MARTA - Tradimenti
Capitolo 2 - cornuto, e felice
“amore ti ho raccontato abbastanza, fammi andare a lavarmi e andiamo a letto. Basta con questa storia” gli dico. Più cerco di far finta di non aver notato la sua erezione, e più il mio sguardo cade lì, rendendo palese quanto l’abbia vista.
“è strano, vero?” domanda lui, spostando la tuta e tirando fuori il suo cazzo, “mia moglie racconta i dettagli più osceni e depravati del suo tradimento, e io sono eccitato”
“amore che fai!? copriti, se ci vedessero i ragazzi…”
“i ragazzi dormono, e poi ti sei vista? con la camicia aperta, il trucco colato, tutta sudata. Il mio piccolo cazzetto non lo noterebbero nemmeno. Perchè questo è, vero? Solo un piccolo cazzetto…”
“amore non dire così. Sai che ho dovuto farlo per la nostra famiglia”
“basta con questa storia…” mi interrompe lui, accarezzandosi il suo membro duro, “vai avanti. E guardami”
Prendo un profondo respiro. Non riesco a capire come possa starsene col cazzo in mano a voler sentire tutti i dettagli del mio tradimento. Trova davvero tutto così eccitante? Però, in fondo… non è forse vero che anche a me è piaciuto? Basta ipocrisia, ora gli dico davvero tutto.
“mentre… mentre mi scopava la bocca, ho… iniziato a provare piacere. Per il modo in cui mi trattava, mi usava, insultava. Mi piaceva sempre di più. Muovevo la bocca all’unisono con le sue spinte, facevo vorticare la lingua attorno al suo cazzo”
Mio marito non mi interrompe, continua a fissarmi, e a masturbarsi.
“e poi…” continuo io, “...quasi senza accorgermi mi sono ritrovata con la mano tra le mie cosce, ad accarezzarmi sopra il tessuto delle collant. Lui se n'è accorto, ha sfilato il cazzo dalla mia bocca, e mi ha schiaffeggiata più forte, dandomi della puttana. Mi ha sollevata e messa a sedere sulla scrivania, ha tirato su la gonna, mi ha divaricato le gambe, e strappato le collant; ero già dilatata e umida. Mi ha infilato prima un dito, poi due. Il suo tocco non era gentile, non era delicato, ma grezzo e rude. Con l’altra mano mi toccava, strizzava e schiaffeggiava il seno”
mentre continuo il mio racconto, mi tolgo la camicia, slaccio il reggiseno, e mi alzo un momento in piedi per sbottonare la gonna e lasciarla cadere ai miei piedi. Mi rimetto seduta, divarico le gambe, e mostro a mio marito i segni.
La mia vagina è ancora dilatata, i peli umidi, e diversi segni rossi sulle cosce, dove le collant sono state strappate. Anche sul mio seno ci sono diversi segni, inclusi quelli di un morso attorno ai capezzoli.
Mio marito non smette di masturbarsi.
“mi toccava sempre più intensamente, poi mi metteva le dita in bocca, facendomi leccare i miei stessi succhi, e riprendeva a toccarmi ancora, sempre più intensamente, mentre mi leccava, succhiava e mordeva i capezzoli. Mi stava facendo impazzire, l’ho implorato di farmi venire”
“e lui?”
“ha detto che sono una troia vogliosa di cazzo. Ha sputato sulla mia fica e sul suo cazzo, e ha sfregato la cappella contro il mio clitoride. Lo volevo, lo volevo davvero. L’ho implorato ancora, lui mi ha tirata a sè tenendomi dalle cosce. Io ho preso il suo cazzo in mano e l’ho guidato verso di me”
Mio marito si masturba più freneticamente, e anch’io inizio a toccarmi davanti a lui, ansimando
“cazzo era così duro… e grande. Mi faceva così male mentre entrava”
“quindi non ha…?”
“no, non ha preso precauzioni. La sua carne dentro di me. Più spingeva più mi faceva male, ma sentivo quella sensazione di calore crescere. Mi sono distesa all’indietro sulla scrivania, puntellandomi coi gomiti, e ho iniziato a muovere il bacino al ritmo con le sue spinte. Entrava sempre più dentro, lui spingeva così forte che mi sentivo aprire”
“ti piaceva sentirti la sua puttana?” mi chiede, la voca roca dal piacere
“si amore, si. Mi piaceva essere scopata così, come una puttana. Più sentivo l’orgasmo cresce più gemevo e gridavo come una troia, e lui godeva e spingeva come un porco. Quando sono venuta mi sembrava di impazzire, non ho mai provato un orgasmo così intenso, così travolgente. Tremavo come una foglia e lui continuava a martellarmi, facendomi urlare. Poi ha sfilato il cazzo ed è venuto giù un lago dalle mie cosce”
“lui è…?”
“no amore, tranquillo. Non mi è venuto dentro. Lui non era ancora venuto. Mi sentivo esausta e distrutta, mi ha presa, rimessa in ginocchio, e ha ricominciato a scoparmi in bocca. Il suo sapore misto a quello dei miei succhi era strano, ancora più inebriante. Lo succhiavo e segavo, con foga. Quando è venuto, mi ha schizzato in bocca, tenendo il cazzo fuori, puntato sulla mia bocca aperta. Poi ha preteso che glielo succhiassi per ripulirlo bene”
Il volto di mio marito non trattiene l’eccitazione che prova, ed anche la sua mano si muove frenetica su e giù lungo la sua asta. Ora provo quasi tenerezza per lui
“non pensavo ti sarebbe… piaciuto così tanto, saperlo” gli dico
“nemmeno io. Ma mi piace sapere che godi in un modo che io non posso soddisfare. in modo così intenso”
Mi avvicino a lui “quindi è tutto a posto? non ce l’hai con me, vero?” gli domando
“no, anzi…”
“ti piace immaginarmi così troia?”
“si…” la sua voce è un flebile gemito gutturale
“lascia che questa troia ti aiuti..:” gli sussurro gentile, spostando la sua mano dal suo cazzo.Con la mia mano accarezzo la mia figa, poi stringo le dita attorno al suo cazzo, segandolo lentamente.
“vieni amore, vieni pensando a come tua moglie è stata scopata da troia” gli sussurro nell’orecchio, aumentando il ritmo.
“si, sei una troia, una puttana vogliosa di cazzo, mi hai reso un povero cornuto” sussurra lui
“anche se cornuto, continuerò ad amarti, te e il tuo piccolo cazzo…” ruoto con il polso, tenendo la mano ben stretta attorno alla sua asta, mentre scorro dalla base fino alla punta
“...dimmi, dove vuoi venire…”
Lui geme, poi mormora “voglio riempire quella tua bocca da puttana”
Lo accontento, sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mi chino in avanti e accolgo il suo cazzo nella mia bocca. Rispetto a quanto ho provato qualche ora fa, non mi fa alcun effetto.
Geme più forte, il suo cazzo pulsa, e fiotti di sperma mi invadono il palato e la bocca. Ingoio senza difficoltà.
Restiamo così per qualche minuto, seminudi e abbracciati sul divano
“c’è un’altra cosa, amore…” aggiungo dopo un po’ rompendo quel silenzio che iniziava a diventare pesante.
“cosa…”
“mentre mi rivestivo, prima di uscire… ha detto… ha detto che se i nostri… incontri… proseguiranno… potrebbe pensare di… ridurre il nostro debito”
“e tu che cosa gli hai detto…”
“che dovevo pensarci… che non…” balbetto
“domattina digli che accetti” taglia corto lui, lasciandomi incredula.
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