Vacanze spagnola

Capitolo 7 - L’orgia definitiva

Peccati e Guai
3 days ago

Mi svegliai con un brivido. Elena era già nuda, in ginocchio tra le lenzuola stropicciate, con il mio cazzo in bocca. La sua lingua scivolava sulla cappella, succhiava lenta, poi veloce, mentre con due dita già mi lavorava il culo. Era il suo vizio: mi piaceva, lo sapeva, e non me lo negava mai.

Ma quella mattina, le sue dita scivolarono dentro troppo facilmente. Mi guardò con gli occhi stretti, un sorriso da puttana stampato in faccia. «Porco… sei già aperto e bagnato. Cosa hai combinato, eh?»

Gemetti, e non dovetti mentire. «Io e Nicola… ieri sera, mentre aspettavamo voi… abbiamo bevuto troppo. E gli ho preso il cazzo in bocca. Poi… mi ha scopato.»

Elena si fermò un attimo, occhi sbarrati. Poi ridacchiò come una vera troia e mi salì sopra. Se lo infilò dentro con un colpo secco, fino al fondo. Mi prese per la gola con una mano e mi guardò dall’alto. «Sei la mia troia. Ti piace farti usare da un altro uomo? Dimmi com’era.»

Ansai sotto di lei, mentre mi cavalcava. «Il suo cazzo… caldo… grosso. Mi ha aperto. Mi ha riempito il culo di sborra.» Elena si toccava il clitoride con una mano mentre scendeva forte su di me, gli occhi persi. «Dio… sei un maiale! E io ti amo così! Riempimi la figa, maiale! Fammi godere mentre penso a te con lui!»

Le sue urla si mescolavano ai colpi. E come se non bastasse, dalla stanza accanto iniziarono i gemiti di Chiara. Il loro letto sbatteva, Nicola che grugniva, lei che urlava: «Sì! Spaccami!»

Due stanze, due sorelle, due uomini, e ormai nessun confine.

Elena venne prima, tremando sopra di me, poi mi svuotai anch’io dentro la sua figa. Restammo crollati sul letto, sudati, ancora con le voci degli altri che rimbombavano dal muro.

Colazione tutti insieme, in intimo, i corpi ancora caldi e i sorrisi sporchi. Ogni battuta era un doppio senso, ogni sguardo un ricordo della notte. Il latte e il caffè non cancellavano l’odore di sborra che ancora aleggiava nell’appartamento.

La giornata al mare scivolò lenta, tra sole, teli bagnati e birre fredde. Le sorelle in bikini minuscoli che mostravano più di quanto coprissero, io e Nicola con la testa che tornava sempre a quello che ci eravamo fatti. Era solo una pausa. Lo sapevamo tutti.

Un altro pub, un’altra colata di alcol. Balli, mani sulle cosce, baci sporchi. Tornammo a casa ubriachi e già eccitati, come se il sesso fosse diventato la naturale prosecuzione di ogni serata.

Non ci fu un minuto di attesa. Le sorelle si spogliarono ridendo, buttando i vestiti a terra. Io e Nicola rimanemmo in boxer, cazzi gonfi già evidenti.

Cominciò lo spettacolo. Io presi Chiara, la scopai sul tappeto, gambe alte e urla che facevano tremare le finestre. Nicola si buttò su Elena, la prese a pecora, spingendola forte. Poi ci scambiammo. Elena sotto di me, Chiara sotto Nicola, poi di nuovo tutti incrociati.

Era un vortice. Tette, culi, lingue, urla. L’appartamento intero che diventava un bordello.

Poi Elena prese il comando. Si mise a pecora sotto di me e urlò: «Chiara, vieni qui sopra! Voglio la tua figa sulla mia bocca!» Chiara rise e si inginocchiò sulla faccia della sorella. Elena la leccava famelica, lingua che entrava e usciva, succhi che colavano, mentre io la spaccavo da dietro. E non si limitavano: le due sorelle si baciarono sopra quella lingua, saliva e succhi che si mescolavano.

Elena si voltò verso di me, la faccia bagnata della sorella sopra di lei. «Ti piace, porco? Ti piace vedermi leccare mia sorella mentre tu mi scopi?» Nicola si segava davanti a noi, sguardo fisso, la mano che gli martellava il cazzo duro.

Poi Elena urlò più forte. «Nicola… che aspetti? Mettilo nel culo al mio uomo mentre mi scopa.»

Il tempo si fermò un secondo. Nicola esitò, guardandomi. Chiara, con la figa sulla bocca della sorella, sussurrò: «Dai fallo, ti prego. Mi ecciterebbe troppo vedervi.»

Nicola sputò in mano, me la passò sul buco, e con un colpo secco mi entrò dentro. Urlai, Elena urlò sotto di me, perché non mi fermai un attimo.

E così fu. Io scopavo Elena, Nicola mi pompava il culo, Elena leccava la figa di Chiara. Un carosello umano, quattro corpi intrecciati, senza più coppie, senza più ruoli.

«Più forte!» urlava Elena. «Spingetelo entrambi, fate di me e di lui le vostre troie!»

Nicola mi stringeva i fianchi, i nostri colpi sincronizzati come due pistoni. Io urlavo, il mio cazzo stretto dalla figa bagnata di Elena, il suo che mi apriva dietro. Era troppo.

Il primo a cedere fui io. Affondai fino in fondo e mi svuotai dentro Elena, sborra calda che la riempì a fiotti. Nicola si sfilò dal mio culo e portò il suo cazzo alle due sorelle. Elena e Chiara lo presero in bocca insieme, lo succhiarono come fosse un leccalecca. Poi lui esplose, schizzi caldi sulle loro facce, bianco che colava su menti e tette.

Io ed Elena ci baciammo subito, sporchi, mescolando sapori di sperma e figa. Nicola rideva, ancora duro, mentre guardava le sorelle limonare tra loro con le facce bagnate.

Ma non era finita. Chiara prese Nicola per mano e lo spinse tra le gambe di Elena, da cui la mia sborra colava lenta. «Lèccala,» disse. E lui si chinò, cominciò a pulirla, lingua che raccoglieva sperma e succhi insieme.

Io mi sedetti sul divano, esausto, il cazzo ancora semi-duro, mentre Elena urlava di piacere sotto le lingue di Nicola e Chiara. Poi Chiara mi prese la mano: «Vieni anche tu… voglio vedervi leccare insieme la sborra che cola da mia sorella.»

Mi chinai. Le nostre lingue si sfiorarono, entrambe dentro la figa di Elena, entrambe a raccogliere la mia sborra fresca. Elena esplose ancora, gambe che tremavano, mani nei capelli nostri.

Alla fine crollammo tutti sul divano, corpi incastrati, odore di sesso ovunque. Le sorelle si baciarono ancora, scambiandosi sperma e saliva. Io e Nicola ci guardammo, lui mi mise una mano sul cazzo, io gli strinsi la sua.

Elena concluse, sudata, con un sorriso da diavolo: «Non siamo più coppie. Siamo una sola troia a quattro teste.»

E ci baciammo tutti insieme, sporchi, sudati, senza più un domani.