Perversioni & Degrado

Capitolo 2 - Mia sorella è una puttana

Rientrato in camera, trovo Ambra, mia sorella maggiore, seduta sul letto. Ero rimasto che dormiva profondamente, ma evidentemente tutto quel casino ha svegliato persino lei, che quando dorme non si sveglia neppure con le cannonate.

Ambra ha 27 anni, 4 più di me, e lavora in un bar gestito da cinesi, non molto lontano da questa topaia che chiamiamo casa. Oltre a servire caffè bruciacchiati, gratta e vinci o sigarette, arrotonda il suo magro stipendio con gli “extra” che i pervertiti frequentatori del bar le allungano: qualche spicciolo per toccarle le tette, 10 o 20 euro per una leccata di figa o un pompino, e per 50 euro si fa scopare nel retro del bar.

Grazie a queste “attività”, resta fuori fino a tardi, e durante il giorno dorme, o si ingozza di schifezze. Di conseguenza è grassa, molto più di nostra madre. Ha un grosso seno, una sesta abbondante, con capezzoli tondi e chiari, una pancia rotonda, fianchi larghi e un enorme sedere burroso.

Io e lei dormiamo nello stesso letto da quando ho memoria,e mi ha insegnato praticamente ogni cosa sul sesso: fin da bambino giocavo con le sue tettone, poi mi ha insegnato a leccarle la fica, e da quando ho iniziato ad avere un’erezione, scopiamo regolarmente.

Mi guarda con aria severa, passandosi una ciocca dei suoi corti capelli neri dietro l’orecchio. Indossa un toppino nero, che a malapena contiene il suo strabordante seno, e un paio di mutandine dello stesso colore.

“da quanto va avanti sta storia?” mi domanda, osservando il mio cazzo ormai flaccido che spunta tra le mie gambe oltre l’orlo della t-shirt

“cos’è che vuoi?” le domando, di risposta

“da quanto tempo ti scopi la mamma” rimarca lei, piccata.

Mi stringo nelle spalle, e senza nemmeno rifletterci troppo le rispondo “qualche anno”

“qualche anno.. e io non ne sapevo nulla. bella merda che sei”

“credevo che ormai l’avessi capito. L’unico talmente rincoglionito da non capire cosa succede sotto il suo naso è papà”

“stai dicendo che sono rincoglionita come papà? e come avrei potuto capirlo, mh? a quanto pare ve la spassate mentre sono fuori a farmi il culo per portare qualche soldo in casa, o mentre sto riposando! Non riesci proprio a trattenerti, al punto da doverlo ficcare in quella vecchia di nostra madre? Non ti fai un po’ schifo?”

Scoppio a ridere “andiamo, sorellona, proprio tu vuoi farmi la morale? Solo perchè mi hai sverginato non vuol dire che devo scopare a vita solo con te. E poi, parli proprio tu che ti fai scopare persino da papà, a pagamento!”

Mia sorella sembra voler schiumare dalla rabbia “intanto non ho scopato con papà, gliel’ho solo succhiato, lo sai benissimo. E questo non c'entra nulla con le porcate che fai tu!”

Tra i frequentatori del baretto c’è ovviamente anche papà. E una volta era talmente ubriaco da non aver riconosciuto la sua stessa figlia, e scambiandola per una nuova, le aveva chiesto un “servizietto” pagandola con la sua ultima vincita alle slot. Quando mia sorella me l’aveva raccontato, ci eravamo spanciati dal ridere. Ed era stato anche un bene, perché almeno qualche soldo era rientrato in famiglia, anziché finir bruciato in alcolici o alle slot.

“hai finito di farmi la predica? cos’è che vuoi?” le domando, spazientito, mentre mi tolgo la maglietta sudata, la getto con noncuranza per terra, e mi distendo pesantemente sul letto

“sono arrabbiata. Sono anni che mamma non fa che farmi la predica sul fatto che noi due non dobbiamo scopare, che è sbagliato e altre stronzate simili, e poi? Proprio lei si fa scopare da te, e di nascosto?”

Faccio spallucce, mentre osservo il soffitto “mamma è così, che ci vuoi fare. Te l’avrei detto, se non mi avesse frantumato le palle col fatto che nessuno deve sapere, nemmeno tu, che è sbagliato, dobbiamo smettere, eccetera.”

Ambra sale cavalcioni sul letto, osservandomi dall’alto “beh su questo sono d’accordo con lei. Hai già me, che bisogno hai di lei?”

Inarco un sopracciglio “sei gelosa!?”

“ma quale gelosa, so benissimo che mamma non è minimamente brava quanto me”

Mi sollevo con il busto, mettendomi seduto accanto a lei; le prendo il volto con le mani, e bacio avidamente la sua bocca, la mia lingua che si avvolge e incrocia con la sua “guarda che… sei hai paura che mamma mi svuoti troppo.. e non ce ne sia abbastanza per te… ti sbagli” le dico a fior di labbra, mentre lecco e bacio la sua bocca

“fottiti” risponde lei, ma risponde al bacio con altrettanta passione

La osservo sornione, staccandomi da lei “allora che ne dici di usare quella tua bocca da succhiacazzi per pulirmi il cazzo?”

Afferro il suo toppino, tirandolo su mentre accarezzo la morbida carne dei suoi fianchi e dei suoi grossi seni “andiamo sorellona, non fare la stronza offesa. So quanto ami la sborra, e ora mi farebbe proprio comodo la tua lingua” proseguo, baciandola, mentrer le mie mani palpano e impastano i suoi grossi seni

“s-sei uno stronzo” dice con voce tremante, staccandomi da me solo per sollevare le braccia in alto, e permettermi di sfilarle del tutto il toppino. è lei stessa poi a togliersi le mutandine, restando, come me, completamente nuda. “sei un fottuto stronzo” incalza, e mi spinge, facendomi finire di nuovo disteso a pancia in sù sul letto.

Lei si posiziona a cavalcioni su di me, il suo grosso culo premuto contro le mie tibie, mi massaggia le palle e si china in avanti. I suoi seni sfregano sulle mie cosce, prende in bocca il mio cazzo, che in pochi secondi riacquista tutto il suo vigore.

“mmhh, sa proprio di sesso” mugola mentre lo lecca lungo tutta la sua lunghezza.

Affonda le labbra, la sua lingua vortica attorno al glande, e sento i suoi capezzoloni farsi sempre più turgidi contro le mie cosce.

“mmmh” mugola mentre massaggia la base dell’asta e i testicoli, e scorre con la bocca all’unisono coi movimenti della mano, strappandomi un gemito di piacere.

“scommetto che mamma non è così brava a succhiartelo” mi dice con voce bassa, mentre bacia e lecca la punta, senza smettere di segarmi

“non hai bisogno di metterti in competizione con lei” le rispondo, la voce resa roca dal piacere che sto provando.

“voglio sentirtelo dire” incalza mentre con la lingua scivola lungo la base, e mi lecca i testicoli.

“aahhhhh! si, sorellona, sei più brava tu” gemo

Lei mugola di piacere, succhia più intensamente, mentre vedo il suo culo sollevarsi all’insù, lei porta una mano tra le sue cosce, e inizia a masturbarsi.

“la prossima volta che te la scopi, voglio essere lì a succhiartelo…” continua, ansimante, mentre lo riprende in bocca, “...i suoi umori sul tuo cazzo hanno un sapore così eccitante”

“che gran troia che sei”

“mmh.. da qualcuna avrò pur preso” risponde lei, senza smettere di succhiare e masturbarsi

“girati, fattela leccare”

Lei si stacca dal mio cazzo, ruota su se stessa, offrendomi la visione del suo grosso culo, e si muove all’indietro, avvicinando il culo verso il mio volto, mentre lei, chinandosi su di me, ha di nuovo il mio cazzo in bocca.

Con le mani allargo le sue grandi chiappe, osservando la sua fica umida; a differenza di mamma, ce l’ha completamente rasata, ad eccezione di un piccolo triangolo di peli sul monte di venere. Con le mani sulle sue natiche, allungo la lingua sulle sue grandi labbra, dandole delle profonde lappate che le provocano degli spasmi e dei gemiti.

Lei afferra con le braccia le mie cosce, agguantandosi a me, e prende tutto il mio cazzo in bocca.

Ci lecchiamo e succhiamo a vicenda, facendo osceni versi mentre saliva e umori colano lungo le nostre bocche.

Il suo bacino trema, ondeggia i suoi fianchi larghi contro di me, sfregando il clitoride sulla mia bocca, e i seni sulla mia pancia, mentre la mia lingua si insinua tra le use grandi labbra, ed infine, tra un gemito e l’altro, allontana il suo bacino dalla mia bocca, voltandosi, per ritrovarsi di nuovo a sovrastarmi frontalmente.

“raccontami… raccontami la prima volta che hai scopato mamma” sussurra, con voce rauca e affannosa

“era in cucina, a bere. Aveva perso il lavoro, papà non c’era, tu non c’eri”

“e tu l’hai consolata” prosegue lei, a cavalcioni su di me, mentre posiziona il suo ingresso umido in prossimità del mio cazzo

“abbiamo bevuto un po’ insieme, la abbracciavo. Poi ho iniziato a toccarla” proseguo, portando una mano sul suo grosso seno, e l’altra sulla sua pancia, accarezzandole il clitoride con il pollice.

“mmmmhhh…” geme lei, ondeggiando con il bacino, la punta del mio cazzo che sfrega contro le sue grandi labbra dilatate, “...e come l’hai scopata?”

“in piedi, da dietro, lei china in avanti con le mani sul tavolo” sollevo il bacino, spingendo il cazzo dentro di lei

“ahhhh… e come altro te la scopi?” domanda lei, muovendo il bacino all’unisono, e lasciandosi penetrare in profondità

“quasi sempre così… qualche volta davanti, ma raramente. Preferisce stare di spalle”

“mmhhhh… io invece adoro guardare”, risponde, mentre toglie le mie mani da lei, inchiodandomi al letto, e muove con foga i suoi fianchi, impalandosi contro la mia verga. I suoi grossi seni ondeggiano selvaggiamente ad ogni sua spinta, mentre le sue natiche impattano rumorosamente contro le mie cosce.

“e le sborri sempre dentro?” chiede, tra un gemito e l’altro

“si” rispondo, gemendo anch’io

“aahhh.. cazzo non sa cosa si perde” commenta lei, montandomi con più foga, “mmhh! ahhh! siii!!” le sue spinte si fanno sempre più intense, il rumore della pelle contro pelle sempre più intenso, mentre lei mi cavalca intensamente, facendo tremare e cigolare il nostro vecchio letti “siii! siii! ahhh! siiiiiii!” grida, mentre sento la sua figa tremare e serrarsi attorno al mio cazzo, e mia sorella viene travolta dall’orgasmo.

Ancora tremante, si distacca da me, chinandosi per prendere il mio cazzo madido dei suoi umori nuovamente in bocca.

Le afferro la testa, guidandola con intensità sempre crescente, la mia verga fino alla sua gola. I suoi gemiti e mugolii soffocati si fanno sempre più intensi, le scopo la bocca sempre più forte mentre sento l’apice del piacere giungere anche per me.

Il mio cazzo pulsa, mentre mi lascio andare a un gemito liberatorio, fiotti di sperma caldo invadono la gola di mia sorella, che aspira e raccoglie tutto, per poi ripulirlo fino all’ultima goccia.