PRENDIMI
Capitolo 4 - obbiettivo

Finalmente sono arrivata alla maturità e, grazie ai miei “risparmi” e con un minimo aiuto dei miei genitori, per i quali ho inventato un’inesistente borsa di studio, mi sono iscritta all’università, mio fratello Marco, invece, non credevo ne sarebbe stato capace, ha vinto il concorso per entrare in Accademia Navale a Livorno ed ha appena terminato il primo anno, tra poco inizierà la crociera d’istruzione estiva su Nave Vespucci, siamo molto fieri di lui, il babbo soprattutto.
Lui ci ha sempre detto che, nella vita, bisogna avere un obbiettivo e fare il necessario per raggiungerlo, Marco sembrava avergli dato retta, io avevo raggiunto il mio, da quando a 14 anni avevo scoperto il piacere che ti può dare il sesso avevo deciso che avrei perseguito sempre lo scopo di ottenerlo, il più spesso possibile ed in quantità, ma dovevo ancora pensare al prossimo.
Di una cosa ero certa, avrei fatto tutto il possibile per non avere mai problemi economici, e non dover rinunciare a nulla che volessi veramente. Prima di iniziare i corsi mi trovai un lavoro da poter fare al pomeriggio, stagista retribuita in una piccola agenzia immobiliare, dopo poco tempo compresi che quello poteva essere un lavoro che mi avrebbe consentito di raggiungere il mio obbiettivo, quindi cercai di imparare tutto quello che potevo, mi resi anche conto che una delle cose più difficili non era tanto vendere una casa ma fare in modo che i proprietari si fidassero di te affidandotela, nel settore si chiamava “acquisizione immobiliare”.
Dopo il primo anno cambiai agenzia andando a lavorare part time in un’altra che si occupava di immobili di prestigio, su tutto il territorio nazionale e vi rimasi fino alla fine dell’università.
In bocconi mi ero fatta anche alcune amiche che avevano il mio stesso carattere, volevamo divertirci, fare sesso e arrivare presto alla laurea per cominciare ad essere autonome.
Durante l’università, in effetti, ci divertimmo parecchio, io, ogni tanto, mi vedevo ancora con l’avvocato, era un’amicizia da coltivare, inoltre mi dava spesso buoni consigli e informazioni sul mio settore; per altro, eravamo in un ambiente dove molti degli studenti venivano da famiglie facoltose e, quindi noi quattro, ormai amiche, ci facevamo invitare a qualsiasi tipo di festa od evento che queste famiglie organizzavano e, per farlo eravamo disposte a prestare i nostri favori ai rampolli di quelle stesse famiglie.
Spessissimo, però, almeno per quanto mi riguarda, gli stessi non erano, sessualmente, all’altezza del proprio patrimonio. Diverso era per i padri di qualcuno di loro e lo verificai diverse volte.
Con le mie tre amiche avevamo preso un appartamento in affitto insieme, in effetti c’erano solo due camere da letto oltre alla cucina, al soggiorno e a due bagni, quindi avevamo deciso di dormire insieme due a due mettendo dei latti matrimoniali nelle camere. La cosa andò benissimo anche se ogni tanto cambiavamo compagna di letto e la cosa, oltre che intrigante, era piacevolissima, fare sesso tra di noi ci unì ancora di più e, qualche volta, andavamo in due all’incontro con qualcuno dei rampolli di cui sopra che si ritennero molto fortunati ma, così facendo, riuscivamo anche a mitigare le loro mancanze.
Con il mio lavoro avevo imparato anche molte cose, tipo che era quasi più facile vendere un immobile dal costo maggiore a meno di non disporre di operazioni immobiliari di interi palazzi da frazionare oppure di costruzioni con diverse tipologie di appartamenti, in questi casi, però, era più difficile acquisirli e lì cominciò a prendere corpo il mio programma che condivisi con le mie coinquiline.
Il problema iniziale erano i capitali per cominciare, facemmo liste di quelle che ci sarebbe servito e di quello che avremmo dovuto fare. Internet non era ancora quello che è ora, era l’inizio, l’operatività completa ci fu circa 10 anni dopo, quasi in concomitanza con il passaggio sa lira ad euro.
Nel frattempo usavamo i giornali di annunci, senza le nostre foto ma con le descrizioni, non andavamo mai da sole agli appuntamenti ma in due e l’altra rimaneva nella hall dell’albergo o subito all’esterno, erano sempre appuntamenti di sera perché, tutte e quattro avevamo dei lavori part time e poi dovevamo anche studiare. Avevamo decisamente successo. Ragazze belle, studentesse, con meno di 23 anni, complete, come recitavano i nostri annunci, chiaramente un po’ più care di quelle che si trovavano per strada ma che potevamo anche accompagnare a cene o eventi, si, andò decisamente bene.
In quel periodo ebbi il mio primo incontro doppio al quale seguirono molti altri, alla segreteria telefonica del nostro numero arrivò un messaggio per me dove mi si chiedeva di incontrare due uomini insieme, richiamai il numero che avevano lasciato ed accettai l’incontro, era in un albergo a tre stelle, l’hotel Rex in zona Corvetto, quando arrivai e chiesi il numero della stanza il portiere mi disse che quando sarei andata via aveva bisogno di parlarmi, nella stanza due uomini già in accappatoio, sui 40, stesi tutti e due sul letto mi dissero di spogliarmi e lo feci lentamente, come avevo, ormai, imparato a fare poi piroettai su me stessa per farmi vedere bene e, come per buona abitudine, chiesi il pagamento
- La busta sul tavolino – disse uno dei due
Come da istruzioni era aperta, ne controllai il contenuto e me la misi nella borsa, poi li raggiunsi sul letto, mi inginocchiai tra i due e cominciai il mio lavoro con le mani e la bocca mentre loro palpavano il mio corpo, i loro membri erano normali, ne’ piccoli ne’ grossi, le loro mani stringevano, pizzicavano e strizzavano la mia carne ma non erano violenti, quando furono pronti presi i preservativi e glieli misi io stessa, la cosa piaceva agli uomini, presi, però anche il tubetto di lubrificante e me ne spalmai un po’, usando un dito, nel buchino del sedere, la mia figa non ne aveva bisogno, ero già bagnata al punto giusto, senza farne spostare uno dei due gi andai sopra e mi calai molto lentamente sul suo cazzo, dandogli la schiena, entrò nel mio culetto con qualche sforzo ma ci riuscii, avevo preferito farlo io per farmi meno male, poi mi sdraiai all’indietro aprendo le gambe e mostrando al suo amico la mia figa che lo aspettava vogliosa, non se lo fece dire e mi penetrò facilmente, li avevo tutti e due dentro di me, muovendosi sembravano strisciare uno contro l’altro, la situazione sembrava piacergli, a me senz’altro, non durò moltissimo però, ma ero solo all’inizio, gli tolsi i preservativi gettandoli in un cestino con un sacchetto dentro li lato del letto poi ricomincia a strusciarmi su tutti e due usando il mio corpo oltre alle mani ed alla bocca e la lingua, anche le loro mani però non rimasero inattive infilandosi ovunque e accarezzando ogni centimetro di quello che avevano a disposizione, poi lo facemmo di nuovo cambiando posizione e scambiando i loro ruoli, alla pecorina rimediai anche qualche sberla sul sedere ma, non mi dispiaceva. Passate le due ore pattuite feci una veloce visita in bagno, avrei fatto poi la doccia a casa, mi rivestii, li baciai sulle guance e scesi nella hall, mi aspettava Antonella ed il portiere ci chiamò, ci mettemmo d’accordo per una collaborazione, come ormai avevamo con un’altra decina di hotel e tornammo a casa.
Alla fine dell’università, tra tutte, avevamo quanto ci serviva per il nostro progetto, l’aiuto dell’avvocato Mauro e di altri nostri “clienti” ci fu prezioso, alla festa dopo la presentazione delle tesi invitammo solo i nostri genitori, volevamo mantenere un profilo basso e, ai loro occhi, comportarci come delle brave ed educate ragazze, neo laureate però, e con un obbiettivo in testa.
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