Nel caos di Viola

Capitolo 1 - Pensieri osceni e dolci piaceri

Mi sveglio di soprassalto, riportata dal mondo dei sogni alla realtà come se fossi appena scesa da un ottovolante.

Ho il cuore che rimbomba forte nel petto ed il fiato corto, neanche avessi fatto i 100 metri.

Sbatto le palpebre, mentre realizzo che quanto stavo vivendo fino a pochi secondi fa era solo un sogno. Cazzo che sogno però!

Stavo scopando con tre maschioni, bocca figa e culo contemporaneamente!

Muscolosi, forti, decisi, mi stavano aprendo come una troia, e io godevo, e godevo, e godevo.

Mi capita spesso di fare sogni erotici. A volte sogno situazioni realistiche, persone che conosco, con cui ho davvero scopato, altre volte sono situazioni ideali, con persone che non hanno un’identità precisa. Questo sogno rientra in questo secondo caso, direi.

C’è però una cosa che accomuna il finale di questi sogni: mi sveglio agitata, stordita, confusa… ed eccitata.

Sono supina, sotto lenzuolo e piumone, ed i miei capezzoli premono insistentemente contro la t-shirt, ma soprattutto avverto una sensazione di umido tra le gambe.

Dormo con soltanto una maglietta e le mutandine, indipendentemente dalla stagione. I pigiami li odio e la lingerie sexy è sprecata se non c’è nessuno da far sbavare.

L’altra cosa che odio è il reggiseno, infatti in casa (e non solo in casa) non lo porto mai. Non che ce ne sia bisogno, dato che madre natura mi ha dotata di due piccole tettine.

Morbide, rotonde, in armonia col mio fisico esile, certo.. ma piccole. Indossare il reggiseno mi ricorda che ho una fottuta prima, per questo quando posso preferisco farne a meno.

Infilo una mano tra le cosce, sotto le mutandine. La mia fica rasata è umida.

Prima di dar seguito alle mie fantasie, con un briciolo di lucidità mi volto a guardare verso il comodino, dove c’è la mia sveglia.

Il suo display rosso, in netto contrasto con la penombra della mia camera, mi fa vedere chiaramente tra numeri… 8:30

Cazzo! Sono già le otto e mezza!

A quest’ora sarei già dovuta essere sull’autobus che mi avrebbe condotta in facoltà, e invece come una cretina ieri sera ho dimenticato di puntare la sveglia.

Mentre i miei neuroni ricominciano a girare riprendo possesso delle mie facoltà mentali, realizzo che è mercoledì -quindi avrei lezione fino al primo pomeriggio- e che stamattina entrambi i miei genitori sono partiti presto per andare in trasferta, e torneranno venerdì sera.

Ho un vago ricordo di essere stata svegliata da loro alle 5 e qualcosa, di aver sentito un ‘bla bla bla’ e di aver infilato la testa sotto il cuscino.

A questo punto dovrei alzarmi, prepararmi, e prendere il prossimo autobus. Ma le prime due ore di lezione sarebbero comunque perse, quindi… facciamo con calma.

Soprattutto perchè ho ancora in testa quei tre grossi cazzi che mi sfondavano, e sono eccitatissima.

Arrotolo su la tshirt fino alle clavicole, liberando i miei seni.

Sfioro con la punta delle dita i capezzoli. Sono turgidi e sensibilissimi, ho un brivido e d’istinto sfrego le chiappe contro il materasso.

Con la destra continuo ad accarezzarmi un capezzolo, con la sinistra premo sul ventre e infilo le dita sotto le mutandine.

Mi faccio strada lungo la pelle resa appena più ruvida dalla ricrescita dei peli, il medio raggiunge il clitoride. Sussulto di nuovo. Passo oltre e mi massaggio le grandi labbra.

Mugolo di piacere, con le dita alterno movimenti in verticale a movimenti circolatori, mentre quella sensazione di calore si fa più intensa. E le mie dita trovano un ambiente sempre più umido.

Divarico di più le gambe, mi puntello con le piante dei piedi sollevando le ginocchia.

Oltre a massaggiare le grandi labbra, col pollice della sinistra tormento il clitoride.

Qui sotto il caldo sta diventando insopportabile. Sposto lenzuolo e piumone, scoprendomi totalmente. La differenza di temperatura tra il microclima che si era creato sotto le coperte, e quella della stanza a contatto con la mia pelle nuda e accaldata, mi provoca un altro brivido, e mi sento ancora più stimolata a toccarmi, ad andare avanti.

Il medio della sinistra entra quasi naturalmente tra le grandi labbra dilatate, infilandosi nella mia vagina bagnata e affamata

“ahhhhh” sospiro di piacere, al sentire quel contatto dentro di me.

Inarco il bacino e prendo a masturbarmi freneticamente.

Ho in testa l’immagine di un cazzo che mi martella, oltre al medio infilo anche l’indice e li muovo veloci, sbattendo col palmo della mano contro il mio ventre

“oh si, si, si” gemo e mugolo. Ma non mi basta, e le mutandine mi sono di ostacolo.

Mi fermo per un momento, ho il fiatone ed il mio bacino, quasi contrariato, si contorce.

Sta buona, passerina vogliosa.

Mi sfilo le mutandine. Nella penombra non ci vedo un tubo, ma dall’odore si sente benissimo che sono piene dei miei umori. Ho proprio voglia di un cazzo.

Mi giro su un fianco, allungo a tentoni la mano destra verso il comodino.

Ravano all’interno del cassetto finchè non lo trovo.

Eccolo qui, il mio vibratore rosa. 20 centimetri di solitario godimento.

Lo accarezzo con la mia mano sinistra, impregnandolo dei miei umori lungo la sua lunghezza. Poi lo prendo in bocca, lo ciuccio e lo lecco, masturbandomi ancora con la mano, per preparare il terreno al pezzo forte.

Si cazzo, lo voglio. Accendo il dildo mentre ce l’ho ancora in bocca, sentendolo vibrare attorno alla mia lingua.

lo faccio scorrere lungo il petto, soffermandomi a tormentare con la punta entrambi i capezzoli

“oohhh” gemo, godendo di quella piccola tortura che mi sto auto infliggendo.

Raggiungo il clitoride, la punta del vibratore a contatto col mio bottoncino mi provoca scosse di piacere che mi fanno contorcere ancora di più.

Inarco il bacino: è tutto tuo passerina mia.

“ahhhhhh” mi lascio andare ad un gemito liberatorio quando il vibrante cazzo di gomma entra dentro di me.

Divarico di più le gambe, con una mano tengo il dildo, e con l’altra massaggio il clitoride

“si cazzo, si, si! ancora, ancora!” grido senza ritegno, lasciando che la mia fantasia viaggi libera

“ah! ah! AHH!” esclamo contorcendomi, ansimante; ci sono quasi, ne voglio ancora, di più.

muovo il bacino a ritmo con i movimenti ondulatori della mia mano

“si! si! fottimi così!” grido

Premo con foga il dildo dentro di me, tiro indietro la mano e spingo più forte, mentre nella mia mente si alternano ricordi e fantasie

“si! si! ahh! siii!” grido ancora, e rimango con la bocca spalancata quando l’orgasmo mi travolge.

Sono scossa dai brividi, e non solo perchè il cazzo di gomma dentro di me continua a vibrare.

Lo tiro fuori, grondante dei miei umori, e lo spengo.

Lo pulisco usando la bocca, e con la mano libera mi massaggio dolcemente le grandi labbra.

Soddisfatta, passerina mia?

In realtà, passato il brivido dell’orgasmo, ho ancora voglia. Che palle.

Sospiro profondamente. Sono sudata e bagnata, e probabilmente ho allagato il letto, a giudicare dall’odore di fica che si sente qui dentro. Prima di venerdì devo ricordarmi di cambiare le lenzuola. Anche perchè, se continua così, penso passerò i prossimi giorni a bagnarlo parecchio, questo letto. Forse dovrei invitare qualcuno a scopare? Non so, ultimamente non mi ronzano attorno grandi scopatori, e non mi va di darla via al primo che passa come una troia in calore.

Con una smorfia contrariata mi metto prima seduta, e poi vado ad aprire la finestra.

Prima però mi abbasso la t-shirt, sia mai che qualcuno mi veda con le tette al vento. Non che mi dispiacerebbe, eh, ma con i vicini che ho è meglio evitare. bacchettoni di merda.

Bene, ora doccia, e poi si va a fare la persona seria in facoltà.

Anzichè andare direttamente in bagno, realizzo che ho bisogno di bere qualcosa, così devio verso la cucina e

“CAZZO!” urlo saltando in aria, nel momento in cui in sala c’è… mio fratello!

Sono nuda dalla vita in giù, mi sono appena masturbata senza ritegno… e non ero sola in casa?

“che cazzo ci fai qui?? Mi hai fatto prendere un colpo!” urlo come un’isterica, abbassando la t-shirt a coprire la mia passerina. Fortuna che è una maglia larga

“buongiorno anche a te, sorellina…” risponde col suo solito fare da perfettino. è seduto al tavolo, davanti al pc, che sembra essere molto più interessante rispetto alle gambe di sua sorella, “...cosa ci fai in giro mezza nuda alle 9 di mattina?”

me lo chiede come se mi stesse interrogando, col suo tono da uomo saggio. Mio fratello ha sei anni più di me. Lui è il primogenito perfetto, io la casinista che fa solo cazzate. Lui mai uno sgarro, mai un problema, sempre ordinato e preciso. io solo disordine, caos, e problemi.

Data la nostra diversità anagrafica, di genere, e caratteriale, ci siamo sempre tutto sommato ignorati.

Soprattutto negli ultimi anni: prima ancora di finire di laurearsi già lavorava, perciò aveva lasciato il tetto dei genitori per vivere la sua vita da uomo adulto e indipendente. Io sono solo all’inizio dell’università e già arranco, e so che se dovessi vivere da sola, finirei morta affogata nel disordine.

“credevo di essere sola in casa”, mi difendo, incrociando le braccia al petto e chiudendo le gambe. Ho realizzato solo ora che i miei capezzoli sono ancora ben turgidi, e che in mezzo alle gambe ho un lago. E soprattutto: mio fratello potrebbe avermi sentita! La cosa mi dispiace? Mi imbarazza? ma che cazzo ne so!

“intendo.. non dovresti essere in facoltà, oggi?” replica lui, ancora senza staccare lo sguardo da quel cazzo di monitor. E io che mi facevo le pare per i capezzoli turgidi, manco mi guarda!

“tu non dovresti essere a lavoro?” ribatto io. Stronzo!

“mai sentito parlare di smartworking, lavoro da casa?”

fa pure il saccente! “spiritoso… e allora non dovresti essere a casa TUA?”

da poco più di un anno infatti è andato a vivere con la sua storica fidanzata, con cui sta da tipo… 10 anni. che cazzo di noia. Sarà pure l’orgoglio di mamma e papà, ma è vecchio dentro!

“mamma mi ha chiesto di passare di qui, e di restarci finchè non tornano”

“guarda che ho quasi 20 anni, non ho mica bisogno della babysitter”

“allora diciamo che sono qui per evitare che si ripeta qualcosa come l’ultima volta” e solo ora mi guarda sottecchi

Questa “ultima volta” a cui fa riferimento mio fratello, risale a qualche mese fa: i miei erano fuori per il weekend, e avendo casa libera, avevo organizzato col mio ragazzo dell’epoca e con la mia (ormai ex) migliore amica una piccola festa: noi tre, altri due amici del mio ex, musica e fiumi di alcool. Dai balli e dai giochetti erotico/imbarazzanti siamo passati al sesso sfrenato: il mio ex ragazzo e la mia ex amica, ed io con i suoi due amici assieme.

E quando fai certe cose a notte fonda, con la musica ad alto volume, ed ubriaca marcia, non può che finire male: i vicini, dopo svariati tentativi di farci smettere, hanno chiamato i miei genitori, ma anche i carabinieri. Quando ho aperto a questi ultimi -nuda, con il trucco sbavato, sborra ovunque e una nauseabonda puzza di alcol- ho pure proposto di non rompere le palle e unirsi a noi. Che rincoglionita.

I miei sono dovuti accorrere il giorno dopo a recuperarmi in caserma; distrutta dai postumi della sbornia, con una denuncia sulla mia testolina e il premio di peggior figlia di sempre.

Si, ci sta che abbiano voluto prendere delle precauzioni, mettendomi la babysitter più noiosa e bacchettona che la vita potesse offrirmi. Gratis, per giunta.

“guarda che stavolta non avevo in programma nessuna festa, la lezione l’ho imparata” mi difendo io.

Che poi è vero, anche perchè manca la materia prima: quel coglione del mio (ex) ragazzo, qualche giorno dopo la festa mi ha mollata per mettersi con quella puttana della mia (ex) amica, a cui ho tolto il saluto. Dice che di lei è innamorato. Innamorato. Di una a cui aveva scritto TRO IA sulle chiappe con un pennarello mentre se la scopava.

Che poi, non me la sono presa perchè mi abbia mollato per stare con quella puttana, ma perchè lui e quella puttana già scopavano da tempo. A mia insaputa. Si fottessero entrambi.

Comunque, mio fratello non sembra molto convinto che io stavolta avessi davvero intenzione di fare la brava, a giudicare dallo sguardo condiscendente che mi rivolge. Si fottesse anche lui.

“quindi resterai piantonato qui a fare da cane da guardia per tre giorni? e Giulia?” Giulia è appunto la sua fidanzata

“posso sopravvivere 3 giorni senza di lei. E lei, a differenza tua, quando è sola non crea un casino della madonna”

“magari stavolta è lei a riservare delle sorprese, ed è solo più brava a non farsi sgamare” gli dico con una punta di malizia nella voce. Che stronza che sono.

“questo squallido tentativo di farmi avere dubbi e magari allontanarmi da casa per qualche ora, così da darti campo libero, mi spiace, ma non attacca”

Sbuffo. A quanto pare dovrò sorbirmelo piantonato in casa.

“e comunque piantala di sviare. Non dovresti essere in facoltà?”

Sbuffo di nuovo “ieri sera ho dimenticato di mettere la sveglia, ok?”

Mi guarda sornione, come se avessi detto una colossale balla. Ma è vero!

“diventa difficile credere che avessi davvero intenzione di rigare dritto…”

Cazzo. Cazzo. Cazzo! Scommetto che mi ha sentita dare il meglio di me mentre mi masturbavo! Che palle! Ok, calma, non è ancora detto che mi abbia sentita.

magari aveva le cuffie, magari la porta chiusa, magari… ma che cazzo. Fanculo. Sì, mi masturbo. Sì, ho una dannata voglia di scopare. E si, vorrei urlartelo davanti, stronzo!

Ma al momento è meglio se taglio corto.

“vuoi stare tutto il giorno a farmi la paternale, o posso andare a farmi una doccia e levarmi dai maroni fino a sera?”

“permesso accordato”

“grazie” gli rispondo seccata, e mi dirigo verso il bagno.

Sebbene abbia aspettato che si intiepidisse, il getto d’acqua sulla mia pelle mi provoca un brivido, prima di diventare piacevolmente accogliente come un abbraccio.

Reclino la testa all’indietro, lascio che l’acqua colpisca in pieno il volto, e resto immobile mentre scorre lungo il mio corpo, dalle spalle lungo le braccia, sulla schiena, sul seno, sul ventre, sulle natiche, sulle cosce, fino alla punta dei piedi.

Me ne rimango imbambolata a riflettere. A riflettere su cosa poi?

Ho in testa la scena di me che mi masturbo e mio fratello dietro la porta a spiarmi.

Certo che, una bottarella me la farei dare…

Ma che cazzo sto dicendo?

Sarà anche mio fratello, ma un cazzo è un cazzo…

Riapro gli occhi e abbasso la testa. Cazzo ho di nuovo voglia…

Mi accarezzo i capezzoli con entrambe le mani. Sono di nuovo turgidi e dritti come spilli.

Si cazzo ho bisogno di toccarmi di nuovo.

Divarico le gambe e inarco il bacino in avanti, massaggio le grandi labbra con entrambe le mani.Con la destra sfrego il clitoride, con la sinistra entro piano

“siii” sussurro, mentre tremo.

L’acqua continua a scorrere sopra di me, mi chino sui talloni, appoggiando la schiena contro le piastrelle, e infilo due dita. La mia vagina le accoglie quasi risucchiandole

“si cazzo, si”

Il mio battito accellera, e con esso la mia voglia.

Mi masturbo freneticamente, non perchè abbia fretta- che poi si, sarebbe vero anche questo, ma in questo momento non rientra nei miei pensieri- ma perchè sto immaginando di essere presa con foga.

Mio fratello potrebbe avermi sentita maturbarmi.

Le mie dita si muovono frenetiche, sempre più veloci.

Ero mezza nuda davanti a mio fratello

Ansimo, senza smettere di premere le dita dentro di me

“ah, ah, si…” gemo, reclinando la testa all’indietro. Chiudo gli occhi e immagino una scena diversa.

Una scena in cui questa mattina, anzichè stare davanti al pc e non degnarmi di uno sguardo, mio fratello mi afferra di peso, mi sbatte sul tavolo, e prende a fottermi con foga

“si cazzo, si!” le parole escono senza controllo dalle mie labbra, con un filo di voce tra i miei gemiti

Lui che mi tiene le gambe divaricate, e mi scopa con foga

“oh si, si, siiii…” mugolo piano, mentre il mio bacino trema. Chiudo l’acqua ed esco dalla doccia.

Sono venuta, ma non ho avuto l’appagamento che speravo. Di nuovo.

La lezione in facoltà è una palla colossale. Con una mano giocherello con una ciocca di capelli tinta di viola, con l’altra scrollo noiosamente il telefono.

Viaggio spesso con la fantasia, e oggi non riesco a togliermi dalla testa mio fratello.

Possibile che non mi abbia sentita godere come una porca?

Possibile che non gli abbia fatto alcun effetto vedermi mezza nuda?

Sono nel suo profilo instagram, pieno di foto con la sua fidanzata.

Magari è così noioso e vecchio dentro che con lei nemmeno ci scopa. Ma no, non credo, scopate voi due, no? Domando a due volti sorridenti dall’altro lato del telefono, stretti in un abbraccio con un palazzo storico sullo sfondo.

E ingrandisco la foto in corrispondenza del bacino di mio fratello. Come sei messo qui?

Vado alla ricerca di foto al mare. Ecco, molto meglio! questi boxer larghi monocromatici sono proprio orribili, però però… niente niente sembra ben dotato. Fortunella Giulia!

Com’è a letto, noioso come nel resto della vita, o sotto le coperte si risveglia la belva?

Che poi, cos’ha Giulia che io non ho? A parte un bel paio di tette, che solo per quelle me la farei pure io. Basta, pervertita!

Mi auto richiamo all’ordine, metto via il telefono con un sospiro rassegnato, e cerco di fare l’adulta, almeno per qualche ora. Certo che una bella cosa a tre…

“la tua nuova fiamma?” la voce di Alice, mia compagna di corso, mi impedisce di tornare a far finta di seguire la lezione.

Mi volto verso di lei, domandando piano “che!?”

“il tipo che guardavi… è la tua nuova fiamma?” mi domanda di nuovo, indicando il telefono che ho appena messo via.

Alice, ma un kilo di cazzi tuoi no?

“che!? ma no, è…” no aspè Alice, che cazzo hai capito? Questo è mio fratello! Però perchè non te lo sto dicendo? Uhm, forse perchè stavo pensando di farmelo?

“solo un amico?” incalza lei, prima ancora che possa finire la frase. No cazzo, non è solo un amico. è mio fratello! “a giudicare dalle radiografie che volevi fargli alle parti basse, non si direbbe!” e ridacchia maliziosa.

Ecco, ora non posso mica dirle che mio fratello, e che stavo fantasticando sulle misure del suo pacco. Ma che cazzo.

“no, non è solo un amico…” qual è la migliore strategia per non dire qualcosa? negarne un’altra! “...è… complicato” c’è qualcosa nella mia vita che non sia complicata?

“allora… ti piace davvero, o vuoi solo fartelo?” mi domanda.

E in tutta risposta io divento più viola dei miei capelli tinti.

“te l’ho detto è complicato. è fidanzatissimo, e… gli voglio bene”

“ok, quindi vuoi solo fartelo ma non vuoi farlo mollare” e ammicca pure

“cazzo Ali ti ho detto che è complicato!” quasi sbotto.

“certo che quella che ha accanto…” prosegue lei

“che vorresti dire scusa…” Alice sto per tirarti una testata, sappilo.

“beh, non sembra una gran figa. Cioè, è una normale. Carina, ordinaria. Certo, belle tette, però..”

“però cosa?” ma sto davvero pensando di mettermi in competizione con la mia futura cognata? ma che cazzo mi prende?

“però nessun ragazzo rinuncia ad una bella scappatella. Secondo me ti basta fargliela annusare e potrai farci quello che vuoi”

“grazie per il consiglio che non ti avevo chiesto”

“ma sai…” Alice fa per continuare, ma il professore ci rimbrotta di smetterla o di andare fuori.

Affondo la testa nelle spalle, e torno a fingere di seguire la lezione.

ma non riesco a togliermi dalla testa l’idea di vedere come scopa mio fratello.

Non solo come scopa… come scoperebbe con me.