaggia, il mio bikini nero aderiva al corpo. Il sole mi accarezzava la pelle, ma la mia mente era un turbine. Mario. La promessa di stasera. Come avrei fatto? Era assurdo drogare ancora Tommaso. Volevo Mario, lo volevo in ogni modo, anche a costo di rischiare.

Persa in questi pensieri, con la mia fica che pulsava al solo ricordo delle sue proposte, sentii un "Ciao, Sonia."

Sobbalzai. Era Luca. Era solo. Mi voltai, e lui mi sorrise, quel suo sorriso malizioso che mi aveva già colto in fallo. Si sedette sulla sabbia accanto al mio lettino.

"Che fai qui tutta sola? Tommaso?" la sua voce era calda, bassa, quasi un mormorio.

"Ciao Luca," risposi. "Sì, Tommaso è rimasto a fare il riposino. Io non riuscivo a dormire e sono scesa un po' a prendere aria." Mentire mi stava diventando naturale.

Iniziammo a parlare, ma presto i nostri discorsi divennero più intimi.

"Sonia, ma tu e Tommaso... da quanto state insieme?" mi chiese, con una curiosità che andava oltre.

"Uhm... da quasi tre anni," risposi. "E tu?" chiesi a mia volta.

Lui sorrise. "No, io no. Sono single." Il suo sguardo si fece più intenso, suggerendo che c'era molto di più.

Le sue domande divennero più personali. "E tu, Sonia," mi chiese, abbassando un po' il tono. "Non hai mai avuto la tentazione di... tradirlo? Anche solo con il pensiero?"

La domanda mi colse alla sprovvista. Sentii un calore salirmi al viso. La mia figa si strinse, bagnandosi ancora di più.

"Luca, ma che domande mi fai?" risposi, cercando di ridere. "Io sono fidanzata. Non mi è mai venuto in mente nulla del genere." Mentivo spudoratamente, e sentivo la malizia salire. Il mio corpo era in fibrillazione.

"Sicura, Sonia? Tutti abbiamo i nostri piccoli segreti, non credi?" Il suo tono era dolce, ma la sua insistenza era come una carezza sulla mia anima più nascosta.

Sulla sabbia, il sole mi scaldava la pelle, ma dentro bruciava un fuoco ben più intenso. La sua insistenza mi bruciava addosso.

Poi, Luca rise. "La tua esitazione ha parlato per te, Sonia," mi disse, con quel suo sorriso malizioso. La mia figa pulsava, bagnata, tradendo ogni mia bugia.

"Sonia, dimmi la verità," sussurrò, "Quando stai con Tommaso... non ti manca mai qualcosa? Qualcosa di diverso, di più... forte?"

"Luca, ma cosa dici? Io e Tommaso stiamo benissimo, siamo felici. Non mi manca nulla," risposi. Ma sentii la mia bugia vibrare nell'aria.

Lui mi guardò dritto negli occhi. "Capisco," disse. "Ma la felicità, a volte, può nascondere desideri che non osiamo ammettere nemmeno a noi stessi. Quelle voglie che ti fanno sentire... viva, anche se sono un po' sbagliate?"

Quelle parole mi colpirono come un fulmine. I ricordi della notte con Mario mi travolsero. Volevo che continuasse a scavare, a provocarmi, perché questo gioco mi eccitava in modo incredibile.

Ci fu un silenzio teso. Poi, la sua voce ruppe quel silenzio. "Facciamo un bagno?"

Un brivido mi percorse tutta. Era un invito a spingermi oltre. Tommaso dormiva, ero sola.

"Sì," risposi, la mia voce più sicura di quanto avrei creduto. "Sì, volentieri." Gli lanciai un sorriso carico di una malizia sottile.

Ci incamminammo verso il mare. Appena fummo immersi, Luca allungò la mano e prese la mia. Era un tocco delicato, ma deciso.

Ci spingemmo fino a dove l'acqua era alta. Luca mi si avvicinò lentamente. I nostri corpi si sfioravano appena. I nostri sguardi si incrociarono, una connessione intensa. I nostri visi si avvicinarono, e le sue labbra si posarono sulle mie. Un bacio vero, intenso, che mi risucchiò in un vortice. Le sue mani si mossero, avvolgendomi la vita. Le mie braccia si strinsero intorno al suo collo.

Le sue labbra scesero sul mio collo. E lì, sentii le sue dita abili che afferravano il bordo superiore del mio costume. Sollevò la parte alta del mio bikini, liberando i miei seni. L'acqua fresca mi colpì i capezzoli, che si erano già induriti. Le sue mani li accarezzarono. Un gemito mi sfuggì.

Luca mi guardò. "A questo punto... lo potresti anche togliere," mi sussurrò.

Completamente nuda dalla vita in su, tesoro, il mio bikini nero danzava sulla corrente, abbandonato come le mie inibizioni. La mia figa era un fuoco.

Senza pensarci un istante, le mie mani afferrarono la parte superiore del mio bikini. Con un gesto lento, lo sfilai completamente. Lo lasciai andare, un pezzetto di stoffa nera che si allontanava.

Ora ero lì, completamente nuda dalla vita in su, i miei seni esposti al suo sguardo. Sentii l'acqua fredda accarezzare la pelle, e allo stesso tempo il calore ardente che saliva dalla mia figa. Gli strinsi le braccia al collo, il mio corpo nudo contro il suo, e lo baciai di nuovo, con una fame che non avevo mai provato prima.

Poi, le nostre labbra si staccarono. Luca mi guardò, il suo sorriso malizioso ora ancora più profondo. Recuperò la parte superiore del mio bikini e con una delicatezza inaspettata mi aiutò a rimetterlo.

"È meglio che torniamo," sussurrò Luca. "Torna tu per prima, io ti raggiungo dopo." Il suo tono era pratico. Era il brivido del segreto, il piacere dell'adulterio che prendeva forma.

Annuii, e iniziai a nuotare lentamente verso riva. Ogni bracciata era un passo verso il mio ritorno alla realtà, a Tommaso.

Quando uscii dall'acqua, avvertendo la sabbia sotto le dita, Tommaso era lì, in piedi vicino ai nostri lettini. "Amore! Dove ti eri cacciata? Non ti vedevo più!" disse, senza ombra di sospetto.

"Oh, tesoro, sono andata un po' più al largo, sai, volevo farmi una bella nuotata!" risposi, il mio sorriso più dolce stampato in faccia. Mi sentii una maestra della menzogna, e questo mi diede un sottile, osceno piacere. Lui annuì, completamente ignaro di ciò che era appena successo in mezzo a quel mare.