Il sesso si impara in Famiglia
Capitolo 2 - Finalmente il culo

Per diversi giorni ebbi fissa nella mente l'immagine dei miei genitori che scopavano davanti a me e mia sorella pure nudi. Avevo cominciato da poco a farmi le seghe e praticamente volevo tirarmene una ogni volta che pensavo al cazzo enorme di mio padre che trapanava la mamma e alle loro urla di piacere. Dico la verità: mi dispiaceva aver partecipato solo come spettatore. Mi chiedevo come avrei potuto chiedere di fare un'altra, diciamo così, lezione, nella quale anch'io avessi avuto modo di entrare.
Fu qui che mi venne in aiuto mia sorella. Entrò in camera mia e chiuse la porta.
"Senti" mi disse "dopo l'altro giorno ho sempre una voglia folle di toccarmi la passera. L'ho fatto ed è bellissimo. Mi infilo un dito dentro e vedo le stelle. Però non è bello farlo da sola. A te piacerebbe toccarmi?"
Non aspettavo altro. Dissi di sì, ma le chiesi di spogliarci di nuovo nudi, e così facemmo. Poi lei si coricò sul letto a pancia in su e gambe aperte. Cominciai a stuzzicarle la figa con un dito, e sentii che era già un po' umida. Le passavo il dito sul taglio, senza spingerlo, ma man mano la fessura si apriva e rivelava un secondo buco, e cominciai a stuzzicare anche quello finchè il dito non entrò dentro del tutto. Cominciai a muoverlo dentro e fuori mentre lei cominciava a gemere. Sentivo il mio uccello ingrossarsi e morivo dalla voglia di infilarglielo dentro, ma non sapevo se lei avrebbe voluto. Glielo chiesi e lei disse di sì, che lo voleva disperatamente dentro. Glielo infilai e cominciai a muovermi su e giù e a urlare insieme a lei, ma mi salì la sborra quasi subito e lo tirai fuori, inondandole la pancia. Le feci una carezza.
"Ah, bene, qui ci si esercita" disse mio padre sulla porta della stanza. Era tornato dal lavoro insieme alla mamma e noi non li avevamo sentiti. Anche la mamma si affacciò.
"Non rivestitevi adesso, veniamo anche noi". Fecero una doccia volante e tornarono in camera nostra. La mamma mi guardava l'uccello. "Bene, bene, tu sei di nuovo pronto" disse.
Effettivamente mi si era ingrossato di nuovo. Io ero sdraiato sul letto a pancia in su. Lei salì sopra di me sedendosi proprio sul mio cazzo, che entrò in profondità nella sua fregna. Stavo scopando mia madre. Se me lo avessero detto pochi giorni prima non ci avrei creduto, e probabilmente mi avrebbe fatto schifo solo a pensarci. Ora mi sembrava una cosa sublime. Si alzava e si abbassava sul mio uccello come se volesse fagocitarlo con la passera, e cambiava sapientemente ritmo quando si accorgeva che stavo per venire. Con la coda dell'occhio vedevo mia sorella in piedi appoggiata con le mani alla libreria mentre nostro padre la infilava da dietro, lo spinse tutto e poi subito usci, perché mia sorella si fece un po' male.
Il suo cazzo era sporco di sangue si pulì, pii senza aspettare troppo glielo chiavò di nuovo dentro tutto ma questa volta lei chiuse gli occhi e mugolava di goduria.
. Quando sentì che stavo venendo, la mamma si sfilò da me e si chinò prendendomi il cazzo, che esplose una quantità di sborra eccezionale tutto nella sua bocca. Mi prese la testa e mi baciò sulla bocca. Sentii per la prima volta il sapore della sborra. Nel frattempo cominciarono ad urlare anche mio padre e mia sorella. Lui uscì venendole sulla schiena.
Ci buttammo tutti sul letto, esausti.
La mamma disse "Bene, state facendo passi da gigante. Ora andiamo a cena". Chissà se dopo cena ci sarà una ripresa, mi chiesi.
Da quel giorno io e mia sorella rincasavamo da scuola, mangiavamo in fretta e correvamo a spogliarci nudi e a toccarci. Io le accarezzavo le tettine e le stuzzicavo la fighetta con un dito, lei mi massaggiava l'uccello su e giù finchè io non ne potevo più, mi mettevo un preservativo (i nostri genitori ci avevano detto dove trovarli) e le entravo dentro. Venivamo insieme urlando, e ci abbandonavamo sul letto abbracciati.
Un giorno, appena mi venne duro, le chiesi di prendermelo in bocca. Era titubante. Le proposi di farci una doccia insieme. Sotto la doccia ci palpammo e ci strofinammo uno contro l'altra. Appena chiusi il rubinetto, mi prese l'uccello e cominciò a leccarlo come se volesse bere l'acqua che lo bagnava. Poi se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo, e io mi muovevo su è giù come se la sua bocca fosse la sua figa. Durai pochissimo. Sborrai nella sua bocca, e lei che non se lo aspettava sputò tutto sul piatto della doccia. Le chiesi scusa. Mi disse che non era niente. Però non era per nulla soddisfatta. Chiesi cosa potevo fare per lei. Mi guardò maliziosamente, aprì le gambe e cominciò a passarsi un dito sulle grandi labbra. Disse che la sua patatina si sentiva trascurata. Allora mi chinai, tolsi il suo dito e lo sostituii con la mia lingua.
Gliela intrufolavo tra i pochi peli che aveva, la insinuavo fino al clitoride e lei gemeva, facendomi godere quanto godeva lei. Il mio uccello era di nuovo durissimo. Mi alzai, la girai verso la parete della doccia e glielo infilai da dietro. Mentre la stantuffavo, con un dito le stuzzicavo il clitoride. La sentivo impazzire di piacere. Uscii fuori un attimo prima di venire, inondandole la schiena. L'abbracciai, e il mio cazzo si strofinava contro le sue chiappe. Mi venne un'altra idea. Ma pensai che per quel giorno era già abbastanza.
Un mattino, era sabato, mi svegliai verso le 10. A casa c'erano mia madre e mia sorella, papà era al lavoro. Faceva molto caldo. Decisi di spogliarmi e di rimanere nudo. Andai a fare colazione. Mia madre disse "che novità è questa?", risposi che avevo caldo.
"Allora ci spogliamo anche noi".
Disse a mia sorella di spogliarsi, ed entrambe rimasero nude. Il mio uccello si induriva con decisione. La prima ad accorgersene fu la mamma. Sì avvicino e incominciò ad accarezzarlo. Io con una mano le palpavo le tette e con l'altra le grattavo la figa. Poi si inginocchiò e lo prese in bocca. Mia sorella ci guardava spalancandosi la figa con due dita. Quando mia madre smise di succhiare, il mio uccello era marmoreo.
Disse a mia sorella di avvicinarsi:
"Guarda che cosa ti ho preparato!"
Presi mia sorella e la baciai sulla bocca, intanto il cazzo le sbatteva contro la fregna. La girai, la misi a 90 gradi, glielo infilai e cominciai a stantuffare. Era la volta di nostra madre di fare la spettatrice con le dita nella gnocca.
Prima di venire, sfilai l'uccello e cominciai a strusciarlo sul buchetto del culo. Quando provai a spingerlo dentro però si lamentò che gli faceva male, e allora mia madre mi disse di farlo a lei, che le piaceva da morire. Mi parò le sue fenomenali chiappe, il buco era notevolmente più largo di quello di mia sorella, e glielo infilai come se fosse burro. Poi andai avanti e indietro, avanti e indietro, finchè non le sborrai sulla schiena. In quel momento rincasò mio padre e ci trovò tutti nudi e spompati sul divano.
"Cosa mi sono perso?", chiese. Mia sorella gli andò incontro, gli sfilò il cazzo dai pantaloni e prima di prenderlo in bocca disse "Tranquillo, ora ti faccio recuperare io...
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