l'eccitazione ed il piacere

Capitolo 4 - nuove esperienze

sandra
8 days ago

Finalmente si comincia a parlare di viaggi all’estero cominciando dai mercatini di Natale in Austria e poi dalle settimane bianche in Svizzera nel ’78, per ora l’unica differenza è che mi pagano di più e che ho festeggiato i miei 21 anni con l’autista che mi aveva raccomandato all’inizio e che a Lugano, in un locale che si chiamava “La Romantica” mi avevano fatto una proposta di lavoro con una buona prospettiva di guadagno ma non così allettante.

A Montecarlo, invece, ad inizio estate, la cosa si fece interessante, un’agenzia cercava hostess per accompagnare gruppi che noleggiavano yacht, dal pagamento compresi subito che non si trattava solo di “accompagnare”, il mio inglese, a forza di esercitarmi con le cassette e quando ero in giro era migliorato parecchio ma ero ancora indecisa, avrei dovuto mollare il certo per l’incerto, allora il responsabile dell’Agenzia mi propose appena avessi avuto un week end libero di andare a passarlo lì a Montecarlo facendo una prova e accettai.

Il venerdì pomeriggio, al mio arrivo, mi accompagnò a bordo di uno yacht di oltre trenta metri, c’erano altre due hostess e ci fecero indossare la divisa, minigonna pantalone e t-shirt con il nome della barca e scarpe da barca bianche, le altre due ragazze erano già pratiche, eravamo tutte e tre in un'unica cabina, accogliemmo gli ospiti quando salirono a bordo la sera stessa, 5 uomini, un marinaio li accompagnò nelle loro cabine e il comandante, a cena dette loro il benvenuto, noi tre cenammo da sole, dopo cena li raggiungemmo nel salone, il personale se n’era già andato, pensammo noi a servire i liquori, le altre due ragazze mi dissero che adesso il salone era off limit per il personale, facile comprendere perché, anche per il fatto che  dopo poco le nostre uniformi erano volate su un divano e ognuna di noi era alle prese con almeno un uccello, io ne succhiavo uno di uno svizzero alto e magro mentre un altro dietro di me mi infilava le dita nella fighetta e nel culetto, era un buon inizio di serata pensai, in tre dobbiamo gestire 5 uomini di mezza età infoiati da noi ragazzine, sì perché eravamo tutte giovani, la più grande aveva 23 anni.

Anche l’uso dei liquori da parte dei 5 non era certo limitato, nell’arco della serata mi ritrovai stesa sul tavolo con due che mi leccavano il gin che mi avevano rovesciato sul corpo.

Anche lo sperma dentro e fuori i nostri corpi si sprecava, pensai al personale della barca che avrebbe dovuto ripulire e, devo dire che tutte e tre ci demmo molto da fare, alle tre di notte accompagnammo i nostri ospite nelle loro cabine rimanendo con loro, io ebbi lo svizzero ed un olandese che anche durante il resto della notte, tra un sonnellino e l’altro, si divertirono con me, soprattutto con il mio buchino del culo, stava albeggiando quando tornai nella nostra cabina e stavamo salpando.

A pranzo avevamo abbandonato le nostre uniformi per sostituirle con dei bikini e, mentre gli ospiti pranzavano noi ci stendemmo in coperta a prendere il sole, avevamo spizzicato qualcosa in cabina, offrimmo così, qualcosa da vedere anche al comandante ed ai marinai, gli ospiti ci raggiunsero dopo pranzo stendendosi al sole con noi e facendo, comunque, andare le loro mani su di noi palpeggiandoci, il mio reggiseno fu uno dei primi a sparire e poi, nell’arco del pomeriggio tutte e tre dovemmo accompagnarli in cabina, poi fummo libere fino a dopo cena.

Dopo cena si cominciò con lo spettacolo, le due ragazze erano al corrente, io no, avevano anche un paio di oggettini che usammo per lo spettacolino, mentre i cinque uomini guardavano noi su un tappeto del salone cominciammo a fare sesso tra di noi baciandoci, accarezzandoci e toccandoci, fino ad usare i due vibratori che le altre ragazze avevano portato, poi i cinque uomini si unirono a noi usando, oltre i loro cazzi anche i due vibratori, praticamente usarono tutte e tre ognuno do loro, prendendoci anche in coppia, anche i vibratori furono molto usati e non solo, usarono anche un vecchio timone di legno appeso ad una parete, uno di quelli rotondi con tanti pioli intorno che finirono nei culetti di tutte e tre, e quelli erano anche abbastanza grossi, poi ci fu il solito scambio nelle loro cabine per il resto della notte.

La domenica, per la prima volta e con le nostre divise pranzammo tutti insieme e a fine pranzo ognuna di noi ricevette una busta dal comandante, la barca era ormeggiata fuori dal porto e gli ospiti portati a terra con una lancia.

Nel pomeriggio, le ragazze mi dissero che adesso bisognava ringraziare l’equipaggio per l’accoglienza ed il comandante e i 4 marinai più quello che tornò con  la lancia ne furono felici, io, finalmente, trovai un marinaio con un cazzo degno di nota. Quando ormeggiammo alla fine eravamo stanche e sazie e con in mano ognuna una busta con 500.000 lire, in treno mentre tornavo a Milano mi dissi che forse non era un brutto lavoro, però non avevo provato quell’eccitazione che davvero cercavo, la situazione non era stata particolarmente intrigante e sempre, comunque, sotto controllo, nessun rischio, nessun imprevisto, nessun brivido, insomma, ma forse ero io che pretendevo troppo. Conducevo probabilmente una vita troppo normale, tra virgolette, cosa cercavo di più? Forse neanch’io lo sapevo, l’unica era andare avanti e vedere cosa mi riservava il futuro.

La settimana dopo partii per Vienna, 5 giorni in Austria di assoluto riposo, niente cose strane né distrazioni, quelle mi aspettavano a Milano, al Plastic conobbi un ragazzo, Giorgio, qualche anno più di me, molto simpatico, ero probabilmente un po’ bevuta perché gli succhiai il cazzo mentre mi accompagnava a casa e stava guidando, ad un certo punto dovette fermarsi e bevvi tutta la sua sborra, eravamo ancora lontano da casa mia, aveva guidato senza rendersene conto visto quello che stavo facendo, eravamo in una traversa sterrata in fondo a Via Ripamonti, campi tutto intorno, li vidi quando scesi dalla macchina, una 128, aveva ancora voglia di me, mi ritrovai  chinata in avanti e stesa a pancia in giù sopra il cofano caldo della macchina con il vestito alzato ed il sedere al vento, le mutandine abbassate e le sue mani che trafficavano con la mia figa ed il mio culetto, poi dopo un po’ sentii il suo cazzo farsi strada tra le mie grandi labbra, cominciò a spingere con forza, quasi sollevandomi da terra ad ogni affondo e facendomi godere come una matta, mi scopava come piaceva a me, poi non si scaricò dentro di me ma mi tirò indietro e mi sborrò in faccia ridendo mentre io con la lingua inseguivo i rivoli del suo sperma che mi colava addosso.

Il giorno dopo dovevo partire per Parigi, lo rividi il sabato dopo sempre al Plastic e ce ne andammo via presto, ce ne andammo in un posto a Trezzano sul naviglio, un capannone molto grande pieno di merce accatastata, c’erano dei suoi amici che lavoravano ma lui mi portò in una specie di ufficio salendo una scaletta di ferro, stavolta voleva fare le cose con calma, c’era un divano, volle spogliarmi per vedermi nuda poi mi scopò forte come aveva capito mi piaceva, gli ripulii il cazzo con la lingua e poi gli feci un pompino, anche con quello, ogni tanto mi spingeva il cazzo fino in gola facendomi quasi mancare il respiro, probabilmente i suoi amici mi sentirono urlare quando mi inculò a freddo martellandomi poi con i suoi colpi decisi e profondi. Rimanemmo a baciarci dopo stesi sul divano per un po’ poi disse che doveva lavorare e mi avrebbe accompagnato a casa, uno dei suoi amici quando scendemmo la scala gli disse

-          Giò dove hai trovato quella troietta?, e per noi niente?

-          No dovete lavorare, magari la prossima volta

E mi fece salire in macchina per portarmi a casa. In settimana avevo solo un paio di giorni a Locarno ma avevo voglia di rivederlo, gli avevo lasciato il mio numero ma non avevo il suo, dovetti aspettare il sabato sempre al solito locale, quando arrivai però era insieme ad una ragazza con i capelli rossi e stavano limonando su un divanetto, mi feci un paio di cuba libre al bar mentre lui era impegnato, mi vide lui quando venne al bar abbracciato con la rossa, senza dir niente mi baciò su una guancia e mi disse

-          Ti presento Giorgia, una mia vecchia amica, era un po’ che non ci vedevamo

-          Ciao, piacere Licia

ormai era quasi mezzanotte, si mise tra noi due tenendoci per la vita

-          Allora ragazze cosa vogliamo fare? Andiamo a divertirci da un’altra parte?

Beh i cuba libre erano diventati quattro ed anche Giorgia sembrava ben messa, lui non aveva la macchina ma un furgone, salimmo tutte e due davanti con lui ed andammo nello stesso capannone della volta precedente, entrò con tutto il furgone e arrivarono i suoi amici

-          Ragazzi scaricate che ho portato roba buona

Scaricarono il furgone in quattro e quattr’otto ed io e Giorgia scendemmo

-          Però, Giò, avevi ragione, proprio roba buona

-          Wow allora stasera facciamo festa

Lui ci portò in una zona del capannone libera da scatoloni e merce varia con delle sedute e dei tavolini, una specie di salotto in mezzo ai pacchi, bottiglie di birra sui tavoli e musica probabilmente da uno stereo, disse qualcosa in un orecchio a Giorgia che mi prese le mani e cominciò a ballare con me, intanto si slacciava il vestito e poi cominciò a slacciare il mio mentre i ragazzi battevano le mani a tempo, i nostri vestiti scivolarono a terra, anche lei, come me portava solo gli slip, niente reggiseno, si chinò in avanti calandosi anche quelli ed io, ormai presa, la imitai, i battimani smisero di andare a tempo ma diventarono un vero applauso soprattutto quando mi abbracciò e baciò mettendomi la lingua in bocca, mentre ci baciavamo cominciai a sentire mani che mi accarezzavano e stringevano dappertutto fino a staccarmi da lei che stava subendo lo stesso trattamento, finii su un divano con uno che mi scopava stringendomi le tette mentre un altro mi infilava il suo uccello in bocca per farselo succhiare, anche lei vidi di sfuggita era impegnata, quando due ci incularono avevamo davanti alle nostre bocche il cazzo di Giorgio da leccare, facevamo quasi fatica a prenderlo con la lingua visti i colpi che quelli dietro di noi ci davano. la festa durò parecchio ed io e Giorgia venimmo gratificate più volte dai 6 ragazzi, ce ne andammo all’alba accompagnate sempre da Giorgio che lasciò prima me a casa e poi accompagnò Giorgia, sentii che si sarebbe fermato da lei.

Non vidi più Giorgio anche se lo cercai nelle due settimane successive, poi lessi sul giornale che avevano arrestato una banda che trafugava merce dai Tir e che era stato trovato un magazzino fuori Milano, sinceramente pensai si trattasse proprio di Giorgio e dei suoi amici e nei giorni successivi ne ebbi conferma con gli articoli seguenti. Peccato, era stata una bella festa.