Perversioni & Degrado
Capitolo 1 - Ogni momento è buono per scopare mamma
Un rumore di colpi riecheggia nel piccolo bilocale fatiscente che chiamiamo casa; Michela -mia madre- è in piedi, china con le mani poggiate sul lavandino dell’unico bagno che abbiamo in casa, le sue natiche burrose che sbattono contro il mio bacino.
nonostante sia tardo pomeriggio, è estate, fa caldissimo, e ovviamente in questo cesso di casa non abbiamo l’aria condizionata, ma solo dei ventilatori raccattati al mercatino delle pulci, inutili e rumorosi.
Mamma si stava preparando per andare a lavoro, mi è venuta voglia, e mi sono chiuso in bagno con lei per fotterla.
Il tatuaggio a forma di conchiglia che ha nella parte bassa della schiena, proprio sopra il culo, sembra che stia ballando mentre ondeggia i suoi fianchi ad ogni profonda spinta del mio cazzo nella sua figa; i suoi grossi seni, flaccidi e cascanti, da donna di mezza età, ondeggiano selvaggiamente dal suo ventre fin quasi al suo volto, per effetto delle mie poderose spinte, mentre osservo la nostra immagine riflessa nello specchio, le mie palle che sbattono contro la sua figa pelosa.
Tiene una sigaretta accesa nella mano sinistra, e tra un gemito e l’altro aspira una rapida boccata.
“mh! ah! cazzo, si!” geme, mentre tenendola dai fianchi larghi spingo in profondità con maggiore enfasi
“oh! mhhh, si tesoro, dai…” continua, la voce roca e resa ancora più distorta dal piacere, “...dobbiamo sbrigarci… sbrigati a venire. Devo… andare.. mmhh.. ohhh.. a lavoro” aggiunge, e muove il bacino all’unisono con le mie spinte, rendendo la penetrazione ancora più profonda e piacevole.
Mia madre Michela è la donna che cerca di tenere a galla questa “famiglia”, anche se a malapena riusciamo a sopravvivere; ha 41 anni, ma ne dimostra almeno 15 in più, forse un tempo era anche piuttosto attraente, ma dopo più di 20 anni di dissesti finanziari, sregolatezza, fumo accanito e depravazione, il suo corpo ne ha parecchio risentito; anche perchè non fa nulla per curarlo. I suoi capelli, un tempo neri, mostrano evidenti segni di ricrescita, e sono spesso scompigliati, i suoi grossi seni penzolano fino all’ombelico, le due gravidanze avute in giovanissima età -mia sorella a 14 anni, e io a 18 anni, hanno reso il suo ventre e i fianchi flaccidi e pieni di smagliature.
Eppure, questa donna trascurata mi fa venire sempre una gran voglia di chiavarla.
Stringo più forte i fianchi burrosi di Michela, le mie dita callose affondano nella sua morbida carne mentre spingo senza sosta. Sono nudo dalla vita in giù, e indosso solo una t-shirt, appiccicata a petto e schiena per via del sudore e del caldo soffocante di questa topaia.
Mi chino con il busto sulla sua schiena, le mie mani afferrano i suoi grossi seni, mentre le sussurro all’orecchio
“si, così, mamma, cazzo sei così porca” e guardo il nostro riflesso nello specchio, i suoi capelli spettinati, il suo volto deformato dal piacere, l’odore di fumo e sesso che mi pervade le narici. Sento il mio piacere cresce, spingo ancora più forte “si, così, ci sono quasi mamma” ringhio, “fammi venire e poi potrai andare, abbiamo bisogno di quei fottuti soldi” sottolineo ogni parola con una spinta decisa, il suo osceno della pelle che sbatte contro la pelle echeggia nell’angusto bagno.
Una mano lascia la sua tetta, scivola tra i rotoli della sua pancia, fino alla fica pelosa e umida, mentre il mio cazzo sfrega tra le sue grandi labbra dilatate, e con le dita stimolo il suo clitoride “cazzo, ci sono quasi. Vieni con me mamma, vieni, cazzo!” esclamo, con voce rotta dal piacere
Simona inarca la schiena, le sue enormi tette rimbalzano e dondolano mentre emette un gemito ancora più forte
“Cazzo si, tesoro! Riempimi la fica, si!” urla senza ritegno
La sua figa si stringe e si contrae intorno al mio cazzo, mentre lei stessa sembra avere degli spasmi “oddio, si!” urla, e tutto il suo corpo trema e si contorce per effetto dell’orgasmo.
La sua sigaretta le scivola di mano, cadendo nel lavandino; allunga la mano indietro e allarga le grosse natiche, tirandomi più dentro mentre preme i fianchi contro di me
“mhh, si, SI, SIII” grida, la sua voce acuta mentre continuo a spingere con foga dentro di lei “così! presto! vieni dentro!” mi incita, disperata
Socchiude gli occhi,si china sul lavandino, e mugola lasciandosi trasportare dall’impeto delle mie spinte, mentre sento i suoi umori colare lungo il mio cazzo e gocciolare per terra
“vieni, cazzo! Pompami così! Riempimi come una troia!” urla ancora, sotto le mie incessanti spinte, che scuotono tutto il suo corpo, facendola tremare.
“scopi proprio come una sgualdrina…” le dico, ansimante, mentre rallento il ritmo delle mie poderose spinte, “..ah! cazzo, mamma, sto venendo!” esclamo.
“Oh Cazzo Sì, tesoro! Riempi La Fica Della Mamma Con Il Tuo Sperma Caldo!”
“ah!... ahhh! CAZZO!” gridiamo quasi all’unisono, il mio corpo si contrae mentre raggiungo l’apice. Sono completamente sudato, il mio cazzo pulsa violentemente, liberando un torrente di seme caldo e denso nelle profondità della sua fica, e mi lascio andare a un gemito liberatorio
“siiii, prendi tutta la mia sborra!” mugolo, e anche mia madre geme, la sua fica che avvolge e munge il mio cazzo mentre accoglie dentro di sè ogni goccia, che va a mescolarsi ai suoi umori.
Con un colpo di bacino, mia madre si rimette dritta in piedi, costringendomi a sfilarmi da lei con il cazzo ancora duro e bagnato Lo tengo in mano dalla base, pronto a continuare a divertirmi con lei, ma si volta e mi guarda seria
“per l’amor del cielo, basta. Mi farai fare tardi al turno di lavoro…” mi rimprovera, e ancora completamente nuda, si guarda intorno alla ricerca dei suoi vestiti, che poi sarebbero, a parte l’intimo, una maglietta e degli shorts,”...e non possiamo permetterci di perdere l’unica fonte di reddito solo perchè sei un cazzo di pervertito. Avanti, fuori di qui, e datti una sistemata” conclude, mentre l’unica cosa a cui riesco a pensare sono le sue cosce bagnate, con il mio sperma che le cola dalla fica pelosa.
Prima ancora che possa infilarmi le mutande, sentiamo la porta di casa aprirsi e chiudersi violentemente, assieme a dei passi pesanti. Capiamo immediatamente che è Sandro, quell’ubriacone ludopatico di mio padre.
Sandro ha 52 anni, dovrebbe essere l’uomo di casa, è grasso ed è sempre troppo ubriaco per riuscire a tenersi stabilmente un lavoro o persino soddisfare sua moglie. Io lo ricordo sempre così, perciò non saprò mai se è stato l’alcol a bruciargli il cervello o se è davvero stupido come i sassi, dato che viviamo in 4 in un bilocale e non ha ancora capito nulla delle attività sessuali che succedono sotto il suo naso!
Mia madre mi guarda impanicata, mentre sentiamo i suoi passi pesanti dirigersi verso il bagno “cazzo!” sussurra, mentre mette da parte i suoi vestiti e si copre con un asciugamano “copriti subito! sbrigati! non deve scoprirci!” ma la ignoro, e le faccio segno di non preoccuparsi.
Sentiamo che prova ad aprire la porta del bagno, ma ci siamo chiusi dentro, quindi non si apre, e muove con forza la maniglia, battendo con l’altra mano contro la porta
“che cazzo succede qui dentro?” domanda, la voce distorta dalla sbronza che evidentemente si è preso, “Simona, sei tu? Apri questa cazzo di porta!” e batte ancora col palmo contro lo stipite.
Mamma sembra totalmente nel panico, così vado ad aprire la porta del bagno, nudo dalla vita in giù, con il cazzo semieretto e gocciolante
“cos’è, hai deciso di sfondare la porta? non si può nemmeno pisciare in pace?” gli ringhio in faccia, aprendo la porta quel tanto che basta da far vedere la mia faccia… e sperando che non noti che ho il cazzo di fuori
“perchè ti chiudi in bagno.. e dov’è tua madre..” mi dice con fare sospettoso
“è andata a lavoro. a differenza tua, si impegna a mandare avanti la baracca… e mi sono chiuso perchè in questo cesso di casa non si può avere un po’ di privacy. Ora perchè non vai ad aprirti una birra e mi lasci in pace?”
E senza attendere una risposta, gli sbatto la porta in faccia e chiudo di nuovo a chiave la porta del bagno.
Mia madre nel frattempo si riveste, attende di non sentire più mio padre nei paraggi, e finalmente usciamo dal bagno.
“grazie tesoro”, mi saluta, dandomi un bacio furtivo in bocca.
Ed io con solo indosso la mia t-shirt, e con il cazzo penzolante, me ne torno in camera. Cioè nella stanza che condivido con mia sorella maggiore.
Generi
Argomenti