PRENDIMI

Capitolo 3 - transizione

sandra
2 days ago

Nei due anni che mancavano al mio agognato diploma la mia esperienza crebbe in modo considerevole e particolarmente soddisfacente, sia per me, sia per chi mi conobbe, però mantenni sempre il più assoluto riserbo su dove abitavo, grazie a Marco e al suo lavoro di meccanico avevo un motorino che mi permetteva di muovermi liberamente per la città al pomeriggio quando non ero a scuola e c’erano le macchinette che distribuivano preservativi fuori dalle farmacie e, allora, non bisognava inserire la tessera del codice fiscale per dimostrare l'età.

i miei guadagni derivavano sempre dalle paghette settimanali dei miei compagni, o meglio da quelle di quelli delle classi inferiori perché i miei coetanei sarebbero passati alla richiesta di rapporti completi e, in quel caso mi sarei rovinata, ne ero convinta, inoltre con i più piccoli la cosa si concludeva sempre molto velocemente, soprattutto quando, mentre lo facevo, gli mostravo il seno.

Una volta, entrai anche in un cinema d’essai a luci rosse  in via Torino al pomeriggio, alcuni miei compagni ci erano stati e non guardavano tanto all’età degli spettatori, con il soprabito sopra la mia divisa scolastica ci sono andata mostrandomi sicura e, in effetti, la signora alla cassa non mi ha neppure quasi guardato mentre mi dava il biglietto.

In sala non c’era tanta gente, la luce era bassa perché il film stava iniziando, non avevo neppure fatto caso al titolo, era uno dei soliti film erotici vietati ai minori di 18 anni

Sedendomi mi sono tolta il soprabito ed il buio avvolge la sala, comincia il film, qualcuno si siede al mio fianco e dopo qualche minuto una mano mi tocca il ginocchio, istintivamente sposto la gamba, allora sento la pressione della mano sulla coscia oltre la stoffa della gonna, poi si sposta sempre verso il ginocchio e, questa volta ci si mette sopra, un sussurro al mio orecchio

-          Se una studentessa come te non vuole farsi toccare perché entra in un cinema come questo?

La domanda non prevede né attende una risposta e la mano risale la mia gamba infilandosi sotto la gonna, me l’accarezza spostandosi all’interno della coscia prima di salire ancora più in alto, ora sento le dita infilarsi sotto le mie mutandine, allargo un po’ le gambe, non sto più guardando il film, ho gli occhi chiusi quando, mentre continua con le dita ad infilarsi nella mia figa, un’altra mano mi prende il polso e mi porta a toccare e poi ad impugnare l’uccello che ha estratto dai calzoni.

Comincio a segarlo e poi, visto che lo faccio da sola, mi lascia il polso e mi slaccia la camicetta, una mano nella mia fighetta ed una che mi strizza i seni, poi si sposta alla mia testa e la spinge verso il basso sussurrandomi

-          Dai fammi un pompino che poi ti scopo

Inizio a leccarglielo, è già duro, non ci vuole molto che la sua mano lascia la sua occupazione tra le mie gambe e mi prende per la mano che gli sta facendo una sega coadiuvando il pompino

-          Dai, vieni con me

Prendo un profilattico dalla tasca del mio soprabito abbandonato sulla poltrona e mi alzo seguendolo tenuta per mano, mi porta dietro ad una tende di velluto che copre un’uscita di sicurezza gli dico

-          Però metti questo

Dandogli il preservativo, apre la busta con i denti e se lo infila, poi mi sbatte contro il muro, mi solleva la gonna e mi penetra di colpo  da dietro, il mio piccolo urlo si confonde con i gemiti dello schermo, mi scopa come non ci fosse un domani, colpi veloci e profondi, mi appoggio contro la parete con il palmo delle mani mentre le sue si tengono ai miei seni, non ci vuole molto che io abbia un orgasmo ma anche lui non dura più di 5 minuti, sto ancora respirando forte che già se n’è andato lasciando a terra il profilattico usato, mi riprendo, raggiungo il mio posto per recuperare il soprabito e quasi corro ,uscendo.

Poi ho scoperto alcuni bar in zona Giambellino e Lorenteggio, decisamente mal frequentati, dove ho ricevuto diverse avances con offerte di denaro, che ho accettato, la mia divisa scolastica ed il mio aspetto attizzavano gli uomini.

Invece, l’ultimo anno, avevo già compiuto i 18 anni, sono diventata l’amante di un avvocato conosciuto in centro, in Corso Matteotti, parcheggiando mi ha buttato a terra il motorino e poi mi ha visto e ha cominciato a farmi la corte, nonostante la differenza di età.

-          Scusa, ragazzina, non l’ho fatto apposta ma ti  pago il danno

-          E certo, vorrei vedere e poi, non sono una ragazzina, ho 18 anni

-          Ops, le mie scuse signorina, posso offrirle qualcosa da bere mentre quantifichiamo il danno?

-          Si grazie

Sollevato da terra il motorino andiamo in un bar in Piazza San Babila e prendo una coca mentre lui un caffè

-          200.000 lire vanno bene?

-          Non so, credo di si

-          Va bene, allora andiamo nel mio studio che glieli faccio dare dalla mia segretaria

-          Ok, d’accordo

Un bell’ufficio, praticamente nel palazzo di fronte a dove aveva parcheggiato, mi fanno aspettare in sala d’attesa e la segretaria segue l’avvocato in ufficio, la porta resta socchiusa,

-          Carla, prendi 200.000 lire dalla piccola cassa e dalli alla signorina, per favore

-          Ne trovi altre a meno – lei gli dà del tu-

-          Ma cos’hai capito, le ho fatto un danno al motorino parcheggiando e poi non ne sono così sicuro, non una giovane e bella così

-          Mah non so

-          Più noi uomini invecchiamo più dobbiamo pagare, non lo sai? E io ho già cinquant’anni.

-          Beh io quando ho iniziato con te ero giovane e carina ma non mi hai dato 200.000 lire

-          Ma ti ho assunta

-          Ah quindi è come avessi fatto l’abbonamento, così mi scopi risparmiando e in più lavoro per te

-          Dai, sai che non è vero

-          Se se comunque pensa al fatto che voglio un aumento

-          Ne riparliamo, ti va? Ma adesso dai i soldi alla signorina per favore

       Arriva da me con i soldi in mano e me li da dicendomi

-          Aspetti così mi firma una ricevuta

-          Certo e mentre la prepara ringrazio l’avvocato, le spiace?

Entro nell’ufficio e chiudo la porta alle mie spalle, lui sta già lavorando seduto alla scrivania, alza la testa sentendo la porta

-          Avvocato volevo ringraziarla

-          Grazie a lei e mi scusi ancora per il problema del motorino

Mi giro per uscire poi, come se ci avessi ripensato

-          Comunque non credo che verrei a letto con lei per 200.000 lire

-          Ops, ci ha sentito

-          Eh si vi ho sentito

-          Così non verrebbe con me

-          Non per 200.000 lire e non per una volta sola

-          Cosa vuol dire…….. no, non dica niente, perché non ne parliamo a cena?

-          …….. Non so

-          Dai giusto qualcosa di veloce, per conoscerci, c’è un ristorantino qui vicino, non impegnativo, facciamo alle 19,30 qui sotto?

-          Ok, se il mio motorino funziona

-          Se no prenda un taxi, lo pago io quando arriva.

Esco, firmo la ricevuta e vado a casa con il motorino che, per fortuna, funziona.

Dico a mamma che andiamo, con un paio di compagne, a mangiare la pizza, e, sulla biancheria, indosso una mini di jeans ed una camicia bianca e degli stivaletti western comprati in centro da El Charro, prima di andare passo in officina da Marco a fare la miscela al motorino e, intanto, vado in bagno, tolgo il reggiseno, tiro fuori la camicia dai jeans e me l’annodo in vita.

In effetti non è il posto elegante che temevo, più un locale da pausa pranzo per impiegati e, cosa importante, fanno la pizza. L’avvocato, Mauro, è divertente, simpatico e parla molto, sarà deformazione professionale, comunque  mi sento bene, per nulla preoccupata e, decisamente allegra.

Alle 21 abbiamo finito, usciti dal locale

-          Allora Marzia, non mi hai spiegato cosa volevi dire nel mio studio

-          Ad un uomo della sua esperienza non pensavo doverlo spiegare

-          Ah però, quindi non per 200.000 lire ma…….

-          Nessun ma, diciamo che non cerco situazioni da “una volta e via” non con un uomo come lei

-          Dammi del tu, ti prego, abbiamo anche cenato insieme no? E cosa ti aspetteresti da un uomo come me?

-          Me lo dica lei , tu, cosa aspettarmi

-          Sei una monella Marzia, diciamo allora che mi piacerebbe frequentarti, magari in un posto più….tranquillo e riservato e la cosa potrebbe piacere a tutti e due ed essere, anche, conveniente per te.

-          Uhh ecco due parole interessanti, piacere e convenienza

-          Ehi sei sicura di avere solo 18 anni?

-          Vuoi vedere la mia carta d’identità?

-          No, no mi fido anche se so che, probabilmente, me ne pentirò

-          Ma adesso devo andare, a casa mi aspettano

-          Aspetta, e noi due quando riprendiamo il nostro discorso?

-          Anche domani, se vuoi, il pomeriggio sono libera

-          Va bene posso liberarmi per le 14, ci vediamo sotto il mio studio, andiamo via con la mia auto.

-          Ok

Lo bacio all’angolo della bocca e corro a riprendere il mio motorino per tornare a casa.

Alle 14 esce dal portone del palazzo con una cartella in mano, mi saluta, questa volta è lui a baciarmi su una guancia, io sono arrivata direttamente da scuola e sono ancora in divisa, saliamo sulla sua auto, una BMW, non è proprio come la Fiat Uno di babbo, tutta pelle e radica.

Non facciamo molta strada, parcheggia in un cortile, è una casa ringhiera in zona San Gottardo e apre una porta che dà direttamente nel cortile; la casa è carina, appena entriamo una sala con un divano, ua tenda a soffietto che poi scopro nascondere una cucina, un tavolo pieno di documenti, usato come scrivania dove appoggia la cartella che si è portato ed una libreria piena, non di libri ma di faldoni porta documenti, il bagno, si vede che è nuovo, un doppio lavabo, una grande doccia rettangolare e anche una vasca ad idromassaggio, non ne avevo mai viste, separati da un muretto i sanitari, poi l’unica camera da letto, un po’ retro, un letto in ottone, mi sembra più grande di quello di mamma ma sul soffitto c’è uno specchio, per il resto tanti quadri ovunque, gli dico

-          Mi piace, è carino qui

-          Mi fa piacere, lo uso quando voglio stare tranquillo o devo studiare pratiche riservate e poi c’è anche la musica – e accende la filodiffusione-

-          Immagino non solo per le pratiche riservate, la tranquillità o la musica

-          Si, in effetti non solo ma, ultimamente, molto raramente

-          Anche con Carla? – mi ero ricordata il nome della segretaria

-          Con lei ci vediamo solo in ufficio

-          Capisco, allora, nel posto tranquillo e riservato che mi dicevi ci siamo, quindi?

-          Dritta al sodo, va bene, non giriamoci intorno : Marzia, mi piaci e vorrei avere con te un rapporto che, chiaramente, trascenda la semplice amicizia, mi rendo conto della differenza di età ma non dobbiamo mica sposarci no? E quando non ci va più amici come prima.

-          Capito, la parte relativa al piacere l’ho capita, non sono tarda, per quanto riguarda la convenienza?

-          Certo, non lo sei assolutamente, diciamo che, oltre ad avere un posto dove potresti studiare liberamente senza distrazioni potrei contribuire in maniera significativa alla tua educazione universitaria, hai detto che vorresti andare in Bocconi no?

-          Si, una laurea breve, ma ci vogliono circa 8 milioni all’anno

-          Beh, un impegno importante ma se ne potrebbe parlare, magari non per tutto il triennio ma buona parte.

-          Bene avvocato, direi che abbiamo un accordo di massima

-          Parli già come una laureata

-          Si si certo, ma adesso vorrei usare il bagno

-          A tua disposizione

-          Hai qualcosa di fresco in frigo?

-          Ho paura solo acqua e vino bianco

-          Il vino bianco va bene

In casa, a tavola io e Marco beviamo vino da quando avevamo 10 anni, poco ma sempre.

Uscita dal bagno, dopo una doccia,  lo trovo seduto sul divano a leggere documenti con una bottiglia e due flutes sul tavolino, quando alza lo sguardo e vede che sono nuda lascia quasi cadere i documenti, vedo che deglutisce e poi

-          Lasciati guardare, sei bellissima

Faccio un paio di giravolte e poi mi siedo sul divano al suo fianco prendendo i bicchieri e porgendogliene uno, io mi bagno solo le labbra mentre lui lo beve praticamente d’un fiato, poi lo bacio, questa volta non sulla guancia e, mentre ci baciamo sento le sue mani accarezzarmi.

Mi inginocchio sul tappeto davanti a lui, gli slaccio la cintura e apro i pantaloni , il suo cazzo già preme per uscire dai boxer, mi piacciono gli uomini che usano i boxer al posto degli slip, il suo membro è una piacevole sorpresa, oltre al fatto che, per avere 50 anni ha un fisico tonico, usando tutte e due le mani comincio ad accarezzarlo per tutta la lunghezza, non dimentico lo scroto ed il perineo cominciando anche ad usare la lingua, si lascia andare all’indietro sullo schienale del divano mentre io continuo a massaggiarlo e leccarlo fino poi a succhiarlo e a usare anche le labbra per segarlo, me lo infilo in bocca arrivando anche alle palle arrivando quasi ad averlo in gola, intanto lo insalivo per bene, vorrei già farmi scopare ma poi decido di aspettare e assaggiarne il sapore, freme mentre si scarica nella mia gola, è caldo e denso, poi mi pulisco le labbra e, sempre guardandolo negli occhi recupero il bicchiere e lo svuoto, poi risalgo sul suo corpo per arrivare a baciarlo.

-          Marzia, tesoro, è stato……incredibile

-          Voglio solo compiacerti

-          Beh direi che ci stai riuscendo perfettamente, adesso però sono io a dover andare in bagno

-          Certo, ti aspetto di là -indicandogli la camera da letto-

Prima di andarci mi verso un altro bicchiere di vino, è fresco e buono, poi vado ad aspettarlo, arriva con un asciugamano in vita, avevo ragione, anche il busto è sodo  e tonico, farà ancora un po’ di sport, penso, si sdraia vicino a me e mi abbraccia baciandomi, percorre il mio corpo con le mani, delicatamente, poi continua a baciarmi però sul collo e poi sui seni scendendo sempre di più al mio ombelico, il monte di venere ed infine la mia patatina che già piange, il suo membro striscia sul mio corpo mentre lui scende, verso il basso, lo sento sulle cosce, sul resto delle gambe.

Gli prendo i capelli riportandolo in alto e lo faccio sdraiare con la schiena sul materasso, il suo cazzo svetta verso l’alto, basta un leggero massaggio qualche bacio sul glande perché sia pronto, lui mi ferma un attimo e prende un profilattico dal comodino, glielo prendo, voglio infilarglielo io con un ultimo massaggio, prima di cavalcarlo, mi penetro da sola con un sospiro di soddisfazione, le sue mani corrono dai miei seni ai mie fianchi coadiuvando i miei movimenti, ci guardiamo negli occhi e ogni tanto ci baciamo, si vede che è esperto, fa tutto con calma, senza fretta, guarda le mie smorfie mentre orgasmo e, mi sembra di scorgere un sorriso, quando anche lui comincia a venire aggiungo il mio ultimo orgasmo al suo e gli crollo addosso.

Quando ci riprendiamo leggermente ansimanti prende una sigaretta e se la accende offrendomene una, gli faccio segno di no

-          Beh Marzia, direi che oltre ad avere un accordo lo abbiamo anche firmato

-          Io direi che siamo a buon punto, Mauro

-          Penso che prima di andare ci convenga fare una doccia

-          Certo, vieni, facciamola insieme

-          Signorina tenga presente che io ho una certa età

-          Beh avvocato, se qualche volta non ce la farà mi arrangerò da sola

-          Interessante

Dopo la doccia ed esserci rivestiti, prima di uscire mi diede una chiave dell’appartamento e mi disse di chiamarlo per concordare quando ci saremmo rivisti e tornammo verso il suo studio, prima di scendere la macchina mi diede una busta, dopo vidi che dentro c’erano 500.000 lire, il mattino dopo sarei andata in posta a versarli sul mio libretto.